domenica 23 marzo 2014

Il Papa: incontrare Gesù ci cambia la vita, la misericordia è più grande dei pregiudizi



“Il Signore è più grande dei pregiudizi”. E’ quanto affermato da Papa Francesco all’Angelus in Piazza San Pietro, dedicato all’incontro tra Gesù e la donna samaritana, raccontato dal Vangelo domenicale. Il Papa ha sottolineato che tutti siamo alla ricerca dell’acqua viva della Misericordia ed ha soggiunto che la Quaresima è il tempo opportuno per “guardarci dentro”. Il Pontefice ha infine dato appuntamento, venerdì prossimo, alla Giornata penitenziale “24 ore per il Signore”. Sarà, ha detto, "una festa del perdono". Il servizio di Alessandro Gisotti:
Un gesto che supera “le barriere di ostilità”, un dialogo che “rompe gli schemi di pregiudizio nei confronti delle donne”. Papa Francesco sintetizza così l’incontro tra Gesù e la donna Samaritana al pozzo, narrato dal Vangelo. E mette l’accento su quel “dammi da bere” pronunciato dal Signore:
“La semplice richiesta di Gesù è l’inizio di un dialogo schietto, mediante il quale Lui, con grande delicatezza, entra nel mondo interiore di una persona alla quale, secondo gli schemi sociali, non avrebbe dovuto nemmeno rivolgere la parola. Ma Gesù lo fa! Gesù non ha paura. Gesù quando vede una persona va avanti, perché ama. Ci ama tutti. Non si ferma mai davanti ad una persona per pregiudizi!
Gesù, soggiunge il Papa, pone la Samaritana “davanti alla sua situazione, non giudicandola ma facendola sentire considerata, riconosciuta, e suscitando così in lei il desiderio di andare oltre la routine quotidiana”. Quella di Gesù del resto, prosegue il Papa, “era sete non tanto di acqua, ma di incontrare un’anima inaridita”. Gesù, infatti, “aveva bisogno di incontrare la Samaritana per aprirle il cuore: le chiede da bere per mettere in evidenza la sete che c’era in lei stessa”:
“La donna rimane toccata da questo incontro: rivolge a Gesù quelle domande profonde che tutti abbiamo dentro, ma che spesso ignoriamo. Anche noi abbiamo tante domande da porre, ma non troviamo il coraggio di rivolgerle a Gesù! La Quaresima, cari fratelli e sorelle, è il tempo opportuno per guardarci dentro, per far emergere i nostri bisogni spirituali più veri, e chiedere l’aiuto del Signore nella preghiera”.
E anche oggi, esorta il Pontefice, dobbiamo seguire l’esempio della Samaritana e chiedere l’acqua che ci disseterà in eterno. Il Vangelo, rileva poi Francesco, “dice che i discepoli rimasero meravigliati che il loro Maestro parlasse con quella donna”.
“Ma il Signore è più grande dei pregiudizi, per questo non ebbe timore di fermarsi con la Samaritana: la misericordia è più grande del pregiudizio. Questo dobbiamo impararlo bene! La misericordia è più grande del pregiudizio e Gesù è tanto misericordioso, tanto!”
Ecco allora che la Samaritana “corse in città a raccontare la sua esperienza straordinaria. Era andata a prendere l’acqua del pozzo, e ha trovato un’altra acqua, l’acqua viva della misericordia che zampilla per la vita eterna”. “Ha trovato l’acqua – ribadisce il Papa – che cercava da sempre” e annuncia a quel villaggio che "la condannava e rifiutava" di aver incontrato il Messia:
“Uno che le ha cambiato la vita, perché ogni incontro con Gesù ci cambia la vita. Sempre. E’ un passo più avanti, un passo più vicino a Dio. E così ogni incontro con Gesù ci cambia la vita. Sempre! Sempre è così”.
In questo Vangelo, prosegue, troviamo anche noi lo stimolo a “lasciare la nostra anfora”, simbolo di tutto ciò che "apparentemente è importante, ma che perde valore di fronte all’amore di Dio":
Tutti ne abbiamo una o più di una! Io domando a voi, anche a me: ‘Qual è la tua anfora interiore, quella che ti pesa, quella che ti allontana da Dio?’ Lasciamola un po’ da parte e col cuore sentiamo la voce di Gesù che ci offre un’altra acqua, un’altra acqua che ci avvicina al Signore”.
Anche noi, è l’invito del Papa, siamo dunque “chiamati a riscoprire l’importanza e il senso della nostra vita cristiana, iniziata nel Battesimo e, come la Samaritana, a testimoniare” la gioia dell'incontro con il Signore:
“Testimoniare la gioia dell’incontro con Gesù, perché ho detto che ogni incontro con Gesù ci cambia la vita ed anche ogni incontro con Gesù ci riempie di gioia, quella gioia che viene da dentro. E così è il Signore. E raccontare quante cose meravigliose sa fare il Signore nel nostro cuore, quando noi abbiamo il coraggio di lasciare da parte la nostra anfora”.
Al momento dei saluti ai pellegrini, almeno 40 mila, il Papa ha ricordato la ricorrenza della Giornata Mondiale della Tubercolosi, invitando a pregare “per tutte le persone colpite da questa malattia, e per quanti in diversi modi le sostengono”. Quindi, ha sottolineato che venerdì e sabato prossimi si vivrà “uno speciale momento penitenziale”, chiamato “24 ore per il Signore” che inizierà con la Celebrazione nella Basilica di San Pietro:
“Sarà - possiamo chiamarla così - la festa del perdono, che avrà luogo anche in molte diocesi e parrocchie del mondo. Il perdono che ci dà il Signore si deve festeggiare, come ha fatto il padre della parabola del figliol prodigo, che quando il figlio è tornato a casa ha fatto festa, dimenticandosi di tutti i suoi peccati. Sarà la festa del perdono”.
Dal Papa, infine, anche un saluto ai partecipanti e agli organizzatori della Maratona di Roma. “Un bell’evento sportivo - ha detto - della nostra città”.

Angelus Domini 2014-03-23 Diretta

Meditazione del giorno 23/03/2014

III Domenica di Quaresima - Anno A
Meditazione del giorno
San Massimo di Torino ( ? - circa 420), vescovo
CC Discorso 22; PL 57,477
“La donna intanto lasciò la brocca, andò in città e disse alla gente: ‘Venite a vedere un uomo che mi ha detto tutto quello che ho fatto. Che sia forse il Messia?’”
 
    « L'acqua spegne un fuoco acceso, l'elemosina espia i peccati. » (Sir 3,29) : l’acqua è paragonata alla misericordia . Ma come l’acqua viene da una sorgente, devo cercare la sorgente della misericordia. L’ho trovata nel profeta : « È in te la sorgente della vita, alla tua luce vediamo la luce.» (Sal 35,10).

    E’ lui che nel Vangelo chiede l’acqua della samaritana… Il Salvatore chiede l’acqua alla donna e finge di avere sete per distribuire agli assetati la grazia eterna. La sorgente, infatti, non poteva avere sete e colui nel quale è l’acqua viva non poteva bere l’acqua inquinata di questa terra. Cristo aveva sete? Sì, aveva sete, non dell’acqua degli uomini, ma della loro salvezza; aveva sete, non dell’acqua della terra, ma della redenzione del genere umano.

    Cristo, che è la sorgente, seduto al pozzo, fa scaturire miracolosamente nello stesso luogo l’acqua della misericordia ; una donna che aveva già sei amanti è purificata dal fiotto di un’acqua viva. Quale ammirazione: una donna leggera, che viene al pozzo di Samaria, se ne torna casta dalla sorgente di Gesù! Venuta a prendere l’acqua, riparte con la virtù. Confessa subito i peccati ai quali Gesù allude, riconosce Cristo e annuncia il Salvatore. Lascia lì la brocca … ; al suo posto riporta in città la grazia ; alleggerita del suo peso, vi torna ricolma di santità… Quella che era arrivata peccatrice ritorna profetessa.

La parola del giorno 23/03/2014


III Domenica di Quaresima - Anno A

Libro dell’Esodo 17,3-7.
In quei giorni, il popolo soffriva la sete per mancanza di acqua; il popolo mormorò contro Mosè e disse: "Perché ci hai fatti uscire dall'Egitto per far morire di sete noi, i nostri figli e il nostro bestiame?".
Allora Mosè invocò l'aiuto del Signore, dicendo: "Che farò io per questo popolo? Ancora un poco e mi lapideranno!".
Il Signore disse a Mosè: "Passa davanti al popolo e prendi con te alcuni anziani di Israele. Prendi in mano il bastone con cui hai percosso il Nilo, e và!
Ecco, io starò davanti a te sulla roccia, sull'Oreb; tu batterai sulla roccia: ne uscirà acqua e il popolo berrà". Mosè così fece sotto gli occhi degli anziani d'Israele.
Si chiamò quel luogo Massa e Meriba, a causa della protesta degli Israeliti e perché misero alla prova il Signore, dicendo: "Il Signore è in mezzo a noi sì o no?".


Salmi 95(94),1-2.6-7.8-9.
Venite, applaudiamo al Signore,
acclamiamo alla roccia della nostra salvezza.
Accostiamoci a lui per rendergli grazie,
a lui acclamiamo con canti di gioia.

Venite, prostràti adoriamo,
in ginocchio davanti al Signore che ci ha creati.
Egli è il nostro Dio,
e noi il popolo del suo pascolo,
il gregge che egli conduce.

Ascoltate oggi la sua voce:
"Non indurite il cuore, come a Meriba,
come nel giorno di Massa nel deserto,

dove mi tentarono i vostri padri:
mi misero alla prova
pur avendo visto le mie opere.



Lettera di san Paolo apostolo ai Romani 5,1-2.5-8.
Fratelli, giustificati per la fede, noi siamo in pace con Dio per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo;
per suo mezzo abbiamo anche ottenuto, mediante la fede, di accedere a questa grazia nella quale ci troviamo e ci vantiamo nella speranza della gloria di Dio.
La speranza poi non delude, perché l'amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato.
Infatti, mentre noi eravamo ancora peccatori, Cristo morì per gli empi nel tempo stabilito.
Ora, a stento si trova chi sia disposto a morire per un giusto; forse ci può essere chi ha il coraggio di morire per una persona dabbene.
Ma Dio dimostra il suo amore verso di noi perché, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi.


Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Giovanni 4,5-42.
In quel tempo, Gesù giunse ad una città della Samaria chiamata Sicàr, vicina al terreno che Giacobbe aveva dato a Giuseppe suo figlio:
qui c'era il pozzo di Giacobbe. Gesù dunque, stanco del viaggio, sedeva presso il pozzo. Era verso mezzogiorno.
Arrivò intanto una donna di Samaria ad attingere acqua. Le disse Gesù: «Dammi da bere».
I suoi discepoli infatti erano andati in città a far provvista di cibi.
Ma la Samaritana gli disse: «Come mai tu, che sei Giudeo, chiedi da bere a me, che sono una donna samaritana?». I Giudei infatti non mantengono buone relazioni con i Samaritani.
Gesù le rispose: «Se tu conoscessi il dono di Dio e chi è colui che ti dice: "Dammi da bere!", tu stessa gliene avresti chiesto ed egli ti avrebbe dato acqua viva».
Gli disse la donna: «Signore, tu non hai un mezzo per attingere e il pozzo è profondo; da dove hai dunque quest'acqua viva?
Sei tu forse più grande del nostro padre Giacobbe, che ci diede questo pozzo e ne bevve lui con i suoi figli e il suo gregge?».
Rispose Gesù: «Chiunque beve di quest'acqua avrà di nuovo sete;
ma chi beve dell'acqua che io gli darò, non avrà mai più sete, anzi, l'acqua che io gli darò diventerà in lui sorgente di acqua che zampilla per la vita eterna».
«Signore, gli disse la donna, dammi di quest'acqua, perché non abbia più sete e non continui a venire qui ad attingere acqua».
Le disse: «Và a chiamare tuo marito e poi ritorna qui».
Rispose la donna: «Non ho marito». Le disse Gesù: «Hai detto bene "non ho marito";
infatti hai avuto cinque mariti e quello che hai ora non è tuo marito; in questo hai detto il vero».
Gli replicò la donna: «Signore, vedo che tu sei un profeta.
I nostri padri hanno adorato Dio sopra questo monte e voi dite che è Gerusalemme il luogo in cui bisogna adorare».
Gesù le dice: «Credimi, donna, è giunto il momento in cui né su questo monte, né in Gerusalemme adorerete il Padre.
Voi adorate quel che non conoscete, noi adoriamo quello che conosciamo, perché la salvezza viene dai Giudei.
Ma è giunto il momento, ed è questo, in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità; perché il Padre cerca tali adoratori.
Dio è spirito, e quelli che lo adorano devono adorarlo in spirito e verità».
Gli rispose la donna: «So che deve venire il Messia (cioè il Cristo): quando egli verrà, ci annunzierà ogni cosa».
Le disse Gesù: «Sono io, che ti parlo».
In quel momento giunsero i suoi discepoli e si meravigliarono che stesse a discorrere con una donna. Nessuno tuttavia gli disse: «Che desideri?», o: «Perché parli con lei?».
La donna intanto lasciò la brocca, andò in città e disse alla gente:
«Venite a vedere un uomo che mi ha detto tutto quello che ho fatto. Che sia forse il Messia?».
Uscirono allora dalla città e andavano da lui.
Intanto i discepoli lo pregavano: «Rabbì, mangia».
Ma egli rispose: «Ho da mangiare un cibo che voi non conoscete».
E i discepoli si domandavano l'un l'altro: «Qualcuno forse gli ha portato da mangiare?».
Gesù disse loro: «Mio cibo è fare la volontà di colui che mi ha mandato e compiere la sua opera.
Non dite voi: Ci sono ancora quattro mesi e poi viene la mietitura? Ecco, io vi dico: Levate i vostri occhi e guardate i campi che gia biondeggiano per la mietitura.
E chi miete riceve salario e raccoglie frutto per la vita eterna, perché ne goda insieme chi semina e chi miete.
Qui infatti si realizza il detto: uno semina e uno miete.
Io vi ho mandati a mietere ciò che voi non avete lavorato; altri hanno lavorato e voi siete subentrati nel loro lavoro».
Molti Samaritani di quella città credettero in lui per le parole della donna che dichiarava: «Mi ha detto tutto quello che ho fatto».
E quando i Samaritani giunsero da lui, lo pregarono di fermarsi con loro ed egli vi rimase due giorni.
Molti di più credettero per la sua parola
e dicevano alla donna: «Non è più per la tua parola che noi crediamo; ma perché noi stessi abbiamo udito e sappiamo che questi è veramente il salvatore del mondo».

Vangelo secondo Luca


Capitolo 11

Il Pater

[1]Un giorno Gesù si trovava in un luogo a pregare e quando ebbe finito uno dei discepoli gli disse: «Signore, insegnaci a pregare, come anche Giovanni ha insegnato ai suoi discepoli». [2]Ed egli disse loro: «Quando pregate, dite:
Padre, sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno;
[3]dacci ogni giorno il nostro pane quotidiano,
[4]e perdonaci i nostri peccati,
perché anche noi perdoniamo ad ogni nostro debitore,
e non ci indurre in tentazione».

L'amico importuno

[5]Poi aggiunse: «Se uno di voi ha un amico e va da lui a mezzanotte a dirgli: Amico, prestami tre pani, [6]perché è giunto da me un amico da un viaggio e non ho nulla da mettergli davanti; [7]e se quegli dall'interno gli risponde: Non m'importunare, la porta è gia chiusa e i miei bambini sono a letto con me, non posso alzarmi per darteli; [8]vi dico che, se anche non si alzerà a darglieli per amicizia, si alzerà a dargliene quanti gliene occorrono almeno per la sua insistenza.

Efficacia della preghiera

[9]Ebbene io vi dico: Chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. [10]Perché chi chiede ottiene, chi cerca trova, e a chi bussa sarà aperto. [11]Quale padre tra voi, se il figlio gli chiede un pane, gli darà una pietra? O se gli chiede un pesce, gli darà al posto del pesce una serpe? [12]O se gli chiede un uovo, gli darà uno scorpione? [13]Se dunque voi, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro celeste darà lo Spirito Santo a coloro che glielo chiedono!».

Gesù e Beelzebul

[14]Gesù stava scacciando un demonio che era muto. Uscito il demonio, il muto cominciò a parlare e le folle rimasero meravigliate. [15]Ma alcuni dissero: «E' in nome di Beelzebùl, capo dei demòni, che egli scaccia i demòni». [16]Altri poi, per metterlo alla prova, gli domandavano un segno dal cielo. [17]Egli, conoscendo i loro pensieri, disse: «Ogni regno diviso in se stesso va in rovina e una casa cade sull'altra. [18]Ora, se anche satana è diviso in se stesso, come potrà stare in piedi il suo regno? Voi dite che io scaccio i demòni in nome di Beelzebùl. [19]Ma se io scaccio i demòni in nome di Beelzebùl, i vostri discepoli in nome di chi li scacciano? Perciò essi stessi saranno i vostri giudici. [20]Se invece io scaccio i demòni con il dito di Dio, è dunque giunto a voi il regno di Dio.
[21]Quando un uomo forte, bene armato, fa la guardia al suo palazzo, tutti i suoi beni stanno al sicuro. [22]Ma se arriva uno più forte di lui e lo vince, gli strappa via l'armatura nella quale confidava e ne distribuisce il bottino.

Intransigenza di Gesù

[23]Chi non è con me, è contro di me; e chi non raccoglie con me, disperde.

Ritorno offensivo dello spirito immondo

[24]Quando lo spirito immondo esce dall'uomo, si aggira per luoghi aridi in cerca di riposo e, non trovandone, dice: Ritornerò nella mia casa da cui sono uscito. [25]Venuto, la trova spazzata e adorna. [26]Allora va, prende con sé altri sette spiriti peggiori di lui ed essi entrano e vi alloggiano e la condizione finale di quell'uomo diventa peggiore della prima».

La vera beatitudine

[27]Mentre diceva questo, una donna alzò la voce di mezzo alla folla e disse: «Beato il ventre che ti ha portato e il seno da cui hai preso il latte!». [28]Ma egli disse: «Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano!».

Il segno di Giona

[29]Mentre le folle si accalcavano, Gesù cominciò a dire: «Questa generazione è una generazione malvagia; essa cerca un segno, ma non le sarà dato nessun segno fuorchè il segno di Giona. [30]Poiché come Giona fu un segno per quelli di Nìnive, così anche il Figlio dell'uomo lo sarà per questa generazione. [31]La regina del sud sorgerà nel giudizio insieme con gli uomini di questa generazione e li condannerà; perché essa venne dalle estremità della terra per ascoltare la sapienza di Salomone. Ed ecco, ben più di Salomone c'è qui. [32]Quelli di Nìnive sorgeranno nel giudizio insieme con questa generazione e la condanneranno; perché essi alla predicazione di Giona si convertirono. Ed ecco, ben più di Giona c'è qui.

Ancora la parabola della lucerna

[33]Nessuno accende una lucerna e la mette in luogo nascosto o sotto il moggio, ma sopra il lucerniere, perché quanti entrano vedano la luce. [34]La lucerna del tuo corpo è l'occhio. Se il tuo occhio è sano, anche il tuo corpo è tutto nella luce; ma se è malato, anche il tuo corpo è nelle tenebre. [35]Bada dunque che la luce che è in te non sia tenebra. [36]Se il tuo corpo è tutto luminoso senza avere alcuna parte nelle tenebre, tutto sarà luminoso, come quando la lucerna ti illumina con il suo bagliore».

Contro i farisei e i dottori della legge

[37]Dopo che ebbe finito di parlare, un fariseo lo invitò a pranzo. Egli entrò e si mise a tavola. [38]Il fariseo si meravigliò che non avesse fatto le abluzioni prima del pranzo. [39]Allora il Signore gli disse: «Voi farisei purificate l'esterno della coppa e del piatto, ma il vostro interno è pieno di rapina e di iniquità. [40]Stolti! Colui che ha fatto l'esterno non ha forse fatto anche l'interno? [41]Piuttosto date in elemosina quel che c'è dentro, ed ecco, tutto per voi sarà mondo. [42]Ma guai a voi, farisei, che pagate la decima della menta, della ruta e di ogni erbaggio, e poi trasgredite la giustizia e l'amore di Dio. Queste cose bisognava curare senza trascurare le altre. [43]Guai a voi, farisei, che avete cari i primi posti nelle sinagoghe e i saluti sulle piazze. [44]Guai a voi perché siete come quei sepolcri che non si vedono e la gente vi passa sopra senza saperlo».
[45]Uno dei dottori della legge intervenne: «Maestro, dicendo questo, offendi anche noi». [46]Egli rispose: «Guai anche a voi, dottori della legge, che caricate gli uomini di pesi insopportabili, e quei pesi voi non li toccate nemmeno con un dito! [47]Guai a voi, che costruite i sepolcri dei profeti, e i vostri padri li hanno uccisi. [48]Così voi date testimonianza e approvazione alle opere dei vostri padri: essi li uccisero e voi costruite loro i sepolcri. [49]Per questo la sapienza di Dio ha detto: Manderò a loro profeti e apostoli ed essi li uccideranno e perseguiteranno; [50]perché sia chiesto conto a questa generazione del sangue di tutti i profeti, versato fin dall'inizio del mondo, [51]dal sangue di Abele fino al sangue di Zaccaria, che fu ucciso tra l'altare e il santuario. Sì, vi dico, ne sarà chiesto conto a questa generazione. [52]Guai a voi, dottori della legge, che avete tolto la chiave della scienza. Voi non siete entrati, e a quelli che volevano entrare l'avete impedito».
[53]Quando fu uscito di là, gli scribi e i farisei cominciarono a trattarlo ostilmente e a farlo parlare su molti argomenti, [54]tendendogli insidie, per sorprenderlo in qualche parola uscita dalla sua stessa bocca.

SALMO 55


1 Al maestro del coro. Per strumenti a corda. Maskil. Di Davide.
2 Porgi l’orecchio, Dio, alla mia preghiera,
non nasconderti di fronte alla mia supplica.
3 Dammi ascolto e rispondimi;
mi agito ansioso e sono sconvolto
4 dalle grida del nemico, dall’oppressione del malvagio.
Mi rovesciano addosso cattiveria
e con ira mi aggrediscono.
5 Dentro di me si stringe il mio cuore,
piombano su di me terrori di morte.
6 Mi invadono timore e tremore
e mi ricopre lo sgomento.
7 Dico: «Chi mi darà ali come di colomba
per volare e trovare riposo?
8 Ecco, errando, fuggirei lontano,
abiterei nel deserto.
9 In fretta raggiungerei un riparo
dalla furia del vento, dalla bufera».
10 Disperdili, Signore, confondi le loro lingue.
Ho visto nella città violenza e discordia:
11 giorno e notte fanno la ronda sulle sue mura;
in mezzo ad essa cattiveria e dolore,
12 in mezzo ad essa insidia,
e non cessano nelle sue piazze sopruso e inganno.
13 Se mi avesse insultato un nemico,
l’avrei sopportato;
se fosse insorto contro di me un avversario,
da lui mi sarei nascosto.
14 Ma tu, mio compagno,
mio intimo amico,
15 legato a me da dolce confidenza!
Camminavamo concordi verso la casa di Dio.
16 Li sorprenda improvvisa la morte,
scendano vivi negli inferi,
perché il male è nelle loro case e nel loro cuore.
17 Io invoco Dio
e il Signore mi salva.
18 Di sera, al mattino, a mezzogiorno
vivo nell’ansia e sospiro,
ma egli ascolta la mia voce;
19 in pace riscatta la mia vita
da quelli che mi combattono:
sono tanti i miei avversari.
20 Dio ascolterà e li umilierà,
egli che domina da sempre;
essi non cambiano e non temono Dio.
21 Ognuno ha steso la mano contro i suoi amici,
violando i suoi patti.
22 Più untuosa del burro è la sua bocca,
ma nel cuore ha la guerra;
più fluide dell’olio le sue parole,
ma sono pugnali sguainati.
23 Affida al Signore il tuo peso
ed egli ti sosterrà,
mai permetterà che il giusto vacilli.
24 Tu, o Dio, li sprofonderai nella fossa profonda,
questi uomini sanguinari e fraudolenti:
essi non giungeranno alla metà dei loro giorni.
Ma io, Signore, in te confido.

La frase del giorno 23 Marzo

La giusta dieta, il giusto esercizio,
il giusto riposo e il giusto stile di
vita manterranno quasi chiunque in 
buona salute.