martedì 14 gennaio 2014

La fede

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La fede va
approfondita
per diventare
forza vitale

Vogliamo analizzare le vie attraverso le quali la nostra vita spirituale può svilupparsi in tutto il suo vigore. Cominciamo col dire che questo sviluppo avviene in chiave soprannaturale, quindi al di fuori di ogni nostra possibilità di considerarci i veri protagonisti. Però è altrettanto vero che se non ci impegna seriamente ad alimentarla, proteggerla dai pericoli e curarla con una terapia adeguata, può deteriorarsi e anche azzerarsi. Vale l'analogia con la nostra vita corporale: è un dono di Dio, ma deve diventare anche una nostra conquista.



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Una raffigurazione del
Battesimo di Gesù

In questa sede c'interessa mettere in rilievo la parte che spetta a noi, per coadiuvare con Dio al pieno sviluppo della vita divina che ha inoculato in noi nel santo Battesimo.
I mezzi ordinari ci sono noti:
la preghiera, la liturgia, i sacramenti,
soprattutto l'eucaristia!


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Tutto esatto!
Ma da parte nostra?


Molti nostri fratelli di religione si accontentano della sola Messa festiva, di qualche devozione particolare e vanno avanti così, esponendosi al rischio di rimanere eternamente immaturi, di fronte alle difficoltà che oggi incontra una vita seriamente impegnata nella sequela di Gesù.


Bisogna insistere molto sulla formazione spirituale che comporta approfondimento delle convinzioni di fede, studio sulle lotte che comporta e sui modi di superarle.

A questo servono: la lettura del Vangelo, la partecipazione a corsi di catechesi in parrocchia e fuori. Dove è possibile, ci si affidi ad una guida spirituale veramente all' altezza delle esigenze del proprio programma di spiritualità.

Una fede semplice non regge più!

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Una devozione esteriorizzata somiglia ad un tipo di terapia placebo, che si usa solo quando si è perduta ogni speranza di salvare un malato.

Bisogna approfondirsi nella conoscenza di Gesù: è Lui la nostra Fede, è in Lui che tutto di noi può radicarsi e sviluppasi.

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Invece è risuonata come un fulmine al ciel sereno la frase di quel giornalista che diceva: "Fra i personaggi più noti in Italia, Cristo occupa non si sa se l'ottavo o il decimo posto".

La frase non l'ho presente nella sua forma originale; ma l'ho trovata anche troppo indulgente: l
a conoscenza del Salvatore è ancora al di sotto dei soliti divi della TV (!) e anche della maggior parte dei santi, almeno di quelli più recenti...

Una sola è la conclusione: chi non si adegua a questa esigenza si espone al pericolo di demotivare la propria vita cristiana.
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Molti di voi scrivete che anche la prima pagina vi commuove; la quarta vi dilata all'infinito orizzonti mai immaginati; tutto l'impianto intende favorire in noi una fede che s'incarni in un vissuto, dove al centro brilli la luce e il mistero di Cristo.

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