giovedì 20 marzo 2014

Madonna di Medjugorje ❤ Messaggio 2 Febbraio 2014

Briciole di vita



Le orme di Dio
Un beduino Tuareg stava accompagnando un esploratore francese lungo le piste del Sahara. E ogni mattina quel musulmano si prostrava a terra per adorare e pregare Dio. Un giorno il francese gli disse: "Sei proprio un ingenuo: Dio non esiste, e tu non l´hai mai visto né toccato". L´arabo non rispose. Poco dopo, il francese notò sulla sabbia delle orme di cammello e, rivolto al suo accompagnatore, esclamò: "Guarda, di qui è passato un cammello". E l´arabo rispose:"Signore, lei è un ingenuo, il cammello lei non l´ha né visto né toccato". "Sei uno sciocco - gli rispose l´esploratore -, si vedono le orme!". Allora l´arabo, puntando il dito verso il sole, disse: "Ecco, alza gli occhi e vedrai le orme del Creatore. Dio c´è".
 
La corsa del fiume
Un fiume, che stava facendo la sua tranquilla corsa verso il mare, giunse di fronte a un deserto e si fermò. Improvvisamente vide davanti a sé solo rocce e dune di sabbia. Il fiume si sentì attanagliato dalla paura:"E´ la mia fine. Non riuscirò mai ad attraversare questo deserto. La sabbia assorbirà la mia acqua e io sparirò. Non arriverò mai al mare. Ho fallito" si disperò. Lentamente le sue acque cominciarono a intorpidirsi. Il fiume stava diventando palude. Ma il vento decise di salvarlo. "Lasciati scaldare dal sole, salirai in cielo sotto forma di vapore acqueo. Al resto penserò io". Il fiume ebbe ancora più paura:" Io sono fatto per scorrere fra due rive di terra. Non sono fatto per volare". Ma il vento aggiunse:" Non temere. Quando salirai in cielo, diventerai nuvola. Ti porterò oltre il deserto e potrai cadere di nuovo sulla terra sotto forma di pioggia, tornerai fiume e arriverai al mare". Ma il fiume aveva troppa paura e fu divorato dal deserto. Molti esseri umani hanno dimenticato che c´è un modo solo per superare gli improvvisi deserti dello spirito che sbarrano il fluire della vita. Occorre dare ossigeno alla vita spirituale e permettere al sole di trasformarla. Ma è un rischio che pochi accettano di correre.
 
Se Dio rimane in superficie
Un grande maestro spirituale amava raccontare una storia di fine saggezza. Un giorno, mentre se ne stava a meditare lungo la riva di un ruscello, la sua curiosità fu attratta da un sasso rotondo completamente immerso nell´acqua, ma ben visibile per la trasparenza del torrente. Pensava tra sé e sé: "Chissà da quanto tempo quel sasso viene bagnato, lavato e inumidito dall´acqua... forse da dieci, da trenta, da cento anni, eppure, l´acqua pur avendolo un po´ levigato nella sua parte superficiale, non è per niente riuscita a penetrare all´interno di quel sasso". E aggiungeva: "Se io spaccassi quella pietra, al suo interno la troverei asciutta". Così è di coloro che sembrano vivere immersi in Dio, ma in realtà non si lasciano minimamente toccare nella loro intimità. Dio rimane alla superficie della loro esistenza, non li può trasformare perché non sono disponibili a lasciarsi penetrare in alcun modo dall´amore di Dio.
 
 
Sei proprio tu?
Ho sognato di intervistare Dio. "Vorrei intervistarti - dissi a Dio - se hai del tempo". Dio sorrise e disse: "Il mio tempo è l´eternità. Quali domande mi vuoi fare?". "Vorrei chiederti, anzitutto, cosa ti sorprende maggiormente dell´umanità". Dio rispose: "Mi meraviglia che si annoia nell´infanzia, cresce in fretta e, poi, vuole tornare bambina; perde la salute per far soldi e, poi, perde i soldi per recuperarla; pensa con ansia al futuro, finendo per non vivere né presente né futuro; vive come se non dovesse morire, muore come se non fosse vissuta". Rimanemmo in silenzio per un po´. Poi chiesi a Dio; "Come Padre, quali lezioni di vita vorresti che i tuoi figli imparassero?". Rispose: "Non possono costringere nessuno ad amarli, non è utile far confronti, devono imparare a perdonare perché l´odio apre profonde ferite in coloro che amiamo, e occorrono anni per risanarle; ricco non è colui che possiede tante cose, ma chi non ne avverte la necessità, infine occorre anche perdonare non solo gli altri, ma anche se stessi". "Grazie per il tuo tempo - gli dissi -. C´è qualcos´altro che vorresti dire ai tuoi figli?". Dio sorrise e disse "Soltanto che io sono qui, sempre".
 
La carta d´identità dei figli di Dio


Mentre si arrampicava su una vetta, un alpinista scorse un nido di aquila. Si avvicinò e al suo interno trovò un uovo. Lo avvolse con il maglione, lo portò a casa e lo pose sotto le ali della chioccia. Dopo qualche giorno l´uovo si schiuse. L´aquilotto crebbe con i pulcini e per tutta la vita fece quello che facevano i polli del cortile, pensando di essere uno di loro. Frugava il terreno in cerca di vermi e insetti, chiocciava e schiamazzava, scuoteva le ali alzandosi da terra di qualche decimetro. Trascorsero gli anni e l´aquila invecchiò. Un giorno vide sopra di sé, nel cielo sgombro di nubi, uno splendido uccello che planava maestoso in mezzo alle forti correnti, muovendo appena le robuste ali dorate. La vecchia aquila alzò lo sguardo, stupita. "Chi è quello?" chiese. "E´ l´aquila, il re degli uccelli - rispose il suo vicino - appartiene al cielo. Noi invece apparteniamo alla terra, perché siamo dei polli". Così, l´aquila visse e morì, convinta di essere soltanto un pollo.
(Anthony De Mello)
 
In attesa dell´alba
Vegliate, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà" (Mt 24,42).
La grande guerra è finalmente finita. A Bereznik, un villaggio russo sul Volga, giunge notizia del rientro dei soldati dal fronte: "Domani, alle 17.12, sul binario 3 della stazione, arriveranno i reduci della guerra". In ogni casa fervono i preparativi e , all´indomani, il piccolo scalo ferroviario è gremito. C´è anche una vedova, che vive appena fuori paese. Attende il figlio Nicolaj, partito tre anni prima per il fronte, e del quale non ha notizie da tempo. Finalmente il treno, salutato da applausi, lacrime, spintoni, ma di Nicolaj neppure l´ombra. Mentre torna a casa sola e avvilita, la donna prende la decisione di porre una lanterna alla finestra di casa, come segno di attesa. Ogni sera rinnova il gesto, passando notti e notti insonni. Dopo sette mesi e dodici giorni, una notte sente bussare alla porta. Non è il vento né le foglie. E´ Nicolaj, finalmente tornato a casa.
 
 
 
"Via crucis" e "via lucis" 
 
A quella ragazza pareva non mancare niente: bellezza, danaro, successo. Ci incontrammo casualmente sul treno. Stava davanti a me con la testa china. Alla mia domanda: "Che c´è?" rispose con un torrente di lacrime. "Invidio la sua serenità, forse lei ha trovato un 
senso alla vita. Io no: vorrei scendere da questa vita da schifo, anche se pare non mi manchi niente. Ho molto viaggiato per trovare la felicità e il risultato è stato la nausea. Ma da dove viene la sua serenità?". Risposi: Ho seguito sempre una sola via, Gesù, via difficile, ma emozionante. Talvolta era "Via crucis", altre volte "via lucis", ma, nonostante le mie fragilità, sono serena. Amo camminare su questa via, dove trovo verità e vita. Chiamala illusione se vuoi, ma non credo perché le illusioni durano come le nuvole. A volte la vera gioia è accompagnata dalle ombre della sofferenza, ma il sole non manca mai, e poi, so che cammino verso l´eternità. Mi ascoltò con stupore; poi mi disse: "Mi aiuti a conoscere Gesù e a trovare la via per uscire dalla solitudine". La ritrovai, quella creatura, qualche tempo dopo, dove credevo non fosse possibile trovarla, nella foresteria di un convento ad assaporare la gioia di avere trovato Cristo. Mi disse solo: "Grazie, aveva ragione!".

"Non possiamo mai perdere la speranza"


Santa Marta

La speranza, virtù forse meno conosciuta della fede e della carità, non va mai confusa con l'ottimismo umano, che è un atteggiamento più umorale. Lo ha detto il Papa nella omelia della messa a Santa Marta, ricordando che per un cristiano, la speranza è Gesù in persona, è la sua forza di liberare e rifare nuova ogni vita. E ha commentato che è «un po' triste» trovare «preti senza speranza», mentre il popolo «ha bisogno che noi preti diamo questo segno di speranza in Gesù che rinnova tutto".

Speranza, ha spiegato papa Bergoglio, non è quella di chi di solito guarda al «bicchiere mezzo pieno»: quello è semplicemente «ottimismo», e «l'ottimismo è un atteggiamento umano che dipende da tante cose». «Ma la speranza è un'altra cosa, non è ottimismo. La speranza è un dono, è un regalo dello Spirito Santo e per questo Paolo dirà: `Mai delude´. La speranza mai delude, perché? Perché è un dono che ci ha dato lo Spirito Santo. Ma Paolo ci dice che la speranza ha un nome. La speranza è Gesù''.

«Gesù, la speranza, rifà tutto. È un miracolo costante. Non solo - osserva il Papa - ha fatto miracoli di guarigione, tante cose: quelli erano soltanto segni, segnali di quello che sta facendo adesso, nella Chiesa. Il miracolo di rifare tutto: quello che fa nella mia vita, nella tua vita, nella nostra vita. Rifare. E questo che rifà Lui è proprio il motivo della nostra speranza. È Cristo che rifà tutte le cose più meravigliosamente della Creazione, è il motivo della nostra speranza. E questa speranza non delude, perché Lui è fedele. Non può rinnegare se stesso. Questa è la virtù della speranza». E qui, Papa Francesco rivolge uno sguardo in particolare ai preti.

«È un po' triste - ammette quando uno trova un prete senza speranza», mentre è bello trovarne uno che arriva alla fine della vita «non con l'ottimismo ma con la speranza». «Questo prete - continua - è attaccato a Gesù Cristo, e il popolo di Dio ha bisogno che noi preti diamo questo segno di speranza, viviamo questa speranza in Gesù che rifà tutto».

Camminare con Dio è un'avventura.

La più grande avventura sulla Terra.

ln quanto cristiano, hai la possibilità di ricominciare, di iniziare una nuova vita spirituale. Dio svilupperà nuove qualità in te mentre tu lo conoscerai meglio.

“Se dunque uno è in Cristo, egli è una nuova creatura. Le cose vecchie sono passate; ecco, tutte le cose sono diventate nuove!” (2 Corinzi 5:17)


Quale differenza fa Gesù?

Gesù disse che quando viviamo una vita di fede in Lui, la nostra gioia sarà completa (Giovanni 16:4). Ecco qui cinque motivi per cui i cristiani possono trovare la gioia in tutte le circostanze della vita:

1. Ha perdonato i nostri peccati

“In Cristo, attraverso il suo sangue versato per noi, abbiamo la redenzione, il perdono dei peccati, secondo la ricchezza della grazia di Dio.” (Efesini 1:7)
Tutti i tuoi peccati, da quelli che hai commesso quando eri giovane a quelli degli ultimi giorni, e anche quelli che non hai ancora commesso, sono stati perdonati per mezzo della morte e resurrezione di Gesù.

2. Ti ha reso Figlio di Dio

“Ma a tutti coloro che lo hanno ricevuto, egli ha dato l'autorità di diventare figli di Dio, a quelli cioè che credono nel suo nome, i quali non sono nati da sangue né da volontà di carne, né da volontà di uomo, ma sono nati da Dio.” (Giovanni 1:12-13)
Sei un membro della famiglia di Dio. La fede in Cristo ti include automaticamente nella famiglia. Appartieni a questa famiglia, in modo ancora più completo di quanto tu appartenga alla tua famiglia umana, perché Dio non ti trascurerà e non ti dimenticherà mai.

3. È entrato nella tua vita e non ti lascerà mai

“Or ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine dell'età presente.” (Matteo 28:20)
Gesù ha promesso che non ti lascerà mai. Non ti abbandonerà mai. Camminerà con te in tutte le cose. Ma questo non significa che la vita sarà facile. I cristiani hanno affrontato sfide e difficoltà di ogni genere -- anche la morte -- solo per la loro fede in Cristo. Gesù non ha promesso che non dovrai mai combattere, ma solo che Lui sarà sempre con te in qualsiasi battaglia tu combatterai. Questa è un'immensa fonte di gioia e di pace nelle situazioni più impegnative.

4. Ti ha dato la vita eterna

“E la testimonianza è questa: Dio ci ha dato la vita eterna, e questa vita è nel suo Figlio. Chi ha il Figlio, ha la vita; chi non ha il Figlio di Dio, non ha la vita. Ho scritto queste cose a voi che credete nel nome del Figlio di Dio, affinché sappiate che avete la vita eterna e affinché continuiate a credere nel nome del Figlio di Dio.” (1 Giovanni 5:11-13)
La vita eterna è iniziata nel momento stesso in cui sei diventato cristiano. In quel momento Dio è divenuto parte della tua vita per sempre. Se tu morissi oggi, passeresti l'eternità con Dio. Questa vita non è qualcosa che hai guadagnato facendo delle cose o provando ad accontentare Dio. È un dono gratuito, offerto da Dio semplicemente per mezzo della tua fede in Gesù.
Continuando a camminare con Gesù, svilupperai sempre più pace, gioia, pazienza, e amore per il prossimo. Queste qualità crescono in te per mezzo dell'opera di Dio nella tua vita, mentre leggi la Sua Parola, preghi, e vivi una vita di fede.
“Ma il frutto dello Spirito è: amore gioia, pace, pazienza, gentilezza, bontà, fede, mansuetudine, autocontrollo.” (Galati 5:22-23)

 

LA CROCE DI CRISTO RIVELA L’AMORE DI DIO PER IL MONDO


Dio ci ama, non solo a parole ma con i fatti!
La Parola che abbiamo ascoltato non solo afferma che Dio ci ama, ma ce ne dà anche due prove che danno certezza: l’incarnazione del Figlio di Dio (Vangelo di Giovanni) e il fatto che Egli ha dato la Sua vita per noi uomini: il fatto della Croce (Paolo ai Romani).
David nel salmo 102 ha cantato la misericordia di Dio, la misericordia che è conseguenza dell’amore. "Egli perdona tutte le tue colpe, guarisce tutte le tue malattie; salva dalla fossa la tua vita… Non ci tratta secondo i nostri peccati, non ci ripaga secondo le nostre colpe". E dal salmista prorompe alto l’invito a "benedire il Signore" (Salmo 102, 3-4, 8, 10, 20-22).
Il Salmo 102 è la giusta risposta dell’uomo (ispirata da Dio) al Suo Amore Misericordioso.
E nelle tre letture abbiamo ascoltato:
― Dio che rivela il Suo Amore (Isaia);
― Cristo che rivela l’amore del Padre (Vangelo di Giovanni);
― l’Apostolo che rivela l’Amore di Cristo (Lettera di S. Paolo ai Romani).
Il brano di Isaia è tanto bello e, per me, particolarmente caro per il motivo che ora esporrò. Quando sei anni e mezzo fa morì mia madre dovetti affrontare il più grande dolore della mia vita. E spettò a me scegliere le letture per le celebrazioni funebri ad Orvieto ed a Todi, che io stesso presiedetti. Mi restò difficile trovare un testo che esprimesse bene questa mia situazione triste. Finalmente trovai Isaia 49, 14-16. Il lamento di Sion trovava un’eco profonda nel mio cuore: "Il Signore mi ha abbandonato, il Signore mi ha dimenticato!". E la risposta di Dio: "Si dimentica forse una donna del suo bambino?... Anche se queste donne si dimenticassero, io non ti dimenticherò mai" (Is. 49, 14-15).
L’amore materno – il più grande – è preso da Dio per manifestare il Suo Amore: c’è l’affermazione che l’Amore di Dio è più grande, più stabile, più sicuro di quello della mamma. E’ un passo della Sacra Scrittura al quale, da allora, sono particolarmente affezionato. Esso oggi ancora a noi tutti dà speranza e conforto.
Dio con la Parola annuncia il Suo Amore per l’uomo.
Gesù, Figlio di Dio Padre, rivela a Nicodemo ed a noi un fatto di Amore. Al dottore della Legge, che era rimasto colpito, ma incredulo, dinanzi all’annuncio della "rinascita", Gesù rivela la prova dell’Amore di Dio. «Dio… ha tanto amato il mondo (qui il termine ha il senso di "umanità") da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in Lui non muoia, ma abbia la vita eterna» (Gv. 3, 16). E il termine "dato" che potrebbe riferirsi solo all’Incarnazione è completato nei versetti precedenti dalla relazione tra il serpente innalzato da Mosé nel deserto e il Figlio dell’Uomo "innalzato", cioè crocifisso perché chiunque crede in Lui abbia la vita eterna. Dio dimostra con i fatti di amare l’uomo: e i fatti sono il Suo Figlio unigenito incarnato e crocifisso per noi.
L’apostolo Paolo come testimone della Risurrezione di Gesù, annuncia ai Romani ed a noi l’amore di Gesù per l’uomo: è Amore anche questo come quello del Padre, non di parole ma di fatti. «A stento si trova chi sia disposto a morire per un giusto… ma Dio dimostra il Suo Amore verso di noi perché, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi» (Rom. 5, 7-8).
Il peccato presente nell’uomo prova l’infinita grandezza dell’Amore Misericordioso di Dio: la Croce di Cristo è per uomini peccatori, non per uomini giusti. Dio ama anche chi non lo conosce, ama anche chi lo conosce ma non lo ama, ama anche chi lo conosce e lo offende.
Il nostro cuore è commosso per queste riflessioni.
E sentiamo il bisogno di ricambiare: amore con amor si paga.
Se Dio ama così tanto l’uomo, ogni uomo deve amarlo sopra ogni cosa; ma ciascuno di noi deve amare anche gli altri. Il precetto dell’amore del prossimo non è separato né separabile da quello dell’Amore di Dio, essendone la necessaria conseguenza.
Noi stiamo compiendo una celebrazione ecumenica, cui partecipano cristiani che si amano, ma non sono in piena comunione ecclesiale tra loro.
L’invito che ci viene dalla Parola di Dio, nel momento in cui ci rivela il Suo infinito Amore, è un invito forte, doloroso, pressante all’unità piena. Senza testardaggine, allontanando ogni superbia, ma anche senza faciloneria, nell’umiltà e nella verità, rispondiamo all’Amore di Dio con uno sforzo sincero perché si faccia "un solo gregge e un solo Pastore" (Gv. 10, 16). Gesù dice quale è la strada: «Ascoltare la Sua Voce» (ib.) e ci assicura che l’unità si realizzerà sicuramente: «diventeranno un solo gregge e un solo Pastore» (ib). E noi cosa siamo disposti ad offrire? Egli ha dato la Sua vita per raggiungere questo traguardo (Gv. 10, 15). Non basterebbe, da parte nostra, un po’ di generica buona volontà!
All’inizio di questa celebrazione i diaconi ci hanno indicato la strada di un retto ecumenismo cristiano: «Noi dobbiamo più vivere per noi stessi» (2 Cor. 5, 15). Per darci la forza di seguire questa difficile strada, Gesù ha dato Se Stesso, morendo in Croce per noi.
Rinneghiamo dunque noi stessi e prendiamo la Croce di Cristo!
Ci aiuti a ci sostenga Maria Santissima, che l’Oriente e l’Occidente cristiano invoca come la Theotocos, la Madre di Dio; essa fu, dopo il Signore, la protagonista dei fatti di Amore che sono l’Incarnazione e la Croce. Invochiamola con devozione filiale per ascoltare anche noi il Suo invito a fare ciò che Gesù ci dice. E così sia!

Meditazione del giorno 20/03/2014

Giovedì della II settimana di Quaresima
Meditazione del giorno
Sant'Agostino (354-430), vescovo d'Ippona (Nord Africa) e dottore della Chiesa
Discorsi sui salmi, Sal 85 ; CCL 39 (Nuova Biblioteca Agostiniana)
“Il Signore guarda il cuore” (1Sam 16,7)
 
    Forse quel povero venne preso dagli angeli a causa della sua miseria, e quel ricco venne gettato ai supplizi per colpa delle sue ricchezze? Dobbiamo comprendere che in quel povero venne premiata l'umiltà, come in quel ricco venne condannata la superbia.

    Brevemente vi dimostro che non le ricchezze ma la superbia fu punita in quel ricco. Di quel povero si dice che fu sollevato nel seno di Abramo; ma Abramo, secondo la Scrittura, possedeva lui stesso grande quantità d'oro e d'argento ed era stato ricco in terra (Gen 13,2). Se chi è ricco viene gettato fra i tormenti, in qual modo Abramo poté precedere il povero, tanto da accoglierlo nel suo seno? Ma Abramo, pur in mezzo alle ricchezze, era povero, umile, ossequiente a ogni comandamento [divino] e obbediente. A tal segno disprezzava le ricchezze, da immolare, per ordine del Signore, anche il suo figlio, per il quale teneva in serbo le ricchezze (Gen 22,4).

    Imparate dunque ad essere poveri ed indigenti: sia che possediate qualcosa in questo mondo sia che non ne possediate. Puoi trovare, infatti, anche dei mendicanti superbi, come puoi trovare umile un uomo pieno di ricchezze. “Dio resiste ai superbi”, tanto se vestiti di seta quanto se coperti di stracci; “agli umili invece dà la sua grazia” (Gc 4,6), sia che posseggano ricchezze in questo secolo sia che non ne posseggano. Dio guarda nell'intimo; ivi pesa, ivi scruta.

La parola del giorno 20/03/2014


Giovedì della II settimana di Quaresima

Libro di Geremia 17,5-10.
"Maledetto l'uomo che confida nell'uomo, che pone nella carne il suo sostegno e il cui cuore si allontana dal Signore.
Egli sarà come un tamerisco nella steppa, quando viene il bene non lo vede; dimorerà in luoghi aridi nel deserto, in una terra di salsedine, dove nessuno può vivere.
Benedetto l'uomo che confida nel Signore e il Signore è sua fiducia.
Egli è come un albero piantato lungo l'acqua, verso la corrente stende le radici; non teme quando viene il caldo, le sue foglie rimangono verdi; nell'anno della siccità non intristisce, non smette di produrre i suoi frutti.
Più fallace di ogni altra cosa è il cuore e difficilmente guaribile; chi lo può conoscere?
Io, il Signore, scruto la mente e saggio i cuori, per rendere a ciascuno secondo la sua condotta, secondo il frutto delle sue azioni.


Salmi 1,1-2.3.4.6.
Beato l'uomo che non segue il consiglio degli empi,
non indugia nella via dei peccatori
e non siede in compagnia degli stolti;
ma si compiace della legge del Signore,
la sua legge medita giorno e notte.

Sarà come albero piantato lungo corsi d'acqua,
che darà frutto a suo tempo
e le sue foglie non cadranno mai;
riusciranno tutte le sue opere.

Non così, non così gli empi:
ma come pula che il vento disperde.
Il Signore veglia sul cammino dei giusti,
ma la via degli empi andrà in rovina.



Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Luca 16,19-31.
C'era un uomo ricco, che vestiva di porpora e di bisso e tutti i giorni banchettava lautamente.
Un mendicante, di nome Lazzaro, giaceva alla sua porta, coperto di piaghe,
bramoso di sfamarsi di quello che cadeva dalla mensa del ricco. Perfino i cani venivano a leccare le sue piaghe.
Un giorno il povero morì e fu portato dagli angeli nel seno di Abramo. Morì anche il ricco e fu sepolto.
Stando nell'inferno tra i tormenti, levò gli occhi e vide di lontano Abramo e Lazzaro accanto a lui.
Allora gridando disse: Padre Abramo, abbi pietà di me e manda Lazzaro a intingere nell'acqua la punta del dito e bagnarmi la lingua, perché questa fiamma mi tortura.
Ma Abramo rispose: Figlio, ricordati che hai ricevuto i tuoi beni durante la vita e Lazzaro parimenti i suoi mali; ora invece lui è consolato e tu sei in mezzo ai tormenti.
Per di più, tra noi e voi è stabilito un grande abisso: coloro che di qui vogliono passare da voi non possono, né di costì si può attraversare fino a noi.
E quegli replicò: Allora, padre, ti prego di mandarlo a casa di mio padre,
perché ho cinque fratelli. Li ammonisca, perché non vengano anch'essi in questo luogo di tormento.
Ma Abramo rispose: Hanno Mosè e i Profeti; ascoltino loro.
E lui: No, padre Abramo, ma se qualcuno dai morti andrà da loro, si ravvederanno.
Abramo rispose: Se non ascoltano Mosè e i Profeti, neanche se uno risuscitasse dai morti saranno persuasi».


Vangelo secondo Luca


Capitolo 8

Il seguito femminile di Gesù

[1]In seguito egli se ne andava per le città e i villaggi, predicando e annunziando la buona novella del regno di Dio. [2]C'erano con lui i Dodici e alcune donne che erano state guarite da spiriti cattivi e da infermità: Maria di Màgdala, dalla quale erano usciti sette demòni, [3]Giovanna, moglie di Cusa, amministratore di Erode, Susanna e molte altre, che li assistevano con i loro beni.

Parabola del seminatore

[4]Poiché una gran folla si radunava e accorreva a lui gente da ogni città, disse con una parabola: [5]«Il seminatore uscì a seminare la sua semente. Mentre seminava, parte cadde lungo la strada e fu calpestata, e gli uccelli del cielo la divorarono. [6]Un'altra parte cadde sulla pietra e appena germogliata inaridì per mancanza di umidità. [7]Un'altra cadde in mezzo alle spine e le spine, cresciute insieme con essa, la soffocarono. [8]Un'altra cadde sulla terra buona, germogliò e fruttò cento volte tanto». Detto questo, esclamò: «Chi ha orecchi per intendere, intenda!».

Perché Gesù parla in parabole

[9]I suoi discepoli lo interrogarono sul significato della parabola. [10]Ed egli disse: «A voi è dato conoscere i misteri del regno di Dio, ma agli altri solo in parabole, perchè
vedendo non vedano
e udendo non intendano.

Spiegazione della parabola del seminatore

[11]Il significato della parabola è questo: Il seme è la parola di Dio. [12]I semi caduti lungo la strada sono coloro che l'hanno ascoltata, ma poi viene il diavolo e porta via la parola dai loro cuori, perché non credano e così siano salvati. [13]Quelli sulla pietra sono coloro che, quando ascoltano, accolgono con gioia la parola, ma non hanno radice; credono per un certo tempo, ma nell'ora della tentazione vengono meno. [14]Il seme caduto in mezzo alle spine sono coloro che, dopo aver ascoltato, strada facendo si lasciano sopraffare dalle preoccupazioni, dalla ricchezza e dai piaceri della vita e non giungono a maturazione. [15]Il seme caduto sulla terra buona sono coloro che, dopo aver ascoltato la parola con cuore buono e perfetto, la custodiscono e producono frutto con la loro perseveranza.

Come ricevere e trasmettere l'insegnamento di Gesù

[16]Nessuno accende una lampada e la copre con un vaso o la pone sotto un letto; la pone invece su un lampadario, perché chi entra veda la luce. [17]Non c'è nulla di nascosto che non debba essere manifestato, nulla di segreto che non debba essere conosciuto e venire in piena luce. [18]Fate attenzione dunque a come ascoltate; perché a chi ha sarà dato, ma a chi non ha sarà tolto anche ciò che crede di avere».

I veri parenti di Gesù

[19]Un giorno andarono a trovarlo la madre e i fratelli, ma non potevano avvicinarlo a causa della folla. [20]Gli fu annunziato: «Tua madre e i tuoi fratelli sono qui fuori e desiderano vederti». [21]Ma egli rispose: «Mia madre e miei fratelli sono coloro che ascoltano la parola di Dio e la mettono in pratica».

La tempesta sedata

[22]Un giorno salì su una barca con i suoi discepoli e disse: «Passiamo all'altra riva del lago». Presero il largo. [23]Ora, mentre navigavano, egli si addormentò. Un turbine di vento si abbattè sul lago, imbarcavano acqua ed erano in pericolo. [24]Accostatisi a lui, lo svegliarono dicendo: «Maestro, maestro, siamo perduti!». E lui, destatosi, sgridò il vento e i flutti minacciosi; essi cessarono e si fece bonaccia. [25]Allora disse loro: «Dov'è la vostra fede?». Essi intimoriti e meravigliati si dicevano l'un l'altro: «Chi è dunque costui che dà ordini ai venti e all'acqua e gli obbediscono?».

L'indemoniato geraseno

[26]Approdarono nella regione dei Gerasèni, che sta di fronte alla Galilea. [27]Era appena sceso a terra, quando gli venne incontro un uomo della città posseduto dai demòni. Da molto tempo non portava vestiti, né abitava in casa, ma nei sepolcri. [28]Alla vista di Gesù gli si gettò ai piedi urlando e disse a gran voce: «Che vuoi da me, Gesù, Figlio del Dio Altissimo? Ti prego, non tormentarmi!». [29]Gesù infatti stava ordinando allo spirito immondo di uscire da quell'uomo. Molte volte infatti s'era impossessato di lui; allora lo legavano con catene e lo custodivano in ceppi, ma egli spezzava i legami e veniva spinto dal demonio in luoghi deserti. [30]Gesù gli domandò: «Qual è il tuo nome?». Rispose: «Legione», perché molti demòni erano entrati in lui. [31]E lo supplicavano che non ordinasse loro di andarsene nell'abisso.
[32]Vi era là un numeroso branco di porci che pascolavano sul monte. Lo pregarono che concedesse loro di entrare nei porci; ed egli lo permise. [33]I demòni uscirono dall'uomo ed entrarono nei porci e quel branco corse a gettarsi a precipizio dalla rupe nel lago e annegò. [34]Quando videro ciò che era accaduto, i mandriani fuggirono e portarono la notizia nella città e nei villaggi. [35]La gente uscì per vedere l'accaduto, arrivarono da Gesù e trovarono l'uomo dal quale erano usciti i demòni vestito e sano di mente, che sedeva ai piedi di Gesù; e furono presi da spavento. [36]Quelli che erano stati spettatori riferirono come l'indemoniato era stato guarito. [37]Allora tutta la popolazione del territorio dei Gerasèni gli chiese che si allontanasse da loro, perché avevano molta paura. Gesù, salito su una barca, tornò indietro. [38]L'uomo dal quale erano usciti i demòni gli chiese di restare con lui, ma egli lo congedò dicendo: [39]«Torna a casa tua e racconta quello che Dio ti ha fatto». L'uomo se ne andò, proclamando per tutta la città quello che Gesù gli aveva fatto.

Guarigione di un'emorroissa e risurrezione della figlia di Giairo

[40]Al suo ritorno, Gesù fu accolto dalla folla, poiché tutti erano in attesa di lui. [41]Ed ecco venne un uomo di nome Giàiro, che era capo della sinagoga: gettatosi ai piedi di Gesù, lo pregava di recarsi a casa sua, [42]perché aveva un'unica figlia, di circa dodici anni, che stava per morire. Durante il cammino, le folle gli si accalcavano attorno. [43]Una donna che soffriva di emorragia da dodici anni, e che nessuno era riuscito a guarire, [44]gli si avvicinò alle spalle e gli toccò il lembo del mantello e subito il flusso di sangue si arrestò. [45]Gesù disse: «Chi mi ha toccato?». Mentre tutti negavano, Pietro disse: «Maestro, la folla ti stringe da ogni parte e ti schiaccia». [46]Ma Gesù disse: «Qualcuno mi ha toccato. Ho sentito che una forza è uscita da me». [47]Allora la donna, vedendo che non poteva rimanere nascosta, si fece avanti tremando e, gettatasi ai suoi piedi, dichiarò davanti a tutto il popolo il motivo per cui l'aveva toccato, e come era stata subito guarita. [48]Egli le disse: «Figlia, la tua fede ti ha salvata, và in pace!».
[49]Stava ancora parlando quando venne uno della casa del capo della sinagoga a dirgli: «Tua figlia è morta, non disturbare più il maestro». [50]Ma Gesù che aveva udito rispose: «Non temere, soltanto abbi fede e sarà salvata». [51]Giunto alla casa, non lasciò entrare nessuno con sé, all'infuori di Pietro, Giovanni e Giacomo e il padre e la madre della fanciulla. [52]Tutti piangevano e facevano il lamento su di lei. Gesù disse: «Non piangete, perché non è morta, ma dorme». [53]Essi lo deridevano, sapendo che era morta, [54]ma egli, prendendole la mano, disse ad alta voce: «Fanciulla, alzati!». [55]Il suo spirito ritornò in lei ed ella si alzò all'istante. Egli ordinò di darle da mangiare. [56]I genitori ne furono sbalorditi, ma egli raccomandò loro di non raccontare a nessuno ciò che era accaduto.

SALMO 52


1 Al maestro del coro. Maskil. Di Davide.  
2 Quando l’idumeo Doeg andò da Saul per informarlo e dirgli: «Davide è entrato in casa di Achimèlec».
3 Perché ti vanti del male, o prepotente?
Dio è fedele ogni giorno.
4 Tu escogiti insidie;
la tua lingua è come lama affilata,
o artefice d’inganni!
5 Tu ami il male invece del bene,
la menzogna invece della giustizia.
6 Tu ami ogni parola che distrugge,
o lingua d’inganno.
7 Perciò Dio ti demolirà per sempre,
ti spezzerà e ti strapperà dalla tenda
e ti sradicherà dalla terra dei viventi.
8 I giusti vedranno e avranno timore
e di lui rideranno:
9 «Ecco l’uomo che non ha posto Dio come sua fortezza,
ma ha confidato nella sua grande ricchezza
e si è fatto forte delle sue insidie».
10 Ma io, come olivo verdeggiante nella casa di Dio,
confido nella fedeltà di Dio
in eterno e per sempre.
11 Voglio renderti grazie in eterno
per quanto hai operato;
spero nel tuo nome, perché è buono,
davanti ai tuoi fedeli.

La frase del giorno 20 Marzo

Non aspettare che l'amicizia bussi
alla tua porta. Vai tu a bussare.