martedì 4 febbraio 2014

Meditazione del giorno 04/02/2014

Martedì della IV settimana delle ferie del Tempo Ordinario
Meditazione del giorno
Beato Giovanni Paolo II (1920-2005), papa
Discorso del 2/04/1987 ai giovani del Cile (© Libreria Editrice Vaticana)
“Alzati!”
    Cari giovani, Solo Cristo può dare la vera risposta alle vostre difficoltà! Il mondo ha bisogno della vostra risposta personale alle Parole di vita del Maestro: “Io ti dico, alzati!”. Vediamo come Gesù va incontro all’umanità, nelle situazioni più difficili e penose. Il miracolo compiuto nella casa di Giairo ci mostra il suo potere sul male. È il Signore della vita, il vincitore della morte.… Cercate Cristo! guardate a Cristo! vivete in Cristo! Questo è il mio messaggio: “Che Gesù sia “la pietra angolare (cf. Ef 2, 20) della vostra vita e della nuova civiltà che nella solidarietà generosa e condivisa dovete costruire. Non vi può essere autentico sviluppo umano nella pace e nella giustizia, nella verità e nella libertà, se Cristo non si fa presente con la sua forza salvifica”.

    Che cosa significa costruire la vostra vita in Cristo? Significa lasciarvi impegnare dal suo amore. Un amore che chiede coerenza nel proprio comportamento, che esige l’adeguare la propria condotta alla dottrina e ai comandamenti di Gesù Cristo e della sua Chiesa; un amore che riempie la nostra vita di una felicità e di una pace che il mondo non può dare (cf. Gv 14, 27), malgrado ne abbia tanto bisogno. Non abbiate paura delle esigenze dell’amore di Cristo. Temete, al contrario, la pusillanimità, la leggerezza, la comodità, l’egoismo; tutto quello che vuole ridurre al silenzio la voce di Cristo che, rivolgendosi a ciascuno, ripete “Io ti dico, alzati!” (Mc 5, 41).

    Guardate a Cristo con coraggio, contemplando la sua vita attraverso la lettura serena del Vangelo; cercandolo con fiducia nell’intimità della vostra preghiera, nei sacramenti, specialmente nell’Eucaristia… Se cercate Cristo, anche voi udrete nell’intimo della vostra anima le richieste del Signore, le sue continue esortazioni. Gesù continua a rivolgersi a voi ripetendovi: “lo ti dico, alzati!” (Mc 5, 41).

La parola del giorno 04/02/2014

Martedì della IV settimana delle ferie del Tempo Ordinario

Secondo libro di Samuele 18,9-10.14b.24-25a.30-32.19,1-3.
Ora Assalonne s'imbattè nei servi di Davide. Assalonne cavalcava il mulo; il mulo entrò sotto i rami di un grande terebinto e la testa di Assalonne rimase impigliata nel terebinto e così egli restò sospeso fra cielo e terra; mentre il mulo che era sotto di lui passava oltre.
Un uomo lo vide e venne a riferire a Ioab: "Ho visto Assalonne appeso a un terebinto".
Allora Ioab disse: "Io non voglio perdere così il tempo con te". Prese in mano tre dardi e li immerse nel cuore di Assalonne, che era ancora vivo nel folto del terebinto.
Davide stava seduto fra le due porte; la sentinella salì sul tetto della porta dal lato del muro; alzò gli occhi, guardò ed ecco un uomo correre tutto solo.
La sentinella gridò e avvertì il re. Il re disse: "Se è solo, porta una buona notizia". Quegli andava avvicinandosi sempre più.
Il re gli disse: "Mettiti là, da parte". Quegli si mise da parte e aspettò.
Ed ecco arrivare l'Etiope che disse: "Buone notizie per il re mio signore! Il Signore ti ha reso oggi giustizia, liberandoti dalle mani di quanti erano insorti contro di te".
Il re disse all'Etiope: "Il giovane Assalonne sta bene?". L'Etiope rispose: "Diventino come quel giovane i nemici del re mio signore e quanti insorgono contro di te per farti il male!".
Allora il re fu scosso da un tremito, salì al piano di sopra della porta e pianse; diceva in lacrime: "Figlio mio! Assalonne figlio mio, figlio mio Assalonne! Fossi morto io invece di te, Assalonne, figlio mio, figlio mio!".
Fu riferito a Ioab: "Ecco il re piange e fa lutto per Assalonne".
La vittoria in quel giorno si cambiò in lutto per tutto il popolo, perché il popolo sentì dire in quel giorno: "Il re è molto afflitto a causa del figlio".


Salmi 86(85),1-2.3-4.5-6.
Supplica. Di Davide.
Signore, tendi l'orecchio, rispondimi,
perché io sono povero e infelice.
Custodiscimi perché sono fedele;
tu, Dio mio, salva il tuo servo, che in te spera.

Pietà di me, Signore,
a te grido tutto il giorno.
Rallegra la vita del tuo servo,
perché a te, Signore, innalzo l'anima mia.

Tu sei buono, Signore, e perdoni,
sei pieno di misericordia con chi ti invoca.
Porgi l'orecchio, Signore, alla mia preghiera
e sii attento alla voce della mia supplica.



Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Marco 5,21-43.
Essendo passato di nuovo Gesù all'altra riva, gli si radunò attorno molta folla, ed egli stava lungo il mare.
Si recò da lui uno dei capi della sinagoga, di nome Giàiro, il quale, vedutolo, gli si gettò ai piedi
e lo pregava con insistenza: «La mia figlioletta è agli estremi; vieni a imporle le mani perché sia guarita e viva».
Gesù andò con lui. Molta folla lo seguiva e gli si stringeva intorno.
Or una donna, che da dodici anni era affetta da emorragia
e aveva molto sofferto per opera di molti medici, spendendo tutti i suoi averi senza nessun vantaggio, anzi peggiorando,
udito parlare di Gesù, venne tra la folla, alle sue spalle, e gli toccò il mantello. Diceva infatti:
«Se riuscirò anche solo a toccare il suo mantello, sarò guarita».
E subito le si fermò il flusso di sangue, e sentì nel suo corpo che era stata guarita da quel male.
Ma subito Gesù, avvertita la potenza che era uscita da lui, si voltò alla folla dicendo: «Chi mi ha toccato il mantello?».
I discepoli gli dissero: «Tu vedi la folla che ti si stringe attorno e dici: Chi mi ha toccato?».
Egli intanto guardava intorno, per vedere colei che aveva fatto questo.
E la donna impaurita e tremante, sapendo ciò che le era accaduto, venne, gli si gettò davanti e gli disse tutta la verità.
Gesù rispose: «Figlia, la tua fede ti ha salvata. Và in pace e sii guarita dal tuo male».
Mentre ancora parlava, dalla casa del capo della sinagoga vennero a dirgli: «Tua figlia è morta. Perché disturbi ancora il Maestro?».
Ma Gesù, udito quanto dicevano, disse al capo della sinagoga: «Non temere, continua solo ad aver fede!».
E non permise a nessuno di seguirlo fuorchè a Pietro, Giacomo e Giovanni, fratello di Giacomo.
Giunsero alla casa del capo della sinagoga ed egli vide trambusto e gente che piangeva e urlava.
Entrato, disse loro: «Perché fate tanto strepito e piangete? La bambina non è morta, ma dorme».
Ed essi lo deridevano. Ma egli, cacciati tutti fuori, prese con sé il padre e la madre della fanciulla e quelli che erano con lui, ed entrò dove era la bambina.
Presa la mano della bambina, le disse: «Talità kum», che significa: «Fanciulla, io ti dico, alzati!».
Subito la fanciulla si alzò e si mise a camminare; aveva dodici anni. Essi furono presi da grande stupore.
Gesù raccomandò loro con insistenza che nessuno venisse a saperlo e ordinò di darle da mangiare.

Vangelo secondo Matteo

8: GESU' COMPIE GUARIGIONI, MIRACOLI ED ESORCISMI

1Scese dal monte e molta folla lo seguì. 2Ed ecco, si avvicinò un lebbroso, si prostrò davanti a lui e disse: «Signore, se vuoi, puoi purificarmi». 3Tese la mano e lo toccò dicendo: «Lo voglio: sii purificato!». E subito la sua lebbra fu guarita. 4Poi Gesù gli disse: «Guàrdati bene dal dirlo a qualcuno; va’ invece a mostrarti al sacerdote e presenta l’offerta prescritta da Mosè come testimonianza per loro».
5Entrato in Cafàrnao, gli venne incontro un centurione che lo scongiurava e diceva: 6«Signore, il mio servo è in casa, a letto, paralizzato e soffre terribilmente». 7Gli disse: «Verrò e lo guarirò». 8Ma il centurione rispose: «Signore, io non sono degno che tu entri sotto il mio tetto, ma di’ soltanto una parola e il mio servo sarà guarito. 9Pur essendo anch’io un subalterno, ho dei soldati sotto di me e dico a uno: “Va’!”, ed egli va; e a un altro: “Vieni!”, ed egli viene; e al mio servo: “Fa’ questo!”, ed egli lo fa».
10Ascoltandolo, Gesù si meravigliò e disse a quelli che lo seguivano: «In verità io vi dico, in Israele non ho trovato nessuno con una fede così grande! 11Ora io vi dico che molti verranno dall’oriente e dall’occidente e siederanno a mensa con Abramo, Isacco e Giacobbe nel regno dei cieli, 12mentre i figli del regno saranno cacciati fuori, nelle tenebre, dove sarà pianto e stridore di denti». 13E Gesù disse al centurione: «Va’, avvenga per te come hai creduto». In quell’istante il suo servo fu guarito.
14Entrato nella casa di Pietro, Gesù vide la suocera di lui che era a letto con la febbre. 15Le toccò la mano e la febbre la lasciò; poi ella si alzò e lo serviva.
16Venuta la sera, gli portarono molti indemoniati ed egli scacciò gli spiriti con la parola e guarì tutti i malati, 17perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaia:

Egli ha preso le nostre infermità
e si è caricato delle malattie.

18Vedendo la folla attorno a sé, Gesù ordinò di passare all’altra riva. 19Allora uno scriba si avvicinò e gli disse: «Maestro, ti seguirò dovunque tu vada». 20Gli rispose Gesù: «Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo». 21E un altro dei suoi discepoli gli disse: «Signore, permettimi di andare prima a seppellire mio padre». 22Ma Gesù gli rispose: «Seguimi, e lascia che i morti seppelliscano i loro morti».
23Salito sulla barca, i suoi discepoli lo seguirono. 24Ed ecco, avvenne nel mare un grande sconvolgimento, tanto che la barca era coperta dalle onde; ma egli dormiva. 25Allora si accostarono a lui e lo svegliarono, dicendo: «Salvaci, Signore, siamo perduti!». 26Ed egli disse loro: «Perché avete paura, gente di poca fede?». Poi si alzò, minacciò i venti e il mare e ci fu grande bonaccia. 27Tutti, pieni di stupore, dicevano: «Chi è mai costui, che perfino i venti e il mare gli obbediscono?».
28Giunto all’altra riva, nel paese dei Gadarèni, due indemoniati, uscendo dai sepolcri, gli andarono incontro; erano tanto furiosi che nessuno poteva passare per quella strada. 29Ed ecco, si misero a gridare: «Che vuoi da noi, Figlio di Dio? Sei venuto qui a tormentarci prima del tempo?».
30A qualche distanza da loro c’era una numerosa mandria di porci al pascolo; 31e i demòni lo scongiuravano dicendo: «Se ci scacci, mandaci nella mandria dei porci». 32Egli disse loro: «Andate!». Ed essi uscirono, ed entrarono nei porci: ed ecco, tutta la mandria si precipitò giù dalla rupe nel mare e morirono nelle acque.
33I mandriani allora fuggirono e, entrati in città, raccontarono ogni cosa e anche il fatto degli indemoniati. 34Tutta la città allora uscì incontro a Gesù: quando lo videro, lo pregarono di allontanarsi dal loro territorio.
 
 
Centurione (8,5). Con questo termine si designava il comandante di uno squadrone di cento soldati dell’esercito romano. La legione costituiva il nerbo dell’esercito dei Romani, che avevano conquistato la Palestina nel 63 a.C. Ogni legione si componeva di seimila uomini, divisi in coorti di fanteria e in ali di cavalleria. La coorte era la decima parte della legione e comprendeva seicento uomini, suddivisi in sei centurie. Il legionario percepiva come paga un denaro al giorno, all’epoca dell’imperatore Tiberio. La sua armatura difensiva e offensiva ha fornito a Paolo i simboli della lotta spirituale che il cristiano deve affrontare (Efesini 6,14-17). Nei testi biblici il termine “legione” non è mai usato in senso militare, ma nel significato di “moltitudine” (Marco 5,9; Matteo 26,53). La “casa di Pietro” (8,14). Negli scavi fatti a Cafarnao,


(Foto: scavi fatti a Cafarnao)


gli archeologi sono riusciti a identificare questa casa che, già dal primo secolo, cominciò a differenziarsi da tutte le altre, essendo stata trasformata in una domus ecclesia (“casa chiesa”). In seguito venne ampliata e sostituita ­ nel quinto secolo ­ da una chiesa ottagonale, sulla quale sorge oggi il “Memoriale di San Pietro”, un moderno edificio sacro che ingloba tutto il complesso della primitiva domus ecclesia e lo spazio adiacente. Gli scavi, condotti dal francescano Virgilio Corbo (†1991), hanno confermato che si tratta realmente di una costruzione risalente al tempo di Gesù. I Gadareni (8,28). Sono gli abitanti di Gadara, città della Decapoli. Nel vangelo di Marco (5,1) e di Luca (8,26-28) sono chiamati Geraseni, dalla città di Gerasa che, però, è assai distante dal lago di Genesaret, dove è localizzato il racconto. Altri manoscritti leggono “Gergeseni”. Gli abitanti della regione erano in prevalenza pagani, come lascia intendere la presenza dei porci, animali ritenuti immondi dagli Ebrei.

SALMO 8

8. GLORIA DI DIO E DIGNITA' DELL'UOMO

1  Al maestro del coro. Su «I torchi». Salmo. Di Davide.
 2  O Signore, Signore nostro,
   quanto è mirabile il tuo nome su tutta la terra!
   Voglio innalzare sopra i cieli la tua magnificenza,
 3  con la bocca di bambini e di lattanti:
   hai posto una difesa contro i tuoi avversari,
   per ridurre al silenzio nemici e ribelli.
 4  Quando vedo i tuoi cieli, opera delle tue dita,
   la luna e le stelle che tu hai fissato,
 5  che cosa è mai l’uomo perché di lui ti ricordi,
   il figlio dell’uomo, perché te ne curi?
 6  Davvero l’hai fatto poco meno di un dio,
   di gloria e di onore lo hai coronato.
 7  Gli hai dato potere sulle opere delle tue mani,
   tutto hai posto sotto i suoi piedi:
 8  tutte le greggi e gli armenti
   e anche le bestie della campagna,
 9  gli uccelli del cielo e i pesci del mare,
   ogni essere che percorre le vie dei mari.
 10 O Signore, Signore nostro,
                         quanto è mirabile il tuo nome su tutta la terra!
 
“L'hai fatto poco meno di un dio” (8,6). Il termine ebraico elohim viene tradotto ora con “dio”, ora con “angelo”.


(foto: Angelo.Miniatura etiopica, secolo XVIII.Lione, Collezione privata).Tra le antiche traduzioni,



la greca e la latina preferiscono il secondo significato, collocando l'uomo tra i membri della corte celeste (come fa la traduzione della Cei: «Eppure l'hai fatto poco meno degli angeli»). Anche la lettera agli Ebrei, riprendendo questo Salmo, privilegia tale significato (2,7). Altre traduzioni invece si orientano sul primo significato, per meglio sottolineare che l'uomo è l'immagine di Dio e che nel creato ha una posizione quasi divina, come suppone la trama in crescendo del Salmo.


 

GOCCE DI VITA

[...] Io sono colui che sono! [...] (Esodo, 3, 14)

Mosè, a Dio che gli era apparso sul monte Oreb (v. Esodo, 3, 1-8), disse:

«Ecco, io vado dagli Israeliti e dico loro: "Il Dio dei vostri padri mi ha mandato a voi". Mi diranno: "Qual è il suo nome?". E io che cosa risponderò loro?».
Dio disse a Mosè: «Io sono colui che sono!». E aggiunse: «Così dirai agli Israeliti: "Io-Sono mi ha mandato a voi"».
Dio disse ancora a Mosè: «Dirai agli Israeliti: "Il Signore, Dio dei vostri padri, Dio di Abramo, Dio di Isacco, Dio di Giacobbe, mi ha mandato a voi". Questo è il mio nome per sempre; questo è il titolo con cui sarò ricordato di generazione in generazione. [...] » (Esodo, 3, 13-15)

La frase del giorno 04 Febbraio

La gentilezza è il seme da cui nasce
l'amicizia, e dove cresce il germoglio
dell'amicizia ben presto sboccia il
fiore dell'amore.

Frammenti di Cielo

Detti di S. Isidoro

"Chi vuole essere sempre unito a Dio, deve pregare spesso e leggere spesso, perché nella preghiera siamo noi che parliamo a Dio, ma nella lettura della Bibbia è Dio che parla a noi".
"Tutto il progresso spirituale si basa sulla lettura e sulla meditazione: ciò che ignoriamo, lo impariamo con la lettura; ciò che abbiamo imparato, lo conser-viamo con la meditazione."
"La lettura della Bibbia ci procura un duplice vantaggio: istruisce la nostra intelligenza e ci introdu-ce all'amore per Iddio distogliendoci dalle cose vane."
"Nessuno può capire il senso della Bibbia, se non acquista consuetudine e familiarità con essa mediante la lettura".