Alleluia.
Loda il Signore, anima mia: loderò il Signore finché ho vita, canterò inni al mio Dio finché esisto. Non confidate nei potenti, in un uomo che non può salvare. Esala lo spirito e ritorna alla terra: in quel giorno svaniscono tutti i suoi disegni. Beato chi ha per aiuto il Dio di Giacobbe: la sua speranza è nel Signore suo Dio, che ha fatto il cielo e la terra, il mare e quanto contiene, che rimane fedele per sempre, rende giustizia agli oppressi, dà il pane agli affamati. Il Signore libera i prigionieri, il Signore ridona la vista ai ciechi, il Signore rialza chi è caduto, il Signore ama i giusti, il Signore protegge i forestieri, egli sostiene l’orfano e la vedova, ma sconvolge le vie dei malvagi. Il Signore regna per sempre, il tuo Dio, o Sion, di generazione in generazione. Alleluia. |
Commento
Il salmo è
stato composto nel tardo postesilio come rivela la sua lingua aramaicizzante.
Esso fa pensare a un tempo di pace, di normalità, quale si ebbe verso la
fine dell'epoca persiana quando Giuda divenne uno stato teocratico autonomo
con propria moneta fino alla persecuzione di Antioco IV Epifane (2Mac 4,1s).
Il
salmista al proposito personale e di testimonianza di lodare il Signore per
tutta la vita, fa seguire un'ammonizione basilare: “Non
confidate nei potenti, in un uomo che non può salvare”.
I potenti, che amano circondarsi di un alone di gloria, non sono dei
semidei, sono uomini che come tutti moriranno: “Esala
lo spirito e ritorna alla terra: in quel giorno svaniscono tutti i suoi
disegni”.
Il salmista tuttavia non fa accenno ai guai, alle rovine a cui si espone chi
confida nell'uomo, ma, in positivo, dice che è beato, “chi
ha per aiuto il Dio di Giacobbe”,
cioè il Dio dei padri, il Dio delle promesse e dell'alleanza, riconoscendolo
l'unico Dio, onnipotente creatore: “che
ha fatto il cielo e la terra, il mare e quanto contiene".
“Egli è
fedele per sempre”, mai manca alla sua parola, e il suo governo è giustizia
e bontà: “Rende
giustizia agli oppressi, dà il pane agli affamati”.
Poi il
salmista con ritmo incalzante presenta a tutti cinque motivi di confidenza
in Dio.
“Libera
i prigionieri”;
intendendo ciò in senso largo: deportati, carcerati ingiustamente, irretiti
in trame di calunnia.
“Ridona
la vista ai ciechi”,
dove il cieco è colui che ha smarrito la via della verità (Dt 28,29; Gb
12,25; Is 29,18; 35,5).
“Rialza
chi è caduto”,
cioè chi è caduto nel peccato.
“Ama
i giusti”,
cioè li guida nel giusto cammino e protegge nei loro passi.
“Protegge
i forestieri, egli sostiene l'orfano e la vedova”,
cioè tre categorie di persone deboli, con scarsi punti di riferimento.
Poi una
severa osservazione: “Ma
sconvolge le vie dei malvagi”.
Dio è re,
“regna
per sempre”.
Nessuno lo può contrastare, limitare il suo potere sovrano, nessuno può
sperare di vincerlo; e il suo regnare è segnato dalla giustizia, dalla bontà
e dalla misericordia.
“Il
tuo Dio, o Sion, di generazione
in
generazione”;
Dio che ha fatto alleanza con Sion. Ma l'alleanza è diventata nuova in
Cristo; Sion ha rifiutato la nuova ed eterna alleanza, ma Cristo non
rinuncia al popolo di Sion, ora tronco morto dell'unico popolo di
Dio, il cui tronco vivo è la Chiesa, ma un giorno il tronco morto
diventerà vivo, accogliendo Cristo e facendo parte della Chiesa (Rm 11,25).
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