venerdì 7 febbraio 2014

Vangelo secondo Matteo

11. L'ELOGIO DI GIOVANNI IL BATTISTAE IL MISTERO DEL REGNO

1Quando Gesù ebbe terminato di dare queste istruzioni ai suoi dodici discepoli, partì di là per insegnare e predicare nelle loro città.
2Giovanni, che era in carcere, avendo sentito parlare delle opere del Cristo, per mezzo dei suoi discepoli mandò 3a dirgli: «Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?». 4Gesù rispose loro: «Andate e riferite a Giovanni ciò che udite e vedete: 5i ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunciato il Vangelo. 6E beato è colui che non trova in me motivo di scandalo!».
7Mentre quelli se ne andavano, Gesù si mise a parlare di Giovanni alle folle: «Che cosa siete andati a vedere nel deserto? Una canna sbattuta dal vento? 8Allora, che cosa siete andati a vedere? Un uomo vestito con abiti di lusso? Ecco, quelli che vestono abiti di lusso stanno nei palazzi dei re! 9Ebbene, che cosa siete andati a vedere? Un profeta? Sì, io vi dico, anzi, più che un profeta. 10Egli è colui del quale sta scritto:

Ecco, dinanzi a te io mando il mio messaggero,
davanti a te egli preparerà la tua via.

11In verità io vi dico: fra i nati da donna non è sorto alcuno più grande di Giovanni il Battista; ma il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui. 12Dai giorni di Giovanni il Battista fino ad ora, il regno dei cieli subisce violenza e i violenti se ne impadroniscono. 13Tutti i Profeti e la Legge infatti hanno profetato fino a Giovanni. 14E, se volete comprendere, è lui quell’Elia che deve venire. 15Chi ha orecchi, ascolti!
16A chi posso paragonare questa generazione? È simile a bambini che stanno seduti in piazza e, rivolti ai compagni, gridano:

17“Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato,
abbiamo cantato un lamento e non vi siete battuti il petto!”.

18È venuto Giovanni, che non mangia e non beve, e dicono: “È indemoniato”. 19È venuto il Figlio dell’uomo, che mangia e beve, e dicono: “Ecco, è un mangione e un beone, un amico di pubblicani e di peccatori”. Ma la sapienza è stata riconosciuta giusta per le opere che essa compie».
20Allora si mise a rimproverare le città nelle quali era avvenuta la maggior parte dei suoi prodigi, perché non si erano convertite: 21«Guai a te, Corazìn! Guai a te, Betsàida! Perché, se a Tiro e a Sidone fossero avvenuti i prodigi che ci sono stati in mezzo a voi, già da tempo esse, vestite di sacco e cosparse di cenere, si sarebbero convertite. 22Ebbene, io vi dico: nel giorno del giudizio, Tiro e Sidone saranno trattate meno duramente di voi. 23E tu, Cafàrnao, sarai forse innalzata fino al cielo? Fino agli inferi precipiterai! Perché, se a Sòdoma fossero avvenuti i prodigi che ci sono stati in mezzo a te, oggi essa esisterebbe ancora! 24Ebbene, io vi dico: nel giorno del giudizio, la terra di Sòdoma sarà trattata meno duramente di te!».
25In quel tempo Gesù disse: «Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. 26Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. 27Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo.
28Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. 29Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. 30Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».
 
Giovanni il Battista ed Elia. Il testo di Matteo 11,10 fonde insieme due citazioni bibliche (Esodo 23,20 e Malachia 3,1). La prima contiene la promessa fatta da JHWH a Israele di inviare un suo messaggero (o angelo), perché lo guidi nel deserto. La seconda allude alla venuta finale di JHWH, che sarà preparata dal profeta Elia (Malachia 3,23-24). Nel versetto 14 questo grande profeta è identificato con Giovanni il Battista. Nel giudaismo è viva la credenza che, prima della venuta del Messia, appaia nuovamente Elia.


(Foto: Elia e Giovanni il Battista, Legno dipinto, secolo XII.Zillis, Svizzera, Chiesa di Saint Martin)



“Il regno dei cieli soffre violenza e i violenti se ne impadroniscono” (11,12). Il verbo greco biazetai (“soffre violenza”) per alcuni va compreso in senso attivo: il regno si apre la strada con violenza. Per altri in senso passivo: il regno è oggetto di violenza, cioè lo si raggiunge con l’eroismo. Anche il termine biastai (“i violenti”) indica, in senso positivo, che nel regno si entra impegnando tutto se stessi; in senso negativo vuol dire che il regno è combattuto dalle forze del male. In ogni caso Gesù richiama l’ascoltatore a scelte radicali. Il “giogo” (11,29). Nella tradizione giudaica la legge e i comandamenti sono chiamati “giogo”. “Prendere il giogo” significa mettersi alla scuola di un maestro per apprendere la legge. L’invito: “Venite a me” è tipico dei libri sapienziali, dove viene messo sulle labbra della Sapienza personificata (Siracide 24,18). Corazin e Betsaida (11,21). Erano cittadine situate nei dintorni di Cafarnao. Oggi sono ridotte a rovine. A Corazin è stata riportata alla luce la sinagoga, riccamente decorata. Betsaida in ebraico significa “casa della pesca”.


(Foto: Rovine presso l’antica Betsaida)

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