mercoledì 25 dicembre 2013

LA CROCE DI CRISTO RIVELA L’AMORE DI DIO PER IL MONDO


Dio ci ama, non solo a parole ma con i fatti!
La Parola che abbiamo ascoltato non solo afferma che Dio ci ama, ma ce ne dà anche due prove che danno certezza: l’incarnazione del Figlio di Dio (Vangelo di Giovanni) e il fatto che Egli ha dato la Sua vita per noi uomini: il fatto della Croce (Paolo ai Romani).
David nel salmo 102 ha cantato la misericordia di Dio, la misericordia che è conseguenza dell’amore. "Egli perdona tutte le tue colpe, guarisce tutte le tue malattie; salva dalla fossa la tua vita… Non ci tratta secondo i nostri peccati, non ci ripaga secondo le nostre colpe". E dal salmista prorompe alto l’invito a "benedire il Signore" (Salmo 102, 3-4, 8, 10, 20-22).
Il Salmo 102 è la giusta risposta dell’uomo (ispirata da Dio) al Suo Amore Misericordioso.
E nelle tre letture abbiamo ascoltato:
― Dio che rivela il Suo Amore (Isaia);
― Cristo che rivela l’amore del Padre (Vangelo di Giovanni);
― l’Apostolo che rivela l’Amore di Cristo (Lettera di S. Paolo ai Romani).
Il brano di Isaia è tanto bello e, per me, particolarmente caro per il motivo che ora esporrò. Quando sei anni e mezzo fa morì mia madre dovetti affrontare il più grande dolore della mia vita. E spettò a me scegliere le letture per le celebrazioni funebri ad Orvieto ed a Todi, che io stesso presiedetti. Mi restò difficile trovare un testo che esprimesse bene questa mia situazione triste. Finalmente trovai Isaia 49, 14-16. Il lamento di Sion trovava un’eco profonda nel mio cuore: "Il Signore mi ha abbandonato, il Signore mi ha dimenticato!". E la risposta di Dio: "Si dimentica forse una donna del suo bambino?... Anche se queste donne si dimenticassero, io non ti dimenticherò mai" (Is. 49, 14-15).
L’amore materno – il più grande – è preso da Dio per manifestare il Suo Amore: c’è l’affermazione che l’Amore di Dio è più grande, più stabile, più sicuro di quello della mamma. E’ un passo della Sacra Scrittura al quale, da allora, sono particolarmente affezionato. Esso oggi ancora a noi tutti dà speranza e conforto.
Dio con la Parola annuncia il Suo Amore per l’uomo.
Gesù, Figlio di Dio Padre, rivela a Nicodemo ed a noi un fatto di Amore. Al dottore della Legge, che era rimasto colpito, ma incredulo, dinanzi all’annuncio della "rinascita", Gesù rivela la prova dell’Amore di Dio. «Dio… ha tanto amato il mondo (qui il termine ha il senso di "umanità") da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in Lui non muoia, ma abbia la vita eterna» (Gv. 3, 16). E il termine "dato" che potrebbe riferirsi solo all’Incarnazione è completato nei versetti precedenti dalla relazione tra il serpente innalzato da Mosé nel deserto e il Figlio dell’Uomo "innalzato", cioè crocifisso perché chiunque crede in Lui abbia la vita eterna. Dio dimostra con i fatti di amare l’uomo: e i fatti sono il Suo Figlio unigenito incarnato e crocifisso per noi.
L’apostolo Paolo come testimone della Risurrezione di Gesù, annuncia ai Romani ed a noi l’amore di Gesù per l’uomo: è Amore anche questo come quello del Padre, non di parole ma di fatti. «A stento si trova chi sia disposto a morire per un giusto… ma Dio dimostra il Suo Amore verso di noi perché, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi» (Rom. 5, 7-8).
Il peccato presente nell’uomo prova l’infinita grandezza dell’Amore Misericordioso di Dio: la Croce di Cristo è per uomini peccatori, non per uomini giusti. Dio ama anche chi non lo conosce, ama anche chi lo conosce ma non lo ama, ama anche chi lo conosce e lo offende.
Il nostro cuore è commosso per queste riflessioni.
E sentiamo il bisogno di ricambiare: amore con amor si paga.
Se Dio ama così tanto l’uomo, ogni uomo deve amarlo sopra ogni cosa; ma ciascuno di noi deve amare anche gli altri. Il precetto dell’amore del prossimo non è separato né separabile da quello dell’Amore di Dio, essendone la necessaria conseguenza.
Noi stiamo compiendo una celebrazione ecumenica, cui partecipano cristiani che si amano, ma non sono in piena comunione ecclesiale tra loro.
L’invito che ci viene dalla Parola di Dio, nel momento in cui ci rivela il Suo infinito Amore, è un invito forte, doloroso, pressante all’unità piena. Senza testardaggine, allontanando ogni superbia, ma anche senza faciloneria, nell’umiltà e nella verità, rispondiamo all’Amore di Dio con uno sforzo sincero perché si faccia "un solo gregge e un solo Pastore" (Gv. 10, 16). Gesù dice quale è la strada: «Ascoltare la Sua Voce» (ib.) e ci assicura che l’unità si realizzerà sicuramente: «diventeranno un solo gregge e un solo Pastore» (ib). E noi cosa siamo disposti ad offrire? Egli ha dato la Sua vita per raggiungere questo traguardo (Gv. 10, 15). Non basterebbe, da parte nostra, un po’ di generica buona volontà!
All’inizio di questa celebrazione i diaconi ci hanno indicato la strada di un retto ecumenismo cristiano: «Noi dobbiamo più vivere per noi stessi» (2 Cor. 5, 15). Per darci la forza di seguire questa difficile strada, Gesù ha dato Se Stesso, morendo in Croce per noi.
Rinneghiamo dunque noi stessi e prendiamo la Croce di Cristo!
Ci aiuti a ci sostenga Maria Santissima, che l’Oriente e l’Occidente cristiano invoca come la Theotocos, la Madre di Dio; essa fu, dopo il Signore, la protagonista dei fatti di Amore che sono l’Incarnazione e la Croce. Invochiamola con devozione filiale per ascoltare anche noi il Suo invito a fare ciò che Gesù ci dice. E così sia!


*        Omelia di Grandoni S. E. Mons. Decio Lucio, vescovo di Orvieto-Todi, nella celebrazione ecumenica, commentando Is. 49, 14-16; Sal. 102; Rom. 5, 6-11; Gv. 3, 14-17.

Testimonianze

La droga e l’alcool stavano distruggendo la mia vita e la mia famiglia. Ma un giorno mi parlarono di Gesù, del Suo amore e della Sua grazia ed oggi sono un uomo nuovo!
Dalla droga e la prostituzione alla vita in Cristo Gesù

La parola del giorno 25/12/2013

♥ Antifona d'ingresso____________
Rallegriamoci tutti nel Signore
perché è nato nel mondo il Salvatore.
Oggi la vera pace è scesa a noi dal cielo.


† Lettura____________________ s 9,1-6Ci è stato dato un figlio. Dal libro del profeta Isaìa

Il popolo che camminava nelle tenebre
ha visto una grande luce;
su coloro che abitavano in terra tenebrosa
una luce rifulse.
Hai moltiplicato la gioia,
hai aumentato la letizia.
Gioiscono davanti a te
come si gioisce quando si miete
e come si esulta quando si divide la preda.
Perché tu hai spezzato il giogo che l’opprimeva,
la sbarra sulle sue spalle,
e il bastone del suo aguzzino,
come nel giorno di Màdian.
Perché ogni calzatura di soldato che marciava rimbombando
e ogni mantello intriso di sangue
saranno bruciati, dati in pasto al fuoco.
Perché un bambino è nato per noi,
ci è stato dato un figlio.
Sulle sue spalle è il potere
e il suo nome sarà:
Consigliere mirabile, Dio potente,
Padre per sempre, Principe della pace.
Grande sarà il suo potere
e la pace non avrà fine
sul trono di Davide e sul suo regno,
che egli viene a consolidare e rafforzare
con il diritto e la giustizia, ora e per sempre.
Questo farà lo zelo del Signore degli eserciti.

Parola di Dio


† Il Vangelo del giorno (Daily Gospel)_________________
Lc 2,1-14
Oggi è nato per voi il Salvatore.

+ Dal Vangelo secondo Luca

In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra. Questo primo censimento fu fatto quando Quirinio era governatore della Siria. Tutti andavano a farsi censire, ciascuno nella propria città.
Anche Giuseppe, dalla Galilea, dalla città di Nàzaret, salì in Giudea alla città di Davide chiamata Betlemme: egli apparteneva infatti alla casa e alla famiglia di Davide. Doveva farsi censire insieme a Maria, sua sposa, che era incinta.
Mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia, perché per loro non c’era posto nell’alloggio.
C’erano in quella regione alcuni pastori che, pernottando all’aperto, vegliavano tutta la notte facendo la guardia al loro gregge. Un angelo del Signore si presentò a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande timore, ma l’angelo disse loro: «Non temete: ecco, vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia».
E subito apparve con l’angelo una moltitudine dell’esercito celeste, che lodava Dio e diceva:
«Gloria a Dio nel più alto dei cieli
e sulla terra pace agli uomini, che egli ama».

Parola del Signore


† Salmo______________________
Sal 95
Oggi è nato per noi il Salvatore.
Cantate al Signore un canto nuovo,
cantate al Signore, uomini di tutta la terra.
Cantate al Signore, benedite il suo nome.

Annunciate di giorno in giorno la sua salvezza.
In mezzo alle genti narrate la sua gloria,
a tutti i popoli dite le sue meraviglie.

Gioiscano i cieli, esulti la terra,
risuoni il mare e quanto racchiude;
sia in festa la campagna e quanto contiene,
acclamino tutti gli alberi della foresta.

Davanti al Signore che viene:
sì, egli viene a giudicare la terra;
giudicherà il mondo con giustizia
e nella sua fedeltà i popoli.


NOTA: Le liturgie della Messa dell'Aurora e della Messa del Giorno sono in questa pagina, sotto la Messa della Notte.


“Non temete, ecco vi annunzio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi vi è nato nella città di Davide un salvatore, che è il Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, che giace in una mangiatoia”.
Soltanto la contemplazione può semplificare la nostra preghiera per arrivare a constatare la profondità della scena e del segno che ci è dato.
Una mangiatoia, un bambino, Maria in contemplazione, Giuseppe meditabondo: “Veramente tu sei un Dio misterioso!”. Il Padre, il solo che conosce il Figlio, ci conceda di riconoscerlo affinché l’amiamo e lo imitiamo.
Nessun apparato esteriore, nessuna considerazione, nel villaggio tutto è indifferente. Solo alcuni pastori, degli emarginati dalla società...
E tutto questo è voluto: “Egli ha scelto la povertà, la nudità.
Ha disprezzato la considerazione degli uomini, quella che proviene dalla ricchezza, dallo splendore, dalla condizione sociale”. Nessun apparato, nessuno splendore esteriore.
Eppure egli è il Verbo che si è fatto carne, la luce rivestita di un corpo. Egli si trova nel mondo che egli stesso continuamente crea, ma vi è nascosto. Perché vuole apparirci solo di nascosto?
Egli fino ad allora era, secondo l’espressione di Nicolas Cabasilas, un re in esilio, uno straniero senza città, ed eccolo che fa ritorno alla sua dimora. Perché la terra, prima di essere la terra degli uomini, è la terra di Dio. E, ritornando, ritrova questa terra creata da lui e per lui.
“Dio si è fatto portatore di carne perché l’uomo possa divenire portatore di Spirito”,
dice Atanasio di Alessandria.
“Il suo amore per me ha umiliato la sua grandezza.
Si è fatto simile a me perché io lo accolga.
Si è fatto simile a me perché io lo rivesta”
(Cantico di Salomone).
Per capire, io devo ascoltare lui che mi dice:
“Per toccarmi, lasciate i vostri bisturi...
Per vedermi, lasciate i vostri sistemi di televisione...
Per sentire le pulsazioni del divino nel mondo, non
prendete strumenti di precisione...
Per leggere le Scritture, lasciate la critica...
Per gustarmi, lasciate la vostra sensibilità...”