giovedì 20 febbraio 2014

Papa Franco: per conoscere Gesù non basta il catechismo, bisogna seguirlo come discepoli

 
Gesù si conosce seguendolo, prima che studiandolo. Lo ha affermato Papa Francesco all’omelia della Messa celebrata questa mattina in Casa Santa Marta. Ogni giorno, ha spiegato, Cristo ci domanda "chi" Lui sia per noi, ma la risposta è possibile darla vivendo come suoi discepoli. Il servizio di Alessandro De Carolis:
È una vita da discepolo, più che una vita da studioso, che permette a un cristiano di conoscere davvero chi sia Gesù per lui. Un cammino sulle orme del Maestro, dove possono intrecciarsi testimonianze limpide e anche tradimenti, cadute e nuovi slanci, ma non solo un approccio di tipo intellettuale. Per spiegarlo, Papa Francesco prende a modello Pietro, che il Vangelo del giorno ritrae contemporaneamente nelle vesti di “coraggioso” testimone – colui che alla domanda di Gesù agli Apostoli: “Chi dite che io sia per voi?”, afferma: “Tu sei il Cristo” – e subito dopo in quelle di avversario, quando ritiene di dover rimproverare Gesù che ha appena annunciato di dover soffrire e morire, per poi risorgere. “Tante volte”, osserva il Papa, “Gesù si rivolge a noi e ci domanda: ‘Ma per te chi sono io?’”, ottenendo “la stessa risposta di Pietro, quella che abbiamo imparato nel catechismo”. Ma non basta:
“Sembra che per rispondere a quella domanda che noi tutti sentiamo nel cuore – ‘Chi è Gesù per noi?’ – non è sufficiente quello che noi abbiamo imparato, studiato nel catechismo, che è importante studiarlo e conoscerlo, ma non è sufficiente. Per conoscere Gesù è necessario fare il cammino che ha fatto Pietro: dopo questa umiliazione, Pietro è andato con Gesù avanti, ha visto i miracoli che Gesù faceva, ha visto il suo potere, poi ha pagato le tasse, come gli aveva detto Gesù, ha pescato un pesce, tolto una moneta, ha visto tanti miracoli del genere. Ma, a un certo punto, Pietro ha rinnegato Gesù, ha tradito Gesù, e ha imparato quella tanto difficile scienza – più che scienza, saggezza – delle lacrime, del pianto”.
Pietro, prosegue Papa Francesco, chiede perdono a Gesù e nonostante ciò, dopo la Risurrezione, si sente interrogare per tre volte da Lui sulla spiaggia di Tiberiade, e probabilmente – dice il Papa – nel riaffermare l'amore totale per il suo Maestro piange e si vergogna nel ricordare i suoi tre rinnegamenti:
“Questa prima domanda – ‘Chi sono io per voi, per te?’ – a Pietro, soltanto si capisce lungo una strada, dopo una lunga strada, una strada di grazia e di peccato, una strada di discepolo. Gesù a Pietro e ai suoi Apostoli non ha detto 'Conoscimi!' ha detto ‘Seguimi!’. E questo seguire Gesù ci fa conoscere Gesù. Seguire Gesù con le nostre virtù, anche con i nostri peccati, ma seguire sempre Gesù. Non è uno studio di cose che è necessario, ma è una vita di discepolo”.
Ci vuole, insiste Papa Francesco, “un incontro quotidiano con il Signore, tutti i giorni, con le nostre vittorie e le nostre debolezze”. Ma, aggiunge, è anche “un cammino che noi non possiamo fare da soli”. È necessario l’intervento dello Spirito Santo:
“Conoscere Gesù è un dono del Padre, è Lui che ci fa conoscere Gesù; è un lavoro dello Spirito Santo, che è un grande lavoratore. Non è un sindacalista, è un grande lavoratore e lavora in noi, sempre. Fa questo lavoro di spiegare il mistero di Gesù e di darci questo senso di Cristo. Guardiamo Gesù, Pietro, gli apostoli e sentiamo nel nostro cuore questa domanda: ‘Chi sono io per te?’. E come discepoli chiediamo al Padre che ci dia la conoscenza di Cristo nello Spirito Santo, ci spieghi questo mistero”.

Papa Francesco


Impariamo da Gesù a pregare, a perdonare, a seminare pace, ad essere vicini a chi è nel bisogno.

Meditazione del giorno 20/02/2014

Giovedì della VI settimana delle ferie del Tempo Ordinario
Meditazione del giorno
San Rafael Arnaiz Baron (1911-1938), monaco trappista spagnolo
Scritti spirituali, 07.04.1938
“E cominciò a insegnar loro che il Figlio dell'uomo doveva molto soffrire”
 
    Gesù benedetto, cosa mi hanno insegnato gli uomini che tu non mi abbia insegnato dalla tua croce? Ieri ho visto chiaramente che si apprende solo venendo a te e che tu solo dai forza nelle prove e nelle tentazioni; solo ai piedi della croce, vedendoti inchiodato su di essa, si capisce il perdono, si apprende l’umiltà, la carità, la bontà. Non dimenticarti di me, Signore, guardami prostrato davanti a te e concedimi quanto ti chiedo. Venga poi il disprezzo, vengano le umiliazioni, …, che importa! Con te al mio fianco, tutto posso. La prodigiosa, ammirabile, ineffabile lezione che mi dai dalla croce mi dà forza per tutto.

    Ti hanno sputato addosso, insultato, flagellato, inchiodato su una croce e, essendo Dio, tu perdonavi, restavi zitto umilmente, non ti opponevi in alcun modo. Cosa potrei dire della tua Passione? Meglio non dir nulla e in fondo al cuore mi metta a meditare ciò che l’uomo non può arrivare a capire; mi basti amare profondamente, appassionatamente, il mistero della tua Passione…

    Com’è dolce la croce di Gesù! Com’è dolce soffrire perdonando!... Come non impazzire? Mi mostra il suo cuore aperto per gli uomini e disprezzato. Dove si è mai visto e chi ha mai immaginato un simile dolore? Come si vive bene nel cuore di Cristo!

La parola del giorno 20/02/2014

Giovedì della VI settimana delle ferie del Tempo Ordinario

Lettera di san Giacomo 2,1-9.
Fratelli miei, non mescolate a favoritismi personali la vostra fede nel Signore nostro Gesù Cristo, Signore della gloria.
Supponiamo che entri in una vostra adunanza qualcuno con un anello d'oro al dito, vestito splendidamente, ed entri anche un povero con un vestito logoro.
Se voi guardate a colui che è vestito splendidamente e gli dite: "Tu siediti qui comodamente", e al povero dite: "Tu mettiti in piedi lì", oppure: "Siediti qui ai piedi del mio sgabello",
non fate in voi stessi preferenze e non siete giudici dai giudizi perversi?
Ascoltate, fratelli miei carissimi: Dio non ha forse scelto i poveri nel mondo per farli ricchi con la fede ed eredi del regno che ha promesso a quelli che lo amano?
Voi invece avete disprezzato il povero! Non sono forse i ricchi che vi tiranneggiano e vi trascinano davanti ai tribunali?
Non sono essi che bestemmiano il bel nome che è stato invocato sopra di voi?
Certo, se adempite il più importante dei comandamenti secondo la Scrittura: amerai il prossimo tuo come te stesso, fate bene;
ma se fate distinzione di persone, commettete un peccato e siete accusati dalla legge come trasgressori.


Salmi 34(33),2-3.4-5.6-7.
Benedirò il Signore in ogni tempo,
sulla mia bocca sempre la sua lode.
Io mi glorio nel Signore,
ascoltino gli umili e si rallegrino.

Celebrate con me il Signore,
esaltiamo insieme il suo nome.
Ho cercato il Signore e mi ha risposto
e da ogni timore mi ha liberato.

Guardate a lui e sarete raggianti,
non saranno confusi i vostri volti.
Questo povero grida e il Signore lo ascolta,
lo libera da tutte le sue angosce.



Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Marco 8,27-33.
In quel tempo, Gesù partì con i suoi discepoli verso i villaggi intorno a Cesarèa di Filippo; e per via interrogava i suoi discepoli dicendo: «Chi dice la gente che io sia?».
Ed essi gli risposero: «Giovanni il Battista, altri poi Elia e altri uno dei profeti».
Ma egli replicò: «E voi chi dite che io sia?». Pietro gli rispose: «Tu sei il Cristo».
E impose loro severamente di non parlare di lui a nessuno.
E cominciò a insegnar loro che il Figlio dell'uomo doveva molto soffrire, ed essere riprovato dagli anziani, dai sommi sacerdoti e dagli scribi, poi venire ucciso e, dopo tre giorni, risuscitare.
Gesù faceva questo discorso apertamente. Allora Pietro lo prese in disparte, e si mise a rimproverarlo.
Ma egli, voltatosi e guardando i discepoli, rimproverò Pietro e gli disse: «Lungi da me, satana! Perché tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini».

Vangelo secondo Matteo

Capitolo 24

2. DISCORSO ESCATOLOGICO

Introduzione

[1]Mentre Gesù, uscito dal tempio, se ne andava, gli si avvicinarono i suoi discepoli per fargli osservare le costruzioni del tempio. [2]Gesù disse loro: «Vedete tutte queste cose? In verità vi dico, non resterà qui pietra su pietra che non venga diroccata».
[3]Sedutosi poi sul monte degli Ulivi, i suoi discepoli gli si avvicinarono e, in disparte, gli dissero: «Dicci quando accadranno queste cose, e quale sarà il segno della tua venuta e della fine del mondo».

L'inizio dei dolori

[4]Gesù rispose: «Guardate che nessuno vi inganni; [5]molti verranno nel mio nome, dicendo: Io sono il Cristo, e trarranno molti in inganno. [6]Sentirete poi parlare di guerre e di rumori di guerre. Guardate di non allarmarvi; è necessario che tutto questo avvenga, ma non è ancora la fine. [7]Si solleverà popolo contro popolo e regno contro regno; vi saranno carestie e terremoti in vari luoghi; [8]ma tutto questo è solo l'inizio dei dolori. [9]Allora vi consegneranno ai supplizi e vi uccideranno, e sarete odiati da tutti i popoli a causa del mio nome. [10]Molti ne resteranno scandalizzati, ed essi si tradiranno e odieranno a vicenda. [11]Sorgeranno molti falsi profeti e inganneranno molti; [12]per il dilagare dell'iniquità, l'amore di molti si raffredderà. [13]Ma chi persevererà sino alla fine, sarà salvato. [14]Frattanto questo vangelo del regno sarà annunziato in tutto il mondo, perché ne sia resa testimonianza a tutte le genti; e allora verrà la fine.

La grande tribolazione di Gerusalemme

[15]Quando dunque vedrete l'abominio della desolazione, di cui parlò il profeta Daniele, stare nel luogo santo - chi legge comprenda -, [16]allora quelli che sono in Giudea fuggano ai monti, [17]chi si trova sulla terrazza non scenda a prendere la roba di casa, [18]e chi si trova nel campo non torni indietro a prendersi il mantello. [19]Guai alle donne incinte e a quelle che allatteranno in quei giorni. [20]Pregate perché la vostra fuga non accada d'inverno o di sabato.
[21]Poiché vi sarà allora una tribolazione grande, quale mai avvenne dall'inizio del mondo fino a ora, né mai più ci sarà. [22]E se quei giorni non fossero abbreviati, nessun vivente si salverebbe; ma a causa degli eletti quei giorni saranno abbreviati. [23]Allora se qualcuno vi dirà: Ecco, il Cristo è qui, o: E' là, non ci credete. [24]Sorgeranno infatti falsi cristi e falsi profeti e faranno grandi portenti e miracoli, così da indurre in errore, se possibile, anche gli eletti. [25]Ecco, io ve l'ho predetto.

L'avvento del Figlio dell'uomo sarà manifestato

[26]Se dunque vi diranno: Ecco, è nel deserto, non ci andate; o: E' in casa, non ci credete. [27]Come la folgore viene da oriente e brilla fino a occidente, così sarà la venuta del Figlio dell'uomo. [28]Dovunque sarà il cadavere, ivi si raduneranno gli avvoltoi.

Dimensione cosmica di questo avvento

[29]Subito dopo la tribolazione di quei giorni,
il sole si oscurerà, la luna non darà più la sua luce, gli astri cadranno dal cielo e le potenze dei cieli saranno sconvolte.
[30]Allora comparirà nel cielo il segno del Figlio dell'uomo e allora si batteranno il petto tutte le tribù della terra, e vedranno il Figlio dell'uomo venire sopra le nubi del cielo con grande potenza e gloria. [31]Egli manderà i suoi angeli con una grande tromba e raduneranno tutti i suoi eletti dai quattro venti, da un estremo all'altro dei cieli.

Parabola del fico

[32]Dal fico poi imparate la parabola: quando ormai il suo ramo diventa tenero e spuntano le foglie, sapete che l'estate è vicina. [33]Così anche voi, quando vedrete tutte queste cose, sappiate che Egli è proprio alle porte. [34]In verità vi dico: non passerà questa generazione prima che tutto questo accada. [35]Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno.
[36]Quanto a quel giorno e a quell'ora, però, nessuno lo sa, neanche gli angeli del cielo e neppure il Figlio, ma solo il Padre.

Vegliare per non essere sorpresi

[37]Come fu ai giorni di Noè, così sarà la venuta del Figlio dell'uomo. [38]Infatti, come nei giorni che precedettero il diluvio mangiavano e bevevano, prendevano moglie e marito, fino a quando Noè entrò nell'arca, [39]e non si accorsero di nulla finché venne il diluvio e inghiottì tutti, così sarà anche alla venuta del Figlio dell'uomo. [40]Allora due uomini saranno nel campo: uno sarà preso e l'altro lasciato. [41]Due donne macineranno alla mola: una sarà presa e l'altra lasciata.
[42]Vegliate dunque, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà. [43]Questo considerate: se il padrone di casa sapesse in quale ora della notte viene il ladro, veglierebbe e non si lascerebbe scassinare la casa. [44]Perciò anche voi state pronti, perché nell'ora che non immaginate, il Figlio dell'uomo verrà.

Parabola del maggiordomo

[45]Qual è dunque il servo fidato e prudente che il padrone ha preposto ai suoi domestici con l'incarico di dar loro il cibo al tempo dovuto? [46]Beato quel servo che il padrone al suo ritorno troverà ad agire così! [47]In verità vi dico: gli affiderà l'amministrazione di tutti i suoi beni. [48]Ma se questo servo malvagio dicesse in cuor suo: Il mio padrone tarda a venire, [49]e cominciasse a percuotere i suoi compagni e a bere e a mangiare con gli ubriaconi, [50]arriverà il padrone quando il servo non se l'aspetta e nell'ora che non sa, [51]lo punirà con rigore e gli infliggerà la sorte che gli ipocriti si meritano: e là sarà pianto e stridore di denti.

SALMO 24

1 Di Davide. Salmo.
Del Signore è la terra e quanto contiene:
il mondo, con i suoi abitanti.
2 È lui che l’ha fondato sui mari
e sui fiumi l’ha stabilito.
3 Chi potrà salire il monte del Signore?
Chi potrà stare nel suo luogo santo?
4 Chi ha mani innocenti e cuore puro,
chi non si rivolge agli idoli,
chi non giura con inganno.
5 Egli otterrà benedizione dal Signore,
giustizia da Dio sua salvezza.
6 Ecco la generazione che lo cerca,
che cerca il tuo volto, Dio di Giacobbe.
7 Alzate, o porte, la vostra fronte,
alzatevi, soglie antiche,
ed entri il re della gloria.
8 Chi è questo re della gloria?
Il Signore forte e valoroso,
il Signore valoroso in battaglia.
9 Alzate, o porte, la vostra fronte,
alzatevi, soglie antiche,
ed entri il re della gloria.
10 Chi è mai questo re della gloria?
Il Signore degli eserciti è il re della gloria.

La frase del giorno 20 Febbraio

Impariamo più dai fallimenti 
che dai successi. I fallimenti
ci insegnano la saggezza e
l'umiltà, due tesori che vale 
ben la pena ottenere.