sabato 28 dicembre 2013

LE APPARIZIONI MARIANE


 

un fenomeno che interessa duemila anni di storia cristiana
- Introduzione -
Le apparizioni della Madonna sono numerose e citate sin dall'antichità. La Chiesa guarda, da sempre, con estrema cautela al fenomeno delle rivelazioni mariane e ai miracoli ad esse connessi. Lourdes - dove Giovanni Paolo II si è recato il 14 e 15 agosto 1983 - è esempio emblematico. Bernardette Soubirous, che tra l'11 febbraio e il 16 luglio 1858 ha diciotto visioni, patisce una vera e propria persecuzione prima d'esser creduta. Il riconoscimento ufficiale arriva nel 1862. Nel 1871 sulla roccia soprastante la grotta di Massabielle si inizia a costruire la prima basilica e nel 1901 viene consacrata la chiesa sotterranea. Al luogo dove apparve l'Immacolata Concezione accorrono malati da ogni parte del mondo. E le guarigioni dello spirito sono sempre numerose. Quelle fisiche sono state sinora un migliaio, anche se la Chiesa ha riconosciuto appena 64 miracoli. È Vergine dei prodigi anche la Madonna delle Lacrime di Siracusa, dove il Papa si è inginocchiato in preghiera il 5 novembre 1994. Nel 1953, alla fine d'agosto, l'effige in gesso di Maria custodita in una modesta abitazione pianse più volte lacrime vere. Un tempio singolare e realizzato nell'arco di trent'anni - un'ardita struttura conica in cemento alta 75 metri - ricorda l'evento.

Una delle prime apparizioni mariane della storia si ebbe comunque nel 270 quando si ha notizia di un'apparizione della Madonna a Gregorio Taumaturgo. Agli inizi dell'Alto Medioevo risalgono le apparizioni a Teofilo e a Maria egiziaca. Dell'VIII secolo è il cosiddetto miracolo di San Giovanni Damasceno, al quale la Vergine avrebbe restituito la mano tagliata dall'emiro di Damasco. L'apparizione più significativa dell'epoca moderna è quella di Guadalupe, in Messico. Dal 9 al 12 dicembre 1531 una Signora apparve per cinque volte, sulla collina del Tepeyac, a Juan Diego, un indigeno messicano, da poco convertito e battezzato. 
Dal XIX secolo si susseguono le apparizioni in Europa. Le tre apparizioni avvenute nel 1830, in rue du Bac a Parigi, a Caterina Labourè, 23 anni, nativa della Borgogna e novizia presso le Figlie della Carità. L'apparizione di La Salette, del 19 settembre 1846, ai due pastori Melania Calvat di 14 anni e Massimino Giraud di 11, riconosciuta ufficialmente il 19 settembre 1851.
Le 18 apparizioni di Lourdes a Bernadette Soubirous, avvenute - come ricordato prima - dall'11 febbraio al 16 luglio 1858. L'apparizione in cielo di Nostra Signora nella Francia invasa dai prussiani, il 17 gennaio 1871.
Le sei apparizioni della Vergine a Fatima, in Portogallo, capitate il 13 di ogni mese (tranne agosto) da maggio ad ottobre del 1917, a tre ragazzi: Lucia Santos, Francesco e Giacinta Marto.
L'ultima apparizione, quella del 13 ottobre, fu caratterizzata dal miracolo del sole che ballava in cielo, che impressionò una folla di 70 mila persone.
L'apparizione di Beauraing, in Belgio: dal 29 novembre 1932 al 3 gennaio 1933, cinque bambini videro 33 volte la Vergine su di una nube bianca. Le apparizioni della Vergine dei poveri alla bambina Mariette Beco, a Banneux: nove, dal 15 gennaio al 2 marzo 1933, riconosciute dalla Chiesa il 22 agosto 1949.
"In duemila anni di cristianesimo si calcola che ci siano state nel mondo circa mille apparizioni della Madonna", dice padre Mannes Ghizzardi, domenicano, studioso di problemi mariani.
"Il celebre teologo francese René Laurentin, in una sua mastodontica opera, ne sta catalogando addirittura 1800. E la cosa che sorprende e incuriosisce sta nel fatto che quasi la metà di queste apparizioni si siano avute nel Ventesimo secolo. Anzi, dopo la Seconda guerra mondiale, quindi in un tempo molto vicino a noi. Possiamo dire che negli ultimi cinquant'anni si è verificata un'autentica esplosione di apparizioni mariane. E non più limitate all'Europa, come per il passato, ma anche in America, in Africa, nei Paesi dell'Est e perfino in Giappone, in Corea, in India e in Cina".
Domanda. Quale spiegazione potrebbe avere questa esplosione di soprannaturale?
Risposta.  "Gli scettici affermano che nel nostro tempo sono aumentati i mitomani, le persone che si immaginano di avere contatti con l'aldilà. Ma io penso che queste apparizioni potrebbero invece essere un "segno", un richiamo forte al soprannaturale in una società laicizzata, materialistica e cinica. Comunque, per valutare il fenomeno occorre tempo, vederne gli sviluppi e osservare i frutti spirituali che da esso derivano".
D. Tra le apparizioni recenti, quali ritiene particolarmente significative?
R. "Molte. Soprattutto alcune che si sono manifestate in Paesi dell'Est quando erano ancora oppressi dai regimi comunisti, come per esempio le apparizioni a Grushew, in Ucraina, che si sono verificate a partire dal 26 aprile 1987, quando l'Ucraina faceva parte dell'Unione Sovietica".
Il luogo, Grushew o Gruscevo, è un villaggio dell'Ucraina occidentale molto conosciuto dai cattolici ucraini perché in quello stesso posto si erano verificate delle apparizioni della Madonna già nel 1806 e nel 1914. Nel 1914 la Vergine era apparsa a 22 contadini e il Suo messaggio preannunciava tempi dolorosi. La Vergine disse che era imminente lo scoppio di una guerra mondiale, che la Russia sarebbe diventata un Paese senza Dio e che l'Ucraina per otto decenni sarebbe stata privata della propria sovranità e il popolo avrebbe vissuto tra sofferenze e persecuzioni. Tutte cose che si sono realizzate alla lettera. Sul luogo delle prime apparizioni, quelle del 1806, era stato costruito un piccolo santuario, che poi è stato chiuso dai comunisti nel 1958, diventando una costruzione abbandonata e sconsacrata. La mattina del 26 aprile 1987 una bambina di 12 anni, Marina Kizyn, che abitava a pochi passi dalla chiesetta sconsacrata, uscì di casa per recarsi a scuola. Appena fu in strada, notò una strana luce sulla cupola della vecchia chiesetta. Si fermò a guardare e in mezzo a quella luce vide la figura di una giovane donna con un bimbo in braccio. Spaventata, tornò in casa ad avvertire sua madre Miroslava. La donna corse fuori e vide anche lei l'immagine. Non ebbe dubbi e disse alla figlia: "Inginocchiati e prega: è la Madonna!". La notizia si diffuse rapidamente. L'Immagine della Santa Vergine rimase visibile per un mese. Curiosi e pellegrini giunsero da ogni parte. Era il periodo della "perestrojka" di Gorbaciov: autorità, poliziotti, giornalisti, operatori televisivi, nessuno sapeva come comportarsi. Nella confusione tutti cercavano di barcamenarsi con i vecchi sistemi di repressione mescolati con la tolleranza del nuovo corso politico. La polizia, per impedire ai pellegrini di sostare sul posto, innalzava steccati, ma poi lasciava che la gente passasse.
Una fonte governativa affermò che arrivavano in media 45 mila persone al giorno, provenienti anche da molto lontano. La Madonna continuò ad apparire, lasciando numerosi messaggi alla piccola Marina Kizyn. Tra l'altro, nel 1988 disse:

"Sono venuta a confortarvi e a dirvi che le vostre sofferenze presto finiranno. Io vi proteggerò per la gloria e il futuro del regno di Dio sulla Terra, che durerà mille anni".
L'anno successivo ci fu la caduta del Muro di Berlino seguita da quello dell'Impero sovietico. Padre Mannes ricorda che negli ultimi vent'anni la Madonna è apparsa anche in Libano, nel Burundi, in Egitto, in Corea, in Giappone, in Cina, ad haiti e in vari Paesi africani. Cioè in molti luoghi dove i cattolici sono una minoranza. Ma moltissime sono state anche le apparizioni in Europa e in Italia. "troppo recenti per poter dare su di esse delle valutazioni", dice padre Mannes. "Alcune però sono ormai ritenute anche dalla Chiesa degne di grande considerazione".
D. Per esempio?
R. "Le apparizioni a Fontanelle di Montichiari, in provincia di Brescia. Sono poco conosciute, perché la veggente, Pierina Gilli, una povera contadina, è sempre stata umile e riservata, fuggendo ogni forma di pubblicità. Io l'ho conosciuta. E' morta nel 1991, a 81 anni. La sua vita è stata piena di fenomeni mistici e carismatici, ma tenuti sempre nascosti".
D. Quando si verificarono queste apparizioni?
R. "La prima nel luglio del 1947, quando Pierina aveva 36 anni, e l'ultima nel 1991, poco prima della sua morte. Sono passati solo 14 anni dalla scomparsa di questa umile veggente, ma Fontanelle è già un santuario mariano di grande importanza. Conosciuto molto anche all'estero. Lo scrittore cattolico Vittorio Messori recentemente ha affermato: "Fontanelle è una piccola Lourdes in divenire".
D. Perché piccola Lourdes?
R. "Perché anche a Fontanelle vi è una fonte miracolosa, come a Lourdes. Durante una delle apparizioni, quella del 17 aprile 1966, la Vergine condusse Pierina a una vicina sorgente, si chinò, mise le Sue mani nell'acqua e disse: "Il Mio Divin Figlio Gesù mi ha inviata a rendere miracolosa questa sorgente". Da allora molti ammalati hanno trovato in quell'acqua la guarigione. Ogni giorno ci sono persone che vanno a bere l'acqua e molti la portano a casa per darla a qualche parente ammalato. Come a Lourdes, è stata ricavata anche una piscina, dove gli ammalati che giungono a Fontanelle in pellegrinaggio sono immersi".
D. Come iniziarono le apparizioni a Fontanelle?
R. "La storia è lunga. Pierina fu preparata all'incontro con la Madonna da altre apparizioni di santi, in particolare da Santa Maria Crocifissa di Rosa, fondatrice delle Ancelle della Carità di Brescia, presso le quali Pierina, da giovane, trascorse diversi anni. Come ho detto, Pierina era una povera contadina. Un'anima semplice e candida e la Vergine se ne è servita per far conoscere al mondo un nuovo messaggio".
D. Che genere di messaggio?
R. "La Madonna, presentandosi a Pierina, in una delle tante visioni, un giorno disse: "Io sono la Rosa Mistica, Madre della Chiesa". E spiegò: "Rosa Mistica non ha in sé nulla di nuovo. Rosa Mistica fui chiamata in quell'istante in cui il Mio Divin Figlio Gesù si è fatto uomo. In Rosa Mistica è simboleggiato il "Fiat" della Redenzione e il "Fiat" della Mia collaborazione. Io sono l'Immacolata Concezione, la Madre di Gesù Signore, La Madre della Grazia, la Madre del Corpo Mistico: la Madre della Chiesa!". Con queste parole la Santa Vergine ha indicato la ragione di quella sua "missione" a Fontanelle: richiamare l'attenzione dei credenti sulla Chiesa, intesa come Corpo Mistico di Cristo. E' una verità dogmatica fondamentale, anche se, purtroppo, poco conosciuta dagli stessi credenti".
D. Durante le apparizioni si verificarono fatti prodigiosi, inspiegabili, atti a convincere che quelle visioni erano soprannaturali?
R. "Diversi. Ma non sono questi che contano e che possono convincere che le apparizioni provengono dal cielo. Bisogna guardare soprattutto ai "frutti spirituali" per concludere che in quanto sta avvenendo c'è il dito di Dio. Fontanelle è diventato un centro di grande spiritualità. Ci sono state guarigioni, ma soprattutto conversioni. E' nata un'associazione di laici, che operano sotto il patrocinio del vescovo di Brescia, per tenere il ricordo di quanto è accaduto e farlo conoscere nella sua genuina autenticità. La devozione alla Madonna "Rosa Mistica Madre della Chiesa" ha avuto l'approvazione del vescovo e trova grande accoglienza anche all'estero. Sono già sorti dei santuari dedicati a questo titolo della vergine, in Brasile, in Venezuela, in Libano, in India e in Cina. La tomba di Pierina Gilli, che si trova all'ingresso del cimitero monumentale, viene visitata ogni anno da oltre centomila devoti. "Vox populi, vox Dei", dicevano i nostri antenati. Sono questi i segni" che inducono a ritenere autentiche le apparizioni avvenute e Fontanelle".
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Apparizione della Madonna a Rue du Bac
- Nella notte tra il 18 ed il 19 luglio 1830 -
La Santa Vergine apparve a Caterina Labourè (1806-1876), canonizzata nel 1947. La santa, dopo aver lavorato come serva nella trattoria del fratello e poi nel convitto di una sua cognata, il 30 gennaio del 1830 - vinte le resistenze paterne - entrò come postulante nel convento della Congregazione delle Figlie della Carità a Chatillon-sur-Seine.
Il 25 aprile venne trasferita nella sede di Parigi, in rue du Bac,140. La sera stessa ebbe una visione del cuore di san Vincenzo de' Paoli; la visione, che proseguì per 9 giorni, le mostrò il cuore in tre colori diversi, 3 giorni per ciascun colore. Caterina riferiva ciò ad un futuro cambiamento di governo ed a disgrazie che stavano per cadere sulla Francia. Inoltre, Caterina vide Gesù nel Santo Sacramento, sia al momento della comunione sia durante l'esposizione, per tutta la durata del suo seminario, eccetto i giorni in cui dubitava; il 6 giugno lo vide nel Santo Sacramento come un re che portava la croce sul petto; ad un tratto lo vide spogliato di tutto (presentimento della rivoluzione di luglio, con la caduta di Carlo X).
La sera del 18 luglio venne svegliata da una voce che la chiamava: era un angelo che, sotto le spoglie di un bambino, le disse di alzarsi e di recarsi nella cappella, dove la Madonna la stava aspettando. Mentre vi si recava le porte si aprivano e le luci si accendevano; giunta in chiesa, si inginocchiò presso l'altare e Maria le apparve, dandole vari insegnamenti, dicendole che Dio la voleva incaricare di una missione e preannunciandole future disgrazie che avrebbero coinvolto anche il clero parigino. Terminata la visione l'angelo la riaccompagnò in camera. La santa ebbe una seconda visione della Madonna il 27 novembre 1830, che le si presentò vestita di bianco, con i piedi appoggiati sulla metà di un globo, tenendo nelle mani un altro globo che rappresentava la terra. Intorno alla Vergine si era frattanto formato un quadro un po' ovale, dove in alto c'erano scritte queste parole: O Maria concepita s.p.p.p.n.c.ric. a voi, (...senza peccato, pregate per noi, che ricorriamo...) vergate in lettere d'oro.
Allora si fece sentire una voce che disse a Caterina di fare battere una medaglia su tale modello e che tutte le persone che l'avessero portata, specialmente al collo, avrebbero ricevuto grandi grazie. Maria le disse inoltre che desiderava le fosse edificato un altare sul punto dove era apparsa, e che le venisse innalzata una statua. La Madonna apparve a santa Caterina una terza volta nel dicembre del 1830, dicendole che i raggi che emanava erano il simbolo delle grazie che ella ottiene a coloro che gliele chiedono. Le disse ancora che non l'avrebbe più rivista, ma che avrebbe sentito la Sua voce durante le preghiere, ammonendola a compiere l'incarico che le aveva affidato di far stampare la medaglia.
Dal 1832 la Medaglia Miracolosa (per gli innumerevoli miracoli prodotti) venne coniata in milioni di esemplari e distribuita in ogni parte del mondo.
La Consacrazione al Cuore Immacolato di Maria
Immagine della Madonna apparsa a suor Chiara Scarabelli nel 1950 così descritta dalla veggente.
Fondamenti teologici e biblici
Come si vive la Consacrazione?
"Madre mia, fiducia e speranza, in Te mi affido e abbandono"
Che significato può avere una medaglia? Santa Caterina Labouré e la Medaglia Miracolosa
Preghiere di Consacrazione scritte da suor Chiara Scarabelli

Gesuiti


 


Compagnia di Gesù

La Compagnia di Gesù in latino Societas Iesu è un ordine religioso di Chierici regolari (i membri di questa congregazione pospongono al loro nome la sigla S.I.) e sono comunemente chiamati Gesuiti.
Fu fondata nel 1540 da un gruppo di sei studenti dell'Università di Parigi che erano guidati da sant'Ignazio di Loyola. Tra i cofondatori della Compagnia, si può certamente citare Diego Laínez, che sarà anche il successore di Ignazio[1].

Storia della Compagnia

La storia della Compagnia di Gesù si divide in due grandi periodi:
  • dalla fondazione al 1773, anno in cui c'è stata la soppressione della Compagnia ad opera di papa Clemente XIV;
  • fino al 1814 rimase solo un piccolo gruppo di Gesuiti in Russia e Prussia;
  • dal 1814 ad oggi.

Dalla fondazione al 1773

Il primo secolo fu contrassegnato da una prodigiosa espansione: sotto il generalato di sant'Ignazio (1541-56) l'attività apostolica si presentò inizialmente in forma itinerante.
I religiosi erano pochi religiosi, richiesti specialmente dai vescovi attivi nella predicazione, nella catechismi e nella riforma ecclesiastica e religiosa; due furono mandati dal papa in Irlanda, altri in Polonia, Portogallo e alle diete e conferenze religiose in Germania.
Con la fondazione dei primi collegi (dal 1548), l'azione si organizzò in forma più stabile per sbarrare il passo al protestantesimo, in piena sintonia con la Riforma cattolica, nel senso pieno e positivo della Parola. Nella stessa direzione si orientò l'attività pedagogica, inizialmente non contemplata da Ignazio.
Un posto a parte ebbero dal principio il Collegio Romano (1551), seminario e modello per gli altri, ed il Collegio Germanico di Roma (1552), per il rinnovamento del clero tedesco. Vigorosa fu anche l’azione missionaria: san Francesco Saverio fondò nell'India la sua prima missione che si spinse fino alle Molucche nel 1546 e al Giappone nel 1549 (morì nel 1552 senza poter sbarcare in Cina). Nel 1549 l'India diede il primo martire, Antonio Criminali. Altri missionari furono inviati nel 1547 nel Congo, nel 1548 in Marocco, nel 1549 in Brasile. Alla morte, il fondatore lasciò più di 1000 religiosi, divisi in dodici province, con quasi cento case, in particolare in Italia, Spagna e Portogallo.
Sotto i due generali seguenti, Giacomo Laínez (1558-1565) e san Francesco Borgia (1565-1572), la Compagnia si insediò fortemente in Germania e in Francia, divenendo molto attiva contro il protestantesimo con i teologi Canisio, Possevino, Auger ecc.). Borgia, l'antico viceré di Catalogna, favorì specialmente lo sviluppo organico delle missioni del Messico e del Perù; a Roma intraprese la costruzione della Chiesa del Gesù e vide nascere le Congregazioni mariane.
Dopo il generalato del belga Everardo Mercuriano (1573-1580), che chiuse il periodo prevalentemente spagnolo nella vita dell'Ordine, il lungo governo dell'italiano Claudio Acquaviva (1581-1615) segnò veramente un momento culminante nella storia della Compagnia.
Eletto a 37 anni, il nuovo generale seppe fronteggiare con mirabile prudenza ed energia gravi difficoltà interne ed esterne. Riuscì a mantenere immutato l'istituto di sant'Ignazio, sia contro le alterazioni minacciate da papa Sisto V, sia contro gli intrighi interni. Due Congregazioni appositamente convocate (1595 e 1608) giustificarono Acquaviva. Intanto in Francia i Gesuiti, divenuti bersaglio di ripetuti attacchi, vennero arbitrariamente proscritti dopo l'attentato di Chátel del 1594 e furono recuperati solo nel 1608. In Italia, l'obbedienza all'interdetto pontificio fece bandire la Compagnia dalla Repubblica di Venezia tra il 1606 e il 1656. In campo teologico gravi controversie con i Domenicani, a proposito della Concordia del p. L. Molina (1588), condussero alle famose dispute nelle Congregazioni de Auxilii divinae Gratiae (1598-1607).
Nello stesso tempo Acquaviva seppe evitare una pericolosa crisi di crescenza. Infatti, in 34 anni, vide i suoi sudditi passare da 5.000 a 13.000, con undici nuove province e più di 200 nuovi collegi. La Compagnia penetrò in Cina con Matteo Ricci, nelle Filippine, nell'Indocina, a Costantinopoli, nel Canada, nel Paraguay, dove nel 1606 si fondò la prima della famose riduzioni; nel Giappone sembravano legittime le più rosee speranze. In Europa si assicurava con i suoi collegi una posizione di prima importanza nell'insegnamento umanistico ed ecclesiastico, mentre spingeva le sue conquiste verso il Nord, dove si fiancheggiavano le nazioni protestanti con i cosiddetti "seminari apostolici", ad opera, fra altri, del padre Antonio Possevino. Acquaviva assicurò l'osservanza religiosa mediante l'invio di visitatori e d'importanti lettere circolari; molto notevole la preoccupazione costante dell'Acquaviva per mantenere in piena vitalità lo spirito primitivo.
Molti furono i santi della compagnia di quel periodo (San Pietro Canisio, san Luigi Gonzaga, san Roberto Bellarmino, san Pietro Claver, san Bernardino Realino ecc.) e specialmente la grazia del martirio le fu largamente concessa: nel Giappone i tre Santi crocefissi di Nagasaki (1597) e parecchi beati.
Con il generalato di Muzio Vitelleschi (1615 45) comincia un periodo più tranquillo, che durerà in sostanza per tutto il secondo. La forte spinta di crescenza si è ora esaurita.
In Francia, tuttavia, la Compagnia di Gesù partecipa dell'euforia del grand siècle ma anche gravi, controversie, specialmente con l'apparizione del giansenismo. Anche nel Belgio, i Gesuiti conservano la presenza che aveva raggiunto sotto gli arciduchi Alberto ed Isabella e se ne può trovare l'espressione nello sfarzo barocco dell'Imago primi saeculi (Anversa 1640). Ne è testimonio pure, in un piano assai più elevato, l'inizio, nel 1643, della pubblicazione degli Acta SS. dei Bollandisti.
Fecero seguito i generalati di Vincenso Carafa (1646 49), Francesco Piccolomini (1649 51), Aldo Gottifredi (1652), Goswino Nickel (1652 64), continua l'alternarsi del lavoro tranquillo e fecondo dei collegi, e dei successi apostolici con le prove: in Polonia da parte dei Cosacchi (1648 54; nel 1657 martirizzano s. Andrea Bobola) e degli Svedesi (1655 60), in Irlanda sotto Cromwell (1650), in Inghilterra sotto Carlo Il (1666). Nel 1656 usciva in Spagna contro la Compagnia il Theatrum iesuiticum e lo stesso anno in Francia il molto più pericoloso Lettres d'un Provincial di Blaise Pascal; la lotta ormai non cesserà più contro il lassismo dei Gesuiti.
Figura di forte rilievo, il genovese G. Paolo Coli generale tra il 1644 e il 81, incontrò difficoltà per l'atteggiamento di alcuni padri verso politica religiosa dei loro sovrani assoluti, specialmente nella Francia di Luigi XIV, e per l'infiltrarsi fra i religiosi d'un nazionalismo eccessivo, che si estese pure alle missioni orientali. In Inghilterra, il complotto immaginario dell'apostata Titus Oates costò la vita ad un gruppo di gesuiti, con il provinciale Tommaso Whitebread (1679; otto di essi furono beatificati nel 1929). In Italia, i Gesuiti furono impegnati in varie controversie, quietismo, probabilismo, e casistica, che condussero alla condanna di parecchie proposizioni sostenute da alcuni loro da parte di papa Alessandro VII, 1665 e 1666 e di papa Innocenzo XI, 1679). In Francia vi fu un rigoglioso sviluppo dei ritiri spirituali ed in Italia quello delle missioni popolari sul tipo segneriano. In Francia comincia pure allora la devozione al Sacro Cuore di Gesù nella sua forma moderna, con il confidente di santa Margherita Maria Alacoque, il beato Claudio La Colombière, morto nel 1682.
Il duodecimo generale, il belga Carlo de Noyelles (1682 86) fu paralizzato dalle esigenze contraddittorie fra le quali lo stringeva la rivalità franco spagnola. Luigi XIV esigeva il trapasso all'assistenza francese delle case della Compagnia situate nei territori da lui conquistati. Sotto il generale seguente, lo spagnolo Tirso González (1687 1705), il conflitto s'inasprì a tal punto che il re richiamò da Roma tutti i gesuiti francesi con lo stesso assistente (1688) e proibì ogni corrispondenza con il generale. Eletto sotto la pressione di papa Innocenzo XI, padre Tirso González doveva gettare i Gesuiti in situazioni penosissime. Ancora in Spagna, si era visto rifiutare, dai padri Oliva e de Noyelles, la facoltà di stampare un libro dove impugnava la dottrina, certo non ufficiale, ma comune nella Compagnia, del probabilismo; egli voleva sradicare dal suo Ordine una dottrina che egli considerava perniciosa. Ma quando volle far stampare in Germania un suo Tractatus succinctus sull'argomento, entrò in lungo ed aperto conflitto con i suoi assistenti, e altri fra i padri più in vista, come Paolo Segneri. Dopo varie peripezie il padre González poté finalmente pubblicare nel 1684 il suo Fundantentum theologiae moralis e la XV Congregazione generale (1696-1697) rimise la pace negli spiriti.
Ristabilita l'unione interna, il modenese Michelangelo Tamburini (1706 30) si trovò davanti ad altre prove, come le rovine accumulate in parecchie province dalla guerra per la successione spagnola e dalle guerre nell'Europa dei nord, mentre in Francia i padri erano di nuovo al centro della mischia intorno al giansenismo ed alla bolla Unigenitus; ma le prove più dolorose vennero dalle missioni, con l'entrare della controversia già secolare sui riti cinesi e malabarici nella sua fase conclusiva: la legazione in Oriente del patriarca Maillard de Tournon, le condanne emanate da lui a Pondichéry (1704) e Nanchino (1705), confermate a Roma con la bolla Ex illa die di papa Clemente XI nel 1710 e con la condanna definitiva di papa Benedetto XIV con la bolla Ex quo sinqulari del 1742. Messi in posizione delicatissima dalla violenta reazione dell'imperatore Kanghi, i missionari gesuiti ne uscirono nell'insieme con onore, ed i generali poterono giustificarli dall'accusa di disubbidienza a Roma. Ma il dibattito fu snaturato e gettato in pasto al gran pubblico, con una massa impressionante di opuscoli polemici; questa campagna appassionata non fu senza conseguenze nella lotta per la soppressione dell'Ordine.
Con i generali seguenti, il boemo Francisco Retz 0730 50), il milanese Ignazio Visconti (1751 55) il genovese Luigi Centurione (1755 57) e finalmente il fiorentino Lorenzo Ricci (eletto 1758), si sente sempre più chiaramente che la lotta si stringe ora per l'esistenza stessa dell’Ordine; su di essa convengono ora gli attacchi dei giansenisti francesi ed italiani, dei gallicani , degli uomini di Stato della nuova generazione del dispotismo illuminato, delle correnti filosofiche volteriane ed enciclopediche, di tutte le tendenze che a traverso di essi vogliono distruggere l'influsso della Chiesa di Roma.
Gli studi degli ultimi anni hanno ben messo in luce con quale inesattezza si è voluto rappresentare i Gesuiti, nei venti o trenta anni prima della soppressione, come se fosse in vera decadenza spirituale e culturale. Se alcune province mantenevano con pena gli effettivi, altre abbondavano di soggetti e proprio nel 1756 si creò una nuova Assistenza per la Polonia. Le missioni d'Oriente risentono visibilmente delle controversie da poco cessate, ma quelle dell'America spagnola saranno colpite dal bando regio del 1767, mentre erano nel più rigoglioso sviluppo; non pochi meriti vi avevano, con apporti culturali caratteristici, molti missionari dell'Assistenza di Germania. La vita intellettuale dei Gesuiti non sfugge certo alle condizioni generali dell'ambiente, in questa fine dell'antico regime, che non fu ricco di forte speculazione teologica.
La letteratura ascetico mistica si è fatta più timida dopo la crisi quietista, ma, accanto alla produzione tradizionale, soda e abbondante, destinata dai Gesuiti all'insieme del popolo cristiano, scrittori rimessi oggi in auge (il Milley, il Caussade ecc.) stanno a provare che neppure la vena mistica si è mai disseccata. Infatti il fervore religioso, al quale porta nuovi incentivi lo sviluppo della devozione al Sacro Cuore (con i pp. Croiset, de Hoyos, ecc.) sembra essersi mantenuto ad un livello molto soddisfacente, dove non manca, come in altri tempi, la santità eminente; ne sono prova, oltre a molti casi individuali, la persistenza delle domande per le missioni e i ministeri austeri e la vita della grande maggioranza dei padri dopo la soppressione.

La soppressione dell'Ordine

L'assalto contro l'ordine cominciò nel Portogallo. Dopo una campagna di libelli diffamatori e l'esecuzione del vecchio padre Gabriele Malagrida, il ministro Pombal fece arrestare e deportare nello Stato pontificio tutti i Gesuiti del Portogallo, del Brasile e dell'India tra il 1759 e il 1761.
In Francia, cogliendo l'occasione dell'infelice bancarotta del padre Lavalette in Martinica, il parlamento condannò le costituzioni e le dottrine dei Gesuiti e fece chiudere i collegi (1761‑1763), costringendo Luigi XV a sciogliere l'Ordine in tutta la Francia (1764). L'intervento deciso di papa Clemente XIII e di molti vescovi in favore dei perseguitati non approdò a nulla.
Seguirono gli altri governi borbonici: in Spagna, dove Carlo III, per motivi celati nel suo regio petto, fece arrestare nella notte tra il 2 e il 3 aprile del 1767 e deportare in Italia tutti i Gesuiti del regno, e poi in Sicilia (1768) e Parma (stesso anno).
Nelle colonie dipendenti dalle corone spagnola e portoghese l'espulsione dei missionari della Compagnia di Gesù avvenne negli anni 17601769, con gravi conseguenze per mezzo secolo. Si sa come le corti borboniche si legarono poi per ottenere da Clemente XIII la dissoluzione dell'ordine, ma il papa resistette a tutte le pressioni. Poi, con papa Clemente XIV, vi fu la dissoluzione totale dell'Ordine con il breve Dominus ac Redemptor del 21 luglio 1773. Il Pontefice sacrificò un corpo troppo bersagliato, per rendere la pace alla Chiesa, ma la preparazione e l'esecuzione della misura furono spesso d'una meschinità e d'una brutalità ben superflue.
Mentre gli ex‑Gesuiti secolarizzati si davano ai ministeri, dove fu loro concesso, o ad una vita di studio (è giustamente nota l'attività letteraria imponente degli ex‑Gesuiti spagnoli esuli in Italia), e parecchi davano il sangue per la Chiesa durante la grande Rivoluzione, alcune circostanze politiche, che i Gesuiti hanno sempre stimate provvidenziali, salvavano dalla distruzione una piccola porzione della Compagnia di Gesù nella Russia bianca, dove Caterina II impedì l'esecuzione canonica del breve di soppressione, e in Prussia. In questi paesi l'Ordine vi si ricostituì lentamente, riassumendo antichi membri e ricevendo novizi, specialmente dopo che papa Pio VII ne ebbe ufficialmente riconosciuto l'esistenza con il breve Catholicae fidei del 1801.
Il desiderio di vedere i padri riprendere il posto, rimasto in grande parte vuoto, specialmente nel campo dell'educazione, si faceva sempre più sentire e, dopo parecchie altre concessioni parziali, Pio VII ristabilì finalmente la Congregazione nel mondo intero il 7 agosto del 1814 con la bolla Sollicitudo omnium Ecclesiarum. Alcuni vecchi Padri di grandi virtù, in primo luogo il Giuseppe Pignatelli in Italia, il padre de Clorivière in Francia furono i preziosi anelli di collegamento fra le due fasi dell'Ordine.

 

La parola del giorno 28/12/2013

♥ Antifona d'ingresso____________
I santi Innocenti
furono uccisi per Cristo,
e in cielo lo seguono, Agnello senza macchia,
cantando sempre: “Gloria a te, o Signore”.

† Lettura____________________ 1Gv 1,5-2,2
Il sangue di Gesù ci purifica da ogni peccato.
Dalla prima lettera di san Giovanni apostolo

Figlioli miei, questo è il messaggio che abbiamo udito da lui e che noi vi annunciamo: Dio è luce e in lui non c’è tenebra alcuna. Se diciamo di essere in comunione con lui e camminiamo nelle tenebre, siamo bugiardi e non mettiamo in pratica la verità. Ma se camminiamo nella luce, come egli è nella luce, siamo in comunione gli uni con gli altri, e il sangue di Gesù, il Figlio suo, ci purifica da ogni peccato.
Se diciamo di essere senza peccato, inganniamo noi stessi e la verità non è in noi. Se confessiamo i nostri peccati, egli è fedele e giusto tanto da perdonarci i peccati e purificarci da ogni iniquità. Se diciamo di non avere peccato, facciamo di lui un bugiardo e la sua parola non è in noi.
Figlioli miei, vi scrivo queste cose perché non pecchiate; ma se qualcuno ha peccato, abbiamo un Paràclito presso il Padre: Gesù Cristo, il giusto. È lui la vittima di espiazione per i nostri peccati; non soltanto per i nostri, ma anche per quelli di tutto il mondo.

Parola di Dio

† Il Vangelo del giorno (Daily Gospel)_________________
Mt 2,13-18
Erode mandò a uccidere tutti i bambini che stavano a Betlemme.

+ Dal Vangelo secondo Matteo

I Magi erano appena partiti, quando un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe e gli disse: «Àlzati, prendi con te il bambino e sua madre, fuggi in Egitto e resta là finché non ti avvertirò: Erode infatti vuole cercare il bambino per ucciderlo».
Egli si alzò, nella notte, prese il bambino e sua madre e si rifugiò in Egitto, dove rimase fino alla morte di Erode, perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: «Dall’Egitto ho chiamato mio figlio».
Quando Erode si accorse che i Magi si erano presi gioco di lui, si infuriò e mandò a uccidere tutti i bambini che stavano a Betlemme e in tutto il suo territorio e che avevano da due anni in giù, secondo il tempo che aveva appreso con esattezza dai Magi.
Allora si compì ciò che era stato detto per mezzo del profeta Geremìa:
«Un grido è stato udito in Rama,
un pianto e un lamento grande:
Rachele piange i suoi figli
e non vuole essere consolata,
perché non sono più».

Parola del Signore

† Salmo______________________
Sal 123
Chi dona la sua vita risorge nel Signore.
Se il Signore non fosse stato per noi,
quando eravamo assaliti,
allora ci avrebbero inghiottiti vivi,
quando divampò contro di noi la loro collera.

Allora le acque ci avrebbero travolti,
un torrente ci avrebbe sommersi;
allora ci avrebbero sommersi
acque impetuose.

Siamo stati liberati come un passero
dal laccio dei cacciatori.
Il nostro aiuto è nel nome del Signore:
egli ha fatto cielo e terra.
 
Commento: Da Betlemme si scorge, su una collina, una fortezza in rovina: si tratta della tomba del re Erode. Il luogo di nascita di Cristo, invece, era un’umile grotta. Questi due diversi luoghi ben caratterizzano i due diversi re; dobbiamo scegliere tra loro: l’uno era superbo e crudele, l’altro mite e umile. Erode cercava di eliminare ogni rivale, tanto che nemmeno la sua stessa famiglia era al riparo. Di conseguenza, il suo cuore, indurito da lunghi anni trascorsi nel peccato, non provò pietà alcuna per la sofferenza di bambini innocenti, che oggi commemoriamo.
La loro morte ci pone di fronte a un paradosso: essi sono morti al posto di Cristo, venuto a morire per loro!
Cristo, Principe della Pace, era venuto a riconciliare il mondo con Dio, a portare il perdono ai peccatori e a farci partecipare alla sua vita divina. Possiamo dunque essere sicuri che, nonostante non avessero bisogno di perdono, i santi Innocenti, che hanno perso la loro giovane vita per Cristo e per il suo vangelo, sono stati fra i primi a entrare nella gioia della vita eterna.