lunedì 23 dicembre 2013

Storia di San Gennaro

Biografia di San Gennaro
Durante la persecuzione di Diocleziano Sossio, un giovane trentenne stimato per la santità di vita, era diacono della chiesa di Miseno; in quel periodo Gennaro era vescovo di Benevento e, recandosi a Miseno per partecipare ad una liturgia, ebbe certezza dell'imminente martirio del giovane diacono che, infatti, poco dopo fu imprigionato. Gennaro si recò a fargli visita per consolarlo con il suo diacono Festo e il lettore Desiderio. Riconosciuti come cristiani i tre visitatori furono a loro volta incarcerati e non avendo voluto abiurare la loro fede furono condannati" ad bestias ", cioè ad essere dato in pasto alle belve durante lo spettacolo circense, ma a causa del ritardo di un giudice, Gennaro fu destinato ad un incontro col padre più veloce, con lui fu decapitato anche San Sossio che fu in alcune occasioni suo consigliere.Una donna raccolse il suo sangue in due ampolle delle quali si perse traccia. Un secolo dopo, nel 431, in occasione della traslazione delle reliquie del Santo da Pozzuoli a Napoli, un'altra donna presentò le due ampolle affermando che contenevano il sangue coagulato del martire.Come per provare la sincerità della donna, il sangue si liquefece all'improvviso sotto gli occhi del vescovo e della folla riunita ad assistere alla cerimonia di traslazione. Il fenomeno, che si ripete anche nella pietra porosa, impregnata del suo sangue, nella chiesetta di Pozzuoli, non ha tuttora avuto una spiegazione scientifica: la scienza stessa lo definisce prodigioso. Affidandosi all'intercessione del loro patrono, i napoletani, sono stati salvati dalla fame, dalla peste, dalla lava del Vesuvio e dai terremoti.San Gennaro é protettore degli orafi e dei donatori di sangue ed è patrono anche di Benevento, Sassari, Torre del Greco e TRECASE.


La Festa Patronale, con la relativa processione cittadina, si celebra a Trecase il giorno 19, se quest'ultima data cade di domenica, altrimenti è posticipata alla prima domenica successiva,(se invece il 19 cade di lunedì è anticipata al 18) La festa civile, con relativa fiera di merci varie (sagra del vino e del tortane di San Gennaro) si prolunga, infine, sino a martedì.La festività ha origini incerte, di sicuro successive al 1337, epoca in cui il territorio su cui sorge l'odierna Trecase fu concesso a tre monasteri napoletani (S. Chiara, S. Maria Egiziaca e S. Maria Maddalena) che disboscarono e misero a regime colturale la preesistente foresta, creando i presupposti per le prime forme d'urba-nizzazione.Indipendentemente dalle origini, la festa che si celebra oggi è indissolubilmente legata all'eruzione del Vesuvio dell' 8 aprile 1906. Quest'ultima fu un fenomeno vulcanico d'eccezionale potenza, caratterizzato dall'apertura di bocche eruttive a 800 mt s.lm. da cui si generarono diversi bràcci di colata. Uno dei principali si diresse verso Trecase e solo l'intercessione del Santo Patrono, portato in processione sino al sito in cui oggi una statua rimembra l'evento, ne evitò la distruzione. Il miracolo, da allora, si ripete ogni anno in una delle date legate al santo; la vigilia della prima domenica di maggio (data della traslazione), il 16 dicembre (anniversario dell'eruzione vesuviana del 1631 durante la quale i napoletani invocarono il santo a protezione) e il 19 settembre (data del martirio).


Anche la manifestazione odierna, rievocando la processione salvifica dell'aprile 1906, consente ai cittadini di Trecase di sciogliere, anno dopo anno, il debito di gratitudine accumulato nei confronti del Santo Patrono. Una partecipazione alla festa di San Gennaro può essere l'occasione per un'interessante visita alla chiesa di Santa Maria delle Grazie, risalente, per ciò che riil nucleo originario, al 1587.A destra dell'ingresso, nell'omonima cappella, è possibile vedere la bella statua di San Gennaro che, realizzata tra il XVIII e il XIX secoìo, è un caso piuttosto raro (nell'ambito della, diocesi napoletana) di rappresentazione
a figura intera.Notevole, anche il Fonte Battesimale del XVII secolo su cui sono incise una torre aragonese, tre querce, tre case e una chiesa, probabilmente simboleggianti l'appartenenza del "bosco delle Tre Case* ai reali monasteri di S. Chiara, S. Maria Egiziaca e S. Maria Maddalena. Si segnalano, infine, le sculture lignee del Cristo morto e dell'Annunciazione risalenti entrambe al sec. XVIII.S, Gennaro, fu uno dei primi vescovi di Benevento, luogo campano, dove probobilmente nacque. Fu prima di quei
cristiani che, testimoniarono con il sacrificio della vita la fede in Gesù Cristo, subendo nel l'anno 305 a Possiteli il "martirio", La salma fu deposta in territorio napoletano e, precisamente al Marcianum, villaggio rurale di proprietà della gente Marcia, potente a Napoli ed a Pozzuoli, e solo dopo oltre cento anni fu possibile al Vescovo di Napoli, S. Giovanni I, trasferire i resti mortali di S. Gennaro ed maggior cimitero cristiano di Napoli alle pendici della cottinetta di Capodimonte.Nel 831 le ossa di S. Gennaro
vennero trafugate: dai Longombardi, capeggiati da Sicone, e trasportate a Benevento,Qui un governatore detta città, affinchè le reliquie venissero degnamente custodite, curò che fossero deposte in una chiesa appositamente costruita.Circa trentanni dopo Guglielmo il Malo, re di Sicilia, dispose che i sacri resti fossero tutti trasferiti a Montevergine.
Fu qui appunto che nel 1480, durante l'esecuzione di lavori nella, basilica, tra le altre reliquie rinvenute sotto l'altare maggiore e contrassegnate da iscrizioni indicanti i nomi dei santi di appartenenza, fu, ritrovata un'urna contenente alcune ossa attribuite, secondo l'iscrizione incisa su una lamella plumbea, a S. Gennaro, detta lamella nel 1971 fu datata al secolo XII. Nel 1497 il Papa del tempo concesse all'Arcivescovo di Napoli, Alessandro Carafa, di riportare nella città partenopea quelle ossa di S. Gennaro, ritrovate a Montevergine. Affinchè le ossa fossero custodite degnamente, il Cardinale Oliviero Carafa, fratello dell'Arcivescovo Alessandro, tra la fine del '400 e l'inizio del '500 curò la realizzazione di una cripta ubicata sotto l'altare maggiore del Duomo di "Napoli, in essa è visibile, custodita in un reliquiario, un vaso in terracotta recante un'iscrizione in lingua latina, la quale indica che in esso sono contenute le ossa di S. Gennaro, vescovo di Benevento. Nel 1305 il Re di Napoli Carlo d'Angiò, donò al Duomo di Napoli il prezioso busto reliquiario, artistica opera di orafi provenzali, perché vi fosse custodito il cranio di S. Gennaro, detto busto viene esposto durante le festività, II reliquiario composto di finissimi elementi trecenteschi e secenteschi, su ciò si espone e si porta in processione la teca rotonda nella quale sono incastrate le famose ampolline visibili, nell'ampollina più grande si può vedere la celebre reliquia del sangue di S, Gennaro. Il 17 agosto 1389, sei secoli fa, la reliquia del sangue di S. Gennaro passò dallo stato solido a quello liquido per la prima volta e da allora si parla del prodigioso Miracolo di S. Gennaro.Per la credenza popolare il non avvenuto miracolo preannunzia, calamità disastrose. Nella storia troviamo eventi negativi legati al miracolo di S. Gennaro e cioè basti menzionare nel 1631, in coincidenza con una delle più tremende eruzioni del Vesuvio, nel 1647, prima e durante la Rivolta di Masaniello ed ancora nel 1943, allorché scoppiò a Napoli l'insurrezione popolare delle "Quattro giornate", nel 28 febbraio 1979, mercoledì delle Ceneri, non appena l'Arcivescovo, Cardinale Corrado Ursi, fece esporre, in linea del tutto eccezionale, le reliquie di S. Gennaro, cessarono i casi di virosi respiratoria, molto diffusa tra i bambini che procuro diverse vittime.

Com’è difficile essere un buon cristiano!


A volte crediamo di essere dei buoni cristiani solo perché abbiamo ricevuto i sacramenti del Battesimo, della Comunione e della Cresima, ma ciò non basta per essere un buon cristiano.
Quante volte ci capita di sentire qualcuno dire: - Sono credente ma non praticante; - Credo ma non vado a messa la domenica, perché non ho tempo; sappiamo bene, però, che quando si vuole fare qualcosa, si trova sia il tempo che il modo di farlo.

Non ha senso dire: - Sono credente ma non praticante, è come dire: - Amo i miei genitori ma non vado mai a far loro visita. Se amiamo Dio, nostro Padre, abbiamo il dovere di andare a visitarLo nella Sua casa, la Chiesa, ascoltare la Santa Messa e ringraziarLo ogni giorno con la preghiera, per tutte le cose belle di cui ci ha fatto dono. Preghiamo, perché nella preghiera il nostro cuore si apre a Dio con la fiducia che le nostre richieste non rimarranno inascoltate e, certi del suo amore, ritroviamo la gioia e la speranza per il futuro. Quando andiamo a Messa, accostiamoci alla Santa Comunione, dopo esserci purificati dai nostri peccati con la Confessione, perché non ha senso ascoltare la Parola di Dio e non ricevere Gesù Eucaristia, le due cose si compensano, se facciamo una cosa e non l’altra, è come fare un lavoro a metà, non serve a niente.
Affermava San Bernardo in una delle sue riflessioni: “L’Eucaristia è l’amore che supera tutti gli amori nel cielo e sulla terra”.
“Impariamo a ricevere Gesù dentro di noi, perché ogni volta che riceviamo l’Eucaristia entriamo nella pace del Signore, gustiamo e apprezziamo quella pace che viene dal cielo, perché Cristo è la nostra pace.  Noi abbiamo bisogno della pace che è Cristo, nessuno mai ha fatto la volontà del Padre come l’ha fatta Lui, consegnando se stesso alla morte e alla morte di croce per tutti e per ciascuno di noi uomini e per la nostra salvezza “ (tratto dal libro “Meditiamo insieme” di Padre Giuseppe).
Dopo aver partecipato alla Messa, ascoltato la Parola di Dio e ricevuto Gesù Eucaristia, guardiamoci intorno e se c’è qualcuno che ha bisogno di noi, non voltiamogli le spalle, ma diamogli una mano, perché ogni volta che aiutiamo qualcuno, aiutiamo Gesù a soffrire meno sulla croce.
Essere un buon cristiano vuol dire, prima di tutto, mettere da parte il nostro “io”, sopprimere la nostra vanità, la nostra presunzione e il nostro egoismo e metterci al servizio del nostro prossimo con umiltà e carità.
Quanti sprechi ci sono nella nostra vita quotidiana! Quanti soldi sciupiamo in cose superflue! Quei soldi spesi in cose superflue  potrebbero essere di vitale importanza per altri.
Quanti bambini muoiono di fame! Quanti uomini e donne sono nudi e scalzi mentre i nostri armadi sono stracolmi di vestiti e scarpe! Freniamo questa mentalità consumistica, rinunciamo alle gioie effimere del fare shopping, compriamo solo ciò che ci è necessario e quel che risparmiamo, doniamolo a chi non può comprare il cibo, i vestiti  o altre primarie necessità.
Sperimentiamo la gioia di donare agli altri, di essere d’aiuto a chi ne ha bisogno, anche a costo di privarci di qualcosa, la ricompensa sarà una pace infinita che invaderà il nostro spirito. Colmiamo il cuore di gioia, compiendo opere buone, consapevoli, però, che abbiamo fatto semplicemente il nostro dovere di buon cristiano. E allora via con le nostre buone azioni, soprattutto con l’avvicinarsi del Santo Natale.
Non buttiamo via i nostri soldi in cose inutili e futili, aiutiamo chi ha bisogno e soprattutto non dimentichiamoci dell’ “Opera di Maria Vergine e Madre”, che senza il vostro contributo non avrebbe possibilità di esistere e allora, auguro a tutti un buon Natale e…chi più ne ha più ne metta!

Il Volto di Gesù Cristo Nostro Signore

 

Non nascondermi il tuo volto;
nel giorno della mia angoscia piega verso di me l'orecchio.
Salmo 102,3

Salmo 102

Preghiera nella sventura

[1]Preghiera di un afflitto che è stanco
e sfoga dinanzi a Dio la sua angoscia.
[2]Signore, ascolta la mia preghiera,
a te giunga il mio grido.
[3]Non nascondermi il tuo volto;
nel giorno della mia angoscia
piega verso di me l'orecchio.
Quando ti invoco: presto, rispondimi.
[4]Si dissolvono in fumo i miei giorni
e come brace ardono le mie ossa.
[5]Il mio cuore abbattuto come erba inaridisce,
dimentico di mangiare il mio pane.
[6]Per il lungo mio gemere
aderisce la mia pelle alle mie ossa.
[7]Sono simile al pellicano del deserto,
sono come un gufo tra le rovine.
[8]Veglio e gemo
come uccello solitario sopra un tetto.
[9]Tutto il giorno mi insultano i miei nemici,
furenti imprecano contro il mio nome.

[10]Di cenere mi nutro come di pane,
alla mia bevanda mescolo il pianto,
[11]davanti alla tua collera e al tuo sdegno,
perché mi sollevi e mi scagli lontano.
[12]I miei giorni sono come ombra che declina,
e io come erba inaridisco.
[13]Ma tu, Signore, rimani in eterno,
il tuo ricordo per ogni generazione.
[14]Tu sorgerai, avrai pietà di Sion,
perché è tempo di usarle misericordia:
l'ora è giunta.
[15]Poiché ai tuoi servi sono care le sue pietre
e li muove a pietà la sua rovina.
[16]I popoli temeranno il nome del Signore
e tutti i re della terra la tua gloria,
[17]quando il Signore avrà ricostruito Sion
e sarà apparso in tutto il suo splendore.
[18]Egli si volge alla preghiera del misero
e non disprezza la sua supplica.
[19]Questo si scriva per la generazione futura
e un popolo nuovo darà lode al Signore.
[20]Il Signore si è affacciato dall'alto del suo santuario,
dal cielo ha guardato la terra,
[21]per ascoltare il gemito del prigioniero,
per liberare i condannati a morte;
[22]perché sia annunziato in Sion il nome del Signore
e la sua lode in Gerusalemme,
[23]quando si aduneranno insieme i popoli
e i regni per servire il Signore.
[24]Ha fiaccato per via la mia forza,
ha abbreviato i miei giorni.
[25]Io dico: Mio Dio,
non rapirmi a metà dei miei giorni;
i tuoi anni durano per ogni generazione.
[26]In principio tu hai fondato la terra,
i cieli sono opera delle tue mani.
[27]Essi periranno, ma tu rimani,
tutti si logorano come veste,
come un abito tu li muterai
ed essi passeranno.
[28]Ma tu resti lo stesso
e i tuoi anni non hanno fine.
[29]I figli dei tuoi servi avranno una dimora,
resterà salda davanti a te la loro discendenza.

LA STORIA DELLA IMMAGINE DI GESÙ MISERICORDIOSO

LA STORIA DELLA IMMAGINE DI GESÙ MISERICORDIOSO

ZD
La casa nella quale fu dipinta la prima immagine di Gesù Misericordioso.  In lontananza,
la Chiesa trasformata in prigione dalle autorità sovietiche, funzionante  fino all’anno 2008.

Don Sopoćko commissionò la realizzazione del dipinto di Gesù Misericordioso all’inizio dell’anno 1934 all’artista pittore professor E. Kazimirowski.  L’appartamento e lo studio del pittore  erano situati nello stesso edificio nel quale abitava Don Sopoćko. Suor Faustina, che soggiornava a Vilnius (si veda la casa dell’Assemblea) per tutto il periodo in cui il dipinto fu realizzato, si recava presso lo studio del pittore per fornire i dettagli inerenti l’aspetto dell’immagine.
Don Sopoćko vegliava personalmente affinché il quadro fosse dipinto esattamente secondo le istruzioni di Suor Faustina. La tela, sulla quale venne dipinto il quadro, fu adattata alle misure di una cornice che gli era precedentemente regalata da una delle parrocchiane. La realizzazione del dipinto durò circa 6 mesi e quando il quadro fu pronto per essere appeso, Don Sopoćko volendo accertarsi come deveva essere collocata la scritta sul quadro, pregò Suor Faustina di chiederlo al Signore Gesù (si veda “Memorie” di Don Sopoćko):
“Ad un certo momento il confessore mi chiese come dovesse essere collocata questa scritta dato che non vi era posto nel quadro. Risposi che avrei pregato e avrei dato una risposta la settimana successiva. Quando uscii dal confessionale - passando accanto al Santissimo Sacramento – avevo intimamente ricevuto la spiegazione di come dovesse essere questa scritta. Gesù mi aveva ricordato, come già mi disse la prima volta, che dovevano essere apposte queste tre parole. Le parole sono queste: Gesù, confido in Te” (Diario, 327).
“Porgo agli uomini il recipiente,
col quale debbono venire ad attingere le grazie alla sorgente della Misericordia.
Il recipiente è quest’immagine con la scritta: Gesù confido in Te” (Diario, 327).
L’iscrizione dettata, la quale costituisce un elemento essenziale dell’immagine, fu realizzata da don Sopocko sulla tavoletta aggiuntiva e posizionata sulla cornice sotto  l’immagine.  Poi, su richiesta esplicita del Signore Gesù  trasmessa attraverso Suor Faustina, Don Sopoćko si adoperò affinché il quadro venisse esposto nella chiesa di San Michele a Vilnius, dove lui stesso era rettore. Di conseguenza, il 4 aprile 1937 con l’approvazione dell’Arcivescovo metropolita di Vilnius, Romuald Jałbrzykowski, il quadro del Salvatore Misericordioso, dopo avere ottenuto il parere positivo degli esperti, fu appeso accanto all’altare maggiore della chiesa di San Michele, dove i fedeli per circa undici anni lo hanno  circondato di grande venerazione.
Una seconda commissione di esperti, convocata nel 1941 su ordine dell’Arcivescovo, stabilì che: “Il quadro è realizzato artisticamente e costituisce un patrimonio prezioso dell’arte religiosa contemporanea”. (Protocollo della Commissione sulla valutazione e conservazione del quadro del Salvatore Misericordioso nella chiesa di San Michele a Vilnius, nel giorno 27 maggio 1941, firmata dagli esperti Professore di Storia dell’Arte Dr. M. Morelowski, Professore di Teologia Dogmatica Dr. L. Puchaty ed il sovrintendente Padre Dr. P. Sledziewski) (cfr. Memorie di Padre Sopoćko).

Il quadro nella chiesa di San Michele (1937-1948).

Nel 1948, dopo la chiusura forzata della chiesa di San Michele da parte di autorità comuniste, il quadro (senza la cornice e senza la scritta apposta su di essa) fu acquistato in segreto e illegittimamente da un operaio lituano addetto alla liquidazione dell’arredamento del tempio. Due donne devote della Divina Misericordia (una polacca ed una lituana), consapevoli delle pesanti ritorsioni delle autorità sovietiche, portarono fuori dalla chiesa la tela avvolta in un rotolo e per un certo tempo la tennero nascosta in soffitta, in attesa della fine di eventuali pericoli. Successivamente trasferirono il quadro nella chiesa dello Santo Spirito, dove vennero depositate anche tutte le suppellettili appartenenti alla chiesa liquidata. Il parroco della chiesa dello Santo Spirito, don Jan Ellert, non era interessato a conservare il quadro, né ad esporlo e lo nascose nell’archivio  retro della chiesa.
Soltanto nell’anno 1956 un amico di Don Sopoćko, Don Józef Grasewicz, il quale era tornato a Vilnius dopo qualche anno di reclusione in un campo di lavoro sovietico, decise di ritrovare il quadro. Prima di ciò si mise in contatto con Don Sopoćko, che ne era ben a conoscenza, perché fino ad allora non aveva più sentito parlare del destino del quadro di Gesù Misericordioso da nessuno. Don Grasewicz ottenne il permesso di tornare al lavoro pastorale a Nowa Ruda. Prima di andar via da Vilnius chiese al parroco della chiesa di Santo Spirito di dare il quadro alla sua parrocchia. Il parroco lo fece volentieri. Don Grasewicz portò il quadro a Nowa Ruda che, senza svelare il mistero della sua origine, rimase nella chiesa.
Nel frattempo Don Sopoćko valutò la possibilità di divulgare l’immagine in Polonia, ma desistette dal continuare i suoi tentativi quando fu chiaro che non sarebbe stato sicuro. Nonostante i molti cambiamenti nell’amministrazione della chiesa di Nowa Ruda, il quadro rimase lì per circa trent’anni.



Nel 1970 le autorità  locali comuniste di Nowa Ruda decisero di trasformare la chiesa in un magazzino. Le suppellettili della chiesa  liquidata vennero trasportate in un’altra parrocchia.
Il quadro, appeso in alto, rimase abbandonato nella chiesa per un motivo apparentemente banale (la mancanza di una scala abbastanza lunga).  Don Sopoćko, preoccupato per questo fatto,   soggiornava in Polonia e non poteva fare nulla.Anche don Grasewicz non aveva la possibilità di soddisfare la richiesta di don Sopoćko – di trasferire, cioè, l’immagine in un altro luogo sicuro. Lui stesso fu costretto a lasciare la parrocchia, e nessun sacerdote in Bielorussia ebbe il coraggio di prendersi cura del quadro L’immagine di Gesù Misericordioso, per molti anni rimase in una chiesa di legno abbandonata, ed unicamente grazie alla protezione della Divina Provvidenza ha superato il pericoloso periodo del comunismo.  
L’incertezza circa il destino del quadro tormentava don Sopoćko per tutta la vita. Molte volte ha inviato in clandestinità delle richieste  di trasferire il quadro a Vilnius. La richiesta di esporre il quadro a Vilnius nel Santuario della Porta dell’Aurora, laddove per la prima volta fu esposta alla pubblica venerazione, rimase inadempiuta fino all’anno 1982, già dopo la morte di Don Sopoćko). L’allora vicario del Santuario di Porta dell’Aurora, Tadeusz Kondrusiewicz, ritenne questa proposta irrealizzabile e propose di collocare il quadro nella chiesa dello Santo Spirito, dove Aleksander Kaszkiewicz era parroco.  Il sacerdote, inizialmente riluttante, infine accettò di appendere il quadro.  In questo modo Don Grasewicz decise di riportare il quadro a Vilnius.
Per non suscitare l’intersse dei comunisti della provenienza straordinaria del quadro, in una notte di novembre 1986,  all’insaputa degli abitanti di Nowa Ruda che si riunivano per pregare nella chiesa abbandonata, al posto dell’immagine originale fu appesa una copia, precedentemente preparata.  Con l’aiuto delle suore della Madre di  Misericordia, che erano a conoscenza dei fatti, la tela venne rimossa dal telaio, arrotolata e trasportata la notte stessa a Grodno, e successivamente nella chiesa dello Spirito Santo a Vilnius.
Nella chiesa dello Spirito Santo, su ordine di Don Kaszkiewicz, è stato eseguito un restauro del quadro - le parti danneggiate vennero ridipinte con uno strato di vernice nuova.  Questo intervento alterò fortemente l’aspetto del volto del Signore Gesù.  Sul quadro fu aggiunta in rosso la scritta “GESU’, CONFIDO IN TE”. Inoltre, per adattare la tela alla nicchia nell’altare, il bordo inferiore fu ripiegato et al di sopra fu aggiunta una porzione di tela tondeggiante.



Queste modifiche non erano conformi alla composizione artistica dell’immagine realizzata dal prof. Kazimirowski con l’ausilio di suor Faustina e di Don Sopoćko.  Si trattava di un  brutale intervento che penalizzò gravemente il valore originale dell’opera.

L’immagine posta nell’altare laterale della chiesa dello Spirito Santo a Vilnius,  per molti anni non suscitava particolare interesse, né tra i pellegrini, né tra le autorità ecclesiastiche. La mancanza di condizioni adatte per l’esposizione della tela contribuì ulteriormente a danneggiarne il materiale. Grazie alla benevolezze di don Mirosław Grabowski, parroco della chiesa dello Spirito Santo,  nel mese di luglio del 2001,  la Congregazione delle Suore di Gesù Misericordioso poté aprire una nuova sede a Vilnius, e prendersi cura di questo unico, inestimabile quadro con immagine di Gesù Misericordioso che nasceva in un atmosfera del Miracolo Divino, della preghiera e della sofferenza di Santa Suor Faustina, nella sua presenza e con sua copartecipazione.
Grazie agli sforzi ed alla generosità delle Suore, nell’aprile 2003 venne effettuato un accurato restauro del quadro, svolto nella cappella della casa delle suore a Vilnius. Sono stati rimossi dalla tela tutte le aggiunte di vernice, le macchie causate dall’umidità che già prima qualcuno cercava di eliminare con delle sostanze chimiche.  Questo intervento ha permesso di restiturire  all’immagine di Gesù Misericordioso l’aspetto e la forma originale.

Non è stato possibile riparare alcuni danni alla tela, su cui è dipinta l’immagine, senza evitare di incollarla.  Sono tracce di molteplici distacchi della tela dal telaio (i buchi dei chiodi che fissavano la tela) ed anche la piega a circa quattro centimetri dal bordo inferiore (nel 1987 la tela è stata adattata per la nicchia dell’altare della chiesa dello Spirito Santo. Questi deterioramenti sono rimasti, sebbene non sono visibili guardando il quadro,  costituiscono tra l’altro una caratteristica irripetibile ed individuale di questo quadro.

Piega del bordo inferiore del quadro
(Visibili i fori dei chiodi rimasti dopo tre cambiamenti di telaio)


Il quadro nella chiesa dello Spirito Santo a Vilnius (1987-2005) Prima e dopo il restauro.

Dopo il restauro approfondito, l’immagine è tornata nella chiesa dello Spirito Santo – chiesa parrocchiale per gli abitanti polacchi di Vilnius.  La Santa Messa e tutte le funzioni, in questa chiesa, vengono celebrate esclusivamente in lingua polacca.

Per creare delle condizioni adeguate alla preghiera individuale e contemplativa davanti all’immagine di Gesù Misericordioso, per tutti indistintamente, in ogni tempo, senza considerare la nazionalità, il Vescovo Metropolita di Vilnius, card. Audrys Juozas Bačkis decise di trasferire il quadro di Gesù Misericordioso alla piccola chiesa nelle vicinanze, dedicata alla Santissima Trinità la quale fu riconsecrata diventando Santuario della Divina Misericordia.
Le circostanze che accompagnavano questo evento provocarono delle controversie e discussioni in molte pubblicazioni dei massmedia, e con questo,  causarono involontariamente una grande promozione positiva, ricordando l’esistenza del quadro con la prima immagine di Gesù Misericordioso a Vilnius nonché la sua storia  che risultava dal messaggio della Divina Misericordia trasmesso tramite Santa Suor Faustina.

Da settembre 2005, il primo quadro di Gesù Misericordioso è venerato nel Santuario della Divina Misericordia a Vilnius, dove nella preghiera e adorazione quotidiana della Sacra Immagine del Salvatore, le suore e numerosi pellegrini affidano le sorti del mondo alla Divina Misericordia. Il Metropolita affidò il servizio della preghiera  in questo Santuario, alla Congregazione delle Suore di Gesù Misericordioso.


Adorazia nel Santuario della Misericordia Divina a Vilnius, via Dominikonu 12

La congregazione delle Suore di Gesù Misericordioso, fondata dal beato Don Michele Sopoćko,  come risposta alla richiesta del Signore Gesù, è una comunità internazionale,  di carattere contemplativo ed attivo, che diffonde il culto di Gesù Misericordioso. Da alcuni decenni le Suore realizzano fedelmente il loro carisma, trasmesso dal fondatore, predicando al mondo il Messaggio della Divina Misericordia. Con la preghiera e servendo con dedizione il prossimo, impetrano incessantemente la Misericordia Divina per il mondo, particolarmente la grazia di misericordia per i moribondi nocnhé la grazia di benedizione Divina per i sacerdoti e per le persone consecrate.
“Desidero che ci sia una tale Congregazione” (Diario 437).
“Impetreranno incessantemente per sé e per tutto il mondo la Misericordia di Dio ed ogni atto di Misericordia emanerà dall’amore di Dio, di cui saranno ripiene. Si impegneranno per assimilare questo grande attributo di  Dio e vivranno di esso e si daranno da fare perchè gli altri lo conoscano ed abbiano fiducia nella bontà di Dio” (Diario, 664).

Nel 2004 l’Arcivescovo Metropolita di Vilnius destinò quale sede della Congregazione delle Suore di Gesù Misericordioso la casa nella quale fu dipinta  l’immagine di Gesù Misericordioso.  Questa casa, grazie alla generosità dei benefattori,  è stata adattata alle necessità di una congregazione religiosa.  Attualmente è un lugo che accoglie numerosi pellegrini.



La casa dove fu dipinto il primo quadro con l’immagine di Gesù Misericordioso.
Attualmente CASA DELLA CONGREGAZIONE DELLE SUORE DI GESU’ MISERICORDIOSO.
Vilnius – via Rasu, 4a


„Attraverso questa immagine concederò molte grazie alle anime,
perciò ogni anima deve poter accedere ad essa” (Diario 570)
Su iniziativa della Fondazione degli Apostoli di Gesù Misericordioso di Łódź (benefattore ed organizzatore del restauro realizzato in 2003 (si veda copia del contratto) ) – nel marzo 2004 nella chiesa dello Spirito Santo a Vilnius ebbe luogo una sessione fotografica professionale del quadro.  Da quel momento,  le  copie (fatte con una camera professionale) sono state  messe a disposizione di tutti per opera di evangelizzazione.


DOCUMENTAZIONE FOTOGRAFICA DEL RESTAURO DEL QUADRO
DI GESÙ MISERICORDIOSO

Frammento del quadro dopo il restauro
Dopo la rimozione delle ritinteggiature
Porzione del quadro dopo il restauro
3
Frammento del quadro dopo il restauro

Porzione del quadro prima del restauro
Porzione del quadro dopo il restauro

1
Rimozione della ritinteggiatura
2
del quadro dopo il restauro
Le foto provengono dai documenti d’archivio del restauro del 2003

Nonostante un’accurato restauro e conservazione, lo stato materiale del quadro è rimasto in condizioni molto precarie.  L’immagine deve essere esposta in condizioni adeguate, conformemente alle raccomandazioni del restauratore.  Il restauro del quadro è stato realizzato dalla signora Edyta Hankowska- Czerwińska di Włocławek, restauratore di opere d’arte, laureata alla Facoltà di Belle Arti dell’Università Niccolò Copernico di Torun.
E-mail: edycja@autograf.pl
Il 3 agosto 2009, presso il Santuario della Divina Misericordia a Vilnius, la restauratrice
ha realizzato un monitoraggio periodico dello stato di conservazione del quadro.  La condizione dell’immagine è stata dichiarata buona, da non richieder ulteriore interventi di conservazione.





La parola del giorno 23/12/2013

♥ Antifona d'ingresso____________
Nascerà per noi un bambino,
sarà chiamato Dio potente,
e saranno in lui benedette
tutte le nazioni del mondo. (cf. Is 9,6; Sal 72,17)
      

† Lettura____________________ Ml 3,1-4.23-24
Prima del giorno del Signore manderò il profeta Elìa.
Dal libro del profeta Malachìa

Così dice il Signore:
«Ecco, io manderò un mio messaggero a preparare la via davanti a me e subito entrerà nel suo tempio il Signore che voi cercate; e l’angelo dell’alleanza, che voi sospirate, eccolo venire, dice il Signore degli eserciti.
Chi sopporterà il giorno della sua venuta? Chi resisterà al suo apparire? Egli è come il fuoco del fonditore e come la lisciva dei lavandai. Siederà per fondere e purificare l’argento; purificherà i figli di Levi, li affinerà come oro e argento, perché possano offrire al Signore un’offerta secondo giustizia. Allora l’offerta di Giuda e di Gerusalemme sarà gradita al Signore come nei giorni antichi, come negli anni lontani.
Ecco, io invierò il profeta Elìa prima che giunga
il giorno grande e terribile del Signore:
egli convertirà il cuore dei padri verso i figli
e il cuore dei figli verso i padri,
perché io, venendo,
non colpisca
la terra con lo sterminio».

Parola di Dio


† Il Vangelo del giorno (Daily Gospel)_________________
Lc 1,57-66
Nascita di Giovanni Battista.

+ Dal Vangelo secondo Luca

In quei giorni, per Elisabetta si compì il tempo del parto e diede alla luce un figlio. I vicini e i parenti udirono che il Signore aveva manifestato in lei la sua grande misericordia, e si rallegravano con lei.
Otto giorni dopo vennero per circoncidere il bambino e volevano chiamarlo con il nome di suo padre, Zaccarìa. Ma sua madre intervenne: «No, si chiamerà Giovanni». Le dissero: «Non c’è nessuno della tua parentela che si chiami con questo nome».
Allora domandavano con cenni a suo padre come voleva che si chiamasse. Egli chiese una tavoletta e scrisse: «Giovanni è il suo nome». Tutti furono meravigliati. All’istante gli si aprì la bocca e gli si sciolse la lingua, e parlava benedicendo Dio.
Tutti i loro vicini furono presi da timore, e per tutta la regione montuosa della Giudea si discorreva di tutte queste cose. Tutti coloro che le udivano, le custodivano in cuor loro, dicendo: «Che sarà mai questo bambino?». E davvero la mano del Signore era con lui.

Parola del Signore


† Salmo______________________
Sal 24
Leviamo il capo: è vicina la nostra salvezza.
Fammi conoscere, Signore, le tue vie,
insegnami i tuoi sentieri.
Guidami nella tua fedeltà e istruiscimi,
perché sei tu il Dio della mia salvezza.

Buono e retto è il Signore,
indica ai peccatori la via giusta;
guida i poveri secondo giustizia,
insegna ai poveri la sua via.

Tutti i sentieri del Signore sono amore e fedeltà
per chi custodisce la sua alleanza e i suoi precetti.
Il Signore si confida con chi lo teme:
gli fa conoscere la sua alleanza.
 

Commento: Emmanuele, nostro re e legislatore, speranza e salvatore dei popoli, vieni a salvarci, Signore nostro Dio!
In questi ultimi giorni che precedono la Natività, bisognerebbe farsi “ascolto”, tapparsi le orecchie per non essere contaminati dai preparativi pagani del Natale e ritagliarsi del tempo per rendersi disponibili alla Parola di Dio: prima di apparire, essa ci parla perché possiamo prepararci alla sua venuta.
Colui che noi aspettiamo non è più un messaggero e nemmeno un precursore: sarà Dio stesso, il Dio dell’Alleanza. Egli sta per giungere e noi, allora, lo vedremo, lo toccheremo, lo ascolteremo e ce ne nutriremo.
Bisogna accogliere il Messia come il dono dell’amore infinito di Dio. Il “Giorno del Signore”, annunciato da Malachia, è sempre grande e noi abbiamo bisogno di essere purificati. Giorno annunciato un tempo come da temere, deve essere invece desiderato, se noi sappiamo essere uomini e donne di desiderio.
Preghiera: Nell'imminenza delle celebrazioni natalizie intensifichiamo la nostra supplica verso il Salvatore, e in nome di tutti gli uomini, imploriamo:
Vieni, Signore Gesù!

Signore, non sei venuto con il fuoco e la potenza, ma nell'umiltà e nella povertà: concedi alla tua Chiesa di seguirti nella scelta di mezzi poveri e semplici. Preghiamo:
Signore, la tua venuta realizza le promesse dei profeti: fa' che i cristiani riconoscano che questo è l'oggi della salvezza e non si lascino distrarre da desideri mondani. Preghiamo:
Signore, hai dato a Giovanni il compito di prepararti la strada: dona ai missionari forza e speranza di fronte alle difficoltà che incontrano nel preparare i cuori all'incontro con te. Preghiamo:
Signore, la nascita e la crescita di Giovanni lasciarono molti nello sconcerto: fa’ che i genitori accolgano con fiducia e docilità il tuo progetto per la vita dei loro figli. Preghiamo:
Signore, ci hai riuniti attorno alla tua mensa: aiutaci in questi giorni a spendere i soldi con semplicità, liberi da ogni conformismo, per poter soccorrerti nei poveri che incontriamo. Preghiamo:
Per quanti in questi giorni si accostano al sacramento della penitenza.
Per i gruppi cristiani presenti in parrocchia.

Signore Gesù, che vieni a sanare i nostri cuori con la misericordia del Padre, ascolta la preghiera di coloro che hai voluto fratelli e, per la forza del tuo sacramento, concedi loro di essere creature nuove. Tu vivi e regni nei secoli dei secoli. Amen.