martedì 31 dicembre 2013

IL DONO DELLE LINGUE



 

E' probabilmente il piu' spettacolare e il piu' controverso tra i doni dello Spirito.
D'altra parte ha un solidissimo fondamento biblico e non solo, anche storico, se gli studi di McDonell-Montague e di Bentivegna in Italia dimostrano, come dimostrano, che la manifestazione del dono delle lingue era comunemente attesa al momento della ricezione del Battesimo degli adulti almeno fino al V secolo (ma ci sono diverse attestazioni che dimostrano che questo dono non sia mai sparito del tutto, si dice tra gli altri che lo avessero S. Francesco, S. Filippo Neri e il curato d'Ars).

Se avete mai partecipato ad una preghiera carismatica avete probabilmente un'idea di cio' che intendo dire, se non lo avete mai fatto fatelo, perche' il momento in cui un'intera assemblea canta in lingue e' un momento assolutamente commovente e di altissima spiritualita', d'altra parte e' davvero difficile spiegare cosa e' il dono delle lingue a chi non lo ha mai sentito esercitare.

Dunque, cosa e' il dono delle lingue?
Innanzitutto bisogna distinguere, ci sono alcuni che pensano che si tratti di vere lingue effettivamente esistenti (soprattutto questa e' l'opinione dei nostri fratelli protestanti), personalmente pero' non credo questo.
E' vero che mi e' capitato a volte di udire singole parole appartenenti a questa o quella lingua, soprattutto Greco o Ebraico, ma mai ho sentito in queste due lingue (che un po' ho studiato) una frase di senso compiuto.
Del resto i fonemi si presentano in una successione e in una cadenza tale che difficilmente farebbe pensare ad un linguaggio.
Sono piuttosto propenso a credere che sia una forma di comunicazione pre-verbale e pre-concettuale, come quella dei bambini di circa un anno di eta', come se la preghiera salisse a Dio direttamente senza la mediazione del cervello o dell'umanita', il che spiega perche' quando noi ne parliamo attribuiamo a questo dono le espressioni paoline dello Spirito che prega in noi con gemiti inesprimibili.

Per cosi' dire e' il momento in cui davvero l'io lascia lo spazio allo Spirito che prega in noi ed infatti avviene generalmente in momenti di profondo abbandono interiore.
S. Ignazio di Antiochia in una delle sue lettere ha una enigmatica espressione: "c'e' in me un'acqua viva che mormora: vieni al Padre", credo che queste sue parole siegano bene cosa e' il dono delle lingue, e' come un'acqua zampillante dentro di noi, che in realta' c'e' sempre, fin dal momento del battesimo, ma e' come una fonte coperta da una botola, il carisma delle lingue consente di scoperchiare questa botola e di attingere a questa fonte tutte le volte che si vuole.

Cos'e' questa fonte?

Chi ne fa esperienza non ha dubbi: e' davvero lo Spirito che prega in noi.
Va detto che non e' tuttavia qualcosa che accade nell'uomo senza la sua cooperazione e se la prima volta si manifesta in maniera prepotente e incontrollata, di solito e' un dono affidato alla mia liberta' che io posso scegliere di usare o non usare e quando lo si usa solitamente si rimane perfettamente padroni di se' e coscienti della realta' circostante, non e' percio' in alcun modo assimilabile ad uno stato di trance o ad una condizione piu' o meno estatica, ne' proviene dalla suggestione emotiva della preghiera comunitaria, giacche' puo' accadere di pregare in lingue anche in perfetta solitudine (e a volte anche in situazioni imbarazzanti, io ho sentito la preghiera in lingue salirmi sulle labbra e ho dovuto reprimerla molte volte in circostanze davvero poco opportune).

Questo dono porta con se' una grande grazia, innanzitutto ha una straordinaria efficacia di liberazione interiore e di guarigione di certe profonde ferite dell'anima, perche', io credo, saltando la mediazione concettuale, e'come se tutto il mio essere si accordasse, coe un violino, in sintonia sulla preghiera, nasce cosi' una grande unita' interiore, che produce pace e crea l'ambiente favorevole alle grandi decisioni della vita.
Ormai non inizio mai una preghiera liturgica (anche fuori da un contesto carismatico) senza raccogliermi un attimo e pregare in lingue, perche' e' come se predisponessi cosi' tutto il mio essere alla preghiera.

Molte volte poi, soprattutto pregando sulle persone o per certe situazioni specifiche accade di non sapere con certezza cosa chiedere al Signore, ecco perche' in quei casi ci affidiamo allo Spirito, lasciando che sia Lui a pregare in noi, perche' Lui certo sa cosa e' meglio chiedere.

Nelle preghiere di guarigione e di liberazione poi la pregheiera in lingue ha una efficacia particolare. Soprattutto nelle preghiere di liberazione, allora il dono delle lingue assume una forma insolita, mentre di solito si manifesta come una canto molto dolce, in quei momenti assume un tono fortememente assertivo e di autorita', a volte di aperto rimprovero.

Sappiamo che il diavolo non sopporta questo, soprattutto credo, perche' a lui questo dono, questa immediata comunicazione con Dio, e' negata (come a tutti gli angeli del resto) e vederlo condiviso da noi che siamo meno di niente lo fa letteralmente impazzire.
Va detto infine che e' il dono piu' comune, nella nostra esperienza dobbiamo dire che almeno il 90% dei battezzati lo condividono, ed e' molto raro che quando si riceve una preghiera di effusione questo dono non si manifesti.

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