lunedì 17 marzo 2014

La porta stretta


"Entrate per la porta stretta, poiché larga è la porta e spaziosa la via che mena alla perdizione, e molti son quelli che entrano per essa. Stretta invece è la porta ed angusta la via che mena alla vita, e pochi son quelli che la trovano" (Matteo 7:13-14).

Quando Gesù pronunciò queste parole, probabilmente aveva in mente le mura che circondavano la città di Gerusalemme sulle quali erano aperte delle porte. Alcune erano molto ampie, spaziose e vi poteva passare molta gente, altre invece più strette, disagevoli, denominate addirittura "cruna di ago" per le quali non era possibile che vi passassero i cammelli.
È probabile che quando Gesù disse: "È più facile che un cammello entri attraverso una cruna di un ago che non un ricco in paradiso", abbia fatto allusione a questa porta. Gesù raccomanda a tutti quelli che vogliono seguirLo di entrare per la porta stretta, perché "larga è la porta e spaziosa è la via che conduce alla perdizione".

La via e la porta che conducono alla perdizione ben possono identificarsi con la via che percorsero gli abitanti di Sodoma e Gomorra che furono distrutti dal fuoco. È la via della ribellione al Signore. Anche il diluvio universale fu causato perché tutto il popolo, tranne Noè e la sua famiglia, seguiva questa via.
È scritto nella Bibbia: "Vi è tal via che all'uomo pare diritta ma finisce col menare alla morte" (Proverbi 16:25). Un primo aspetto dunque della via larga è la via del peccato e della disubbidienza, simbolo della vita senza fede che porta alla perdizione.

Ma vi è un'altra via, percorsa da intere nazioni. È la via del cristianesimo di "moda".
Gesù disse ad un dottore di Gerusalemme: "Se uno non è nato di nuovo non può vedere il Regno di Dio", indicando un fatto necessario ed assoluto che deve realizzarsi nella vita di tutti i cristiani: una rivoluzione che scarta i sistemi dell'uomo ed accetta quelli di Dio. Questa rivoluzione è detta "conversione" o "nuova nascita" o "rigenerazione".
Ma sono veramente vissute queste cose da tutti i credenti, oppure il cristianesimo per la maggior parte della gente è un fatto di moda dei nostri tempi? Forse pochi di noi ricordano il falso cristianesimo che Hitler volle imporre in Germania. Si volle identificare la dottrina di Gesù con la dottrina del nazismo e ciò allo scopo di dominare le masse. Si costituì una cosiddetta chiesa tedesca.
Ma contro questo tipo di chiesa insorse la Chiesa confessante, perseguitata e clandestina, la quale fece questa solenne dichiarazione: "Gesù Cristo, nel mondo in cui viene testimoniato dalla Sacra Scrittura è l'unica Parola di Dio che noi dobbiamo ascoltare ed a cui dobbiamo fiducia ed obbedienza in vita ed in morte. Rigettiamo la falsa dottrina secondo cui la Chiesa può e deve riconoscere come fonte di predicazione.. altri avvenimenti, forze, figure e verità quali rivelazioni di Dio".

Molti furono imprigionati e chiusi in campi di concentramento. Il pastore Bonhoeffer mentre era in prigione così diceva ad un suo compagno di prigionia: "Se mi trovassi a passare per una delle vie principali di Berlino e mi venisse incontro un pazzo alla guida di un'automobile che investe i passanti, quale sarebbe il mio compito di pastore? Seppellire i morti e curare i feriti, o cercare di fermare quel pazzo?".
Ed il pazzo nella mente del pastore Bonhoeffer era Hitler che aveva trascinato la Germania alla guerra. Questo testimone di Cristo, morì martire perché faceva parte della chiesa clandestina. La mattina del 9 aprile 1945 fu impiccato. Prima di salire al patibolo disse: "È la fine, ma per me è l'inizio della vita".
Il pastore Bonhoeffer si era aggiunto ai martiri della Chiesa. Aveva seguito la via stretta della rinunzia e della croce, perché gli era data la possibilità di starsene in America, ma Egli ritornò in Germania, perché qui il Signore lo chiamava. Questo esempio illustra bene il pensiero di Cristo: "Larga è la porta e spaziosa la via che mena alla perdizione... Stretta invece è la porta ed angusta la via che mena alla vita, e pochi son quelli che la trovano".
Queste parole devono mettere tutti i cristiani in guardia affinché si domandino continuamente come meglio possono servire Gesù.

A ciascuno piace vivere secondo le regole del mondo e le cose che fanno i molti: vivere una vita tranquilla, con soli svaghi e divertimenti. Una vita cristiana regolata in questo senso, non è conforme all'insegnamento di Gesù Cristo: questa è proprio la via larga!
Gesù dice che bisogna imboccare la via stretta. E la via stretta è Lui stesso, che dopo tre anni di ministero terreno si è trovato attorniato soltanto da poche donne ed un esiguo gruppo di discepoli. "Io sono la via" e per molta gente non torna troppo a loro comodo seguire Colui che è la via che l'ha fatto essere l'uomo di dolori, vilipeso e sputato, coronato di spine e fatto morire su una croce. Ancora un giorno Egli così si espresse: "Gli uccelli del cielo hanno i loro nidi, le volpi hanno le loro tane, ma il figliuolo dell'uomo non ha neanche una pietra su cui posare il capo". Essere discepolo di Gesù significa vivere e "camminare come Egli camminò". Domandiamolo a tutte le genti della terra se siano disposte ad accettare con allegrezza questo insegnamento.
Se a tutti piace passare per la porta larga, dove non sono previste difficoltà, Gesù viene a capovolgere i nostri pensieri e ci dice di entrare per la porta stretta e camminare per la via angusta. È la via della fede secondo cui l'uomo non può più seguire la propria volontà egoistica ma segue il Signore ubbidendoGli in ogni cosa. È la via stretta dell'osservanza dei precetti evangelici, del lasciare tutto e diventare "ultimo" per amore dei fratelli.
Ricordiamoci però che il Regno dei cieli non è una conquista fatta da carne e sangue, ma un dono della grazia di Dio. Pertanto continua sarà la nostra preghiera a Dio affinché ci sostenga nel nostro cammino con Lui.

ESSERE UMILI!

Sofonia 2:3 Cercate l'Eterno, voi tutti, umili della terra, che avete praticato le sue prescrizioni! Cercate la giustizia, cercate l'umiltà! Forse, sarete messi al coperto nel giorno dell'ira dell'Eterno.
Ricercare l’umiltà voluta dal Signore! Non è una condizione di Garanzia ma una richiesta del Signore.

Come si serve il Signore?
Atti 20:19 servendo al Signore con ogni umiltà, e con lacrime, fra le prove venutemi dalle insidie dei Giudei;
Con tutta umiltà.
La tapeinofrosunh tapeinofrosunh è umiltà, modestia, è la negazione dello estollersi dello spirito. Il sentimento contrario a questo è in Romani 12:16. La tapeinofrosunh «è quella profonda umiltà che sta all'estremo opposto della superbia, dell'arroganza, della vanità, e che è prodotta da un giusto concetto di noi stessi, delle relazioni nostre con Cristo e con gloria alla quale siamo chiamati. Ogni benedizione che ci arricchisce, od ogni speranza che ci fa bella la vita, è cosa di Dio. Non v'è nulla che siamo riusciti a procurarci da noi; non v'è quindi luogo a parlare di «importanza» nostra.

Michea 6:8 O uomo, Egli t'ha fatto conoscere ciò ch'è bene; e che altro richiede da te l'Eterno, se non che tu pratichi ciò ch'è giusto, che tu ami la misericordia, e cammini umilmente col tuo Dio?
Il Signore ci chiede di essere umili per poter camminare con Lui

Come ci si comporta con gli altri?
Filippesi 2:3 non facendo nulla per spirito di parte o per vanagloria, ma ciascun di voi, con umiltà, stimando altrui da più di se stesso,
Isaia 38:15 Che dirò? Ei m'ha parlato, ed ei l'ha fatto; io camminerò con umiltà durante tutti i miei anni, ricordando l'amarezza dell'anima mia.
Se ci si stima superiori, come potremo essere da esempio?

Come è considerata l’umiltà nella Bibbia?
Colossesi 3:12 Vestitevi dunque, come eletti di Dio, santi ed amati, di tenera compassione, di benignità, di umiltà, di dolcezza, di longanimità;
L'umiltà Colossesi 2:18,23; Atti 20:19; Efesini 4:2 Filippesi 2:3; 1Pietro 5:5, che secondo l'apostolo non consiste in una dimostrazione apparente ma in una virtù reale dell'animo, è di colui che sa davvero «pregiare altrui più di se stesso» (Filippesi 2:3).
1Pietro 5:5 Parimente, voi più giovani, siate soggetti agli anziani. E tutti rivestitevi d'umiltà gli uni verso gli altri, perché Dio resiste ai superbi ma dà grazia agli umili.
L'umiltà è raccomandata con una parola che ha il senso generale di rivestire, di allacciare le vesti, ma che ricorda, forse intenzionalmente, l'encòmboma, il grembiule bianco allacciato alle spalle, che gli schiavi solevano portare. La Riveduta inglese rende perciò il pensiero così: "E tutti vestitevi d'umiltà per servire gli uni agli altri", ad imitazione di Gesù che venne non per esser servito ma per servire”. La ragione che è data in appoggio dell'esortazione è tolta da Proverbi 3:34 (vers. dei LXX). Dio si schiera contro i superbi per abbassare il loro orgoglio, mentre si volge benigno verso gli umili per dar loro la sua grazia. "Chi s'innalza sarà abbassato, ma chi si abbassa sarà innalzato". I lettori dell'epistola non vorranno certamente commettere la follia di levarsi, essi deboli e miseri, contro a Dio, anzi hanno bisogno della sua grazia. Perciò non resta loro che la via dell'umiltà non solo verso gli uomini, ma sopratutto davanti a Dio.


Chi sono coloro che ricevono la grazia?
Proverbi 3:34 Se schernisce gli schernitori, fa grazia agli umili.
Giacomo 4:7 Iddio resiste ai superbi e dà grazia agli umili. Sottomettetevi dunque a Dio; ma resistete al diavolo, ed egli fuggirà da voi.
Salmi 149:4 perché l'Eterno prende piacere nel suo popolo, egli adorna di salvezza gli umili.
Matteo 18:4 Chi pertanto si abbasserà come questo piccolo fanciullo, è lui il maggiore nel regno de' cieli.

Cosa produce l’umiltà?
1)                 Salmi 10:17 O Eterno, tu esaudisci il desiderio degli umili; tu raffermerai il cuor loro, inclinerai le orecchie tue.
a.      2Cronache 32:26 Nondimeno Ezechia si umiliò dell'essersi inorgoglito in cuor suo: tanto egli, quanto gli abitanti di Gerusalemme; perciò l'ira dell'Eterno non venne sopra loro durante la vita d'Ezechia.
2)                 Proverbi 22:4 Il frutto dell'umiltà e del timor dell'Eterno è ricchezza e gloria e vita.
a.      Salmi 22:26 Gli umili mangeranno e saranno saziati; quei che cercano l'Eterno lo loderanno; il loro cuore vivrà in perpetuo.
3)                 Isaia 29:19 gli umili avranno abbondanza di gioia nell'Eterno, e i più poveri fra gli uomini esulteranno nel Santo d'Israele.
a.      Salmi 34:2 L'anima mia si glorierà nell'Eterno; gli umili l'udranno e si rallegreranno.
4)                 Salmi 147:6 L'Eterno sostiene gli umili, ma abbatte gli empi fino a terra.
5)                 Proverbi 11:2 Venuta la superbia, viene anche l'ignominia; ma la sapienza è con gli umili.
6)                 Giacomo 4:10 Umiliatevi nel cospetto del Signore, ed Egli vi innalzerà. Il pubblicano si umilia davanti a Dio e prega: "O Dio sii placato inverso me peccatore!" E Gesù dichiara che "se ne tornò a casa giustificato... perchè chiunque s'innalza sarà abbassato; ma chi si abbassa sarà innalzato". Facendo eco a quella parola, Giacomo dice: "Umiliatevi... ed Egli vi innalzerà"; vi innalzerà rialzandovi dal vostro abbassamento col darvi il suo perdono, coll'adottarvi come, suoi figli, coll'arricchirvi fin da or a delle sue grazie, e col farvi eredi della gloria del suo regno.
a.      1Pietro 5:6 Umiliatevi dunque sotto la potente mano di Dio, affinché Egli v'innalzi a suo tempo,
b.      Luca 1:52 ha tratto giù dai troni i potenti, ed ha innalzato gli umili;
c.      Proverbi 29:23 L'orgoglio abbassa l'uomo, ma chi è umile di spirito ottiene gloria.
d.      Matteo 23:12 Chiunque s'innalzerà sarà abbassato, e chiunque si abbasserà sarà innalzato. Non v'è grazia che valga quella della umiltà, come distintivo del cristiano. Chi vuol essere grande agli occhi di Cristo, deve mirare a tutt'altro scopo che non a quello farisaico di servire la Chiesa, per dominarla. Ben dice Baxter: "La grandezza, in seno della Chiesa, consiste nell'essere grandemente utile". I Farisei bramavano di essere onorati e chiamati "maestri"; ma la brama del cristiano dev'essere di far del bene e di dedicare se stesso e tutte le sue facoltà al servizio altrui. Questo è davvero un nobilissimo scopo, né dobbiamo esser mai paghi di qualsiasi altro che sia meno elevato.
7)                 Isaia 66:2 Tutte queste cose le ha fatte la mia mano, e così son tutte venute all'esistenza, dice l'Eterno. Ecco su chi io poserò lo sguardo: su colui ch'è umile, che ha lo spirito contrito, e trema alla mia parola.
a.      Isaia 57:15 Poiché così parla Colui ch'è l'Alto, l'eccelso, che abita l'eternità, e che ha nome 'il Santo': Io dimoro nel luogo alto e santo, ma son con colui ch'è contrito ed umile di spirito, per ravvivare lo spirito degli umili, per ravvivare il cuore dei contriti.


Quale è il più grande esempio di Gesù?
Isaia 53:7 Maltrattato, umiliò se stesso, e non aperse la bocca. Come l'agnello menato allo scannatoio, come la pecora muta dinanzi a chi la tosa, egli non aperse la bocca.
Matteo 11:29 Prendete su voi il mio giogo ed imparate da me, perch'io son mansueto ed umile di cuore; e voi troverete riposo alle anime vostre;
Giovanni 13:14 Se dunque io, che sono il Signore e il Maestro, v'ho lavato i piedi, anche voi dovete lavare i piedi gli uni agli altri.

Quale è la conseguenza dell’umiltà?
Matteo 19:30 Ma molti primi saranno ultimi; e molti ultimi, primi.  Con queste parole, il nostro Signore insegna che non sono sempre coloro che hanno fatto i più grandi sacrifici per la causa del Vangelo, o che sono stati ammirati e celebrati come colonne nella Chiesa, quelli che saranno maggiormente approvati dal Giudice di tutti, allorquando egli "renderà a ciascuno secondo le sue opere". Né, d'altronde, coloro che sono tenuti in poco conto dagli uomini, per povertà e umiltà di spirito, saranno invariabilmente gli ultimi nel regno di Dio. Il posto che ciascuno occuperà, e la ricompensa che otterrà, dipenderanno, non dalla quantità delle opere fatte e dei sacrifici sofferti, ma dai motivi e dallo spirito che lo mossero ad agire. Questo avvertimento può essere illustrato dal giudizio dato dal Signore relativamente agli uomini ricchi che gettavano le loro offerte nel tesoro del tempio, ed alla povera vedova che vi gettava i suoi due piccioli Marco 12:41-44. Essa era "l'ultima" nella stima dei suoi compagni di devozione, ma "la prima" in quella del Signore, perché, per amore a Dio, essa dava per il di lui servizio tutto quello che possedeva. Così quando i nostri segreti impulsi saranno esaminati da Colui che scruta i cuori, "molti primi saranno ultimi, e molti ultimi saranno primi".
Luca 22:26.27 Ma tra voi non ha da esser così; anzi, il maggiore fra voi sia come il minore, e chi governa come colui che serve. Poiché, chi è maggiore, colui che è a tavola oppur colui che serve? Non è forse colui che è a tavola? Ma io sono in mezzo a voi come colui che serve.

Come si riconosce il vero Cristiano?
Luca 17:10 Così anche voi, quand'avrete fatto tutto ciò che v'è comandato, dite: Noi siamo servi inutili; abbiam fatto quel ch'eravamo in obbligo di fare.

Come è il rapporto verso il fratello?
Filippesi 2:3 non facendo nulla per spirito di parte o per vanagloria, ma ciascun di voi, con umiltà, stimando altrui da più di se stesso,
Efesini 3:8 A me, dico, che son da meno del minimo di tutti i santi, è stata data questa grazia di recare ai Gentili il buon annunzio delle non investigabili ricchezze di Cristo,

Come deve essere l’umiltà?
Filippesi 4:5 La vostra mansuetudine sia nota a tutti gli uomini. La vostra dolcezza sia nota a tutti gli uomini. Tutti gli uomini; non soltanto i vostri fratelli nella fede, ma tutti, il mondo giunga a conoscere il vostro spirito mite, le vostre virtù domestiche, i vostri costumi puri, la vostra concordia, la vostra beneficenza. «Sarà cotesto», dice il Reuss, «il modo più sicuro di disarmare la critica iniqua e le preoccupazioni del fanatismo». Il Signore è vicino.

Come sono chiamati gli umili dal Signore?
Matteo 5:3 Beati i poveri in di spirito, perché di loro è il regno dei cieli.
Matteo 5:4 Beati quelli che fanno cordoglio, perché essi saranno consolati.
Matteo 5:5 Beati i mansueti, perché essi erediteranno la terra.

Che Cosa è L'amore?


 

Se anche parlassi tutte le lingue degli uomini e perfino quelle degli angeli, e non avessi, pero, amore per gli altri, farei soltanto del rumore. Se avessi il dono di profetizzare, di svelare tutti i segreti e di conoscere tutto di tutto, ed avessi una tale fede da far spostare le montagne, senza l'amore non sarei nulla. Se distribuissi tutto cio che ho ai poveri o fossi bruciato vivo [per il vangelo], ma non amassi gli altri, non mi servirebbe a nulla!
L'amore rende pazienti e pieni di bontà. Chi ama non invidia, non si vanta, non si gonfia di orgoglio. La persona che ama è gentile, non fa niente d'indecoroso, non cerca il proprio interesse, non si irrita, né si ricorda dei torti subìti, non gioisce per le ingiustizie, ma gode quando trionfa la verità. Chi ama è sempre pronto a proteggere, a credere, a sperare e a sopportare. L'amore non verrà mai meno...or dunque, questi tre valori sono eterni: fede, speranza e amore, ma fra essi il più grande è l'amore.
1 Corinzi 13

Dio è amore
1 Giovanni 4:8

Cesarea Marittima, 1961: una équipe archeologica italiana porta alla luce il "tiberium" di Pilato.

E' la prova dell'esistenza del governatore che condannò Gesù. Un altro tassello a favore della veridicità dei Vangeli.

Pilato nel film "Gesù di Nazareth" di Franco Zeffirelli.
Sembra esagerato, ma la critica degli ultimi secoli non ha risparmiato neppure il governatore della Giudea ai tempi di Gesù, e molti sedicenti “storici”  hanno concluso che Ponzio Pilato non è mai esistito ma è stato solo un’invenzione, tra le tante, degli evangelisti. Vedremo, nel corso di questo articolo, come il  veritiero piccone dell’archeologia abbia smantellato queste ennesime incredulità sulla storicità dei vangeli.
Eppure, al di là di eventuali scoperte archeologiche, questi illustri “studiosi” non sapevano che esistono anche scrittori non cristiani che parlano di Ponzio Pilato? Certamente che ne erano al corrente, ma liquidavano il tutto con la solita battuta risolutiva: “si tratta di aggiunte e interpolazioni di autori cristiani al fine di ottenere dei falsi e dare delle basi storiche alla figura di  Ponzio Pilato”.
In effetti, del governatore Ponzio Pilato che avrebbe governato la Giudea dal 26 al 36 d.C., fino a qualche anno fa non esisteva traccia archeologica. Gli unici documenti storici che ne parlavano erano Tacito, Filone Alessandrino, Giuseppe Flavio, che però da alcuni erano tenuti in poca considerazione perché la critica moderna li tacciava di interpolazione circa quello che riguardava la vicenda di Gesù di Nazaret e qualsiasi elemento ad esso collegato, compreso, quindi, l’oscuro Pilato.
A dir la verità, la maggior parte degli storici seri dava invece credibilità a ciò che queste fonti extra-evangeliche riferivano circa Ponzio Pilato e se non era saltata fuori qualche antica lapide con un’iscrizione che si riferiva a lui era perché di certo non era stato un buon governatore da ricordare… o magari non si era ancora “scavato” bene!
Filone Alessandrino (+42/50 d.C)  scrive fra l’altro, riferendosi alle efferatezze di Pilato:  «A questo riguardo si potrebbe parlare della sua corruttibiità, della sua violenza, dei suoi furti, maltrattamenti, offese, delle esecuzioni capitali da lui decise senza processo, nonché della sua ferocia incessante e insopportabile» (LegGai 302).
 Tacito, negli Annales, riferendosi ai cristiani accusati da Nerone di aver incendiato Roma,  scrive  «Origine di questo nome era Cristo, il quale sotto l'impero di Tiberio era stato condannato al supplizio dal procuratore Ponzio Pilato; e, momentaneamente sopita, questa esiziale superstizione di nuovo si diffondeva, non solo per la Giudea, focolare di quel morbo… »
Giuseppe Flavio: A quel tempo apparve Gesù, un uomo saggio. Fu autore di molti fatti sorprendenti, maestro che insegnava alla persone che amano la verità, molti tanto giudei come greci lo seguirono. Alcuni dei nostri uomini più importanti lo accusarono davanti a Pilato, e lui lo condannò alla crocifissione. Molti di quelli che lo avevano amato, continuarono a farlo, fino ad oggi il gruppo dei cristiani, che a lui devono il loro nome, non è scomparso.
Bene… ma se gli storici antichi potevano essere sospettati (a torto, come vedremo) dagli scettici di interpolazione ad opera di qualche falsario cristiano, ci pensò una scoperta archeologica a mettere a tacere ogni dubbio sull’esistenza storica di Ponzio Pilato.
Parliamo del ritrovamento nel 1961 di una lapide ad opera dell’équipe italiana dell'Istituto Lombardo di Scienze e Lettere di Milano guidata da Antonio Frova, nel teatro da Cesarea Marittima. Tale lapide, riporta l’unica iscrizione ritrovata che nomina Ponzio Pilato.
Questa lastra Pilato l’aveva posta in un tempio o in monumento che egli aveva eretto in onore di Tiberio. Come mai fu ritrovata nel teatro di Cesarea? Evidentemente,  in dei lavori successivi di ricostruzione e ampliamento del teatro ideato da Erode il Grande, alcuni operai presero questa bella lastra che si trovava in qualche luogo di Cesarea e la posero in cima ad una rampa di scalini. Per incastonarla con le altre pietre della scalinata le diedero qualche martellata per diminuire  il suo spessore. Così facendo, però,  ne asportarono una parte e distrussero qualche lettera incisa sulla pietra di quella vecchia lapide.
 Si tratta di un blocco di calcare di 82 cm, largo 68 e spesso 20 cm. Su metà del lato destro si vedono incise quattro righe di scrittura in latino, e che rimangono ben leggibili tutt’oggi, nonostante sono state calpestate dagli antichi spettatori dell’anfiteatro.

Ecco cosa riportano le scritte:
Prima riga:       S TIBERIÉUM
Seconda riga:  TIUS PILATUS
Terza riga:  ECTUS    IUDA     E

Non era difficile completare la seconda e la terza riga, che erano certamente:

Seconda riga:  [PON]TIUS PILATUS
Terza riga:  [PRAEF]ECTUS IUDA[EA]E

Scrive Vittorio Messori, commentando questo ritrovamento:
 «  “Le incertezze su alcuni particolari dell’interpretazione – ricorda Jean-Pierre Lemonon – non devono farci dimenticare il triplo interesse  di questa iscrizione per la conoscenza di Pilato: essa, infatti, attesta il suo governo, il suo titolo ufficiale nell’amministrazione dell’impero e la sua devozione all’imperatore, almeno nell’aspetto ufficiale”. Lo straordinario reperto è conservato ora nel Museo d’Israele, a Gerusalemme, ma le autorità ebraiche, in segno di riconoscenza agli archeologi italiani, consegnarono loro una copia perfetta e in grandezza naturale che è possibile ammirare (magari meditandoci sopra: cosa che, per quanto importa, chi scrive qui non manca di tanto in tanto di compiere, passando da quelle parti) al Museo archeologico del Comune di Milano, nel centralissimo corso Magenta»  (V. Messori, Patì sotto Ponzio Pilato, SEI, Torino 1992, pag. 94).

VERSO DEL 17.03.2014

«Io sono la luce del mondo; chi Mi seguita non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita»

Giovanni 8:12

LUCE DI VITA

Lettura biblica: Giovanni 8:12-20

«lo sono la luce del mondo; chi mi seguita non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita»: queste sono parole di Gesù indirizzate ai Giudei ed ancora oggi Egli le rivolge al mondo intero.

È una testimonianza verace, perché, come tutte le parole e le promesse pronunciate da Dio, trova un fedele adempimento nella vita di chi crede.

I farisei non vollero credere a quel che Gesù diceva e risposero che la Legge non permetteva ad alcuno di essere testimone di se stesso, essi preferirono rimanere nelle tenebre.


«Non camminerà nelle tenebre»: meravigliosa certezza del cristiano.

Colui che cammina nelle tenebre va a tastoni, brancola, non sa quel che lo aspetta o quel che gli può accadere: egli non sa né quale strada sta percorrendo, né dove lo condurrà; non vede nemmeno dove mette i piedi ed inciampa, cadendo in continuazione.

L'angoscia, l'ansia, perfino la disperazione, in simili condizioni, sono delle conseguenze inevitabili.

Chi cammina nella luce, invece, vede chiaramente la strada che percorre e, se un ostacolo gli si presenta all'improvviso davanti, non inciampa facilmente. Il cristiano va spedito, gioioso, perché non solo vede la strada, ma sa anche dove questa lo porterà: in fondo ad essa vede il Suo Redentore, che lo attende nella gloria del Suo regno.


«Avrà la luce della vita».

Come in una casa bisogna aprire la porta o la finestra affinché la luce del sole entri e porti il chiarore, la vita, il calore, così bisogna che l'uomo apra il suo cuore perché Cristo possa inondarlo della Sua luce e della Sua vita.


«A tutti quelli che l'hanno ricevuto egli ha dato il diritto di diventar figliuoli di Dio» (Giovanni 1:9-12); a quelli, cioè, che credono a questa testimonianza.

Avere la luce della vita significa possedere nel cuore una gioiosa speranza, che illumina di se i sentimenti, le emozioni, le scelte; significa dare alle cose il loro giusto valore e prendere il meglio.

Tutto per il cristiano s'illumina di una luce nuova, perché la sua prospettiva non è più terrena, il suo orizzonte non è limitato alle cose che passano, ma sconfina nell'eternità. Anche coloro che circondano il cristiano si accorgeranno di questa luce, perché essa sicuramente si rifletterà su di loro (Matteo 5:14).
Ogni sfera della vita, spirituale, morale, sociale e affettiva, sarà illuminata da questa luce meravigliosa, dalla "luce della vita".

Meditazione del giorno 17/03/2014

Lunedì della II settimana di Quaresima
Meditazione del giorno
Beato Giovanni Paolo II (1920-2005), papa
Enciclica « Dives in Misericordia » § 14 
“Siate misericordiosi, come è misericordioso il Padre vostro”
 
    Gesù Cristo ha insegnato che l'uomo non soltanto riceve e sperimenta la misericordia di Dio, ma che è pure chiamato a «usar misericordia» verso gli altri: «Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia» (Mt 5,7). …

    L'amore misericordioso, nei rapporti reciproci tra gli uomini, non è mai un atto o un processo unilaterale. Perfino nei casi in cui tutto sembrerebbe indicare che soltanto una parte sia quella che dona ed offre, e l'altra quella che soltanto riceve e prende …, in verità tuttavia anche colui che dona viene sempre beneficato. … Cristo crocifisso, in questo senso, è per noi il modello, l'ispirazione e l'incitamento più alto. Basandoci su questo sconvolgente modello, possiamo con tutta umiltà manifestare misericordia agli altri, sapendo che egli l'accoglie come dimostrata a se stesso (Mt 25,34ss). … In effetti, essa è realmente un atto di amore misericordioso: quando, attuandola, siamo profondamente convinti che, al tempo stesso, noi la sperimentiamo da parte di coloro che la accettano da noi. Se manca … questa reciprocità, le nostre azioni non sono ancora autentici atti di misericordia, né in noi si è ancora compiuta pienamente la conversione, la cui strada ci è stata manifestata da Cristo con la parola e con l'esempio fino alla croce, né partecipiamo ancora completamente alla magnifica fonte dell'amore misericordioso che ci è stata da lui rivelata. …   

    La misericordia autenticamente cristiana è pure, in certo senso, la più perfetta incarnazione dell'«eguaglianza» tra gli uomini, e quindi anche l'incarnazione più perfetta della giustizia… L'eguaglianza introdotta  [solamente] mediante la giustizia si limita però ambito dei beni oggettivi ed estrinseci, mentre l'amore e la misericordia fanno si che gli uomini s'incontrino tra loro in quel valore che è l'uomo stesso, con la dignità che gli è propria. … Cosi dunque, la misericordia diviene elemento indispensabile per plasmare i mutui rapporti tra gli uomini, nello spirito del più profondo rispetto … Pertanto, l'amore misericordioso è sommamente indispensabile tra coloro che sono più vicini: tra i coniugi, tra i genitori e i figli, tra gli amici; esso è indispensabile nell'educazione e nella pastorale.

La parola del giorno 17/03/2014


Lunedì della II settimana di Quaresima

Libro di Daniele 9,4b-10.
« Signore Dio, grande e tremendo, che osservi l'alleanza e la benevolenza verso coloro che ti amano e osservano i tuoi comandamenti,
abbiamo peccato e abbiamo operato da malvagi e da empi, siamo stati ribelli, ci siamo allontanati dai tuoi comandamenti e dalle tue leggi!
Non abbiamo obbedito ai tuoi servi, i profeti, i quali hanno in tuo nome parlato ai nostri re, ai nostri prìncipi, ai nostri padri e a tutto il popolo del paese.
A te conviene la giustizia, o Signore, a noi la vergogna sul volto, come avviene ancor oggi per gli uomini di Giuda, per gli abitanti di Gerusalemme e per tutto Israele, vicini e lontani, in tutti i paesi dove tu li hai dispersi per i misfatti che hanno commesso contro di te.
Signore, la vergogna sul volto a noi, ai nostri re, ai nostri prìncipi, ai nostri padri, perché abbiamo peccato contro di te;
al Signore Dio nostro la misericordia e il perdono, perché ci siamo ribellati contro di lui,
non abbiamo ascoltato la voce del Signore Dio nostro, né seguito quelle leggi che egli ci aveva date per mezzo dei suoi servi, i profeti. »


Salmi 79(78),8.9.11.13.
Non imputare a noi le colpe dei nostri padri,
presto ci venga incontro la tua misericordia,
poiché siamo troppo infelici.


Aiutaci, Dio, nostra salvezza,
per la gloria del tuo nome, salvaci
e perdona i nostri peccati per amore del tuo nome.


Giunga fino a te il gemito dei prigionieri;
con la potenza della tua mano
salva i votati alla morte.


E noi, tuo popolo e gregge del tuo pascolo,
ti renderemo grazie per sempre;
di età in età proclameremo la tua lode.



Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Luca 6,36-38.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: « Siate misericordiosi, come è misericordioso il Padre vostro.
Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e vi sarà perdonato;
date e vi sarà dato; una buona misura, pigiata, scossa e traboccante vi sarà versata nel grembo, perché con la misura con cui misurate, sarà misurato a voi in cambio ».

Vangelo secondo Luca


Capitolo 5

Chiamata dei primi quattro discepoli

[1]Un giorno, mentre, levato in piedi, stava presso il lago di Genèsaret [2]e la folla gli faceva ressa intorno per ascoltare la parola di Dio, vide due barche ormeggiate alla sponda. I pescatori erano scesi e lavavano le reti. [3]Salì in una barca, che era di Simone, e lo pregò di scostarsi un poco da terra. Sedutosi, si mise ad ammaestrare le folle dalla barca.
[4]Quando ebbe finito di parlare, disse a Simone: «Prendi il largo e calate le reti per la pesca». [5]Simone rispose: «Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti». [6]E avendolo fatto, presero una quantità enorme di pesci e le reti si rompevano. [7]Allora fecero cenno ai compagni dell'altra barca, che venissero ad aiutarli. Essi vennero e riempirono tutte e due le barche al punto che quasi affondavano. [8]Al veder questo, Simon Pietro si gettò alle ginocchia di Gesù, dicendo: «Signore, allontanati da me che sono un peccatore». [9]Grande stupore infatti aveva preso lui e tutti quelli che erano insieme con lui per la pesca che avevano fatto; [10]così pure Giacomo e Giovanni, figli di Zebedèo, che erano soci di Simone. Gesù disse a Simone: «Non temere; d'ora in poi sarai pescatore di uomini». [11]Tirate le barche a terra, lasciarono tutto e lo seguirono.

Guarigione di un lebbroso

[12]Un giorno Gesù si trovava in una città e un uomo coperto di lebbra lo vide e gli si gettò ai piedi pregandolo: «Signore, se vuoi, puoi sanarmi». [13]Gesù stese la mano e lo toccò dicendo: «Lo voglio, sii risanato!». E subito la lebbra scomparve da lui. [14]Gli ingiunse di non dirlo a nessuno: «Và, mostrati al sacerdote e fà l'offerta per la tua purificazione, come ha ordinato Mosè, perché serva di testimonianza per essi». [15]La sua fama si diffondeva ancor più; folle numerose venivano per ascoltarlo e farsi guarire dalle loro infermità. [16]Ma Gesù si ritirava in luoghi solitari a pregare.

Guarigione di un paralitico

[17]Un giorno sedeva insegnando. Sedevano là anche farisei e dottori della legge, venuti da ogni villaggio della Galilea, della Giudea e da Gerusalemme. E la potenza del Signore gli faceva operare guarigioni. [18]Ed ecco alcuni uomini, portando sopra un letto un paralitico, cercavano di farlo passare e metterlo davanti a lui. [19]Non trovando da qual parte introdurlo a causa della folla, salirono sul tetto e lo calarono attraverso le tegole con il lettuccio davanti a Gesù, nel mezzo della stanza. [20]Veduta la loro fede, disse: «Uomo, i tuoi peccati ti sono rimessi». [21]Gli scribi e i farisei cominciarono a discutere dicendo: «Chi è costui che pronuncia bestemmie? Chi può rimettere i peccati, se non Dio soltanto?». [22]Ma Gesù, conosciuti i loro ragionamenti, rispose: «Che cosa andate ragionando nei vostri cuori? [23]Che cosa è più facile, dire: Ti sono rimessi i tuoi peccati, o dire: Alzati e cammina? [24]Ora, perché sappiate che il Figlio dell'uomo ha il potere sulla terra di rimettere i peccati: io ti dico - esclamò rivolto al paralitico - alzati, prendi il tuo lettuccio e và a casa tua». [25]Subito egli si alzò davanti a loro, prese il lettuccio su cui era disteso e si avviò verso casa glorificando Dio. [26]Tutti rimasero stupiti e levavano lode a Dio; pieni di timore dicevano: «Oggi abbiamo visto cose prodigiose».

Chiamata di Levi

[27]Dopo ciò egli uscì e vide un pubblicano di nome Levi seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi!». [28]Egli, lasciando tutto, si alzò e lo seguì.

Pasto con i peccatori presso Levi

[29]Poi Levi gli preparò un grande banchetto nella sua casa. C'era una folla di pubblicani e d'altra gente seduta con loro a tavola. [30]I farisei e i loro scribi mormoravano e dicevano ai suoi discepoli: «Perché mangiate e bevete con i pubblicani e i peccatori?». [31]Gesù rispose: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati; [32]io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori a convertirsi».

Discussione sul digiuno

[33]Allora gli dissero: «I discepoli di Giovanni digiunano spesso e fanno orazioni; così pure i discepoli dei farisei; invece i tuoi mangiano e bevono!». [34]Gesù rispose: «Potete far digiunare gli invitati a nozze, mentre lo sposo è con loro? [35]Verranno però i giorni in cui lo sposo sarà strappato da loro; allora, in quei giorni, digiuneranno». [36]Diceva loro anche una parabola: «Nessuno strappa un pezzo da un vestito nuovo per attaccarlo a un vestito vecchio; altrimenti egli strappa il nuovo, e la toppa presa dal nuovo non si adatta al vecchio. [37]E nessuno mette vino nuovo in otri vecchi; altrimenti il vino nuovo spacca gli otri, si versa fuori e gli otri vanno perduti. [38]Il vino nuovo bisogna metterlo in otri nuovi. [39]Nessuno poi che beve il vino vecchio desidera il nuovo, perché dice: Il vecchio è buono!».