venerdì 7 febbraio 2014

PER UN FRATELLO SPECIALE



Signore misericordioso, che al tuo servo Padre Emanuele, Pastore, nel tempo della sua dimora tra noi, hai affidato la tua parola e i tuoi sacramenti, donagli di esultare per sempre nella liturgia del cielo. 

Per Cristo nostro Signore. Amen.

Magnificat


 

L'anima mia magnifica il Signore  *
e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore,

perché ha guardato l'umiltà della sua serva.
  *
D'ora in poi tutte le generazioni
mi chiameranno beata.

Grandi cose ha fatto in me l'Onnipotente
  *
e santo é il suo nome:

di generazione in generazione la sua misericordia
  *
si stende su quelli che lo temono.

Ha spiegato la potenza del suo braccio,
  *
ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore;

ha rovesciato i potenti dai troni,
  *
ha innalzato gli umili;

ha ricolmato di beni gli affamati,
  *
ha rimandato i ricchi a mani vuote.

Ha soccorso Israele, suo servo,
  *
ricordandosi della sua misericordia,

come aveva promesso ai nostri padri,
  *
ad Abramo e alla sua discendenza, per sempre.

Gloria al Padre e al Figlio  *
e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, e ora e sempre
  *
nei secoli dei secoli. Amen.

 


Magnificat

Magníficat  *
   ánima mea Dóminum,
et exsultávit spíritus meus
  *
   in Deo salvatóre meo,
quia respéxit humilitátem
ancíllæ suæ,
  *
   ecce enim ex hoc beátam me dicent
      omnes generatiónes.

Quia fecit mihi magna, qui potens est:
  *
   et sanctum nomen eius,
et misericórdia eius
a progénie in progénies
  *
  
timéntibus eum.

Fecit poténtiam in bráchio suo,
  *
   dispérsit supérbos mente cordis sui;
depósuit poténtes de sede
,
  *
   et exaltávit húmiles,
esuriéntes implévit bonis,
  *
   et dívites dimísit inánes.

Suscépit Ísrael púerum suum,
  *
   recordátus misericórdiæ suæ,
sicut locútus est ad patres nostros,
  *
   Àbraham et sémini eius in sǽcula.


Glória Patri et Fílio  *
   et Spirítui Sancto.
Sicut erat in princípio,
et nunc et semper,
  *
   et in sǽcula sæculórum. Amen.

Benedictus


  
Benedetto il Signore Dio d'Israele, *
   perché ha visitato e redento il suo popolo,

e ha suscitato per noi una salvezza potente *
   nella casa di Davide, suo servo,

come aveva promesso *
   per bocca dei suoi santi profeti d'un tempo:

salvezza dai nostri nemici, *
   e dalle mani di quanti ci odiano.

Così egli ha concesso misericordia ai nostri padri *
   e si è ricordato della sua santa alleanza,

del giuramento fatto ad Abramo, nostro padre, *
   di concederci, liberati dalle mani dei nemici,

di servirlo senza timore, in santità e giustizia *
   al suo cospetto, per tutti i nostri giorni.

E tu, bambino, sarai chiamato profeta dell'Altissimo *
   perché andrai innanzi al Signore a preparargli le
        
strade,

per dare al suo popolo la conoscenza della salvezza *
   nella remissione dei suoi peccati,

grazie alla bontà misericordiosa del nostro Dio, *
   per cui verrà a visitarci dall'alto un sole che sorge,

per rischiarare quelli che stanno nelle tenebre *
   e nell'ombra della morte

e dirigere i nostri passi *
   sulla via della pace.

Gloria al Padre e al Figlio  *
   e allo Spirito Santo.

Come era nel principio, e ora e sempre
  *
   nei secoli dei secoli. Amen.

 


Benedictus

Benedíctus Dóminus Deus Israel, *
    quia visitávit et fecit redemptiónem plebis suæ;
   
et eréxit cornu salútis nobis, *
  in domo David, púeri sui:
sicut locútus est per os sanctórum, *
  qui a sæculo sunt, prophetárum eius;
 salútem ex inimícis nostris, *
  et de manu ómnium, qui odérunt nos:
ad faciéndam misericórdiam cum pátribus nostris, *
    et memorári testaménti sui sancti;
   iusiurándum, quod iurávit ad Abraham,
        patrem nostrum, *
  datúrum se nobis,
ut sine timóre,
             de manu inimicórum nostrórum liberáti, *
    serviámus illi,
   in sanctitáte et iustítia coram ipso, *
ómnibus diébus nostris.
 
Et tu, puer, prophéta Altíssimi vocáberis: *
   præíbis enim ante fáciem Dómini paráre vias eius,
  
ad dandam sciéntiam salútis plebi eius, *
 in remissiónem peccatórum eórum,
per víscera misericórdiæ Dei nostri, *
   in quibus visitávit nos Oriens ex alto:
    illumináre his, qui in ténebris
             et in umbra mortis sedent, *
ad dirigéndos pedes nostros in viam pacis.
 
Glória Patri, et Fílio, *
   et Spirítui Sancto.
    Sicut erat in princípio, et nunc et semper, *
 et in sæcula sæculórum. Amen.

Santo Spirito

Vieni, Santo Spirito
 
Vieni, Santo Spirito,
manda a noi dal cielo
un raggio della tua luce.
Vieni, padre dei poveri,
vieni, datore dei doni,
vieni, luce dei cuori.
Consolatore perfetto,
ospite dolce dell'anima,
dolcissimo sollievo.
Nella fatica, riposo,
nella calura, riparo,
nel pianto, conforto.
O luce beatissima,
invadi nell'intimo
il cuore dei tuoi fedeli.





Senza la tua forza,
nulla è nell'uomo,
nulla senza colpa.
Lava ciò che è sordido,
bagna ciò che è arido,
sana ciò che sanguina.
Piega ciò che è rigido,
scalda ciò che è gelido,
drizza ciò ch'è sviato.
Dona ai tuoi fedeli 
che solo in te confidano
i tuoi santi doni.
Dona virtù e premio,
dona morte santa,
dona gioia eterna. Amen.
 


V
eni, Sancte S
pirítus
Veni, Sancte Spíritus,
et emítte cǽlitus
lucis tuæ rádium.

Veni, pater páuperum,
veni, dator múnerum,
veni, lumen córdium.

Consolátor óptime,
dulcis hospes ánimæ,
dulce refrigérium.

In labóre réquies,
in æstu tempéries,
in fletu solácium.

O lux beatíssima,
reple cordis íntima
tuórum fidélium.
 
Sine tuo númine,
nihil est in hómine
nihil est innóxium.

Lava quod est sórdidum,
riga quod est áridum,
sana quod est sáucium.

Flecte quod est rígidum,
fove quod est frígidum,
rege quod est dévium.

Da tuis fidélibus,
in te confidéntibus,
sacrum septenárium.

Da virtútis méritum,
da salútis éxitum,
da perénne gáudium.
Amen.

Gesù

Sacratissimo Cuore di Gesù
  Offerta della giornata al Sacro Cuore di Gesù
Cuore Divino di Gesù, io ti offro per mezzo del Cuore Immacolato di Maria, in unione al Sacrificio Eucaristico, le preghiere, le azioni, le gioie e le sofferenze di questo giorno in riparazione dei peccati e per la salvezza di tutti gli uomini, a gloria del Divin Padre. Amen.

 
Atto di Consacrazione al Sacro Cuore
Il tuo Cuore, o Gesù, è asilo di pace, il soave rifugio nelle prove della vita, il pegno sicuro della mia salvezza. A Te mi consacro interamente, senza riserve, per sempre. Prendi possesso, o Gesù, del mio cuore, della mia mente, del mio corpo, dell'anima mia, di tutto me stesso. I miei sensi, le mie facoltà, i miei pensieri ed affetti sono tuoi. Tutto ti dono e ti offro; tutto appartiene a te. Signore, voglio amarti sempre più, voglio vivere e morire di amore. Fa o Gesù, che ogni mia azione, ogni mia parola, ogni palpito del mio cuore siano una protesta di amore; che l'ultimo respiro sia un atto di ardentissimo e purissimo amore per te.


Le promesse di Gesù a
Santa Margherita Maria Alacoque
per i devoti del suo Sacro Cuore
1.  Darò loro tutte le grazie necessarie al loro stato
2.  Porterò soccorso alle famiglie che si trovano in difficoltà e metterò la pace nelle famiglie divise.
3.  Li consolerò nelle loro afflizioni.
4.   Sarò il loro sicuro rifugio in vita e specialmente in punto di morte.
5.   Spargerò abbondanti benedizioni sopra tutte le loro opere.
6.   I peccatori troveranno nel mio Cuore la fonte e l'oceano della Misericordia.
7.   Le anime tiepide si infervoreranno.
8.   Le anime fervorose giungeranno in breve a grande perfezione.
9.
  
Benedirò i luoghi dove l'immagine del mio Sacro Cuore verrà esposta ed onorata.
10. A tutti coloro che lavoreranno per la salvezza delle anime darò loro il dono di commuovere i cuori più induriti.
11.  Il nome di coloro che propagheranno la devozione al mio Sacro Cuore sarà scritto nel mio Cuore e non ne verrà mai cancellato.
12.  Io ti prometto, nell'eccesso della Misericordia del mio Cuore, che il mio Amore Onnipotente concederà a tutti coloro che si  comunicheranno al Primo Venerdì del mese per nove mesi  consecutivi, la grazia della penitenza finale. Essi non moriranno in mia disgrazia, né senza ricevere i Sacramenti, e il mio Cuore sarà il loro asilo sicuro in quell'ora estrema.

Padre Pio

vedi anche  Padre Pio, vita, stigmate e santificazione  
                              Le Profezie   
                              I profumi di padre Pio
                              Dio vede tutto 
Cenni Biografici
          
Erede spirituale di San Francesco d'Assisi, Padre Pio da Pietrelcina è stato il primo sacerdote a portare impressi sul suo corpo i segni della crocifissione.
Già noto al mondo come il "Frate stigmatizzato", Padre Pio, al quale il Signore aveva donato particolari carismi, si adoperò con tutte le sue forze per la salvezza delle anime. Le moltissime testimonianze dirette della "santità" del Frate, arrivano sino ai nostri giorni, accompagnate da sentimenti di gratitudine.
Le sue intercessioni provvidenziali presso Dio furono per molti uomini causa di guarigione nel corpo e motivo di rinascita nello Spirito.

Padre Pio da Pietrelcina, al secolo Francesco Forgione, nacque a Pietrelcina, un piccolo paese del beneventano, il 25 maggio 1887. Venne al mondo in casa di gente povera dove il papà Grazio Forgione e la mamma Maria  padrepio2.jpg (5839 byte)Giuseppa Di Nunzio avevano accolto già altri figli. Fin dalla tenera età Francesco sperimentava in se il desiderio di consacrarsi totalmente a Dio e questo desiderio lo distingueva dai suoi coetanei. Tale "diversità" fu oggetto di osservazione da parte dei suoi parenti e dei suoi amici. Raccontava mamma Peppa - "non commetteva nessuna mancanza, non faceva capricci, ubbidiva sempre a me e a suo padre, ogni mattina ed ogni sera si recava in chiesa a visitare Gesù e la Madonna. Durante il giorno non usciva mai con i compagni. Qualche volta gli dicevo: "Francì esci un pò a giocare. Egli si rifiutava dicendo: "non ci voglio andare perché essi bestemmiano".
Dal diario di Padre Agostino da San Marco in Lamis, che fu uno dei direttori spirituali di Padre Pio, si venne a sapere che Padre Pio, fin dal 1892, quando aveva solo cinque anni, viveva già le sue prime esperienze carismatiche. Estasi ed apparizioni erano così frequenti che il bambino le riteneva assolutamente normali.
Con il passare del tempo poté realizzarsi quello che per Francesco era il più grande sogno: consacrare totalmente la vita al Signore. Il 6 gennaio 1903, a sedici anni, entrò come chierico nell'Ordine dei Cappuccini e fu ordinato sacerdote nel Duomo di Benevento, il 10 agosto 1910.
Ebbe così inizio la sua vita sacerdotale che a causa della sue precarie condizioni di salute, si svolgerà dapprima in diversi conventi del beneventano, dove fra Pio fu inviato dai suoi superiori per favorirne la guarigione, poi, a partire dal 4 settembre 1916, nel convento di San Giovanni Rotondo, sul Gargano, dove, salvo poche e brevi interruzioni, rimase fino al 23 settembre 1968, giorno della sua nascita al cielo.
In questo lungo periodo, quando eventi di particolare importanza non modificavano la quiete conventuale, Padre Pio dava inizio alla sua giornata svegliandosi prestissimo, molto prima dell'alba, cominciando con la preghiera di preparazione alla Santa Messa. Successivamente scendeva in chiesa per la celebrazione dell'Eucarestia al quale seguivano il lungo ringraziamento e la preghiera sul matroneo davanti a Gesù Sacramentato, infine le lunghissime confessioni.
Uno degli eventi che segnarono profondamente la vita del Padre fu quello verificatosi la mattina del 20 settembre 1918, quando, pregando davanti al Crocifisso del coro della vecchia chiesina, ricevette il dono delle stimmate, visibili; che rimasero aperte, fresche e sanguinanti, per mezzo secolo.
Questo fenomeno straordinario catalizzò, su Padre Pio l'attenzione dei medici, degli studiosi, dei giornalisti ma soprattutto della gente comune che, nel corso di tanti decenni si recò a San Giovanni Rotondo per incontrare il "Santo" frate.
In una lettera a Padre Benedetto, datata 22 ottobre 1918, lo stesso Padre Pio racconta della sua "crocifissione":
"...cosa dirvi di ciò che mi dimandate del come si è avvenuta la mia crocifissione? Mio Dio che confusione e che umiliazione io provo nel dover manifestare ciò che Tu hai operato in questa tua meschina creatura! Era la mattina del 20 dello scorso mese (settembre) in coro, dopo la celebrazione della Santa Messa, allorché venni sorpreso dal riposo, simile ad un dolce sonno. Tutti i sensi interni ed esterni, non che le stesse facoltà dell'anima si trovarono in una quiete indescrivibile. In tutto questo vi fu totale silenzio intorno a me e dentro di me; vi subentrò subito una gran pace ed abbandono alla completa privazione del tutto e una posa nella stessa rovina, tutto questo avvenne in un baleno. E mentre tutto questo si andava operando; mi vidi dinanzi un misterioso personaggio; simile a quello visto la sera del 5 agosto, che differenziava in questo solamente che aveva le mani ed i piedi ed il costato che grondava sangue. La sua vista mi atterrisce; ciò che sentivo in quell'istante in me non saprei dirvelo. Mi sentivo morire e sarei morto se il Signore non fosse intervenuto a sostenere il cuore, il quale me lo sentivo sbalzare dal petto. La vista del personaggio si ritira ed io mi avvidi che mani, piedi e costato erano traforati e grondavano sangue. Immaginate lo strazio che sperimentai allora e che vado esperimentando continuamente quasi tutti i giorni. La ferita del cuore gitta assiduamente del sangue, specie dal giovedì a sera sino al sabato.
Padre mio, io muoio di dolore per lo strazio e per la confusione susseguente che io provo nell'intimo dell'anima. Temo di morire dissanguato, se il Signore non ascolta i gemiti del mio povero cuore e col ritirare da me questa operazione...
."
Per anni, quindi, da ogni parte del mondo, i fedeli si recarono da questo sacerdote stigmatizzato, per ottenere la sua potente intercessione presso Dio.
Cinquant'anni vissuti nella preghiera, nell'umiltà, nella sofferenza e nel sacrificio, dove per attuare il suo amore, Padre Pio realizzò due iniziative in due direzioni: una verticale verso Dio, con la costituzione dei "Gruppi di preghiera", l'altra orizzontale verso i fratelli, con la costruzione di un moderno ospedale: "Casa Sollievo della Sofferenza".
Nel settembre del 1968 migliaia di devoti e figli spirituali del Padre si radunarono in convegno a San Giovanni Rotondo per commemorare insieme il 50° anniversario delle stigmate e celebrare il quarto convegno internazionale dei Gruppi di Preghiera.
Nessuno avrebbe immaginato invece che alle 2.30 del 23 settembre 1968 avrebbe avuto termine la vita terrena di Padre Pio da Pietrelcina.


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Meditazione del giorno 07/02/2014

Venerdì della IV settimana delle ferie del Tempo Ordinario
Meditazione del giorno
Beato Giovanni Paolo II (1920-2005), papa
Esortazione apostolica « Ecclesia in Europa », 13 
Giovanni Battista, testimone della fede
    Voglio riproporre a tutti, perché non sia mai dimenticato, quel grande segno di speranza costituito dai tanti testimoni della fede cristiana, vissuti nell'ultimo secolo, all'Est come all'Ovest. Essi hanno saputo far proprio il Vangelo in situazioni di ostilità e persecuzione, spesso fino alla prova suprema del sangue.

    Questi testimoni, in particolare quanti tra di loro hanno affrontato la prova del martirio, sono un segno eloquente e grandioso, che ci è chiesto di contemplare e imitare. Essi ci attestano la vitalità della Chiesa; ci appaiono come una luce per la Chiesa e per l'umanità, perché hanno fatto risplendere nelle tenebre la luce di Cristo; in quanto appartenenti a diverse confessioni cristiane, risplendono anche come segno di speranza per il cammino ecumenico, nella certezza che il loro sangue « è anche linfa di unità per la Chiesa ».

    Ancora più radicalmente, essi ci dicono che il martirio è la suprema incarnazione del Vangelo della speranza: « I martiri, infatti, annunciano questo Vangelo e lo testimoniano con la loro vita fino all'effusione del sangue, perché sono certi di non poter vivere senza Cristo e sono pronti a morire per lui nella convinzione che Gesù è il Signore e il Salvatore dell'uomo e che, quindi, solo in lui l'uomo trova la pienezza vera della vita. In tal modo, secondo l'ammonimento dell'apostolo Pietro, si mostrano pronti a rendere ragione della speranza che è in loro (cfr 1 Pt 3, 15). I martiri, inoltre, celebrano il “Vangelo della speranza”, perché l'offerta della loro vita è la manifestazione più radicale e più grande di quel sacrificio vivente, santo e gradito a Dio, che costituisce il vero culto spirituale (cfr Rm 12, 1), origine, anima e culmine di ogni celebrazione cristiana. Essi, infine, servono il “Vangelo della speranza”, perché con il loro martirio esprimono in grado sommo l'amore e il servizio all'uomo, in quanto dimostrano che l'obbedienza alla legge evangelica genera una vita morale e una convivenza sociale che onora e promuove la dignità e la libertà di ogni persona ».

La parola del giorno 07/02/2014

Venerdì della IV settimana delle ferie del Tempo Ordinario

Libro dell’Ecclesiastico 47,2-13.
Come il grasso si preleva nel sacrificio pacifico, così Davide dagli Israeliti.
Egli scherzò con leoni quasi fossero capretti, con gli orsi quasi fossero agnelli.
Nella giovinezza non ha forse ucciso il gigante e cancellata l'ignominia dal popolo, scagliando con la fionda la pietra, che abbatté la tracotanza di Golia?
Poiché aveva invocato il Signore altissimo, egli concesse alla sua destra la forza di eliminare un potente guerriero e riaffermare la potenza del suo popolo.
Così l'esaltarono per i suoi diecimila, lo lodarono nei canti del Signore e gli offrirono un diadema di gloria.
Egli infatti sterminò i nemici all'intorno e annientò i Filistei, suoi avversari; distrusse la loro potenza fino ad oggi.
In ogni sua opera glorificò il Santo altissimo con parole di lode; cantò inni a lui con tutto il cuore e amò colui che l'aveva creato.
Introdusse musicanti davanti all'altare; raddolcendo i canti con i loro suoni;
conferì splendore alle feste, abbellì le solennità fino alla perfezione, facendo lodare il nome santo di Dio ed echeggiare fin dal mattino il santuario.
Il Signore gli perdonò i suoi peccati, innalzò la sua potenza per sempre, gli concesse un'alleanza regale e un trono di gloria in Israele.
Dopo di lui sorse un figlio saggio, che, in grazia sua, ebbe un vasto regno.
Salomone regnò in tempo di pace, Dio dispose che tutto fosse tranquillo all'intorno perché costruisse una casa al suo nome e preparasse un santuario perenne.


Salmi 18(17),31.47.50.51.
La via di Dio è diritta,
la parola del Signore è provata al fuoco;
egli è scudo per chi in lui si rifugia.
Viva il Signore e benedetta la mia rupe,
sia esaltato il Dio della mia salvezza.

Per questo, Signore, ti loderò tra i popoli
e canterò inni di gioia al tuo nome.
Egli concede al suo re grandi vittorie,
si mostra fedele al suo consacrato,
a Davide e alla sua discendenza per sempre.



Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Marco 6,14-29.
Il re Erode sentì parlare di Gesù, poiché intanto il suo nome era diventato famoso. Si diceva: «Giovanni il Battista è risuscitato dai morti e per questo il potere dei miracoli opera in lui».
Altri invece dicevano: «E' Elia»; altri dicevano ancora: «E' un profeta, come uno dei profeti».
Ma Erode, al sentirne parlare, diceva: «Quel Giovanni che io ho fatto decapitare è risuscitato!».
Erode infatti aveva fatto arrestare Giovanni e lo aveva messo in prigione a causa di Erodìade, moglie di suo fratello Filippo, che egli aveva sposata.
Giovanni diceva a Erode: «Non ti è lecito tenere la moglie di tuo fratello».
Per questo Erodìade gli portava rancore e avrebbe voluto farlo uccidere, ma non poteva,
perché Erode temeva Giovanni, sapendolo giusto e santo, e vigilava su di lui; e anche se nell'ascoltarlo restava molto perplesso, tuttavia lo ascoltava volentieri.
Venne però il giorno propizio, quando Erode per il suo compleanno fece un banchetto per i grandi della sua corte, gli ufficiali e i notabili della Galilea.
Entrata la figlia della stessa Erodìade, danzò e piacque a Erode e ai commensali. Allora il re disse alla ragazza: «Chiedimi quello che vuoi e io te lo darò».
E le fece questo giuramento: «Qualsiasi cosa mi chiederai, te la darò, fosse anche la metà del mio regno».
La ragazza uscì e disse alla madre: «Che cosa devo chiedere?». Quella rispose: «La testa di Giovanni il Battista».
Ed entrata di corsa dal re fece la richiesta dicendo: «Voglio che tu mi dia subito su un vassoio la testa di Giovanni il Battista».
Il re divenne triste; tuttavia, a motivo del giuramento e dei commensali, non volle opporle un rifiuto.
Subito il re mandò una guardia con l'ordine che gli fosse portata la testa.
La guardia andò, lo decapitò in prigione e portò la testa su un vassoio, la diede alla ragazza e la ragazza la diede a sua madre.
I discepoli di Giovanni, saputa la cosa, vennero, ne presero il cadavere e lo posero in un sepolcro.

Vangelo secondo Matteo

11. L'ELOGIO DI GIOVANNI IL BATTISTAE IL MISTERO DEL REGNO

1Quando Gesù ebbe terminato di dare queste istruzioni ai suoi dodici discepoli, partì di là per insegnare e predicare nelle loro città.
2Giovanni, che era in carcere, avendo sentito parlare delle opere del Cristo, per mezzo dei suoi discepoli mandò 3a dirgli: «Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?». 4Gesù rispose loro: «Andate e riferite a Giovanni ciò che udite e vedete: 5i ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunciato il Vangelo. 6E beato è colui che non trova in me motivo di scandalo!».
7Mentre quelli se ne andavano, Gesù si mise a parlare di Giovanni alle folle: «Che cosa siete andati a vedere nel deserto? Una canna sbattuta dal vento? 8Allora, che cosa siete andati a vedere? Un uomo vestito con abiti di lusso? Ecco, quelli che vestono abiti di lusso stanno nei palazzi dei re! 9Ebbene, che cosa siete andati a vedere? Un profeta? Sì, io vi dico, anzi, più che un profeta. 10Egli è colui del quale sta scritto:

Ecco, dinanzi a te io mando il mio messaggero,
davanti a te egli preparerà la tua via.

11In verità io vi dico: fra i nati da donna non è sorto alcuno più grande di Giovanni il Battista; ma il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui. 12Dai giorni di Giovanni il Battista fino ad ora, il regno dei cieli subisce violenza e i violenti se ne impadroniscono. 13Tutti i Profeti e la Legge infatti hanno profetato fino a Giovanni. 14E, se volete comprendere, è lui quell’Elia che deve venire. 15Chi ha orecchi, ascolti!
16A chi posso paragonare questa generazione? È simile a bambini che stanno seduti in piazza e, rivolti ai compagni, gridano:

17“Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato,
abbiamo cantato un lamento e non vi siete battuti il petto!”.

18È venuto Giovanni, che non mangia e non beve, e dicono: “È indemoniato”. 19È venuto il Figlio dell’uomo, che mangia e beve, e dicono: “Ecco, è un mangione e un beone, un amico di pubblicani e di peccatori”. Ma la sapienza è stata riconosciuta giusta per le opere che essa compie».
20Allora si mise a rimproverare le città nelle quali era avvenuta la maggior parte dei suoi prodigi, perché non si erano convertite: 21«Guai a te, Corazìn! Guai a te, Betsàida! Perché, se a Tiro e a Sidone fossero avvenuti i prodigi che ci sono stati in mezzo a voi, già da tempo esse, vestite di sacco e cosparse di cenere, si sarebbero convertite. 22Ebbene, io vi dico: nel giorno del giudizio, Tiro e Sidone saranno trattate meno duramente di voi. 23E tu, Cafàrnao, sarai forse innalzata fino al cielo? Fino agli inferi precipiterai! Perché, se a Sòdoma fossero avvenuti i prodigi che ci sono stati in mezzo a te, oggi essa esisterebbe ancora! 24Ebbene, io vi dico: nel giorno del giudizio, la terra di Sòdoma sarà trattata meno duramente di te!».
25In quel tempo Gesù disse: «Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. 26Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. 27Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo.
28Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. 29Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. 30Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».
 
Giovanni il Battista ed Elia. Il testo di Matteo 11,10 fonde insieme due citazioni bibliche (Esodo 23,20 e Malachia 3,1). La prima contiene la promessa fatta da JHWH a Israele di inviare un suo messaggero (o angelo), perché lo guidi nel deserto. La seconda allude alla venuta finale di JHWH, che sarà preparata dal profeta Elia (Malachia 3,23-24). Nel versetto 14 questo grande profeta è identificato con Giovanni il Battista. Nel giudaismo è viva la credenza che, prima della venuta del Messia, appaia nuovamente Elia.


(Foto: Elia e Giovanni il Battista, Legno dipinto, secolo XII.Zillis, Svizzera, Chiesa di Saint Martin)



“Il regno dei cieli soffre violenza e i violenti se ne impadroniscono” (11,12). Il verbo greco biazetai (“soffre violenza”) per alcuni va compreso in senso attivo: il regno si apre la strada con violenza. Per altri in senso passivo: il regno è oggetto di violenza, cioè lo si raggiunge con l’eroismo. Anche il termine biastai (“i violenti”) indica, in senso positivo, che nel regno si entra impegnando tutto se stessi; in senso negativo vuol dire che il regno è combattuto dalle forze del male. In ogni caso Gesù richiama l’ascoltatore a scelte radicali. Il “giogo” (11,29). Nella tradizione giudaica la legge e i comandamenti sono chiamati “giogo”. “Prendere il giogo” significa mettersi alla scuola di un maestro per apprendere la legge. L’invito: “Venite a me” è tipico dei libri sapienziali, dove viene messo sulle labbra della Sapienza personificata (Siracide 24,18). Corazin e Betsaida (11,21). Erano cittadine situate nei dintorni di Cafarnao. Oggi sono ridotte a rovine. A Corazin è stata riportata alla luce la sinagoga, riccamente decorata. Betsaida in ebraico significa “casa della pesca”.


(Foto: Rovine presso l’antica Betsaida)

SALMO 11

11. FIDUCIA DEL GIUSTO


1  Al maestro del coro. Di Davide.

   Nel Signore mi sono rifugiato.
   Come potete dirmi:
   «Fuggi come un passero verso il monte»?
 2  Ecco, i malvagi tendono l’arco,
   aggiustano la freccia sulla corda
   per colpire nell’ombra i retti di cuore.
 3  Quando sono scosse le fondamenta,
   il giusto che cosa può fare?
 4  Ma il Signore sta nel suo tempio santo,
   il Signore ha il trono nei cieli.
   I suoi occhi osservano attenti,
   le sue pupille scrutano l’uomo.
 5  Il Signore scruta giusti e malvagi,
   egli odia chi ama la violenza.
 6  Brace, fuoco e zolfo farà piovere sui malvagi;
   vento bruciante toccherà loro in sorte.
 7  Giusto è il Signore, ama le cose giuste;
   gli uomini retti contempleranno il suo volto.
   


Dio, giusto giudice (11,7). Nella Bibbia si ricorre spesso alla terminologia giuridica per parlare di Dio. JHWH «ama la giustizia», «è il giudice di tutta la terra» e «pronuncia giuste sentenze».


(foto: Dio benedicente.Cristoforo Pancalino, secolo XVI.Lucinasco, Museo Acquarone).


Un elemento importante della raffigurazione di Dio come giudice è la sua venuta alla fine dei tempi per ristabilire nel mondo la giustizia/salvezza (Salmo 98,9). Questi tempi sono chiamati nei testi biblici «il giorno del Signore» (Amos 5,18). Nel Nuovo Testamento il giudizio di Dio tende più alla salvezza che alla condanna (Giovanni 3,17).


La frase del giorno 07 Febbraio

Includere Dio in ogni cosa
aggiunge una dimensione del tutto 
nuova alla vita. E' come entrare
in un mondo nuovo in cui tutte le
cose ordinarie possono diventare 
straordinarie.

GOCCE DI VITA

Benedite coloro che vi perseguitano, benedite e non maledite 

 (Lettera ai Romani, 12, 14)

Frammenti di Cielo

Detti di Evagrio Pontico

"La preghiera è sorgente di gioia e di grazia".
"Quando, dedicandoti alla preghiera, sei giunto al di sopra di ogni altra gioia, allora veramente hai trovato la preghiera