martedì 11 febbraio 2014

evangelizzare

Che cosa significa Evangelizzare?
  • Significa annunciare il Signore Gesù con parole ed azioni, cioè farsi strumento della Sua presenza e azione nel mondo.
    Il primario obiettivo dell’Evangelizzazione è dunque aiutare tutti a incontrare Cristo nella Fede. «Il fatto sociale e il Vangelo sono semplicemente inscindibili tra loro. Dove portiamo agli uomini soltanto conoscenze, abilità, capacità tecniche e strumenti, là portiamo troppo poco» (Benedetto XVI, Omelia durante la Santa Messa nella spianata della Neue Messe, 10 settembre 2006).
  • Questo incontro con Cristo coinvolge tutta la persona (intelligenza, volontà, sentimenti, attività e progetti) e ogni persona: destinataria dell’Evangelizzazione è tutta l’umanità.
Perché Evangelizzare? Per vari e complementari motivi:
  • Per adempiere il comando di Cristo, che disse: «Andate in tutto il mondo e predicate il Vangelo ad ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvo, ma chi non crederà sarà condannato» (Mc 16, 15-16). «Come il Padre ha mandato me, anch’io mando voi» ( Gv 20, 21; cfr. 17, 18). Questo comando di Cristo trova il suo fondamento e la sua giustificazione nel suo infinito amore per la salvezza eterna degli uomini.
  • Per seguire l’esempio degli Apostoli, i quali «mossi dallo Spirito, invitavano tutti a cambiare vita, a convertirsi e a ricevere il battesimo» (Giovanni Paolo II, Lett. Enc. Redemptoris missio, 47).
  • Per soddisfare il diritto di ogni persona: «Ogni persona ha il diritto di udire la “buona novella” di Dio che si rivela e si dona in Cristo, per attuare in pienezza la sua propria vocazione» (Giovanni Paolo II, Lett. Enc. Redemptoris missio, 46). Si tratta di un diritto conferito dal Signore a ogni persona, per cui ogni uomo e ogni donna può veramente dire con San Paolo: Gesù Cristo «mi ha amato e ha dato se stesso per me» (Gal 2, 20). Il cuore di ogni uomo anela, attende l’incontro con Cristo. A questo diritto corrisponde il dovere di evangelizzare: «Non è infatti per me un vanto predicare il Vangelo; è un dovere per me: guai a me se non predicassi il Vangelo!» (1 Cor 9, 16; cfr. Rm 10, 14). «Caritas Christi urget nos - l’amore del Cristo ci spinge» (2 Cor 5, 14) ad annunciare il Vangelo a tutti.
  • Per condividere con gli altri, nel rispetto e nel dialogo, i propri beni: “L’accoglienza della Buona Novella nella Fede, spinge di per sé a tale comunicazione. La Verità, che salva la vita, accende il cuore di chi la riceve con un amore verso il prossimo, che muove la libertà a ridonare ciò che si è gratuitamente ricevuto (…) Di questi beni la Chiesa vuole fare partecipi tutti, affinché abbiano così la pienezza della verità e dei mezzi di salvezza, «per entrare nella libertà della gloria dei figli di Dio» (Rm 8, 21). (…) Tale condivisione, caratteristica della vera amicizia, è un’occasione preziosa per la testimonianza e per l’annuncio cristiano” (Nota, 7- 8).
  • Per attuare una forma originale e indispensabile di servizio alla persona: “L’annuncio e la testimonianza del Vangelo sono il primo servizio che i cristiani possono rendere a ogni persona e all’intero genere umano, chiamati come sono a comunicare a tutti l’amore di Dio, che si è manifestato in pienezza nell’unico Redentore del mondo, Gesù Cristo” (Benedetto XVI, Discorso ai partecipanti del Convegno internazionale in occasione del 40° anniversario del Decreto conciliare «Ad gentes», 11 marzo 2006).
Per aiutare le persone in particolare ad uscire dalle varie forme di deserto in cui vivono: proprio per aiutare tali persone che si trovano nel «deserto dell’oscurità di Dio, dello svuotamento delle anime senza più coscienza della dignità e del cammino dell’uomo, (…) la Chiesa nel suo insieme, ed i Pastori in essa, come Cristo, devono mettersi in cammino, per condurre gli uomini fuori dal deserto, verso il luogo della vita, verso l’amicizia con il Figlio di Dio, verso Colui che ci dona la vita, la vita in pienezza» (Benedetto XVI, Omelia durante la Santa Messa per l’inizio del Pontificato, 24 aprile 2005).




Come avviene l’Evangelizzazione? L’Evangelizzazione avviene:
  • Nel rispetto della libertà della persona: «La Chiesa proibisce severamente di costringere o di indurre e attirare qualcuno con inopportuni raggiri ad abbracciare la Fede, allo stesso modo che rivendica energicamente il diritto che nessuno con ingiuste vessazioni sia distolto dalla Fede stessa» (Ad gentes, 13). «Fin dagli inizi della Chiesa, i discepoli di Cristo si sono adoperati per convertire gli uomini a confessare Cristo Signore, non con una azione coercitiva né con artifizi indegni del Vangelo, ma anzitutto con la forza della Parola di Dio» (Dignitatis humanae, 11).
  • Mediante la predicazione privata e pubblica del Vangelo, e anche mediante la realizzazione di opere di pubblica rilevanza.
  • Per mezzo della parola e della testimonianza di vita, le quali vanno insieme. “Affinché la luce della verità sia irradiata a tutti gli uomini, è necessaria anzitutto la testimonianza della santità. Se la parola è smentita dalla condotta, difficilmente viene accolta. Ma neppure basta la sola testimonianza, perché «anche la più bella testimonianza si rivelerà a lungo impotente, se non è illuminata, giustificata — ciò che Pietro chiamava “dare le ragioni della propria speranza” (1 Pt 3, 15) — ed esplicitata da un annuncio chiaro e inequivocabile del Signore Gesù» (Evangelii nuntiandi, 22).
  • Con la fiducia nella potenza dello Spirito Santo e della stessa verità proclamata.
  • Nel dono di sé fino al martirio: “Proprio il martirio dà credibilità ai testimoni, che non cercano potere o guadagno, ma donano la propria vita per Cristo. Essi manifestano al mondo la forza inerme e colma di amore per gli uomini che viene donata a chi segue Cristo fino al dono totale della sua esistenza. Così, i cristiani, dagli albori del cristianesimo fino ai nostri giorni, hanno subito persecuzioni a motivo del Vangelo, come Gesù aveva preannunziato: «Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi» (Gv 15, 20)” (Nota, 8).



A chi tocca Evangelizzare?
Ad ogni cristiano. “Le parole di Gesù, «andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro ad osservare tutto ciò che vi ho comandato» (Mt 28, 19-20), interpellano tutti nella Chiesa, ciascuno secondo la propria vocazione (…) Chi annuncia il Vangelo partecipa alla carità di Cristo, che ci ha amati e ha donato se stesso per noi (cfr. Ef 5, 2), è suo ambasciatore e supplica in nome di Cristo: lasciatevi riconciliare con Dio! (cfr. 2 Cor 5, 20). Una carità che è espressione di quella gratitudine che si effonde dal cuore umano quando si apre all’amore donato da Gesù Cristo” (Nota, 10-11).


L’Evangelizzazione va rivolta anche ai Cristiani non-cattolici?
  • Una tale Evangelizzazione (che è chiamata Ecumenismo), da parte di ogni cristiano-cattolico, comporta:
    • un vero rispetto nei confronti del fratello separato, in particolare verso la sua libertà, la sua tradizione e la sua ricchezza spirituale;
    • preghiera, penitenza, studio;
    • testimonianza e annuncio pieno della propria Fede;
    • un sincero spirito di cooperazione, nel campo tecnico e sociale, come in quello religioso e culturale;
    • “un dialogo rispettoso della carità e della verità: un dialogo che non è soltanto uno scambio di idee ma di doni, affinché si possa offrire loro la pienezza dei mezzi di salvezza” (Nota, 12). Un ecumenismo dunque della verità e della carità: le due sono intimamente unite. (Si veda a questo riguardo anche l’altra scheda: Ecumenismo).
  • “Va notato che se un cristiano non cattolico, per ragioni di coscienza e convinto della verità cattolica, chiede di entrare nella piena comunione della Chiesa cattolica, ciò va rispettato come opera dello Spirito Santo e come espressione della libertà di coscienza e di religione. In questo caso non si tratta di proselitismo, nel senso negativo attribuito a questo termine” (Nota, 12).


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