All’udienza generale di stamani in Piazza San Pietro, il Papa ha svolto
la catechesi sul Sacramento dell’Ordine. “Abbiamo avuto modo di
rimarcare che i tre Sacramenti del Battesimo, della Confermazione e
dell’Eucaristia – ha detto - costituiscono insieme il mistero della
«iniziazione cristiana», un unico grande evento di grazia che ci
rigenera in Cristo. È questa la vocazione fondamentale che accomuna
tutti nella Chiesa, come discepoli del Signore Gesù. Ci sono poi due
Sacramenti che corrispondono a due vocazioni specifiche: si tratta
dell’Ordine e del Matrimonio. Essi costituiscono due grandi vie
attraverso le quali il cristiano può fare della propria vita un dono
d’amore, sull’esempio e nel nome di Cristo, e così cooperare
all’edificazione della Chiesa".
"L’Ordine, scandito nei tre gradi di
episcopato, presbiterato e diaconato - ha spiegato - è il Sacramento
che abilita all’esercizio del ministero, affidato dal Signore Gesù agli
Apostoli, di pascere il suo gregge, nella potenza del suo Spirito e
secondo il suo cuore. Pascere il gregge di Gesù con la potenza, non
della forza umana, la propria potenza, ma quella dello Spirito e secondo
il suo cuore - il cuore di Gesù - che è un cuore di amore. Il
sacerdote, il vescovo, il diacono devono pascere il gregge del Signore
con amore. Se non lo fa con amore, non serve. E in tal senso, i ministri
che vengono scelti e consacrati per questo servizio prolungano nel
tempo la presenza di Gesù. Lo fanno con il potere dello Spirito Santo in
nome di Dio e con amore”.
Il Papa ha affrontato un primo aspetto:
“Coloro che vengono ordinati sono posti a capo della comunità. Sono “A
capo”, sì, però, per Gesù significa porre la propria autorità al
servizio, come Lui stesso ha mostrato e ha insegnato ai discepoli con
queste parole: «Voi sapete che i governanti delle nazioni dominano su di
esse e i capi le opprimono. Tra voi non sarà così; ma chi vuole
diventare grande tra voi, sarà vostro servitore e chi vuole essere il
primo tra voi, sarà vostro schiavo. Come il Figlio dell’uomo, che non è
venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in
riscatto per molti» (Mt 20,25-28 // Mc 10,42-45). Un vescovo che non è
al servizio della comunità non fa bene. Un sacerdote, un prete, che non è
al servizio della sua comunità non fa bene. È sbagliato”.
“Un’altra
caratteristica che deriva sempre da questa unione sacramentale con
Cristo – ha detto Papa Francesco - è l’amore appassionato per la Chiesa.
Pensiamo a quel passo della Lettera agli Efesini in cui San Paolo dice
che Cristo «ha amato la Chiesa e ha dato se stesso per lei, per renderla
santa, purificandola con il lavacro dell’acqua mediante la parola, e
per presentare a se stesso la Chiesa tutta gloriosa, senza macchia né
ruga o alcunché di simile. In forza dell’Ordine il ministro dedica tutto
se stesso alla propria comunità e la ama con tutto il cuore: è la sua
famiglia. Il vescovo, il sacerdote, amano la Chiesa nella loro comunità e
la amano fortemente. Come? Come Cristo ama la Chiesa. Lo stesso dirà
San Paolo del matrimonio: lo sposo ama sua moglie come Cristo ama la
Chiesa. E’ un mistero grande di amore, questo del ministero e quello del
matrimonio, i due sacramenti che sono la strada per la quale le persone
abitualmente vanno, come sacramento, al Signore”.
C’è poi un ultimo
aspetto affrontato dal Papa. “L’apostolo Paolo – ha osservato -
raccomanda al suo discepolo Timoteo di non trascurare, anzi, di
ravvivare sempre il dono che è in lui; il dono che gli è stato dato con
l’imposizione delle mani (cfr 1 Tm 4,14; 2 Tm 1,6). Quando non si
alimenta il ministero, il ministero del vescovo, il ministero del
sacerdote con la preghiera, con l’ascolto della Parola di Dio, e con la
celebrazione quotidiana dell’Eucaristia e anche con una frequentazione
del Sacramento della Penitenza, si finisce inevitabilmente per perdere
di vista il senso autentico del proprio servizio e la gioia che deriva
da una profonda comunione con Gesù. Il vescovo che non prega, il vescovo
che non sente e ascolta la Parola di Dio, che non celebra tutti i
giorni, che non va a confessarsi regolarmente, e lo stesso sacerdote che
non fa queste cose, alla lunga perdono l’unione con Gesù e loro
diventano di una mediocrità che non fa bene alla Chiesa. Per questo,
dobbiamo aiutare i vescovi, i sacerdoti a pregare, ad ascoltare la
Parola di Dio che è il pasto quotidiano, a celebrare ogni giorno
l’Eucaristia e ad andare a confessarsi abitualmente. E questo è tanto
importante perché va alla santificazione proprio dei vescovi e dei
sacerdoti”.
Il Papa ha poi concluso a braccio: “Come si deve fare
per diventare sacerdote?". Non si vendono i biglietti d'entrata - ha
detto - è un'iniziativa che prende il Signore: "Il Signore chiama:
chiama ognuno che vuole che diventi sacerdote, e forse ci sono alcuni
giovani, qui, che hanno sentito nel loro cuore questa chiamata. La
voglia di diventare sacerdoti, la voglia di servire gli altri nelle cose
che vengono da Dio. La voglia di essere tutta la vita al servizio per
catechizzare, battezzare, perdonare, celebrare l’Eucaristia, curare gli
ammalati … ma, tutta la vita così! Se qualcuno di voi ha sentito questo
nel cuore, è Gesù che lo ha messo lì! Curate questo invito e pregate
perché questo cresca e dia il frutto in tutta la Chiesa. Grazie”.Il Papa
ha poi rivolto il suo saluto ai fedeli delle varie lingue. Ai fedeli
italiani ha detto che sono coraggiosi perché non si sono fatti
intimidere dalla pioggia che vuole cacciare i pellegrini. Quindi ha
aggiunto: “Sono lieto di accogliere i gruppi parrocchiali e le
associazioni, in particolare quelle di volontariato e la Federazione
Internazionale Piemontesi nel mondo, accompagnata dal Vescovo di
Pinerolo, Mons. Pier Giorgio Debernardi. Saluto gli ufficiali e militari
dell’Esercito e della Guardia Costiera di Salerno, specialmente quanti
si preparano a partire per la missione di pace in Libano nel prossimo
ottobre. Saluto le numerose scolaresche, in particolare l’Istituto
Superiore “Mattei” di Vasto che ricorda i cinquant’anni di fondazione;
gli Alpini di Lecco e i Bersaglieri della Toscana. A tutti auguro che
questo incontro susciti un rinnovato impegno in favore della pace e
della solidarietà verso i più bisognosi. Un pensiero speciale rivolgo ai
giovani, agli ammalati e agli sposi novelli. Ieri abbiamo celebrato la
Solennità dell’Annunciazione del Signore alla Vergine Maria. Cari
giovani, particolarmente gli scouts presenti, sappiate mettervi in
ascolto della volontà di Dio come Maria; cari malati, non scoraggiatevi
nei momenti più difficili sapendo che il Signore non dà una croce
superiore alle proprie forze; e voi, cari sposi novelli, edificate la
vostra vita matrimoniale sulla salda roccia della Parola di Dio.
Grazie”.