sabato 4 gennaio 2014

Una voce che grida nel deserto


 

Si può gridare dalla paura, dalla rabbia, dalla disperazione, ma anche per avvisare qualcuno, per metterlo in guardia! Si può gridare anche dalla gioia.
Ma gridare nel deserto è come gridare al vento, al nulla, verso qualcosa che non risponde!
Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Marco 1,1-8.


«Inizio del vangelo di Gesù Cristo, Figlio di Dio.
Come è scritto nel profeta Isaia: Ecco, io mando il mio messaggero davanti a te, egli ti preparerà la strada.
Voce di uno che grida nel deserto: preparate la strada del Signore, raddrizzate i suoi sentieri, si presentò Giovanni a battezzare nel deserto, predicando un battesimo di conversione per il perdono dei peccati.
Accorreva a lui tutta la regione della Giudea e tutti gli abitanti di Gerusalemme. E si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano, confessando i loro peccati.
Giovanni era vestito di peli di cammello, con una cintura di pelle attorno ai fianchi, si cibava di locuste e miele selvatico e predicava: «Dopo di me viene uno che è più forte di me e al quale io non son degno di chinarmi per sciogliere i legacci dei suoi sandali. Io vi ho battezzati con acqua, ma egli vi battezzerà con lo Spirito Santo».

«Voce di uno che grida nel deserto».
Si può gridare dalla paura, dalla rabbia, dalla disperazione, ma anche per avvisare qualcuno, per metterlo in guardia! Si può gridare anche dalla gioia.
Ma gridare nel deserto è come gridare al vento, al nulla, verso qualcosa che non risponde!
Oggi sembra che sia proprio così quando si parla di Cristo ai giovani, quando si parla di Chiesa; o quando la Chiesa parla…
Comunque sia gridare nel deserto ha un significato più profondo…
Giovanni Battista, come ogni profeta e uomo di Dio, grida nel deserto e al deserto degli uomini del suo tempo, ma anche alle nostre anime, ormai inaridite, senza più vita, senza più acqua fresca.
“A te anela l’anima mia come terra deserta, arida, senz’acqua!” (Sal 62).
È proprio nel deserto, quando ci sentiamo soli, che sentiamo il desiderio di una presenza, che sentiamo il bisogno di un Altro, di Qualcuno che venga a farci compagnia, a consolarci, a rinfrescarci con la sua acqua.
“Chi beve dell’acqua che io gli darò non avrà mai più sete, anzi, l’acqua che io gli darò diventerà in lui sorgente di acqua che zampilla per la vita eterna” (Gv 4, 14).
Possiamo anche cercare di dissetarci ad altre fonti che ci promettono felicità, ma resteremo sempre con la solitudine nel cuore finchè non troviamo Cristo; “è Lui che cercate quando cercate la felicità” diceva Giovanni Paolo II ai giovani, e paradossalmente è proprio quando siamo nel deserto più profondo che sentiamo urgente il bisogno di affidarci a Lui!
I giovani di oggi in fondo cercano Cristo, ma sbagliano strada, non hanno nessuno che gliela indichi, che gliela mostri.
Giovanni era il messaggero che preparava la strada a Cristo, così dobbiamo essere pure noi, evangelizzatori di giovani che attendono una salvezza nella loro grigia vita.
Giovanni si presentò a predicare un battesimo di conversione per il perdono dei peccati; andiamo dai giovani più poveri anche noi, dai peccatori, dai peggiori della società, della nostra scuola, e parliamo al loro cuore, abbiamo una lieta notizia da portare a loro, una notizia da gridare a gran voce fino ai confini della terra, dobbiamo gridarla sopra i tetti, dentro ai pub, ai grandi magazzini, su internet, sulle chat, al telefono, a scuola, a lavoro, dappertutto! Dobbiamo gridare che è giunta la salvezza, che Dio si è fatto uomo, che con Gesù anche la morte è stata vinta! Che anche il deserto torna a fiorire!
Siate anche voi come il battista, il “bambino che andò innanzi al Signore per preparargli le strade, per dare al suo popolo la conoscenza della salvezza mediante la remissione dei peccati” (Benedictus).
Prepariamo la strada a Gesù annunziando la sua parola ai nostri amici e “nemici”, soprattutto ai più bisognosi di aiuto.
In Avvento siamo in attesa della Sua venuta, e il modo migliore per preparargli la strada è quello di innaffiare il nostro cuore inaridito con l’acqua della preghiera e seminare la sua parola con l’amore del nostro cuore e l’esempio della nostra vita.

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