martedì 27 gennaio 2015

Non dimenticare

Shoa

"Difficile da riconoscere, ma era qui.
Qui bruciavano la gente.
Molta gente è stata bruciata qui.
Si, questo è il luogo.
Nessuno ripartiva mai di qui.

I camion a gas arrivavano là...
C'erano due immensi forni...
e dopo, gettavano i corpi in quei forni,
e le fiamme salivano fino al cielo.

Fino al cielo?

Si.
Era terribile.
Questo non si può raccontare.
Nessuno può
immaginare quello che è successo qui.
Impossibile. E nessuno può capirlo.
e anche io, oggi...

Non posso credere di essere qui.
No, questo non posso crederlo.
Qui era sempre così tranquillo. Sempre.
Quando bruciavano ogni giorno 2000 persone, ebrei,
era altrettanto tranquillo.
Nessuno gridava. Ognuno faceva il proprio lavoro.
Era silenzioso. Calmo.
Come ora."
tratto da 'SHOAH' di CLAUDE LANZMANN
 

sabato 24 gennaio 2015

Papa Francesco: La Riconciliazione è incontro con il Signore che riconcilia

La Riconciliazione è incontro con il Signore che riconcilia
La prima Lettura del giorno (Eb 8, 6-13) è stata di ispirazione durante l’omelia di Papa Francesco per parlare della Confessione: il sacramento della Riconciliazione non è un giudizio ma un “incontro con il Signore che riconcilia“.
La prima cosa che dobbiamo avere a mente nel momento in cui ci confessiamo, ha spiegato Bergoglio, è che “Dio Perdona sempre! Non di stanca mai di perdonare“. Questo non lo dice Francesco, ma fu Gesù stesso a dirlo a Pietro: “Quando Pietro chiese a Gesù: “Quante volte io devo perdonare? Sette volte?” – “Non sette volte: settanta volte sette”.  - ha ricordato il Santo Padre – Cioè sempre. Così perdona Dio: sempre“.
È l’uomo, piuttosto, che si stanca di chiedere perdono per tanti motivi, non ultimo quello di ritenere certi peccati imperdonabili: non è così “se tu hai vissuto una vita di tanti peccati, di tante cose brutte, – ha detto – ma alla fine, un po’ pentito, chiedi perdono, ti perdona subito! Lui perdona sempre“. E ancora ha continuato “Non c’è peccato che Lui non perdoni. Lui perdona tutto. ‘Ma, padre, io non vado a confessarmi perché ne ho fatte tante brutte, tante brutte, tante di quelle che non avrò perdono…’ No. Non è vero. Perdona tutto. Se tu vai pentito, perdona tutto“.
E questo perdono, ha aggiunto il Pontefice, lo si percepisce nella confessione stessa: “tante volte non ti lascia parlare! Tu incominci a chiedere perdono – ha raccontato – e Lui ti fa sentire quella gioia del perdono prima che tu abbia finito di dire tutto.
L’importante, per giungere a percepire questo contatto con Dio è che la Confessione non sia una formalità: “Tante volte le confessioni sembrano una pratica, una formalità… E l’incontro dov’è? – ha quindi concluso Papa Francesco –L’incontro con il Signore che riconcilia, ti abbraccia e fa festa: andare a confessarsi non è andare alla tintoria perché ti tolgono una macchia. No! È andare a incontrare il Padre, che riconcilia, che perdona e che fa festa“.

venerdì 2 gennaio 2015

Papa Francesco: Non è possibile amare Cristo, ma non la Chiesa

Non è possibile amare Cristo, ma non la Chiesa
Papa Francesco nella Solennità di Maria, Santissima Madre di Dio, ha voluto ricordare come Gesù e Maria siano inseparabili, dalla concezione al Calvario, così come la Chiesa e Cristo sono inseparabili: “non è possibile «amare il Cristo, ma non la Chiesa, ascoltare il Cristo, ma non la Chiesa, appartenere al Cristo, ma al di fuori della Chiesa»
“La Chiesa – ha precisato Bergoglio nel corso dell’omelia – è la grande famiglia di Dio, che ci porta Cristo“. Se ci pensiamo, infatti, “la nostra fede non è una dottrina astratta o una filosofia” ma nasce e si sviluppa proprio nella comunità, dai genitori, dai nonni e si trasforma poi in una “la relazione vitale e piena con una persona: Gesù Cristo, il Figlio unigenito di Dio fattosi uomo, morto e risorto per salvarci e vivo in mezzo a noi“.
La Chiesa non serve, però, solo per far sviluppare la fede: essa è importante durante tutto il cammino cristiano. Infatti domandiamoci: dove possiamo incontrare Gesù? “Lo incontriamo nella Chiesa, nella nostra Santa Madre Chiesa Gerarchica. – ha risposto il Santo Padre – È la Chiesa che dice oggi: “Ecco l’agnello di Dio”; è la Chiesa che lo annuncia; è nella Chiesa che Gesù continua a compiere i suoi gesti di grazia che sono i Sacramenti“.
Questa azione e missione della Chiesa esprime la sua maternità“, ha quindi spiegato il Vescovo di Roma “Infatti essa è come una madre che custodisce Gesù con tenerezza e lo dona a tutti con gioia e generosità. Nessuna manifestazione di Cristo, neanche la più mistica, può mai essere staccata dalla carne e dal sangue della Chiesa, dalla concretezza storica del Corpo di Cristo. Senza la Chiesa, Gesù Cristo finisce per ridursi a un’idea, a una morale, a un sentimento. Senza la Chiesa, il nostro rapporto con Cristo sarebbe in balia della nostra immaginazione, delle nostre interpretazioni, dei nostri umori“.