lunedì 10 febbraio 2014

Meditazione del giorno 10/02/2014

Lunedì della V settimana delle ferie del Tempo Ordinario
Meditazione del giorno
Santa Faustina Kowalska (1905-1938), religiosa
« Quanti toccavano la frangia del suo mantello guarivano »
 
Misericordia divina, che ci accompagni durante tutta la vita, confido in te.
Misericordia divina, che ci avvolgi particolarmente nell’ora della nostra morte, confido in te.
Misericordia divina, che ci doni la vita eterna, confido in te.
Misericordia divina, presente in ogni momento della vita, confido in te.
Misericordia divina, che ci proteggi dal fuoco dell’inferno, confido in te.
Misericordia divina, che converti i peccatori incalliti, confido in te.
Misericordia divina, meraviglia per gli angeli, inconcepibile per i santi, confido in te.
Misericordia divina, insondabile in tutti i misteri divini, confido in te.
Misericordia divina, che ci rialzi da ogni miseria, confido in te.
Misericordia divina, fonte della nostra felicità e della nostra gioia, confido in  te.
Misericordia divina, che ci chiami dal non essere all’esistenza, confido in te.
Misericordia divina, che porti nelle tue mani quanto esiste, confido in te.
Misericordia divina, che incoroni quanto esiste e esisterà, confido in te.
Misericordia divina, nella quale siamo immersi, confido in te.
divina Misericordia, dolce quiete dei cuori tormentati, confido in te.
Misericordia divina, unica speranza delle anime disperate, confido in te.
Misericordia divina, riposo dei cuori, pace in mezzo alle paure, confido in te.
Misericordia divina, delizia e meraviglia delle anime sante, confido in te.
Misericordia divina, che ci doni speranza contro ogni speranza, confido in te.

    O Dio eterno, la cui misericordia è insondabile ed il tesoro di compassione inestinguibile, guardaci con bontà e ricolmaci con la tua misericordia  affinché non disperiamo nei momenti difficili, non perdiamo coraggio, ma anzi ci sottomettiamo con gran fiducia alla tua santa volontà che è amore e misericordia essa stessa.

La parola del giorno 10/02/2014

Lunedì della V settimana delle ferie del Tempo Ordinario

Primo libro dei Re 8,1-7.9-13.
A questo punto Salomone convocò in assemblea a Gerusalemme gli anziani di Israele, tutti i capitribù, i principi dei casati degli Israeliti, per trasportare l'arca dell'alleanza del Signore dalla città di Davide, cioè da Sion.
Tutto Israele si radunò presso il re Salomone per la festa, nel mese di Etanim, cioè il settimo mese.
Presenti tutti gli anziani di Israele, l'arca del Signore fu sollevata e i sacerdoti e i leviti la trasportarono
con la tenda del convegno e con tutti gli arredi sacri che erano nella tenda.
Il re Salomone e tutta la comunità di Israele, convenuta presso di lui, immolavano davanti all'arca pecore e buoi che non si contavano né si calcolavano.
I sacerdoti introdussero l'arca dell'alleanza del Signore al suo posto nella cella del tempio, cioè nel Santo dei santi, sotto le ali dei cherubini.
Difatti i cherubini stendevano le ali sopra l'arca; essi coprivano l'arca e le sue stanghe dall'alto.
Nell'arca non c'era nulla se non le due tavole di pietra, che vi aveva deposte Mosè sull'Oreb, cioè le tavole dell'alleanza conclusa dal Signore con gli Israeliti quando uscirono dal paese d'Egitto.
Appena i sacerdoti furono usciti dal santuario, la nuvola riempì il tempio
e i sacerdoti non poterono rimanervi per compiere il servizio a causa della nube, perché la gloria del Signore riempiva il tempio.
Allora Salomone disse: "Il Signore ha deciso di abitare sulla nube.
Io ti ho costruito una casa potente, un luogo per la tua dimora perenne".


Salmi 132(131),6-7.8-10.
Ecco, abbiamo saputo che era in Efrata,
l'abbiamo trovata nei campi di Iàar.
Entriamo nella sua dimora,
prostriamoci allo sgabello dei suoi piedi.

Alzati, Signore, verso il luogo del tuo riposo,
tu e l'arca della tua potenza.
I tuoi sacerdoti si vestano di giustizia,
i tuoi fedeli cantino di gioia.

Per amore di Davide tuo servo
non respingere il volto del tuo consacrato.


Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Marco 6,53-56.
Compiuta la traversata, approdarono e presero terra a Genèsaret.
Appena scesi dalla barca, la gente lo riconobbe,
e accorrendo da tutta quella regione cominciarono a portargli sui lettucci quelli che stavano male, dovunque udivano che si trovasse.
E dovunque giungeva, in villaggi o città o campagne, ponevano i malati nelle piazze e lo pregavano di potergli toccare almeno la frangia del mantello; e quanti lo toccavano guarivano.

Vangelo secondo Matteo

Capitolo 14

Erode e Gesù

[1]In quel tempo il tetrarca Erode ebbe notizia della fama di Gesù. [2]Egli disse ai suoi cortigiani: «Costui è Giovanni il Battista risuscitato dai morti; per ciò la potenza dei miracoli opera in lui».

Esecuzione di Giovanni Battista

[3]Erode aveva arrestato Giovanni e lo aveva fatto incatenare e gettare in prigione per causa di Erodìade, moglie di Filippo suo fratello. [4]Giovanni infatti gli diceva: «Non ti è lecito tenerla!». [5]Benché Erode volesse farlo morire, temeva il popolo perché lo considerava un profeta.
[6]Venuto il compleanno di Erode, la figlia di Erodìade danzò in pubblico e piacque tanto a Erode [7]che egli le promise con giuramento di darle tutto quello che avesse domandato. [8]Ed essa, istigata dalla madre, disse: «Dammi qui, su un vassoio, la testa di Giovanni il Battista». [9]Il re ne fu contristato, ma a causa del giuramento e dei commensali ordinò che le fosse data [10]e mandò a decapitare Giovanni nel carcere. [11]La sua testa venne portata su un vassoio e fu data alla fanciulla, ed ella la portò a sua madre. [12]I suoi discepoli andarono a prendere il cadavere, lo seppellirono e andarono a informarne Gesù.

Prima moltiplicazione dei pani

[13]Udito ciò, Gesù partì di là su una barca e si ritirò in disparte in un luogo deserto. Ma la folla, saputolo, lo seguì a piedi dalle città. [14]Egli, sceso dalla barca, vide una grande folla e sentì compassione per loro e guarì i loro malati.
[15]Sul far della sera, gli si accostarono i discepoli e gli dissero: «Il luogo è deserto ed è ormai tardi; congeda la folla perché vada nei villaggi a comprarsi da mangiare». [16]Ma Gesù rispose: «Non occorre che vadano; date loro voi stessi da mangiare». [17]Gli risposero: «Non abbiamo che cinque pani e due pesci!». [18]Ed egli disse: «Portatemeli qua». [19]E dopo aver ordinato alla folla di sedersi sull'erba, prese i cinque pani e i due pesci e, alzati gli occhi al cielo, pronunziò la benedizione, spezzò i pani e li diede ai discepoli e i discepoli li distribuirono alla folla. [20]Tutti mangiarono e furono saziati; e portarono via dodici ceste piene di pezzi avanzati. [21]Quelli che avevano mangiato erano circa cinquemila uomini, senza contare le donne e i bambini.

Gesù cammina sulle acque e Pietro con lui

[22]Subito dopo ordinò ai discepoli di salire sulla barca e di precederlo sull'altra sponda, mentre egli avrebbe congedato la folla. [23]Congedata la folla, salì sul monte, solo, a pregare. Venuta la sera, egli se ne stava ancora solo lassù.
[24]La barca intanto distava gia qualche miglio da terra ed era agitata dalle onde, a causa del vento contrario. [25]Verso la fine della notte egli venne verso di loro camminando sul mare. [26]I discepoli, a vederlo camminare sul mare, furono turbati e dissero: «E' un fantasma» e si misero a gridare dalla paura. [27]Ma subito Gesù parlò loro: «Coraggio, sono io, non abbiate paura». [28]Pietro gli disse: «Signore, se sei tu, comanda che io venga da te sulle acque». [29]Ed egli disse: «Vieni!». Pietro, scendendo dalla barca, si mise a camminare sulle acque e andò verso Gesù. [30]Ma per la violenza del vento, s'impaurì e, cominciando ad affondare, gridò: «Signore, salvami!». [31]E subito Gesù stese la mano, lo afferrò e gli disse: «Uomo di poca fede, perché hai dubitato?».
[32]Appena saliti sulla barca, il vento cessò. [33]Quelli che erano sulla barca gli si prostrarono davanti, esclamando: «Tu sei veramente il Figlio di Dio!».

Guarigioni nel paese di Genèsaret

[34]Compiuta la traversata, approdarono a Genèsaret. [35]E la gente del luogo, riconosciuto Gesù, diffuse la notizia in tutta la regione; gli portarono tutti i malati, [36]e lo pregavano di poter toccare almeno l'orlo del suo mantello. E quanti lo toccavano guarivano.

SALMO 14

1 Al maestro del coro. Di Davide.
Lo stolto pensa: «Dio non c’è».
Sono corrotti, fanno cose abominevoli:
non c’è chi agisca bene.
2 Il Signore dal cielo si china sui figli dell’uomo
per vedere se c’è un uomo saggio,
uno che cerchi Dio.
3 Sono tutti traviati, tutti corrotti;
non c’è chi agisca bene, neppure uno.
4 Non impareranno dunque tutti i malfattori,
che divorano il mio popolo come il pane
e non invocano il Signore?
5 Ecco, hanno tremato di spavento,
perché Dio è con la stirpe del giusto.
6 Voi volete umiliare le speranze del povero,
ma il Signore è il suo rifugio.
7 Chi manderà da Sion la salvezza d’Israele?
Quando il Signore ristabilirà la sorte del suo popolo,
esulterà Giacobbe e gioirà Israele.

GOCCE DI VITA

[...] È per un giudizio che io sono venuto in questo mondo, perché coloro che non vedono, vedano e quelli che vedono, diventino ciechi  
(Vangelo secondo Giovanni, 9, 39)

La frase del giorno 10 Febbraio

Lamore di Dio è per sempre.
Non conosce limiti, nè giorni
nè ore.

Frammenti di Cielo

Detti di S. Serafino di Sarov

Seminare la gioia è importante: aiuta lo spirito dell'uomo a restare davanti al volot di Dio
L'amore per le chiacchiere è anche amore per la pigrizia. Se non capisci te stesso cosa puoi insegnare agli altri ? taci, taci sempre, ricordati costantemente della presenza di Dio e del suo amore.
Il digiuno non consiste solo nel mangiare raramente, ma nel mangiare poco. Non ha senso che chi digiuna, dopo aver atteso con impazienza l'ora del pasto, si precipiti aconsumare il cibo con voracità corporale e mentale.
Insegnare è facile come scagliare pietre dal'alto di un campanile. Mettere in pratica quello che si insegna invece è difficile come portare pietre in cima al campanile.
Non seguiamo la via dello scoraggiamento: Cristo ha vinto ogni cosa.
Come il ferro si abbandona all'incudine così io affido la mia volontà a Dio.
Il fine della vita cristiana è uno solo: è ottenere lo Spirito Santo. La preghiera, il digiuno, le veglie, l'elemosina e ogni altra buona azione, fatta in nome di Cristo, sono solo mezzi per ottenere lo Spirito Santo.
La salit verso il Regno richiede pazienza e generosità. Non si vince facilmente l'attaccamento alle vanità di questo mondo.
"Vegliate e pregate per non cadere in tentazione" Mt 26,41, cioè per non essere privati dello spirito di Dio; le veglie e la preghiera infatti ci aprono alla sua grazia.
Tutti possono pregare! Il ricco e il povero, il forte e il debole, il sano e il malato, il santo e il peccatore. La preghiera è sempre a nostra disposizione, più di ogni altra cosa.
Quando in un cuore discende lo Spirito Santo è bene essere assolutamente silenziosi da sentire chiaramente la sua voce e capire la luce che ci dona.
E' impossibile per il demonio far perire una persona a meno che smetta di invocare la Madre di Dio.
Acquista e conserva la pace interiore e migliaia intorno a te troveranno la salvezza.
La pace si acquista attraverso le tribolazioni. Chi vuole amare di Dio deve superare molte prove.
Nulla aiuta di più la pace interiore che il silenzio: il dialogo icessante con se stessi e il silenzio con gli altri.
Non bisogna mai esagerare in nulla, ma fare in modo che il nostro amico, il corpo, rimanga fedele e partecipi alla nostra vita interiore.
Bisogna essere pazienti verso se stessi e sopportare le proprie mancanze come si sopportano quelle degli altri, ma bisogna anche non lasciarsi prendere dalla pigrizia e sforzarsi di sempre migliorare.
Davanti alle nostre mancanze non arrabbiamoci, non aggiungiamo un male ad un altro male, ma conserviamo la pace interiore, e dedichiamoci con coraggio a convertirci. La virtù non è una pera che si mangia in un solo boccone.
Dobbiamo attenderci gli attacchi del demonio. Come possiamo sperare che ci lascierà tranquilli se ha tentato anche nostro Signore Gesù ?
Se Dio abbandonasse l'uomo a sé stesso, il diavolo sarebbe pronto a ridurlo in polvere come un chicco di grano sotto la macina.
Guardati dallo spirito di scoraggiamento, perché di qui nasce ogni male.
Per custodire la pace bisogna fuggire la tristezza e conservare sempre lo spirito allegro: nella tristezza non c'è alcun giovamento. Quando il corpo è indebolito dalla malattia è un segno della misericordia di Dio...la malattia indebolisce le passioni e l'uomo rientra in se stesso.
Il Signore ha creato il corpo non le malattie, ha creato l'anima non il peccato. Se perdiamo l'amore di Dio diventiamo preda di numerosi mali.
Dobbiamo trattare il prossimo con dolcezza, stando attenti a non offenderlo in alcun modo. Quando voltiamo le spalle a qualcuno o lo offendiamo, è come se mettessimo una pietra sul nostro cuore.
Giudica te stesso, allora cesserai di giudicare gli altri.
Non bisogna mai vendicarci di un'offesa, qualunque essa sia, al contrario dobbiamo perdonare di tutto cuore a chi ci ha offesi, anche se il nostro cuore si oppone. Dio ci chied inimicizia solo col serpente che fin da principio ha indotto l'uomo in tenatazione e l'ha cacciato dal paradiso.
Se credi di essere staccato dalla tua volontà, ma conservi l'attaccamento a qualcosa, vuol dire che non sei staccato da nulla; nemmeno da quelle cose da cui ti credevi libero.
I peccati degli altri sono in profondità anche i nostri.