martedì 14 gennaio 2014

Gesù, rabbunì mio...

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Così veniva chiamato il Salvatore
Cerchiamo di chiarire più ampiamente possibile qualcuno di quei dati della carta d’identità di Gesù: il primo è il Nome.
Non è stato facile arrivare alla sua grafia esatta, da cui ricavare la pronunzia, pur trattandosi di un nome assai comune nel giudaismo prima della venuta di Gesù, perché era quello del condottiero che aveva introdotto gli ebrei nella terra promessa: Giosuè. Difatti questo nome rimanda a Yoshua, che significava, anticamente Yahvè = aiuta, passato, in seguito, a significare Yahvè = salva.

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Così appunto lo spiega l'evangelista Matteo. L' angelo disse a Giuseppe che il Savatore doveva chiamarsi con questo nome: "Tu lo chiamerai Gesù: Egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati" (Mt 1,21).
Luca, che non era ebreo, nel precisare che ciò era già stato chiesto dall'angelo a Maria, scrive: "Lo chiamerai Gesù" (Lc 1, 31); invece di darne l'etimologia, spiega che sarebbe stato grande e chiamato Figlio dell'Altissimo.
Dunque, YOSHUA, Dio aiuta, oppure Dio salva.
Ma questa è la grafia ebraica, che sicuramente avremmo trovato in tutti gli atti riguardanti il rabbi di Nazareth, presso l'autorità centrale religiosa, soprattutto in quelli della scomunica, avvenuta poco prima della condanna a morte che il sinedrio avrebbe presentato, sul primo mattino della parasceve dell'anno 30, a Ponzio Pilato per la firma necessaria alla mandata in esecuzione.
Senonché Gesù era della Galilea, e lassù nessuno parlava più ebraico (eccetto i rabbini della zona).
Difatti, dopo studi condotti con ostinazione fino ai nostri giorni, si è giunti al risultato che nella Galilea il nome suonava e si scriveva YESHU, con una leggera aspirazione dopo la U, come fosse Yeshuah. Così veniva chiamato dai suoi conterranei, dalle folle che lo seguivano, dagli apostoli, discepoli e pie donne.
All'anima cristiana sta particolarmente a cuore di sapere che così lo chiamava sua Madre, Maria, quando lo cullava sulle sue ginocchia, quando lo chiamava a sé, quando gli affidava qualche piccolo incarico, man mano che cresceva. E così lo chiamava il padre putativo, l'incomparabile Giuseppe.
Appunto, ufficialmente, cioè davanti al pubblico di Nazareth e della Galilea, tutti lo chiamavano Yeshu barYosiph o Yoseph (bar, in aramaico, significa figlio) .
In conclusione: da Yeshu, è derivato il greco Iesoús, da cui il latino Jesus. Viedellospirito abbina all'articolo sopra citato il canto " Jesus Christ You are my life ". 

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