martedì 29 aprile 2014

La parabola del figliol prodigo spiegata da Papa Francesco

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Papa Francesco nel video messaggio inviato ai giovani di Buenos Aires in occasione della loro Giornata regionale della Gioventù ha voluto prendere ad esempio incontri reali di Gesù con i giovani, descritti nel Vangelo, per analizzare e capire come Gesù si relazioni con i giovani stessi e quali insegnamenti trarre.
Così, tra le tre parabole analizzate, riveste un ruolo centrale quella del figliol prodigo, che Bergoglio battezza con un nuovo nome: il giovane furbo. Papa Francesco spiega che questo giovane furbo ha avuto, a dire il vero, un atteggiamento molto moderno: egli “ha voluto scrivere da solo la propria vita” prendendo letteralmente “a calci le regole della disciplina paterna“.
Così questo giovane furbo, che è il figliol prodigo, ha continuato il Pontefice “se l’è spassata per bene” fino a quando anche per lui, nonostante fosse il figlio del padrone, “ha conosciuto quello che mai aveva conosciuto prima: la fame“.
È in questo momento che interviene la misericordia di Dio che, al posto di chiudere definitivamente le porte a questo giovane furbo che aveva tutto e lo ha sperperato, le spalanca:  ”Dio è molto buono – ha così detto il Santo Padre ai giovani – Dio approfitta dei nostri fallimenti per parlarci al cuore“. Così vediamo nella parabola che “Dio non ha detto a questo giovane: ‘Sei un fallito, guarda cosa hai combinato!’” ma Egli interviene facendo ragionare il giovane e facendolo ritornare sui suoi passi, tanto che il Vangelo dice che il giovane “è rientrato in sé“: il giovane si è domandato “Cosa me ne faccio di questa vita? La baldoria non mi è servita a nulla“.
Tuttavia la sorpresa più grande di questa parabola non è la conversione del giovane, non è il suo ritornare sui suoi passi ma lo scoprire che “il padre lo stava aspettando da anni” Così “questo grande peccatore, questo grande sperperatore di tutto il guadagno di suo padre – ha concluso Papa Francesco – ha incontrato qualcosa che non aveva mai conosciuto: l’abbraccio di misericordia“.
La rivisitazione in chiave modera della parabola del figliol prodigo è sicuramente di grande effetto e ci fa riflettere su come noi ci rapportiamo con il Padre: usiamo i doni che ci ha dato per fare del bene o abusiamo degli stessi a fini egoistici, finendo di fatto con lo sperperarli? La fame che prova il giovane furbo è la stessa che proviamo tutti quando desideriamo sempre più beni per poi accorgerci che nessuno di questi veramente ci sazia.

Meditazione del giorno 29/04/2014

Santa Caterina da Siena, vergine e dottore della Chiesa, patrona d'Italia - Festa
Meditazione del giorno
Santa Caterina da Siena (1347-1380), terziaria domenicana, dottore della Chiesa, compatrona d’Europa
Dialogo della Divina Provvidenza, 134
« Maria si è scelta la parte migliore, che non le sarà tolta »
    Non voglio più, o Fuoco ineffabile, o Padre eterno, che il mio desiderio si stanchi di volere il tuo onore e la salvezza delle anime, né che i miei occhi inaridiscano; ti chiedo, per grazia, che diventino due fiumi che sgorgano da te, mare pacifico. Lode, lode a te, o Padre, perché hai risposto alla mia richiesta, anzi, a quello che ignoravo, e persino a quello che non ti avevo chiesto. Donandomi di piangere, mi hai invitata ad offrirti tutti i miei desideri, dolci, amorevoli, angosciati, e le mie umili e continue preghiere.
    Ti chiedo ora di usare misericordia al mondo e alla tua santa Chiesa. Ti prego di compiere ciò che mi hai fatto chiedere... Non tardare più a fare misericordia al mondo, consenti a compiere il desiderio dei tuoi servi. Sei colui che li ha fatti gridare, quindi ascolta la loro voce. La tua verità ha detto che se chiameremo, ci sarà risposto, se busseremo ci sarà aperto, se chiederemo, ci sarà dato (Lc 11,9). O Padre eterno, a te i tuoi servi gridano misericordia. Su, rispondi loro.

La parola del giorno 29/04/2014


Santa Caterina da Siena, vergine e dottore della Chiesa, patrona d'Italia - Festa

Prima lettera di san Giovanni apostolo 1,5-10.2,1-2.
Figlioli miei, questo è il messaggio che abbiamo udito da lui e che ora vi annunziamo: Dio è luce e in lui non ci sono tenebre.
Se diciamo che siamo in comunione con lui e camminiamo nelle tenebre, mentiamo e non mettiamo in pratica la verità.
Ma se camminiamo nella luce, come egli è nella luce, siamo in comunione gli uni con gli altri, e il sangue di Gesù, suo Figlio, ci purifica da ogni peccato.
Se diciamo che siamo senza peccato, inganniamo noi stessi e la verità non è in noi.
Se riconosciamo i nostri peccati, egli che è fedele e giusto ci perdonerà i peccati e ci purificherà da ogni colpa.
Se diciamo che non abbiamo peccato, facciamo di lui un bugiardo e la sua parola non è in noi.
Figlioli miei, vi scrivo queste cose perché non pecchiate; ma se qualcuno ha peccato, abbiamo un avvocato presso il Padre: Gesù Cristo giusto.
Egli è vittima di espiazione per i nostri peccati; non soltanto per i nostri, ma anche per quelli di tutto il mondo.


Salmi 103(102),1-2.3-4.8-9.13-14.17-18a.
Benedici il Signore, anima mia,
quanto è in me benedica il suo santo nome.
Benedici il Signore, anima mia,
non dimenticare tanti suoi benefici.

Egli perdona tutte le tue colpe,
guarisce tutte le tue malattie;
salva dalla fossa la tua vita,
ti corona di grazia e di misericordia.

Buono e pietoso è il Signore,
lento all'ira e grande nell'amore.
Egli non continua a contestare
e non conserva per sempre il suo sdegno.

Come un padre ha pietà dei suoi figli,
così il Signore ha pietà di quanti lo temono.
Perché egli sa di che siamo plasmati,
ricorda che noi siamo polvere.

Ma la grazia del Signore è da sempre,
dura in eterno per quanti lo temono;
la sua giustizia per i figli dei figli,
per quanti custodiscono la sua alleanza.



Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Matteo 11,25-30.
In quel tempo Gesù disse: «Ti benedico, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai tenuto nascoste queste cose ai sapienti e agli intelligenti e le hai rivelate ai piccoli.
Sì, o Padre, perché così è piaciuto a te.
Tutto mi è stato dato dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio lo voglia rivelare.
Venite a me, voi tutti, che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò.
Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per le vostre anime.
Il mio giogo infatti è dolce e il mio carico leggero».

Frase del giorno 29 Aprile

 
Prima di giudicare qualcuno,
è meglio mettersi nei suoi 
panni.