mercoledì 29 gennaio 2014

Perché è importante ricevere la Cresima?

 Perché è importante ricevere la Cresima?
Nell’ udienza generale di oggi, mercoledì 29 gennaio 2014, Papa Francesco ha continuato il suo percorso di catechesi sui sacramenti già introdotto nelle precedenti udienze generali. Il tema dell’incontro è stato la Cresima, spesso purtroppo chiamato il “Sacramento dell’addio” poiché segna anche l’abbandono dalla frequentazione attiva della vita cristiana da parte dei giovani.
Ammesso, come ha amaramente riconosciuto il Pontefice, si arrivi a ricevere il sacramento della Confermazione o Cresima. Questo, insieme con il Battesimo e l’Eucaristia, forma parte del processo di iniziazione cristiana, attraverso il quale stiamo gradualmente inseriti in Cristo, morto e risorto e riceviamo una nuova vita, facendoci membra della Chiesa.
Il termine Confermazione suggerisce che questo sacramento ratifica la grazia battesimale e ci unisce più saldamente a Cristo: rafforza il nostro rapporto con la Chiesa e ci dà una speciale forza dello Spirito Santo, per difendere la fede e confessare il nome di Cristo senza vergogna della sua Croce.
Come gli altri sacramenti, anche la Cresima è opera di Dio, il quale si preoccupa che la nostra vita sia plasmata a immagine del Figlio suo, rendendoci capaci di amare come Lui, infondendoci il Suo Santo Spirito.
Questo Spirito non smette mai di agire con forza in noi, in tutta la nostra persona e durante tutta la nostra vita.
Quando lo riceviamo nei nostri cuori, è Cristo stesso che si fa presente e prende forma nella nostra vita: è ​​Lui che prega, perdona, infonde speranza , serve i fratelli bisognosi, crea comunione e semina la pace.
Per questo è importante avere cura” ha quindi concluso Papa Francesco ”che i nostri bambini, i nostri ragazzi, ricevano questo Sacramento“. Infatti abbiamo spesso cura che i nostri figli siano battezzati, ma non abbiamo altrettanta cura ricevano poi la Cresima: così facendo però “resteranno a metà cammino e non riceveranno lo Spirito Santo, che è tanto importante nella vita cristiana, perché ci dà la forza per andare avanti“.

Gesù amico mio



PENSIERO UTILE: 
 Quando sono stanco Gesù cammina dietro a me per assicurarsi che non inciampi.

Quando sono confuso Gesù cammina davanti a me per assicurarsi che non sbagli strada.

Quando ho paura Gesù cammina al mio fianco per assicuraesi che non mi fermi.


Sempre Gesù cammina in me per assicurarsi che non mi perda.


PROVERBI: 1 - Più si gonfia il portafoglio - più si stringe il cuore.
                     2 - Nessun frutto raccoglie - chi si ferma alle foglie.
                     3 - Nella felicità occorre ragione - nell'infelicità occorre pazienza.

La Madonna: come la veneriamo?



Chi è Maria SS.ma? 
Maria SS .ma:
  • è una figlia d'Israele, una giovane ebrea di Nazaret in Galilea, "una Vergine promessa sposa di un uomo della casa di Davide, chiamato Giuseppe" (Lc 1, 26-27);
  • "primeggia tra gli umili e i poveri del Signore, i quali con fiducia attendono e ricevono da Lui la salvezza. Infine con lei, la eccelsa figlia di Sion, dopo la lunga attesa della promessa, si compiono i tempi e si instaura la nuova economia di salvezza" (LG, 55);
  • "Vergine Madre, figlia del tuo Figlio, umile e alta più che creatura, termine fisso d'eterno consiglio, tu sei colei che l'umana natura nobilitasti sì, che il suo fattore non disdegnò di farsi sua fattura" (Dante Alighieri, Paradiso, Canto XXXIII).


Quale relazione c'è fra Maria e Cristo? 
Gesù Cristo fu concepito nel grembo della Vergine Maria.



Come avviene questo concepimento?
Per opera dello Spirito Santo, senza la collaborazione di uomo. "Maria è chiamata a concepire colui nel quale abiterà «corporalmente tutta la pienezza della divinità» (Col 2, 9). La risposta divina al suo: «Come è possibile? Non conosco uomo» (Lc 1, 34) è data mediante la potenza dello Spirito: «Lo Spirito Santo scenderà su di te» (Lc 1, 35). [...] Lo Spirito Santo, che è «Signore e dà la vita», è mandato a santificare il grembo della Vergine Maria e a fecondarla divinamente, facendo sì che Ella concepisca il Figlio eterno del Padre in un'umanità tratta dalla sua" (CCC, 484-485).
Il concepimento verginale indica che Gesù è veramente Figlio di Dio. Nello stesso tempo esso è il segno che la salvezza viene da Dio, dalla Sua sovrabbondante grazia, e non da noi.



Che cosa significa Immacolata Concezione?
"Dio ha scelto gratuitamente Maria da tutta l'eternità perché fosse la Madre di suo Figlio: per compiere tale missione, è stata concepita immacolata. Questo significa che, per la grazia di Dio e in previsione dei meriti di Gesù Cristo, Maria è stata preservata dal peccato originale fin dal suo concepimento" (Compendio del CCC , 96).
Maria, in quanto preservata dal peccato originale, è stata dunque:
  • redenta
  • redenta in modo unico, nel modo più eminente
  • redenta in anticipo
  • e in previsione del Sangue di Cristo.



In che senso è tutta Santa?
Nel senso che Ella non è stata mai intaccata da nessun peccato durante tutta la sua esistenza; è "immune da ogni macchia di peccato, dallo Spirito Santo quasi plasmata e resa una nuova creatura" (LG, 56). È la "piena di grazia" (Lc 1, 28).



Maria è sempre Vergine?
  • La Fede cristiana afferma la verginità reale e perpetua di Maria anche nel parto del suo unico Figlio Gesù, Figlio di Dio fatto uomo. Ella è "rimasta Vergine nel concepimento del Figlio suo, Vergine nel parto, Vergine incinta, Vergine madre, Vergine perpetua" (S. Agostino).
  • Maria è Vergine nel corpo e Vergine nel cuore: Maria, durante tutta la sua vita, si è affidata sempre e totalmente alla volontà di Dio, è stata sempre "la Serva del Signore" (Lc 1, 38). "Maria è più felice nel ricevere la Fede di Cristo che nel concepire la Came di Cristo" (S. Agostino, De sancta virginitate, 3, 3).
  • La verginità di Maria indica anche l'assoluta e gratuita iniziativa di Dio nei suoi confronti.
  • Dopo la nascita di Gesù, Maria non ha avuto altri figli, rimanendo sempre Vergine prima, dopo e durante il parto.



Perché la S. Scrittura parla di fratelli e sorelle di Gesù? 
  • Era consuetudine nell' Antico Testamento e anche presso i contemporanei di Gesù, chiamare fratelli e sorelle anche i parenti prossimi.
  • Gesù ebbe a dire, stendendo la mano verso i suoi discepoli: «Ecco mia madre ed ecco i miei fratelli; perché chiunque fa la volontà del Padre mio che è nei cieli, questi è per me fratello, sorella e madre» (Mt 12, 50). 
  • Non va neppure dimenticato che anche ai nostri giorni, i sacerdoti si rivolgono spesso ai fedeli laici chiamandoli fratelli e sorelle, per indicare il particolare legame che ci unisce tutti in Cristo Gesù.



Qual è stato il legame di Maria con Gesù?
  • Maria, durante tutta la sua vita terrena, ha sempre conservato una relazione speciale con il suo Figlio Gesù. La vita terrena della Madre di Dio è infatti caratterizzata dalla perfetta sintonia con la persona del Figlio e dalla totale dedizione all'opera redentrice da Lui compiuta "abbracciando la volontà salvifica di Dio, consacrò totalmente se stessa quale Ancella del Signore alla persona e all'opera del Figlio suo, servendo al mistero della redenzione sotto di Lui e con Lui, con la grazia di Dio onnipotente" (LG, 56).
  • "Questa unione della Madre col Figlio nell' opera della redenzione si manifesta dal momento della concezione verginale di Cristo fino alla morte di Lui" (LG, 57). 
  • Ella è stata una discepola fedele di Cristo. La stessa risposta di Cristo - Chi è mia madre? È colui che fa la volontà del Padre mio (cfr. Mc 3, 33-35), che sembra un poco offensiva nei riguardi di Sua Madre, in realtà esprime il più grande elogio verso Maria, indicando che la sua vera grandezza sta proprio nel fatto che Maria, prima e più di ogni altra creatura umana, ha attuato la volontà di Dio Padre.



Quali sono i dogmi mariologici?
  • Essi sono:
    • la Divina Maternità di Maria (il titolo Madre di Dio,"Theotokos", fu dato nel Concilio di Efeso - anno 431);
    • la sua Immacolata Concezione (PIO IX, lneffabilis Deus, 8 dicembre 1854);
    • la sua Verginità perpetua (Concilio Lateranense - anno 649);
    • la sua Assunzione in Cielo (Pro XII, Munificentissimus Deus, 1 nov 1950).
  • Questi dogmi, anche se proclamati successivamente lungo la storia della Chiesa, sono contenuti nella Rivelazione divina e sanciscono la Fede sempre creduta fin dalle origini della Chiesa. Essi servono a definire tale Fede in modo più preciso, solenne e definitivo. "Il Magistero della Chiesa si avvale in pienezza dell'autorità che gli viene da Cristo quando definisce qualche dogma, cioè quando, in una forma che obbliga il popolo cristiano ad un'irrevocabile adesione di Fede, propone verità contenute nella Rivelazione divina, o anche quando propone in modo definitivo verità che hanno con quelle una necessaria connessione" (CCC, 88).
  • "I dogmi sono luci sul cammino della nostra Fede, lo rischiarano e lo rendono sicuro. Inversamente, se la nostra vita è retta, la nostra intelligenza e il nostro cuore saranno aperti ad accogliere la luce dei dogmi della Fede" (CCC, 89).


In che senso Maria è chiamata la Madre di Dio?
  • La Chiesa proclama Maria la Madre di Dio, in quanto Gesù, che è veramente suo. Figlio secondo la carne, è Figlio generato dall'eterno Padre nella natura divina, la seconda Persona della SS.ma Trinità: Dio Egli stesso. Gesù Cristo è "per natura Figlio del Padre secondo la divinità, per natura Figlio della Madre secondo l'umanità, ma propriamente Figlio di Dio nelle sue due nature" (Concilio Del Friuli, Simbolo, anno 796).
  • "Madre di Dio", Theotokos, è il titolo attribuito ufficialmente a Maria nel V secolo, esattamente nel Concilio di Efeso del 431, ma affermatosi nella devozione del popolo cristiano già a partire dal III secolo. Dal titolo di "Madre di Dio" derivano poi tutti gli altri titoli con cui la Chiesa onora la Madonna, ma questo è il fondamentale.
  • Dopo il Concilio di Efeso si registrò una vera esplosione di devozione mariana e furono costruite numerose chiese dedicate alla Madre di Dio. Tra queste primeggia la Basilica di Santa Maria Maggiore, a Roma. La dottrina concernente Maria, Madre di Dio, trovò inoltre nuova conferma nel Concilio di Calcedonia (451), in cui Cristo fu dichiarato "vero Dio e vero uomo (…) nato per noi e per la nostra salvezza da Maria, Vergine e Madre di Dio, nella sua umanità" (DS, 301). Com’è noto, il Concilio Vaticano II ha raccolto in un capitolo della Costituzione dogmatica sulla Chiesa, Lumen gentium, l’ottavo, la dottrina su Maria, ribadendone la divina maternità. Il capitolo s’intitola: "La Beata Maria Vergine, Madre di Dio, nel mistero di Cristo e della Chiesa".



Quale significato ha l'Assunzione di Maria in Cielo?
  • La sua Assunzione in Cielo, anima e corpo, significa:
    • una piena confonnità al Figlio suo, che ha vinto la morte;
    • una particolare partecipazione di Maria alla Risurrezione del suo Figlio;
    • una singolare anticipazione e prefigurazione della nostra risurrezione, che avverrà alla fine dei tempi: ci manifesta il senso e il destino del corpo santificato dalla grazia.
  • Nel corpo glorioso di Maria, la stessa creazione materiale comincia ad avere qualcosa del corpo risuscitato di Cristo


Qual è la relazione tra Maria e la Trinità? 
Esiste una particolare relazione tra Maria e la Santissima Trinità, nei confronti della quale, Ella è Figlia-Sposa-Madre: Figlia di Dio Padre, Sposa dello Spirito Santo, Madre del Figlio di Dio fatto uomo.



Qual è la relazione tra Maria e Dio Padre?
  • Le opere meravigliose compiute in Maria sono frutto dell'azione primaria e gratuita di Dio Padre. Al libero dono di grazia e di salvezza di Dio, Maria risponde con la sua pronta e totale adesione di Fede. "Beata colei che ha creduto nell'adempimento delle parole del Signore!" (Lc 1, 42.45).
  • "Sin dalle origini, Maria ha costituito il grande segno, dal volto materno e misericordioso, della vicinanza del Padre e di Cristo, con i quali ci invita a entrare in comunione" (Documento di Puebla 282, anno 1979).
  • Scegliendola come Madre dell'intera umanità, il Padre celeste ha voluto rivelare la dimensione per così dire materna della sua divina tenerezza e della sua sollecitudine per gli uomini di tutte le epoche.


Qual è la relazione fra Maria e lo Spirito Santo?
  • Il mistero della Vergine Madre pone in risalto l'azione dello Spirito Santo, che ha operato nel suo seno il concepimento del bambino e ha continuamente guidato la sua vita. I titoli di Consolatrice, Avvocata, Ausiliatrice, attribuiti a Maria dalla pietà del popolo cristiano, non offuscano, ma esaltano l'azione dello Spirito Consolatore e dispongono i credenti a beneficiare dei suoi doni.
  • La cooperazione di Maria con lo Spirito Santo, manifestata nell' Annunciazione e nella Visitazione, si esprime in un atteggiamento di costante docilità alle ispirazioni del Paraclito.
  • Da vera donna di preghiera, la Vergine chiedeva allo Spirito Santo di completare l'opera iniziata al concepimento perché il bimbo crescesse "in sapienza, età e grazia davanti a Dio e agli uomini" (Lc 2, 52). Sotto questo profilo Maria si presenta come un modello per i genitori, mostrando la necessità di ricorrere allo Spirito Santo per trovare la via giusta nel difficile compito educativo.
  • Senza dubbio fu presente all'effusione dello Spirito il giorno di Pentecoste. Lo Spirito che già abitava in Maria, avendo operato in lei meraviglie di grazia, ora ridiscende nel suo cuore, comunicando doni e carismi necessari per l'esercizio della sua maternità spirituale.
  • Maria partecipa alla vita e alla preghiera della prima comunità cristiana. San Luca rileva che la comunità alle origini della Chiesa è composta non solo di Apostoli e Discepoli, ma anche di donne, tra le quali Luca nomina unicamente "Maria, la Madre di Gesù" (At 1, 14).
  • Anche ora nella vita della Chiesa, "Ella è chiamata dallo stesso Spirito a cooperare in modo materno con Lui. Egli risveglia continuamente alla memoria della Chiesa le parole di Gesù al discepolo prediletto: «Ecco. tua madre!», e invita i credenti ad amare Maria come Cristo l'ha amata. Ogni approfondimento del legame con Maria permette allo Spirito un'azione più feconda per la vita della Chiesa" (Giovanni Paolo II, ìCatechesi del mercoledì, 9 dico 1998).



Quale relazione c'è fra Maria e lo Chiesa?
Maria SS .ma è:
  • appartenente alla Chiesa;
  • Madre della Chiesa;
  • modello della Chiesa;
  • intercedente per la Chiesa.



In che modo Maria appartiene alla Chiesa? 
  • Ella è sorella nostra, membro sovreminente e del tutto singolare della Chiesa.
  • È la prima redenta, riscattata da Cristo "nella maniera più sublime" nel suo immacolato concepimento (cfr BOLLA "Ineffabilis Deus", in PIO IX, Acta l, 605) e interamente rinnovata e colmata della grazia dello Spirito Santo.


Perché Maria è Madre della Chiesa?
  • Perché:
    • essendo Maria Madre del Cristo, Ella è anche la Madre del Corpo Mistico di Cristo, che è la Chiesa. Giustamente, pertanto, durante il Concilio Vaticano II, il 21 novembre 1964, Paolo VI attribuì solennemente a Maria il titolo di "Madre della Chiesa". Proprio perché Madre della Chiesa, la Vergine è anche Madre di ciascuno di noi, che siamo membra del Corpo mistico di Cristo;
    • Ella ha dato alla luce un Figlio, che Dio ha fatto "il primogenito di una moltitudine di fratelli" (Rm 8, 29), cioè dei fedeli, alla cui nascita e formazione Ella coopera con amore di madre" (LG, 63);
    • "cooperò alla salvezza dell'uomo con libera fede e obbedienza" (LG, 56), dando il suo assenso in nome di tutta l'umanità;
    • sul Calvario, Gesù con le parole: "Ecco il tuo figlio" , "Ecco la tua madre" (Gv 19, 26-27), donava, come Madre, già anticipatamente Maria a tutti coloro che avrebbero ricevuto la buona novella della salvezza e poneva così le premesse del loro filiale affetto per Lei;
    • Maria coopera alla nascita e allo sviluppo della vita divina nelle membra di Cristo che siamo noi. Ella è Madre della Chiesa nell'ordine della grazia.
  • "La funzione materna di Maria verso gli uomini in nessun modo oscura o diminuisce [...] l'unica mediazione di Cristo, ma ne mostra l'efficacia. Infatti ogni salutare influsso della Beata Vergine [...] sgorga dalla sovrabbondanza dei meriti di Cristo, si fonda sulla mediazione di Lui, da essa assolutamente dipende e attinge tutta la sua efficacia" (LG, 60).


In che senso Maria è modello della Chiesa?
  • Ella è la figura e la realizzazione più perfetta della Chiesa. È modello della Chiesa nella maternità e nella verginità.
    • Nella maternità:
      "La Chiesa [...] per mezzo della Parola di Dio accolta con fedeltà diventa essa pure Madre, poiché con la predicazione e il Battesimo genera a una vita nuova e immortale i figli, concepiti ad opera dello Spirito Santo e nati da Dio" (LG, 64).
    • Nella verginità:
      • La Chiesa "è la Vergine che custodisce integra e pura la Fede data allo Sposo, e, ad imitazione della Madre del suo Signore, con la virtù dello Spirito Santo, conserva verginalmente integra la Fede, solida la Speranza, sincera la Carità" (LG, 64).
      • Ella costituisce senza dubbio per tutti un altissimo esempio di purezza e di dono totale al Signore. Ma in modo speciale si ispirano a Lei le vergini cristiane e quanti si dedicano in modo radicale ed esclusivo al Signore nelle varie forme della vita consacrata.
      • Ella incoraggia tutti i cristiani a vivere con particolare impegno la castità secondo il proprio stato, e ad affidarsi al Signore nelle svariate circostanze dell'esistenza. Colei che è per eccellenza Santuario dello Spirito Santo, aiuta i credenti a riscoprire il proprio corpo come tempio di Dio (cfr.1Cor 6, 19) ed a rispettame la nobiltà e la santità.
  • "Nella sua opera apostolica la Chiesa giustamente guarda a Colei che generò Cristo, il quale fu concepito da Spirito Santo e nacque dalla Vergine, per poter poi nascere e crescere per mezzo della Chiesa anche nel cuore dei fedeli. La Vergine infatti nella sua vita fu il modello di quell'amore materno, del quale devono essere animati tutti quelli che nella missione apostolica della Chiesa cooperano alla rigenerazione degli uomini" (LG, 65).
  • Maria è l'immagine escatologica della Chiesa, nel senso che Ella è già quello che la Chiesa, pellegrinante sulla terra, un giorno sarà alla fine di questo mondo.


In che senso Maria è modello della santità della Chiesa?
  • Maria è la tutta Santa, essendo "la piena di grazia" (Lc 1, 28). Ella rappresenta per la comunità dei credenti il paradigma dell'autentica santità, che si realizza nell'unione con Cristo.
  • "La Chiesa ha già raggiunto nella Beatissima Vergine la perfezione", mentre "i fedeli si sforzano ancora di crescere nella santità debellando il peccato" (LG, 65).
  • In tale cammino verso la santità, i credenti in Cristo si sentono incoraggiati da Colei che è modello di virtù.
  • "La Chiesa, pensando a Lei piamente e contemplandola alla luce del Verbo fatto uomo, penetra con venerazione e più profondamente nell' altissimo mistero dell'Incarnazione e si va ognora più conformando col suo Sposo" (LG, 65).
  • La santità cristiana si attua in una intensa vita di Fede, Speranza e Carità. In tutte queste tre Virtù Teologali, Maria è modello esemplare. Infatti:
    • nella Fede: il suo esempio incoraggia il Popolo di Dio a praticare la sua Fede e ad approfondirne e svilupparne il contenuto, conservando e meditando nel cuore gli avvenimenti della salvezza;
    • nella Speranza: ascoltando il messaggio dell' Angelo, la Vergine orienta per prima la sua Speranza verso il Regno senza fine, che Gesù era mandato a stabilire;
    • nella Carità: grazie proprio alla Carità irradiante di Maria è possibile conservare in ogni tempo all'interno della Chiesa la concordia e l'amore fraterno.



In che senso Maria coopera alla Redenzione?
  • Già Sant’Agostino attribuisce alla Vergine la qualifica di Cooperatrice della Redenzione (cfr. De Sancta Virginitate, 6; PL 40, 399), titolo che sottolinea l’azione congiunta e subordinata di Maria a Cristo Redentore.
  • Ella coopera “in modo tutto speciale all’opera del Salvatore, con l’obbedienza, la Fede, la Speranza e l’ardente Carità”. Frutto sublime di questa cooperazione è la sua maternità universale: “Per questo diventò per noi Madre nell’ordine della grazia” (LG, 61).
  • È una cooperazione particolare che il Signore Dio le concede. In unione con Cristo e sottomessa a Lui, Ella ha collaborato nell’ottenere la grazia della salvezza all’intera umanità, in modo unico e irrepetibile, grazie:
    • alla sua Divina Maternità nei confronti di Cristo; 
    • alla sua associazione al Sacrificio di Cristo: soffrendo con Lui morente in Croce “cooperò in modo tutto speciale all’opera del Salvatore” (LG, 61);
    • al particolare contributo che Ella dà anche alla vita della Chiesa, di cui è Madre, lungo il corso dei secoli e fino alla fine dei tempi, continuando a sostenere la comunità cristiana e tutti i credenti nel loro cammino verso la santità e nel generoso impegno per l’annuncio del Vangelo.



Qual è la relazione tra Maria e la donna?
  • “È la «benedetta fra tutte le donne». In lei Dio ha conferito alla donna una dignità di dimensioni insospettate. In Maria il Vangelo ha penetrato la femminilità, l’ha redenta ed esaltata. Ciò è di capitale importanza per il nostro orizzonte culturale, nel quale la donna dev’essere molto più valorizzata, mentre si sta definendo più chiaramente ed ampliamente la parte che le compete nella società. Maria è garanzia della grandezza femminile, indicando il modo specifico dell’essere donna, con quella sua vocazione a essere anima, donazione capace di spiritualizzare la carne e di incarnare lo Spirito” (Documento du Puebla 299).
  • Maria attua in sé in modo sublime e paradigmatico le due dimensioni, vocazioni della donna: la verginità e la maternità.
  • Maria ha vissuto, nella forma propria ed esclusiva della donna, l’unione tra madre e figlio.



Che tipo di culto si dà a Maria?
  • Fin dall'inizio ci fu sempre un culto particolare verso la Vergine tra i cristiani. Tuttavia "soprattutto a partire dal Concilio di Efeso, il culto del popolo di Dio verso Maria crebbe mirabilmente in venerazione e in amore, in invocazione e in imitazione" (LG, 66). Esso si espresse specialmente nelle feste liturgiche, tra le quali, dagli inizi del V secolo, assunse particolare rilievo "il giorno di Maria Theotokos", celebrato il 15 agosto a Gerusalemme e divenuto successivamente la festa della Dormizione o dell' Assunzione.
  • Il culto mariano si è sviluppato fino ai nostri giorni in mirabile continuità, alternando periodi fiorenti a periodi critici i quali, tuttavia, hanno avuto spesso il merito di promuoverne ancor più il rinnovamento.
  • "Maria, esaltata per la grazia di Dio, dopo suo Figlio, al di sopra di tutti gli angeli e gli uomini, perché è la Madre Santissima di Dio, che ha preso parte ai misteri di Cristo, viene dalla Chiesa giustamente onorata con culto speciale" (LG, 66).
    Tale culto possiede una sua peculiarità irrepetibile, perché si riferisce ad una persona unica per la sua perfezione personale e per la sua missione.
  • "Questo culto [...], sebbene del tutto singolare, differisce essenzialmente dal culto di adorazione, prestato al Verbo incarnato come al Padre e allo Spirito Santo, e particolarmente lo promuove"; esso trova la sua espressione nelle feste liturgiche dedicate alla Madre di Dio e nella preghiera mariana come il Santo Rosario, "compendio di tutto quanto il Vangelo" (CCC, 971).
  • Pertanto, la venerazione dei fedeli verso Maria, pur superiore al culto rivolto agli altri Santi, è tuttavia inferiore al culto di adorazione riservato a Dio.
  • Tra il culto mariano e quello reso a Dio vi è però una continuità: infatti, l'onore reso a Maria è ordinato e conduce all'adorazione della Santissima Trinità.
    La venerazione dei cristiani per la Vergine promuove il culto prestato al Verbo Incarnato, al Padre ed allo Spirito Santo. "Le varie forme di devozione verso la Madre di Dio, che la Chiesa ha approvato entro i limiti di una dottrina sana e ortodossa, secondo le circostanze di tempo e di luogo e l'indole e la mentalità dei fedeli, fanno sì, che mentre è onorata la Madre, il Figlio per il quale esistono tutte le cose (cfr. Col 1, 15­16) e nel quale 'piacque all'eterno Padre di far risiedere tutta la pienezza' (Col 1, 19) sia debitamente conosciuto, amato, glorificato, e siano osservati i suoi Comandamenti" (LG, 66).
  • A Lei, divenuta Madre della Chiesa e Madre dell'umanità, ricorre il popolo cristiano, animato da filiale confidenza, per sollecitare la sua materna intercessione ed ottenere i beni necessari alla vita terrena in vista dell'eterna beatitudine.

Come meditare da cristiani?


Che cos'è la meditazione cristiana?
  • Essa è:
    • silenzioso, riverente ascolto e obbediente accoglienza della Parola di Dio, in vista di conformare ad essa tutta la propria vita;
    • essere e stare con Dio: "Rimanete in me, come io rimango in voi. Come il tralcio non può portare frutto da sé stesso, se non rimane nella vite, così nemmeno voi" (Gv 15, 4);
    • accostarsi a quel mistero dell'unione con Dio, che i Padri greci chiamavano divinizzazione dell'uomo: "Dio si è fatto uomo perché l'uomo diventi Dio" (Sant'Atanasio);
    • "volta al conseguimento della virtù e dell'amore di Dio, e non all'acquisto del sapere in generale o di una particolare disposizione psicologica" (San Francesco di Sales, lntroduction à la vie dévote, Filotea, II,V);
    • "riflettere su qualche verità della Fede, per crederla con più convinzione, amarla come un valore attraente e concreto, praticarla con l'aiuto dello Spirito Santo. Si tratta di una conoscenza amorosa. Implica riflessione, amore e proposito pratico. Il suo valore sta non nel molto pensare, ma nel molto amare" (CEI, 996);
    • è sì un concentrarsi in se stessi, ma è anche un trascendere il proprio io, che non è Dio, ma solo una creatura. Dio è "interior intimo meo, et superior summo meo: Dio è più intimo della mia interiorità e più grande della mia grandezza" (Sant' Agostino, Confessiones 3, 6, 11). Dio infatti è in noi e con noi, ma ci trascende nel suo mistero.
  • La meditazione cristiana non comporta che l'io personale e la sua creaturalità debbano essere annullati e scomparire nel mare dell'Assoluto. Infatti "l'uomo è essenzialmente creatura e tale rimane in eterno, cosicché non sarà mai possibile un assorbimento dell'io umano nell'io divino, neanche nei più alti stati di grazia" (MC, 14).



Su che cosa si fonda la meditazione cristiana?
Si fonda:
  • sulla realtà stessa del Dio Uno e Trino, che "è Amore" (1Gv 4, 8), che ci ha fatto "figli adottivi", e pertanto possiamo gridare con il Figlio nello Spirito Santo: "Abbà, Padre";
  • sulla meditazione delle opere salvifiche, che il Dio dell' Antica e della Nuova Alleanza ha compiuto nella storia, attraverso le quali Dio "si rivela parlando agli uomini come ad amici e si intrattiene con essi, per invitarli e ammetterli alla comunione con Sé" (Concilio Vaticano II, Dei verbum, 2);
  • sulla Persona di Cristo Signore, "nel quale sono nascosti tutti i tesori della sapienza e della scienza" (Col 2, 3). Occorre aver sempre lo sguardo fisso in Gesù Cristo, nel quale l'amore divino si è manifestato e donato a noi soprattutto sulla croce. "Grazie alle parole, alle opere, alla Passione e Risurrezione di Gesù Cristo, nel Nuovo Testamento la Fede riconosce in Lui la definitiva autorivelazione di Dio, la Parola incarnata che svela le profondità più intime del suo amore" (MC, 5). Pertanto la meditazione cristiana richiede un permanente approfondimento della conoscenza di Cristo, in modo da "comprendere con tutti i Santi quale sia l'ampiezza, la lunghezza, l'altezza e la profondità [del mistero di Cristo] e conoscere l'amore di Cristo che sorpassa ogni conoscenza, per essere ricolmi di tutta la pienezza di Dio" (cfr. Ef  3 ,18s);
  • sulla disponibilità a compiere costantemente la volontà di Dio, sull'esempio di Cristo, il cui "cibo è fare la volontà di Colui che (Lo) ha mandato a compiere la sua opera" (Gv 4,34);
  • sulla stretta correlazione tra lex orandi e lex credendi, tra il modo di pregare e il contenuto della Fede cristiana che viene professata. La preghiera cristiana è sempre determinata dalla struttura della Fede cristiana, nella quale risplende la verità stessa di Dio e della creatura. "La preghiera è Fede in atto: la preghiera senza Fede diviene cieca, la Fede senza preghiera si disgrega" (Card. Joseph Ratzinger, Conferenza di presentazione del documento MC);
  • sull'umiltà. Quanto più viene concesso ad una creatura di avvicinarsi a Dio, tanto maggiormente cresce in lei la riverenza davanti al Dio, tre volte Santo. Si comprende allora la parola di Colei che è stata gratificata della più alta intimità con Dio, Maria SS.ma: "Ha guardato l'umiltà della sua serva" (Lc 1, 48), e anche quella di Sant' Agostino: "Tu puoi chiamarmi amico, io mi riconosco servo" (Sant' Agostino, Enarrationes in Psalmos CXLU). "Non possiamo mai, in alcun modo, cercare di metterei allo stesso livello dell'oggetto contemplato, l'amore libero di Dio; neanche quando, per la misericordia di Dio Padre, mediante lo Spirito Santo mandato nei nostri cuori, ci viene donato in Cristo, gratuitamente, un riflesso sensibile di quest'amore divino e ci sentiamo come attirati dalla verità, dalla bontà e dalla bellezza del Signore" (MC, 31);
  • sul silenzio: occorre riscoprire il valore del silenzio, il quale crea l'ambiente favorevole alla riflessione, alla contemplazione, all'ascolto integrale (di se stessi, di Dio, degli altri), alla purificazione e unificazione della persona;
  • sull'amore verso il prossimo. La meditazione autentica rinvia continuamente all'amore del prossimo, all'azione e alla passione, e proprio così avvicina maggiormente a Dio. Essa desta negli oranti un'ardente carità, che li spinge a collaborare alla missione della Chiesa e al servizio dei fratelli per la maggior gloria di Dio.



Quali dimensioni della persona coinvolge lo meditazione?
La meditazione mette in moto tutte le facoltà dell'essere umano: l'intelligenza, la memoria, il desiderio, la volontà, l'attenzione, l'intuizione, l'immaginazione, il sentimento, il cuore, il comportamento.
"Questa mobilitazione è necessaria per approfondire le convinzioni di fede, suscitare la conversione del cuore e rafforzare la volontà di seguire Cristo. La preghiera cristiana di preferenza si sofferma a meditare «i misteri di Cristo», come nella lectio divina o nel Rosario. Questa forma di riflessione orante ha un grande valore, ma la preghiera cristiana deve tendere più lontano: alla conoscenza d'amore del Signore Gesù, all'unione con Lui" (CCC, 2708).



Quale importanza ha il corpo nella meditazione cristiana?
  • L'esperienza umana dimostra che la posizione e l'atteggiamento del corpo non sono privi d'influenza sul raccoglimento e la disposizione dello spirito, coinvolgendo anche le funzioni vitali fondamentali, come la respirazione e il battito cardiaco. E questo per l'unità della persona, che è uni-duale: corpo e anima. Nella preghiera è tutto l'uomo, che deve entrare in relazione con Dio, e dunque anche il suo corpo deve assumere la posizione più adatta per il raccoglimento.
  • L'importanza del corpo varia a seconda delle culture e della sensibilità personale.
  • In ogni caso, occorre:
    • riconoscere il valore relativo di tali atteggiamenti corporei: essi sono utili, solo se vissuti in vista del fine della preghiera cristiana;
    • prestare attenzione al fatto che tali atteggiamenti corporei possono degenerare in un culto del corpo e possono portare a identificare erroneamente tutte le sue sensazioni con esperienze spirituali. "Alcuni esercizi fisici producono automaticamente sensazioni di quiete e di distensione, sentimenti gratificanti, forse addirittura fenomeni di luce e di calore che assomigliano ad un benessere spirituale. Scambiarli per autentiche consolazioni dello Spirito Santo sarebbe un modo totalmente erroneo di concepire il cammino spirituale. Attribuire loro significati simbolici tipici dell'esperienza mistica, quando l'atteggiamento morale dell'interessato non corrisponde ad essa, rappresenterebbe una specie di schizofrenia mentale, che può condurre perfino a disturbi psichici e, talvolta, ad aberrazioni morali" (MC, 28).



Quale importanza ha la tecnica nella meditazione cristiana?
  • La meditazione cristiana non è principalmente una questione di tecnica: essa è anzitutto e sempre un dono di Dio, di cui chi ne benefici a si sente indegno. Questo dono può essere concesso solo in Cristo attraverso lo Spirito Santo.
    L'amore di Dio è una realtà della quale non ci si può impossessare con nessun metodo o tecnica.
  • La tecnica può offrire un aiuto alla meditazione cristiana.



Quali aiuti usare per ben meditare?
Si può meditare recitando adagio il Padre nostro, ripetendo lentamente una frase biblica, guardando con devozione un'immagine sacra. "Ci si aiuta con qualche libro, e ai cristiani non mancano: la Sacra Scrittura, particolarmente il Vangelo, le sante icone, i testi liturgici del giorno o del tempo, gli scritti dei Padri della vita spirituale, le opere di spiritualità, il grande libro della creazione e quello della storia, la pagina dell'Oggi di Dio.
Meditare quanto si legge porta ad appropriarsene, confrontandolo con se stessi. Qui si apre un altro libro: quello della vita. Si passa dai pensieri alla realtà. A misura dell'umiltà e della fede che si ha, vi si scoprono i moti che agitano il cuore e li si può discernere. Si tratta di fare la verità per venire alla Luce: Signore, che cosa vuoi che io faccia?" (CCC, 2705-­2706). In tal modo si procede nel cammino di santità, nella vita di perfezione.



Esistono tappe nella vita di perfezione? 
La tradizione cristiana ha distinto tre stadi nella vita di perfezione:
  1. La via della purificazione, che comporta il riconoscere di essere peccatore e il chiedere perdono a Dio per i propri peccati.
  2. La via dell'illuminazione, che introduce i fedeli, iniziati ai divini misteri, alla conoscenza di Cristo mediante la Fede che opera per mezzo della Carità. Essa è resa possibile dall' amore che il Padre ci dona nel Figlio e dall'Unzione che da lui riceviamo nello Spirito Santo, in occasione del Battesimo e della Cresima.
  3. La via dell'unione a Dio, realizzata attraverso la partecipazione ai Sacramenti e l'impegno costante in una vita morale coerente con la Fede cristiana.
    "Con l'andar del tempo l'esercizio della meditazione si semplifica, il cuore prevale sulla riflessione. Si arriva gradualmente all'orazione di raccoglimento. Ci si libera da immagini e pensieri particolari, da ricordi, preoccupazioni e progetti. Si rivolge una semplice attenzione amorosa a Dio, a Gesù Cristo, a qualche sua perfezione, a qualche evento salvifico. Si rimane in atteggiamento di amore silenzioso davanti al Signore presente nel nostro intimo. Ci si lascia trasformare dal suo Spirito, che può causare consolazione o desolazione, ma senz'altro purifica e fortifica nella carità. Quando il fervore di questa esperienza si attenua, è bene ritornare alla meditazione discorsiva o alla preghiera vocale" (CEI, 997).



Quali sono i metodi di meditazione?
  • I metodi di meditazione sono tanti quanto i maestri spirituali. Ma un metodo non è che un mezzo, una guida; l'importante è avanzare, con lo Spirito Santo, sull'unica via della preghiera: Cristo Gesù.
    "Ogni fedele dovrà cercare e potrà trovare nella varietà e ricchezza della preghiera cristiana, insegnata dalla Chiesa, la propria via, il proprio modo di preghiera; ma tutte queste vie personali confluiscono, alla fine, in quella via al Padre, che Gesù Cristo ha detto di essere. Nella ricerca della propria via ognuno si lascerà quindi condurre non tanto dai suoi gusti personali quanto dallo Spirito Santo, il quale lo guida, attraverso Cristo, al Padre" (MC, 29).
  • Fra i vari metodi, uno è indicato dalla Tradizione della Chiesa come particolarmente buono per meditare la S. Scrittura: è quello denominato lectio divina.



Come si attua la lectio divina? 
Solitamente i Padri Spirituali indicano 5 tappe nel meditare la Bibbia, e le descrivono così:
  • Lectio
    In questa prima tappa prendo la Bibbia non come un qualsiasi libro, ma come lo scrigno che contiene la Parola con la quale Dio parla a me. Ascolto una parola vivente, che mi rivolge un messaggio personale. Lo ascolto come se fosse la prima volta. Mi sforzo di coglieme il senso nel modo più completo possibile. Mi incontro con la luce di Dio: essa prende dimora nella mia intelligenza e la illumina.
  • Meditatio
    Invoco lo Spirito Santo perché venga in soccorso della cecità della mia mente. Nell'umile implorazione della luce e nella adesione della fede, scruto la Parola con attenzione nuova. Scopro come le idee di Dio siano diverse da quelle degli uomini e mi accorgo di quanto sia necessario lasciare che la Parola di Dio trasformi le mie convinzioni, per conformarle sempre più alle idee di Dio. Acconsento a cambiare la mia mentalità e la mia volontà per aderire alla mentalità e alla volontà di Dio.
  • Oratio
    Mi sforzo di parlare a Dio con tutto il cuore, chiamandolo in aiuto alla mia debolezza. È il momento di domandare alla Vergine Maria di comunicarmi la sua preghiera, fatta di fiducia e di amore, frutto della sua purezza di cuore. Nella sua fede, nel suo silenzio adorante, nella sua innocenza e nel suo coraggio di amare e di ricevere l'amore di Gesù,anche io oso invocare suo Figlio perché mi soccorra. Mi faccio insegnare da Lui a pregare il Padre nel loro Spirito di amore. Il mio cuore impara a parlare a Dio, se si lascia inondare dall'amore di Cristo.
  • Contemplatio
    Se ho lasciato che la Parola, letta e meditata, illumini a lungo gli occhi del mio cuore e della mia mente, se mi sono lasciato interpellare in profondità dal senso della Sacra Scrittura fino a maturare un desiderio di intimità costante con Dio, se ho pregato con fiducia infinita per i miei fratelli e per tutta la Chiesa, allora Dio risponde. Egli infonde nel mio cuore una certa incapacità di continuare a riflettere in modo discorsivo sulla sua Parola e mi concede una sorta di partecipazione al fuoco di comunione di amore al di là di ogni cosa che brucia senza inizio e senza fine all'interno della Santa Trinità.
  • Actio
    Per darmi il dono di un'intima conversazione continua con lui, il Signore si aspetta da parte mia che moltiplichi in ogni circostanza slanci di desiderio e di comunione con il suo amore.



Quali sono i limiti dei metodi?
  • La legittima ricerca di nuovi metodi di meditazione dovrà sempre tenere conto che:
    • il metodo non può essere staccato dal contenuto e concepito come neutrale rispetto a ciò che veicola, e al contesto culturale in cui nasce;
    • occorre rispettare la natura intima della preghiera cristiana, che:
      • "è un dialogo personale, intimo e profondo, tra l'uomo e Dio. Essa esprime quindi la comunione delle creature redente con la vita intima delle Persone Trinitarie" (MC, 3), (cfr. anche l'altra complementare scheda su: 'Come Pregare');
      • non si riduce mai a un metodo, che serva a liberarsi dal dolore, o addirittura a star bene fisicamente, ma è un'apertura all'amore di Dio, a quell'amore che non ha esitato davanti alla morte, e alla morte di Croce;
      • per essere autentica, è essenziale l'incontro di due libertà, quella infinita di Dio con quella finita dell'uomo;
      • è sempre realizzata in unione con Cristo, nello Spirito Santo, insieme con tutti i Santi per il bene della Chiesa.
  • Attesi i limiti e i rischi di tali metodi, occorre che il cristiano si ponga in docile ascolto e umile accoglienza di quanto la Chiesa, in particolare attraverso il Papa e i Vescovi, indicano: a loro infatti spetta "di esaminare tutto e ritenere ciò che è buono" (Concilio Vaticano II, Lumen gentium, 12).



Che cosa sono le grazie mistiche?
Sono grazie speciali, conferite da Dio ad esempio "ai fondatori di istituzioni ecclesiali in favore di tutta la loro fondazione, nonché ad altri Santi, che caratterizzano la loro peculiare esperienza di preghiera e che non possono, come tali, essere oggetto di imitazione e di aspirazione per altri fedeli, anche appartenenti alla stessa istituzione, e desiderosi di una preghiera sempre più perfetta" (MC, 24).
"Non l'impegno personale, ma l'azione dello Spirito Santo introduce nella contemplazione mistica, un' esperienza di Dio senza concetti, senza immagini e senza parole. L'uomo non può né raggiungerla né farla durare a volontà; può solo prepararsi a riceverla" (CEI, 998).



Quanto dura la meditazione cristiana?
L'unione abituale con Dio, che viene chiamata preghiera continua non si interrompe necessariamente quando ci si dedica anche, secondo la volontà di Dio, al lavoro e alla cura del prossimo. "Sia dunque che mangiate, sia che beviate, sia che facciate qualsiasi altra cosa, fate tutto per la gloria di Dio", ci dice l'Apostolo (1Cor 10, 31).
Sant' Agostino al riguardo afferma: "Sappiamo che gli eremiti d'Egitto fanno preghiere frequenti, ma tutte brevissime. Esse sono come rapidi messaggi che partono all'indirizzo di Dio. Così la tensione dello spirito, tanto necessaria a chi prega, rimane sempre desta e fervida e non si assopisce per la durata eccessiva dell'orazione... Lungi dunque dalla preghiera ogni verbosità, ma non si tralasci la supplica insistente, se perdura il fervore e l'attenzione. Il servirsi. di molte parole nella preghiera, equivale a trattare una cosa necessari con parole superflue. Il pregare consiste nel bussare alla porta di Dio e invocarlo con insistente e devoto ardore del cuore. Il dovere della preghiera si adempie meglio con i gemiti che con le parole, più con le lacrime che con i discorsi".



Il cristiano, per la sua meditazione, può apprendere anche dalle altre religioni?
Pratiche di meditazione (come ad esempio lo zen, lo yoga, la respirazione controllata, il mantra...), provenienti dall' oriente cristiano e dalle grandi religioni non cristiane, possono costituire un mezzo adatto per aiutare l' orante a stare davanti a Dio interiormente disteso?
"Siccome la Chiesa cattolica nulla rigetta di quanto è vero e santo in queste religioni, non si dovranno disprezzare pregiudizialmente queste indicazioni in quanto non cristiane. Si potrà, al contrario, cogliere da esse ciò che vi èdi utile, a condizione di non perdere mai di vista la concezione cristiana della preghiera, la sua logica e le sue esigenze, poiché è all'interno di questa totalità che quei frammenti dovranno essere riformulati ed assunti. Tra di essi si può annoverare anzitutto l'umile accettazione di un maestro esperto nella vita di preghiera e delle sue direttive; di ciò si è sempre avuto consapevolezza nell'esperienza cristiana sin dai tempi antichi, dall' epoca dei Padri del deserto. Questo maestro, esperto nel sentire cum ecclesia, deve non solo guidare e richiamare l'attenzione su certi pericoli, ma, quale padre spirituale, deve anche introdurre in maniera viva, da cuore a cuore, nella vita di preghiera, che è dono dello Spirito Santo (cfr. MC, 16)".

Come Pregare?

Che cos'è lo preghiera cristiana?
  • La preghiera cristiana è:
    • elevazione dell'anima a Dio;
    • dono di Dio e azione dell'uomo;
    • colloquio, relazione dei figli di Dio col loro Padre, per mezzo del Figlio Gesù, nello Spirito Santo: relazione vivente di alleanza, di comunione d'amore;
    • partecipazione di tutto l'uomo, qualunque sia il linguaggio (gesti e parole) e il luogo della preghiera;
    • adesione umile e fiducia sa alla volontà di Dio Padre;
    • necessità vitale: il cristiano, per la sua vita spirituale, ne ha assoluto e incessante bisogno come ha bisogno dell' aria e dell'acqua per la sua vita biologica.
  • Essa sgorga dallo Spirito Santo: "Dio ha mandato nei nostri cuori lo Spirito del suo Figlio che grida: Abbà, Padre" (Gal 4,6). È lo stesso Spirito, che prega nel cristiano e gli insegna "che cosa sia conveniente domandare" (Rm 8,26) nella preghiera.
  • Richiede il cuore umile e pentito, ricco di fede, all'uomo che prega, il quale si riconosce come creato ad immagine di Dio, redento da Cristo, santificato dallo Spirito Santo: "Tutto è possibile per chi crede" (Mc 9,23).
  • Dio per primo chiama incessantemente ogni persona al misterioso incontro della preghiera.
  • La preghiera ha dunque una duplice dimensione:
    • discendente: invito all'incontro e al dialogo che il Padre, per mezzo di Cristo, nello Spirito Santo, rivolge all'uomo;
    • ascendente: risposta dell'uomo al Padre, per mezzo di Cristo, nello Spirito Santo.



Come si comporta Gesù riguardo alla preghiera?
  • Durante la sua vita terrena, Egli prega:
    • secondo i ritmi e le preghiere del suo popolo;
    • frequentemente, anche di notte, nella solitudine e in particolare prima dei momenti decisivi della sua missione;
    • dicendo "Abbà, Padre": la sua è una preghiera filiale, sgorga dal suo essere Figlio eterno di Dio;
    • per noi, come nostro sacerdote; in noi come nostro Capo e guida; è pregato da noi come nostro Dio.
  • Tutta la vita di Gesù è una incessante preghiera, comunione profonda e intima con Dio suo Padre: le sue parole e le sue azioni sono la manifestazione visibile di tale sua preghiera continua.
  • Gesù è il "Maestro della preghiera" per il cristiano. Egli, già pregando, ci insegna come pregare. E nello stesso tempo Egli dà indicazioni precise sul pregare. Ad esempio:
    • "Quando pregate dite: 'Padre'" (Lc 11 ,2);
    • "non sprecate parole come i pagani, i quali credono di venire ascoltati a forza di parole [...] perché il Padre sa di quali cose avete bisogno prima che gliele chiediate" (Mt 6,7-8);
    • "quando preghi, entra nella tua camera e, chiusa la, porta, prega il Padre tuo nel segreto" (Mt 6,6);
    • "se presenti la tua offerta sull'altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualcosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti all'altare e va' prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna a offrire il tuo dono" (Mt 5,23-24);
    • "pregate per i vostri persecutori, perché siate figli del Padre vostro celeste" (Mt  5,44-45);
    • "chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto" (Lc Il,9). "Chiedete e otterrete perché la vostra gioia sia piena" (Gv 16,24);
    • "non avete, perché non chiedete; chiedete e non ottenete perché chiedete male" (Gc 4,2-3);
    • "cercate prima il Regno di Dio" (Mt 6,33) e il Padre celeste a colui che prega così darà tutto ciò di cui ha bisogno.
  • Alla domanda: "Signore insegnaci a pregare" (Lc 11,1), Gesù risponde insegnando la preghiera del Padre Nostro. Tale preghiera:
    • è la sintesi di tutto il Vangelo;
    • ci mette in comunione con il Padre e con Gesù Cristo. Nel medesimo tempo rivela noi a noi stessi;
    • contiene sette domande a Dio Padre. Le prime tre hanno come oggetto la gloria del Padre: la santificazione del nome, l'avvento del Regno e il compimento della volontà divina. Le altre quattro presentano a Lui i nostri desideri, riguardano la nostra vita per nutrirla, per guarirla dal peccato, per liberarla dal male;
    • con l'Amen finale esprimiamo il nostro fiat alle sette domande: così sia.



Quali sono le fonti da cui il cristiano attinge per lo sua preghiera?
  • Esse sono:
    • la Parola di Dio, contenuta nella Sacra Scrittura;
    • la liturgia della Chiesa, in particolare i Sacramenti e la liturgia delle ore;
    • le Virtù Teologali: Fede, Speranza e Carità;
    • l'oggi, con le sue vicende quotidiane, liete e tristi.
  • È bene che il cristiano utilizzi tutte queste fonti in modo complementare, dando sempre il primo posto alla Celebrazione Eucaristica, fonte e culmine di tutta la vita del cristiano e della Chiesa, nonché modello di ogni preghiera.



Perché è importante utilizzare i Salmi come preghiera?
È importante perché i Salmi:
  • sono parola di Dio rivolta all'uomo, e parola dell'uomo rivolta a Dio;
  • sono preghiera del popolo di Dio: Cristo associa a sé la Chiesa sua sposa; sono preghiera pubblica, nella quale la Chiesa è particolarmente coinvolta;
  • contengono tutta l'infinita gamma di interrogativi, situazioni in cui può trovarsi la persona di ogni paese ed età;
  • sono espressione dei vari sentimenti dell'animo umano: gioia, riconoscenza, rendimento di grazie, amore, tenerezza, entusiasmo, ma anche intensa sofferenza, recriminazione, richiesta di aiuto e di giustizia, che sfociano talvolta in rabbia e imprecazione. Nei Salmi l'essere umano ritrova se stesso interamente;
  • fanno vivere l'esperienza della vicinanza di Dio nelle occasioni quotidiane dell'esistenza che li hanno originati e di cui sono il riflesso;
  • offrono diverse intenzioni di preghiere: per glorificare Dio, per ringraziarlo, per esprimere fiducia, per invocare aiuto, per chiedere perdono, per far ascoltare la propria preghiera;
  • offrono espressioni per la cosiddetta "preghiera giaculatoria" - dalla parola latina iaculum, cioè dardo - con cui si indicano brevissime espressioni salmodiche che possono essere recitate durante la giornata quali brevi ma efficaci colloqui con Dio, come pure essere "lanciate", quasi come punte infuocate, ad esempio contro le tentazioni.



Quali sono le forme principali della preghiera cristiana?
Le forme principali sono:
  • Quanto al contenuto della preghiera:
    • la preghiera di adorazione;
    • la preghiera di domanda, che ha per oggetto soprattutto il perdono, la ricerca del Regno di Dio ("venga il tuo Regno"),come pure ogni vera necessità per noi e per gli altri;
    • la preghiera di ringraziamento: "In ogni cosa rendete grazie" (lTs 5,18). Si ringrazia Dio per i doni della creazione e della redenzione. Ogni avvenimento e ogni necessità può diventare motivo di ringraziamento;
    • la preghiera di lode: si rende gloria a Dio perché Egli è, prima e più di ciò che Egli fa.
  • Quanto al modo di pregare:
    • la preghiera vocale: essa, basata sull'unità del corpo e dello spirito nella natura umana, associa il corpo (in particolare la voce) alla preghiera interiore del cuore. Essa favorisce la preghiera con gli altri;
    • la preghiera meditativa: essa mette in azione il pensiero, l'immaginazione, l'emozione e il desiderio. Può essere aiutata da un libro (in particolare la Bibbia), dalle icone, da scritti dei Padri della Chiesa e dei Santi, dal grande Libro della Creazione, dagli avvenimenti quotidiani... ;
    • la preghiera contemplativa: essa è uno sguardo di fede fissato su Gesù, un silenzioso amore, "un intimo rapporto di amicizia, nel quale ci si intrattiene spesso da solo a solo con quel Dio da cui ci si sa amati" (S. Teresa di Gesù).
  • Tutte queste forme di preghiera sono necessarie e complementari nella vita del credente e della Chiesa?
  • La preghiera “deve, da una parte, essere molto personale, un confronto del mio io con Dio, con il Dio vivente. Dall'altra, tuttavia, essa deve essere sempre di nuovo guidata ed illuminata dalle grandi preghiere della Chiesa e dei santi, dalla preghiera liturgica (…) Nel pregare deve sempre esserci questo intreccio tra preghiera pubblica e preghiera personale” (Benedetto XVI, Spe salvi, 34).
  • L'Eucaristia contiene, esprime, realizza e completa in sommo grado tutte queste forme di preghiera. Non c’è preghiera che uguagli o superi la Celebrazione Eucaristica. 



Che relazione c'è tra lo preghiera del cristiano e la Chiesa?
Ogni preghiera autentica del cristiano è anche preghiera della Chiesa e nella Chiesa: il cristiano infatti è membro della Chiesa, in virtù del Battesimo. La Chiesa pertanto, sia quella celeste sia quella pellegrina sulla terra, prega con Lui, in Lui e per Lui. E Lui prega nella Chiesa, con la Chiesa e per la Chiesa.



Qual è il legame della preghiera con la vita quotidiana?
  • La preghiera richiede la coerenza di vita: osservare la Parola di Dio, i suoi Comandamenti, fare la sua volontà.
  • Si prega come si vive, e si vive come si prega.
  • È l'amore credente, umile, fiducioso che consente di unire la preghiera a tutta la vita cristiana.
  • Perché la vita diventi una continua preghiera occorre che:
    • sia una vita coerente con gli insegnamenti della Fede;
    • ci siano momenti espliciti durante la giornata e la settimana dedicati esclusivamente alla preghiera.



Quando pregare?
  • "Pregate incessantemente" (1Ts 5,17):
    • "rendendo continuamente grazie per ogni cosa a Dio Padre nel nome del Signore nostro Gesù Cristo";
    • "con ogni sorta di preghiere e suppliche nello Spirito" (Ef 6,18);
    • "prega incessantemente Colui che unisce la preghiera alle opere e le opere alla preghiera" (Origine).
  • Pregare è sempre possibile: "È possibile anche al mercato o durante una passeggiata solitaria, fare una frequente e fervorosa preghiera. È possibile pure nel vostro negozio, sia mentre comprate sia mentre vendete, o anche mentre cucinate" (S. Giovanni Crisostomo).



Che dire circa le tecniche per pregare bene?
  • La storia della preghiera cristiana conosce molte tecniche: esse hanno lo scopo di preparare lo spirito e il corpo alla preghiera, di sostenerli nel corso della preghiera, aiutando la persona al raccoglimento e alla concentrazione.
  • Esse riguardano: le parole, il canto, i gesti, l'iconografia, il luogo ove si prega.
  • I metodi e le tecniche sono necessari e utili, ma non sono necessariamente efficaci.
  • Sono mezzi per aiutare la preghiera, ma non sono né possono diventare fini.
  • Un metodo non è che una guida: l'importante è avanzare, con lo Spirito Santo, sull'unica Via, Modello, Maestro di preghiera: Gesù Cristo.



Quali sono le principali obiezioni alla preghiera?
  • Ecco alcune obiezioni alla preghiera:
    • non ho tempo: ho ben altro da pensare e da fare;
    • non ho voglia: non me la sento;
    • è inutile pregare perché occorre piuttosto agire;
    • non riesco a pregare perché mi distraggo frequentemente, perché il mio cuore è arido, incapace di pregare.
  • Tali obiezioni e difficoltà possono essere superate:
    • approfondendo il significato e il valore della preghiera autentica del cristiano;
    • pregando e chiedendo l'aiuto a Dio;
    • tenendo presente che certamente la preghiera suppone anche uno sforzo e una lotta contro noi stessi, contro le insidie del diavolo, contro concezioni erronee, varie mentalità diffuse che ci sono circa la preghiera;
    • crescendo nelle virtù dell'umiltà, della fiducia, della perseveranza, della custodia del cuore.
  • Circa l'obiezione di chi afferma che non prega più, perché nel passato ha pregato molto e non è stato esaudito, è bene ricordare che Dio talvolta tarda ad ascoltarci o non ci esaudisce affatto in quello che gli chiediamo:
    • per verificare la nostra fedeltà, costanza, fiducia in Lui;
    • per consentire a noi di verificare l'autenticità, l'opportunità o la necessità di ciò che gli chiediamo, e soprattutto la conformità delle nostre richieste alla volontà di Dio Padre;
    • per consolidare la nostra Fede;
    • per purificare e migliorare il nostro modo di chiedere;
    • per non darci qualcosa che non è il nostro vero e massimo bene: Dio ci conosce e ci ama più di quanto noi stessi ci conosciamo e ci amiamo;
    • per riservarci qualcosa di meglio e di più utile per noi, da donarci in seguito. Egli, infatti, vede meglio, più in là e in profondità rispetto a noi.

Come fare l'esame di coscienza per la Celebrazione del Sacramento della Confessione (seguendo i Dieci Comandamenti)?



DOMANDE PRELIMINARI:
Da quanto tempo non ti confessi bene?
- L'ultima volta hai detto tutti i peccati gravi commessi? - Nelle confessioni passate hai mai nascosto volutamente qualche peccato mortale? - Da quanto tempo non ricevi la Comunione? L'hai ricevuta sempre bene? - Ti sei accostato alla Comunione avendo sulla coscienza dei peccati mortali senza esserti prima confessato? - Hai mai profanato l'Eucaristia commettendo un sacrilegio? - Hai mancato di rispetto al SS. Sacramento accostandoti alla Comunione senza avere osservato il digiuno prescritto, parlando, ridendo, senza preparazione e senza pensare a Chi stavi per ricevere? - Fai qualche penitenza il venerdì? - Sai vivere con austerità soprattutto nei giorni comandati dalla Chiesa? - Hai mangiato carne nei venerdì di quaresima? - Hai fatto digiuno il Mercoledì delle Ceneri e il Venerdì Santo? - Hai aiutato la Chiesa, sovvenendo alle sue opere (missioni, seminari, sostentamento del clero ecc.)?



QUESITI CIRCA I DIECI COMANDAMENTI: 
  1. Non avrai altro Dio fuori di me
    Credi in Dio, Padre e Salvatore tuo e di tutti gli uomini? - La tua vita è orientata a Dio? - Lo ami come figlio? - Lo hai messo al primo posto tra i valori della tua vita? - Credi nel Padre, nel Figlio, nello Spirito Santo? - Preghi mattina e sera? - Vivi le virtù cristiane della Fede, speranza e carità? - Consideri la Fede come un dono prezioso da coltivare? Ti impegni a crescere nella Fede? - Sei convinto della tua religione cattolica? Ricerchi e accetti la volontà di Dio nella tua giornata, soprattutto nei momenti difficili? - Hai messo in pericolo la tua Fede leggendo libri, riviste, articoli contrari alla Fede, a Cristo, alla Chiesa? - Cerchi di conoscere, di approfondire e di farti spiegare le verità della Fede cristiana? - Hai parlato male della religione, del Papa, dei sacerdoti? - Hai allontanato qualcuno dalla pratica religiosa? - Speri nell'amore di Dio oppure ti scoraggi e disperi davanti alle difficoltà della vita, imprecando e ribellandoti? - Sei superstizioso? - Porti addosso amuleti, portafortuna, oggetti scaramantici? - Credi davvero all'oroscopo? - Sei andato da indovini, maghi, chiromanti, cartomanti, fattucchière? - Hai partecipato a sedute spiritiche?
  2. Non nominare il nome di Dio invano
    Hai rispetto e amore per il nome di Dio e della Madonna? - Hai testimoniato con coraggio la tua Fede? - Hai bestemmiato? - Hai fatto affermazioni false o eretiche su Dio, quali per esempio: "Dio non fa le cose giuste", "Dio è crudele", "Dio è cattivo", "Dio si diverte delle sofferenze degli uomini", "Dio si dimentica dei buoni" ecc.? - Hai raccontato fatti e barzellette blasfeme? Hai fatto giuramenti falsi o illeciti o senza necessità? - Hai mantenuto i voti e le promesse fatte?
  3. Ricordati di santificare le feste
    Le 24 ore della domenica e dei giorni festivi costituiscono "il giorno del Signore": le hai rese sante con la preghiera, compiendo opere buone, coltivando i valori sacri della vita (famiglia, amicizia, cultura, natura, solidarietà, pace ecc.)? - Ti sei liberato dalla fatica del lavoro, godendo della libertà del figlio di Dio? - Hai lavorato pur potendo farne a meno? - Hai partecipato alla Messa, vivendo un'ora assieme agli altri credenti? - Alla Messa ti sei distratto, hai chiacchierato, hai disturbato gli altri? - Hai dedicato gratuitamente agli altri (al di fuori della tua parentela) un po' del tuo tempo, delle tue capacità? - Hai fatto del volontariato?
  4. Onora il padre e la madre
    Hai amato, rispettato, ubbidito, aiutato i genitori secondo le tue possibilità? Sei stato gentile e disponibile in famiglia? - In casa collabori e condividi la vita con i tuoi? - Crei serenità, comunione, conversazione con gli altri o li fai vivere nella solitudine e nel silenzio? - Ti impegni per l'educazione dei figli? - Vegli sulle loro amicizie, giochi, divertimenti, letture? - Ti senti responsabile della scuola che frequentano? Dai loro l'esempio di una vera vita cristiana? - Preghi insieme con loro in famiglia? - Rispetti gli anziani, le donne, i bambini; i superiori, le autorità? - Ubbidisci con lealtà alle leggi dello Stato? - Compi i tuoi doveri di buon cittadino? - Capisci il valore del partecipare alle votazioni pubbliche? Hai votato secondo coscienza, in coerenza con i tuoi principi cristiani? - Hai mai venduto il tuo voto per interessi privati? - Sei iscritto ad associazioni che hanno finalità immorali?
  5. Non uccidere
    Consideri la tua vita come un dono di Dio, del quale tu non sei padrone assoluto, ma amministratore? - La rispetti con la moderazione nel cibo, nelle bevande, nel fumo? - Ti concedi il giusto riposo? - Fuggi l'alcolismo, la droga? - Hai spacciato droga? - Sei prudente nel guidare l'automobile? - Hai messo mai in pericolo la tua vita o quella degli altri? Hai curato opportunamente la salute tua e dei tuoi cari? - Ti sforzi di amare gli altri come te stesso, e soprattutto come Dio li ama? - Hai fatto agli altri ciò che vuoi che venga fatto a te? - Sei accogliente e solidale, soprattutto con chi ha meno di te? - Sei invidioso? - Coltivi sentimenti di odio, rancore, vendetta? Hai litigato? - Rispetti e aiuti chi è piùdebole nella società: malati, portatori di handicap, anziani, bambini, poveri? Sei razzista? - Hai perdonato le offese ricevute? - Hai fatto, procurato, consigliato l'aborto, uno dei peccati piùgravi al cospetto di Dio e della Chiesa? - Hai ucciso qualcuno? - Hai mai usato violenza? - Hai inflitto percosse, hai procurato ferite o malattie a qualcuno? - Possiedi, conservi, usi armi pericolose e offensive? - Sei stato crudele con gli animali? - Hai imprecato o augurato del male ad altri? - Hai dato scandalo con il tuo modo di vestire, di agire, di parlare? - Sei stato occasione di peccato per qualcuno?
  6. Non commettere atti impuri
    Sul corpo, sull'amore, sulla sessualità, sulla castità hai una concezione cristiana? - Hai conservato puro e casto il tuo corpo? - Hai commesso atti disonesti, osceni, immorali? - Ti sei abbandonato alla lussuria, all'autoerotismo, a perversioni sessuali, all' omosessualità? - Hai frequentato orge? - Hai avuto delle "avventure"? - Hai sedotto o disonorato qualche persona innocente? - Eviti le occasioni e le compagnie cattive o pericolose? - Hai conservato la tua fedeltà alla fidanzata o al fidanzato? - Hai rapporti prematrimoniali? - Nel matrimonio hai il senso cristiano del Sacramento ricevuto? - Ami, rispetti, aiuti con generosità il tuo coniuge? - La tua vita sessuale è sempre espressione d'amore, di donazione totale e feconda? - Hai commesso adulterio? - Hai usato male o abusato del matrimonio non osservando la legge di Dio e l'insegnamento della Chiesa? - Hai praticato in qualche modo la contraccezione? Leggi o guardi giornali, riviste, libri, spettacoli osceni? - Segui e gusti racconti, film, romanzi pornografici? Contribuisci allo sviluppo e alla diffusione della pornografia comprando materiale osceno? - In casa tieni statue oscene, o poster e immagini pornografiche? - Pensi o parli della donna (o dell'uomo) come se fosse solo oggetto di piacere? - Aiuti, incoraggi la fedeltà di altre coppie?
  7. Non rubare
    Sei convinto della parola del Vangelo che "è impossibile per chi è attaccato al danaro entrare nel Regno di Dio"? - Sai che l'avarizia, per la Bibbia, è "idolatria", cioè adorazione del danaro al posto di Dio? - Sei usuraio? - Hai prestato soldi con eccessivo interesse, rovinando persone bisognose già in difficoltà? - Sei onesto nel lavoro, nella professione, in ufficio, nel commercio? Quello che possiedi l 'hai guadagnato onestamente? - Ti sei appropriato di beni della comunità o di altri? - Credi di lavorare lealmente in modo da meritare lo stipendio mensile? - Hai perso tempo sul lavoro? - Ti sei assentato dal lavoro senza vera necessità? - Hai preteso regali e, bustarelle, favori non dovuti. - Hai chiesto raccomandazioni
    per ottenere vantaggi e privilegi? - Sei convinto che la disonestà degli altri non giustifica mai la tua? - Oltre ai tuoi diritti hai pensato anche ai tuoi doveri? - Rispetti i diritti degli altri? - Nelle rivendicazioni, anche giuste, tieni conto anche del bene comune? - Hai fatto scioperi ingiusti? - Tu, datore di lavoro, paghi il giusto stipendio ai dipendenti? - Frodi lo Stato? - Paghi con giustizia le tasse? - Rispetti quanto appartiene alla società: strade, mezzi di
    trasporto, luoghi ed edifici pubblici? Hai procurato danni all'ambiente, a monumenti, a proprietà pubbliche o private, sporcando e imbrattando? - Hai riparato o risarcito i danni fatti? - Hai restituito il danaro o altre cose avute in prestito? - Ti vendi per ottenere favori o vantaggi? - Hai frodato le compagnie di assicurazione dichiarando danni falsi e facendoti pagare ingiustamente? - Ti sei sempre assunto le tue responsabilità? - Hai praticato giochi d'azzardo? - Sei dedito al gioco, danneggiando la famiglia? - Hai falsificato assegni? - Hai spacciato coscientemente danaro falso? - Hai acquistato merce dichiaratamente rubata?
  8. Non dire falsa testimonianza
    Sei falso, sleale, ingannevole? - Con le tue parole inganni il prossimo? - Hai detto bugie, menzogne? - Hai proferito giudizi avventati? - Hai accusato ingiustamente il tuo prossimo? - Parli male degli altri? - Fai pettegolezzi? - Hai giurato il falso? - Testimoniando hai fatto deposizioni false? - Col tuo esempio hai insegnato a mentire ai tuoi figli, agli altri? - Hai cooperato agli errori degli altri, prendendovi parte direttamente e volontariamente? Hai omesso di impedire o di denunciare errori altrui, quando invece saresti stato tenuto a farlo? Hai protetto coloro che commettono il male? Con un silenzio colpevole hai coperto fatti delittuosi (omertà)? - Hai calunniato? - Hai diffamato qualcuno mormorando? - Hai riparato a eventuali diffamazioni o calunnie?
  9. Non desiderare la donna (o uomo) d'altri
    Hai custodito la modestia e il pudore nella tua vita e nei tuoi pensieri? - Hai una mente "pulita"? - Hai guardato donne (o uomini) con concupiscenza? - Ti sei compiaciuto volontariamente di pensieri o desideri impuri? - Cerchi con una moda sconveniente o con il modo di comportarti di suscitare in altri desideri, turbamenti, eccitamenti cattivi? Capisci che ciò è una violenza morale e uno scandalo?
  10. Non desiderare la roba d'altri
    Ti lamenti sempre di quello che hai, dicendo "Beati loro...!"? - Ami il lusso e lo sfarzo? - Disprezzi il valore evangelico della povertà? - Sei invidioso dei beni e delle cose altrui? - Auguri del male e godi del male degli altri? Come vivi quello che Cristo ha insegnato: "Beati i poveri in spirito"?

Perchè sono nato, dice Dio

Sono nato nudo, dice Dio perchè tu sappia spogliarti di te stesso.
Sono nato povero perchè tu possa considerarmi l'unica ricchezza.
Sono nato in una stalla perchè tu impari a santificare ogni ambiente.
Sono nato debole, dice Dio perchè tu non abbia mai paura di me.
Sono nato per amore perchè tu non dubiti mai del mio amore.
Sono nato di notte perchè tu creda che posso illuminare qualsiasi realtà.
Sono nato persona, dice Dio perchè tu non abbia mai a vergognarti di essere te stesso.
Sono nato uomo perchè tu possa essere "dio".
Sono nato perseguitato perchè tu sappia accettare le difficoltà.
Sono nato nella semplicità perchè tu smetta di essere complicato.
Sono nato nella tua vita, dice Dio per portare tutti alla casa del Padre.

La preghiera di lode è una preghiera cristiana per tutti noi!

Sei capace di gridare quando segna un goal la tua squadra - ha detto il Pontefice - e non sei capace di cantare le lodi al Signore?” Con questa domanda precisa Papa Francesco ha voluto scuotere le coscienze di noi tutti nel corso dell’omelia di martedì 28 gennaio 2014, in Santa Marta.

Tante volte nell’andare in chiesa sperimentiamo una certa vergogna al cantare al Signore, al pregare il Signore, a lodarlo. Il problema è forse, afferma il Pontefice, nel fatto che“lodare Dio è totalmente gratuito!”: non riceviamo in cambio nulla e quindi o ce ne dimentichiamo o ci nascondiamo dietro il nostro contegno.
Davvero è difficile credere che non sei capace “di uscire un po’ dal tuo contegno per cantare” ma poi quando allo stadio “la tua squadra segna un goal” allora lì ti lasci andare alle più svariate manifestazioni di gioia.
Lodare Dio deve essere una espressione di gioia non differente da quella che proviamo quando allo stadio vince la squadra del cuore: la gioia deve scaturire dal cuore stesso delle persone, come viene, senza vergogna, anche con balli.
Ma, Padre, questo è per quelli del Rinnovamento nello Spirito, non per tutti i cristiani!” continua Bergoglio “La preghiera di lode è una preghiera cristiana per tutti noi!”. Le scritture del giorno ci mostrano re Davide lasciarsi andare a balli di gioia quando l’arca dell’Alleanza rientra e, continua la riflessione del Pontefice, anche “Sara ballava nel momento grande della sua fecondità, a novant’anni!
Il fatto è che la preghiera di lode ci rende fecondi: una fecondità non tanto o non solo fisica, come quella di Sara, ma fecondi spiritualmente, capaci di generare nuova vita. “Io mi domando– ha invece fatto notare Papa Francesco – quanto volte noi disprezziamo nel nostro cuore persone buone, gente buona che loda il Signore come le viene, così spontaneamente, perché non sono colti, non seguono gli atteggiamenti formali?
Nella Messa, tutti i giorni, quando cantiamo il Santo… Questa è una preghiera di lode” ha quindi aggiunto Bergoglio. È in quel momento della messa che “lodiamo Dio per la sua grandezza, perché è grande! E gli diciamo cose belle, perché a noi piace che sia così”.
Dobbiamo dunque riscoprire la preghiera di lode poiché “quell’uomo o quella donna che loda il Signore, che prega lodando il Signore – ha quindi terminato Papa Francesco -che quando prega il Gloria si rallegra di dirlo, quando canta il Sanctus nella Messa - ha infine aggiunto Bergoglio - si rallegra di cantarlo, è un uomo o una donna fecondo”.

Giovani di fronte a Cristo. Testimonianze


Annette, 21 anni.  
’Alla fine mi ero buttata sulla morfina e sull’oppio. Mia madre e i miei insegnanti conoscevano la mia situazione e mi volevano aiutare, ma dentro di me li deridevo. Stimavo soltanto le persone che avevano una qualche esperienza della droga. Vivevo in una Comune, con gente che smerciava stupefacenti e avevo cominciato anch’io a vendere LSD. La polizia mi fermò parecchie volte. Ero disperata e non vedevo alcuna via d’uscita Tentai tre volte di uccidermi. Mio padre mi portò ad Hannover dove fui sottoposta per sei mesi ad una cura psicoterapeutica. Ma senza nessun risultato.
Volevo una sola cosa: tornare a Berlino e vivere di droga. Vivevo in un mondo irreale, cominciai a sentirmi perseguitata.
A Berlino tutto incominciò come prima. Tornai a drogarmi, a vivere con altri spacciatori. Finii davanti a un tribunale. Poi arrivò un giorno di gennaio quando dalla disperazione più nera cominciai a urlare il nome di Dio, un Dio nel quale non avevo mai creduto. Implorai il suo aiuto, volevo andare da Lui. La sera di quel giorno qualcuno mi portò a Nollendorfplatz, dove mi convertii e Dio mi trasformò.
Mi trovai così libera e felice.
Ora ho trovato ciò che cercavo: amore senza fine e senza limiti.
W. LOIEWSKI, Jesus People, Ed. Paoline

- Gerd, 18 anni: invece della rivoltella, Gesù
Ho sette fratelli. Mio padre beve e la situazione in famiglia non è certo delle migliori. Tutti questi problemi non mi permisero di continuare il mio lavoro. Cominciai a vivere fuori casa. Prima mi ubriacavo, poi cominciai a fumare, e alla fine a farmi iniezioni. Era un modo per dimenticare le mie difficoltà. Finii dentro quattro volte, per violazione di domicilio. Rimasi un mese e mezzo in prigione a Düsseldorf. Tornato a Berlino, cercai di mettermi su una buona strada.
Lavoravo in un gruppo giovanile di ispirazione religiosa, ma non mi sentivo felice. Il mio passato mi seguiva sempre. A casa ero considerato un delinquente, nel gruppo mi si credeva un mezzo spostato. Senza volerlo, cominciai di nuovo a fumare, qualche volta a prendere acido. Odiavo i miei amici, odiavo il Pastore, non trovavo da nessuna parte amore e comprensione: solo parole vuote. Ero psichicamente distrutto.
Buttai giù dieci pasticche in una sola volta e rimasi per terra su una strada per tre giorni. Tutti mi voltarono le spalle, non avevo più nemmeno le loro vuote parole. Mi avevano detto che bisognava tornare lì dove era cominciato tutto. Tornai a casa perché lì erano cominciati tutti i miei problemi. Volevo solo dimostrare che ero diverso da come pensavano, ma ben presto sentii di dover buttare tutto a mare. Se avessi avuto in mano una pistola mi sarei sparato, invece trovai un amico che mi parlò di Gesù.
Pensai che fosse un matto. Le mie esperienze con la Chiesa e tutto il resto non erano state certo piacevoli. Eppure trovavo un certo fascino in quel che Peter mi raccontava. Anche lui era così diverso! Non fumava più, e dal suo volto, da tutta la sua persona, traspariva qualcosa di più che semplice interessamento. Andai con lui ad una funzione a Nollendorfplatz e per la prima volta avvertii cosa è l’amore. Cristo mi apparve come l’unica persona che potesse capirmi e aiutarmi. Tutta la mia vita cambiò. Smisi di fumare, di bere, di drogarmi.
I problemi familiari non mi pesavano più. Sapevo che a casa c’era bisogno di me. Ora ho la forza di sopportare tutto, cerco di dare ai miei genitori e ai fratelli l’amore che a me è mancato per tanto tempo, l’amore che mi ha regalato Cristo.
W. LOIEWSKI, Jesus People, Ed. Paoline

- Se fosse vero
Dopo una di queste passeggiate, tornai a casa e mi misi a rileggere, per la prima volta dopo molti anni, il Vangelo secondo Marco. Nel seguire il sublime racconto, non smettevo di sussurrare a me stesso: “Se fosse vero! Se fosse vero!”.
Mi resi conto, all’improvviso, di non aver fatto nessun tentativo serio per scoprire se fosse vero. Avevo basato il mio convincimento su di una presunzione facile e volgare, la presunzione che i miracoli non accadono. Decisi all’istante di compiere qualche imparziale ricerca teologica. Andai a Londra e ne tornai con una valigia piena di libri. I mesi che seguirono furono tra i più appassionanti che abbia mai trascorso: perché si trattò di una vera caccia attraverso la storia, il cui premio finale era la fede.
Non intendo dilungarmi sulle prove storiche a favore del Cristianesimo. Tuttavia su di una cosa insisto con tutte le mie forze. Se qualcuno dei miei lettori è tra coloro che ritengono la spiegazione cristiana dei fatti “impossibile”, contraria alla natura e del tutto incompatibile con le «idee illuminate»; se, in poche parole, la crede soltanto una bella leggenda, lo scongiuro nel suo stesso vitale interesse di esaminare quei fatti con imparzialità e freddezza, come se facesse parte di una giuria’.
B. NICHOLS, scrittore inglese moderno, All I could never be

- Anche Cesare Pavese, al chiudersi del 1943, decide di fuggire. Ora mentre tutto un mondo crolla sotto le bombe delle ’fortezze volanti’, e sulle colline attorno a lui si accendono battaglie, Pavese entra nel santuario di Crea, si sofferma a lungo a pensare. Legge i Vangeli, discute con i monaci del santuario.
Al termine del 1944 annota sul diario: ’Annata strana, ricca. Cominciata e finita con Dio. Potrebbe essere la più importante che hai vissuto. Se perseveri in Dio, certo’.

- Giovanna, 19 anni
’A 15 anni ho reagito al mio ambiente religioso tradizionale, con un atteggiamento di disinteresse e apatia, fino a quando incontrai dei giovani che mi colpirono per la loro vita particolare. Leggevano spesso il Vangelo e poi cercavano di viverlo nella giornata. Per me il Vangelo era una delle tante tradizioni religiose un ricordo di ciò che aveva fatto Gesù. Iniziai anch’io a vedere con animo diverso questo libro e mi accorsi che ogni parola scritta lì era qualcosa di nuovo e che la capivo molto di più quando cercavo di realizzarla con la vita.
Una frase che mi affascinava ogni volta che la leggevo era: “Che tutti siano uno”, ma mi colpiva perché questo era l’ideale per cui vivevano quei giovani: fare di tutti gli uomini una sola famiglia’

- Jesus, Decca: ’Gesù, torna fra noi’ DC, 25472 ST
Gesù! Gesù non vuoi ritornare fra noi?
Fra noi, quaggiù sulla terra?
Gesù, Gesù, torna da noi!
Vieni per quelli che fumano la marijuana
e per quelli che parlano, parlano, parlano.
Vieni dagli uomini
sempre tuttora ostinati a credere
che il mondo sia già a posto, sia o.k.
Riscattaci, salvaci dunque! Alleluia!
Dalla perenne lotta infuriante fra le nazioni,
dalle divisioni e dalla disgregazione,
da tutti gli isolazionismi
e anche dall’amore della morte:
salvaci, riscattaci!
Gesù! Gesù, non vuoi ritornare fra noi?!
Fra noi quaggiù sulla terra?!
Gesù! Gesù, torna da noi!
Tu vedi cosa regna in mezzo a noi:
Lo sfacelo dell’amore,
la distruzione della felicità,
l’annientamento della libertà,
la disintegrazione del mondo!
Riscattaci, salvaci dunque! Alleluia!
Salvaci dai demoni
Salvaci da Satana!
Salvaci dall’inferno!
Gesù! Gesù, non vuoi ritornare fra noi?!
Fra noi quaggiù sulla terra?!
Gesù! Gesù, torna da noi!

- Cristo l’ho scoperto così
È successo a Catania, ad un Convegno giovanile del PIME (Pontificio Istituto Missioni Estere, con sede a Milano): ’C’erano circa 100 giovani, per lo più studenti di liceo e universitari, gente piena di problemi, che sa parlare per ore senza cedere alla stanchezza, ma che difficilmente stacca il sedere dalla sedia per mettersi a lavorare. Avevano grosse questioni da affrontare, roba religiosa e vocazionale, cose che riguardano la fede nel mondo di oggi, tecnicizzato e ateo, decisioni radicali da prendere... Fra loro c’era anche un contadino di 18 anni, che aveva fatto i salti mortali per trovare i soldi e partecipare al convegno. Alcuni, i più attenti, avevano pensato: poverino, si troverà a disagio, bisognerà stargli vicino e avere tanta carità con lui... Bene, ad un certo punto questo tipo si alza e dice: “State discutendo su come trovare Cristo e donargli la vita nel mondo d’oggi. Io mi sono accorto che vicino a casa mia ci sono alcune persone cieche alle quali nessuno bada. Ho capito che Cristo era là. Così la sera, quando torno dal lavoro, vado da loro e li aiuto a riordinare la casa, a fare le pulizie personali, ad affrontare tutti i piccoli problemi della vita. All’inizio facevo fatica, avevo ripugnanza, pensavo di aver diritto ad un po’ di riposo... ma se Gesù era là, come potevo non andarci? Io Cristo l’ho scoperto così’.

- Giusy, 22 anni Un radicale cambiamento
’In famiglia mi avevano insegnato a credere che c’è Dio e io lo avevo creduto veramente. Ma a 15 anni mi sono venuti tanti dubbi. Provavo un gran vuoto, una grande confusione di idee. Un mio fratello di 13 anni, Paul, era ammalato di leucemia ed aveva pochi mesi di vita. Lo vedevo sempre sorridente, nella pace, vivere come una persona normale: pensavo che forse non sapeva della sua morte così vicina. Però un giorno sono riuscita a leggere il suo diario: nella notte aveva avuto tanti dolori, ai piedi, alle mani, alle spalle. Avrebbe voluto svegliare il fratello per chiedere un calmante. Ma aveva ricordato questa frase del Vangelo: ’Con la pazienza possederete le vostre anime’. Così lo aveva lasciato dormire, anche pensando che era molto stanco. In un’altra parte scriveva quest’altra frase del Vangelo: ’Qualunque cosa avrete fatto al più piccolo, l’avrete fatta a me’.
Ci vedeva tutti, fratelli e genitori, come Gesù stesso: per questo non voleva darci il dolore della sua morte. Ma era possibile? Ho sentito un filo di speranza. Forse anch’io potevo trovare Dio, facendo come lui; ma era difficile incominciare, perché non l’avevo mai fatto. Dopo due mesi Paul era morto, ma ci lasciava in una grande pace. In quel momento ho confrontato la mia vita con la sua: sapevo dare anch’io questa pace agli altri? No. La sua morte è stata per me una rinascita.
Subito ho voluto cominciare a vivere una di quelle Parole che avevo lette nel suo diario: ’Qualunque cosa avrete fatto al più piccolo...’. Sono entrata in cucina per aiutare la mamma a lavare i piatti. Ho sentito una gioia profonda, la presenza di Dio, che prima inutilmente cercavo. Così ho sperimentato subito quest’altra Parola: ’Dov’è la carità e l’amore lì c’è Dio’.

- Anna FRANK, Diario, 6 luglio 1944. Non ha religione...
’Non posso comprendere gli uomini che non amano il lavoro; ma non è questo il caso di Peter. Quello che gli manca è uno scopo ben definito; si giudica troppo stupido e troppo dappoco per combinare qualcosa. Povero giovane, non ha ancora mai provato la sensazione di rendere felice un altro, e questa non gliela posso insegnare.
Non ha religione, parla con sprezzo di Gesù Cristo, bestemmia il nome di Dio; sebbene io non sia ortodossa, ogni volta mi fa pena vedere quanto è abbandonato, quanto è sprezzante, quanto è meschino.
Coloro che hanno una religione possono ritenersi felici, perché non a tutti è dato credere a cose sopraterrene. Non è neppure necessario credere alla punizione dopo la morte; il purgatorio, l’inferno e il paradiso sono cose che molti possono non ammettere; però una religione, non importa quale essa sia, mette l’uomo sulla buona strada. Non si tratta di temere Iddio, ma tenere alto il proprio onore e la propria coscienza.
Quanto sarebbero buoni gli uomini, se ogni sera prima di addormentarsi rievocassero gli avvenimenti della giornata e riflettessero a ciò che vi è stato di buono e di cattivo nella loro condotta! Involontariamente cercheresti allora ogni giorno di correggerti, ed è probabile che dopo qualche tempo avresti ottenuto un risultato.
Questo mezzuccio è alla portata di tutti, non costa nulla ed è certamente utilissimo. “Una coscienza tranquilla rende forti”: chi non lo sa, deve impararlo e farne esperienza’.

- Senza Cristo, una vita priva di significato?
’Ho ventidue anni, ho raggiunto un buon titolo di studio, possiedo una lussuosa automobile, sicurezza finanziaria, la disponibilità di una potenza sessuale e di buon prestigio maggiore di quanto mi occorra. Adesso devo solo spiegarmi che cosa significhi tutto questo”.
Mi riferisco brevemente ai risultati di una inchiesta, condotta dall’Università di Idaho.
Su 60 giovani che hanno tentato il suicidio, per l’85% il motivo dominante era che “la vita per essi non significava più nulla”, non aveva per loro più senso. E di questo 85%, un’altissima percentuale, il 93%, non presentava carenze psichiatriche comuni: provenivano da buone famiglie, stavano bene in salute, riuscivano ottimamente negli studi, non accusavano particolari conflitti nelle relazioni con gli altri, godevano dell’affetto di una ragazza... Non presentavano quindi particolari problemi, se non questo: la vita non aveva più alcun rilievo significativo’.
VIKTOR E. FRANKL, medico-psicologo

- ’Hotch, se non posso esistere alle mie condizioni, l’esistenza è impossibile... Non ci sarà un’altra primavera, Hotch. E neanche un altro autunno.. Non riesco... Non ce la faccio assolutamente’.
E così si arrivò alla tragica conclusione. Il 2 luglio 1961 uno scrittore che per molti critici è il più grande di questo secolo, un uomo che aveva genio pari al suo amore per la vita e per l’avventura, un vincitore del Premio Nobel e del Premio Pulitzer si accostò un fucile alla testa e si uccise.
Come è avvenuto? Perché? Sono stato suo intimo amico per quattordici anni sino al giorno della sua morte. Sapevo tutto della sua vita: avventure, conversazioni, sogni e delusioni, trionfi e disfatte di quell’uomo complicato, inimitabile, divertente e pieno di vita che era Ernest Hemingway, ma non so dirvi perché. Nessuno lo sa’.
A. E. HOTCHNER, Papà Hemingway





Meditazione del giorno 29/01/2014

San Cesario di Arles (470-543), monaco e vescovo
Discorsi al popolo, n. 6 passim (SC 175)
 
“Portano frutto nella misura chi del trenta, chi del sessanta, chi del cento per uno”
    Fratelli amatissimi, quando vi proponiamo qualcosa di utile all’anima, nessuno cerchi di scusarsi dicendo: “Non ho tempo di leggere, perciò non posso conoscere i comandamenti di Dio né osservarli”… Attacchiamoci ai vani discorsi ed ai mordaci divertimenti…, e vedremo certo che non ci resta tempo da dedicare alla lettura della Santa Scrittura… Quando le notti sono più lunghe, ci sarà qualcuno capace di dormire tanto da non poter leggere personalmente o ascoltare qualcun altro leggere la Scrittura?... Poiché la luce dell’anima ed il suo cibo eterno non sono altro che la Parola di Dio, senza la quale il cuore non può né vivere né vedere…

    La cura dell’anima è proprio simile alla coltura della terra. Come in una terra coltivata si toglie e si estirpa da una parte e dall’altra fino alla radice per seminare il buon grano, così occorre fare nella nostra anima: togliere ciò che è cattivo e piantare ciò che è buono; estirpare ciò che è dannoso, innestare ciò che è utile; sradicare l’orgoglio e piantare l’umiltà; gettare via l’avarizia e custodire la misericordia; disprezzare l’impurità e amare la castità…

    Infatti sapete come si coltiva la terra. Prima si tolgono i rovi, si gettano lontano le pietre, poi si lavora la terra stessa, si ricomincia una seconda volta, una terza, e infine… si semina. Sia così per l’anima: dapprima, sradichiamo i rovi, cioè i pensieri cattivi, poi togliamo le pietre, cioè ogni malizia e durezza. Infine lavoriamo il nostro cuore con l’aratro del Vangelo e il vomere della croce, frantumiamolo con la penitenza, orniamolo con l’elemosina, prepariamolo con la carità ad accogliere il seme del Signore…, affinché possa ricevere con gioia il seme della parola divina e portare frutto non solo trenta, ma sessanta e cento volte.