Nel
primo secolo, il pesce era il segno di riconoscimento utilizzato dagli
uomini e dalle donne perseguitati dall’imperatore romano a causa della
loro fede in Cristo.
In lingua greca, le lettere che componevano la parola ichthùs (pesce) sono le iniziali di “Gesù Cristo, Figlio di Dio, Salvatore” .
i = Iesùs (Gesù)
ch = Christòs (Cristo)
th = Theoù (di Dio)
u = uiòs (Figlio)
s = sotèr (Salvatore)
ch = Christòs (Cristo)
th = Theoù (di Dio)
u = uiòs (Figlio)
s = sotèr (Salvatore)
Per
riconoscersi tra loro ed indicare in modo segreto il percorso verso il
luogo delle riunioni, i credenti di quell’epoca avevano scelto tale
simbolo come segnale di raccolta. Molti furono scoperti, arrestati, e
andarono fino al martirio senza abiurare.
Nei nostri paesi occidentali, noi non corriamo più rischi per la nostra vita quando facciamo sapere in un modo o in un altro che crediamo in Gesù Cristo e alla sua morte redentrice sulla Croce.
Forse
ci esponiamo allo scherno e al disprezzo, ma che cos’è questo paragonato
alle persecuzioni sopportate, ancora oggi, da tanti nostri fratelli e
sorelle nella fede?
Che
sappiamo approfittare meglio di questi tempi favorevoli concessi da Dio!
Non temiamo di essere apertamente quei testimoni ch’Egli ricerca ed
apprezza!
Ogni volta che ce ne da l’occasione, dobbiamo essere pronti a mostrare la nostra bandiera. S’avvicina il giorno in cui potremo udire la Parola di Dio: “Sei stato fedele… entra nella gioia del tuo Signore” (Matteo 25:21).
(Gesù
risorto disse ai suoi:) “Mi sarete testimoni in Gerusalemme, e in tutta
la Giudea e Samaria, e fino all’estremità della terra”.
Atti 1:8 “Non aver dunque vergogna della testimonianza del nostro Signore.”
2 Timoteo 1:8
Atti 1:8 “Non aver dunque vergogna della testimonianza del nostro Signore.”
2 Timoteo 1:8
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