domenica 2 febbraio 2014

Meditazione del giorno 02/02/2014

Presentazione del Signore, festa
Meditazione del giorno
Beato Guerrico d'Igny (ca 1080-1157), abate cistercense
1a omelia per la Purificazione, 3-5 ; SC 166, p.313s

 
« Luce per illuminare le genti »
        Mi rallegro con te e ti benedico, o piena di grazia ; hai dato alla luce la Misericordia che è venuta su di noi. Hai preparato tu questo cero che ricevo oggi nelle mani [nella liturgia di questa festa]. Hai dato tu la cera a questa fiamma...quando, Madre senza corruzione, hai vestito di una carne senza corruzione il Verbo incorruttibile.
        Fratelli, andiamo ! Oggi questo cero brucia nelle mani di Simeone. Venite a prendervi la luce, venite a accendervi i vostri ceri, voglio dire queste lampade che il Signore vuole che teniate nelle mani. « Guardate a lui e sarete raggianti » (Sal 33, 6). Non tanto per portare in mano delle fiaccole, quanto per essere voi stessi fiaccole che brillano dentro e fuori, per il bene vostro e per quello degli altri : ... Gesù accenderà la vostra fede, farà brillare il vostro esempio, vi suggerirà la parola giusta, infiammerà la vostra preghiera, purificherà la vostra intenzione...

        E per te, che possiedi dentro di te tante lampade accese, quando si spegnerà la lampada di questa vita, sorgerà la luce di quella vita che non si può spegnere. Sarà per te, di sera, come il sorgere della luce di mezzogiorno. Nel momento in cui pensavi di spegnerti, sorgerai come la stella del mattino (Gb 11, 17) e le tue tenebre saranno come il sole meridiano (Is 38, 10). Il sole non sarà più la tua luce di giorno, né ti illuminerà più il chiarore della luna. Ma il Signore sarà per te luce eterna (Is 60, 19), perché la lampada della nuova Gerusalemme è l'Agnello (Ap 21, 23). A lui sia benedizione e splendore per i secoli ! Amen.

La parola del giorno 02/02/2014

Presentazione del Signore, festa
Libro di Malachia 3,1-4. Ecco, io manderò un mio messaggero a preparare la via davanti a me e subito entrerà nel suo tempio il Signore, che voi cercate; l'angelo dell'alleanza, che voi sospirate, ecco viene, dice il Signore degli eserciti.
Chi sopporterà il giorno della sua venuta? Chi resisterà al suo apparire? Egli è come il fuoco del fonditore e come la lisciva dei lavandai.
Siederà per fondere e purificare; purificherà i figli di Levi, li affinerà come oro e argento, perché possano offrire al Signore un'oblazione secondo giustizia.
Allora l'offerta di Giuda e di Gerusalemme sarà gradita al Signore come nei giorni antichi, come negli anni lontani.

Salmi 24(23),7.8.9.10. Sollevate, porte, i vostri frontali,
alzatevi, porte antiche,
ed entri il re della gloria.
Chi è questo re della gloria?
Il Signore forte e potente,
il Signore potente in battaglia.

Sollevate, porte, i vostri frontali,
alzatevi, porte antiche,
ed entri il re della gloria.
Chi è questo re della gloria?
Il Signore degli eserciti è il re della gloria.


Lettera agli Ebrei 2,14-18. Poiché dunque i figli hanno in comune il sangue e la carne, anch'egli ne è divenuto partecipe, per ridurre all'impotenza mediante la morte colui che della morte ha il potere, cioè il diavolo,
e liberare così quelli che per timore della morte erano soggetti a schiavitù per tutta la vita.
Egli infatti non si prende cura degli angeli, ma della stirpe di Abramo si prende cura.
Perciò doveva rendersi in tutto simile ai fratelli, per diventare un sommo sacerdote misericordioso e fedele nelle cose che riguardano Dio, allo scopo di espiare i peccati del popolo.
Infatti proprio per essere stato messo alla prova ed avere sofferto personalmente, è in grado di venire in aiuto a quelli che subiscono la prova.

Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Luca 2,22-40. Quando venne il tempo della loro purificazione secondo la Legge di Mosè, portarono il bambino a Gerusalemme per offrirlo al Signore,
come è scritto nella Legge del Signore: ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore;
e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o di giovani colombi, come prescrive la Legge del Signore.
Ora a Gerusalemme c'era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e timorato di Dio, che aspettava il conforto d'Israele;
lo Spirito Santo che era sopra di lui, gli aveva preannunziato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Messia del Signore.
Mosso dunque dallo Spirito, si recò al tempio; e mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per adempiere la Legge,
lo prese tra le braccia e benedisse Dio:
«Ora lascia, o Signore, che il tuo servo vada in pace secondo la tua parola;
perché i miei occhi han visto la tua salvezza,
preparata da te davanti a tutti i popoli,
luce per illuminare le genti e gloria del tuo popolo Israele».
Il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui.
Simeone li benedisse e parlò a Maria, sua madre: «Egli è qui per la rovina e la risurrezione di molti in Israele, segno di contraddizione
perché siano svelati i pensieri di molti cuori. E anche a te una spada trafiggerà l'anima».
C'era anche una profetessa, Anna, figlia di Fanuèle, della tribù di Aser. Era molto avanzata in età, aveva vissuto col marito sette anni dal tempo in cui era ragazza,
era poi rimasta vedova e ora aveva ottantaquattro anni. Non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere.
Sopraggiunta in quel momento, si mise anche lei a lodare Dio e parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme.
Quando ebbero tutto compiuto secondo la legge del Signore, fecero ritorno in Galilea, alla loro città di Nazaret.
Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era sopra di lui.

Vangelo secondo Matteo

6. L'elemosina
1State attenti a non praticare la vostra giustizia davanti agli uomini per essere ammirati da loro, altrimenti non c’è ricompensa per voi presso il Padre vostro che è nei cieli. 2Dunque, quando fai l’elemosina, non suonare la tromba davanti a te, come fanno gli ipocriti nelle sinagoghe e nelle strade, per essere lodati dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro 9Voi dunque pregate così:ricompensa. 3Invece, mentre tu fai l’elemosina, non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra, 4perché la tua elemosina resti nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.

5E quando pregate, non siate simili agli ipocriti che, nelle sinagoghe e negli angoli delle piazze, amano pregare stando ritti, per essere visti dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. 6Invece, quando tu preghi, entra nella tua camera, chiudi la porta e prega il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.
7Pregando, non sprecate parole come i pagani: essi credono di venire ascoltati a forza di parole. 8Non siate dunque come loro, perché il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno prima ancora che gliele chiediate.


Padre nostro che sei nei cieli,
sia santificato il tuo nome, 10venga il tuo regno,
sia fatta la tua volontà,

come in cielo così in terra.
11Dacci oggi il nostro pane quotidiano,
12e rimetti a noi i nostri debiti
come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori,

13e non abbandonarci alla tentazione,
ma liberaci dal male. 
14Se voi infatti perdonerete agli altri le loro colpe, il Padre vostro che è nei cieli perdonerà anche a voi; 15ma se voi non perdonerete agli altri, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe.
16E quando digiunate, non diventate malinconici come gli ipocriti, che assumono un’aria disfatta per far vedere agli altri che digiunano. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. 17Invece, quando tu digiuni, profùmati la testa e làvati il volto, 18perché la gente non veda che tu digiuni, ma solo il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.
19Non accumulate per voi tesori sulla terra, dove tarma e ruggine consumano e dove ladri scassìnano e rubano; 20accumulate invece per voi tesori in cielo, dove né tarma né ruggine consumano e dove ladri non scassìnano e non rubano. 21Perché, dov’è il tuo tesoro, là sarà anche il tuo cuore.
22La lampada del corpo è l’occhio; perciò, se il tuo occhio è semplice, tutto il tuo corpo sarà luminoso; 23ma se il tuo occhio è cattivo, tutto il tuo corpo sarà tenebroso. Se dunque la luce che è in te è tenebra, quanto grande sarà la tenebra!
24Nessuno può servire due padroni, perché o odierà l’uno e amerà l’altro, oppure si affezionerà all’uno e disprezzerà l’altro. Non potete servire Dio e la ricchezza.
25Perciò io vi dico: non preoccupatevi per la vostra vita, di quello che mangerete o berrete, né per il vostro corpo, di quello che indosserete; la vita non vale forse più del cibo e il corpo più del vestito? 26Guardate gli uccelli del cielo: non séminano e non mietono, né raccolgono nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre. Non valete forse più di loro? 27E chi di voi, per quanto si preoccupi, può allungare anche di poco la propria vita? 28E per il vestito, perché vi preoccupate? Osservate come crescono i gigli del campo: non faticano e non filano. 29Eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro. 30Ora, se Dio veste così l’erba del campo, che oggi c’è e domani si getta nel forno, non farà molto di più per voi, gente di poca fede? 31Non preoccupatevi dunque dicendo: “Che cosa mangeremo? Che cosa berremo? Che cosa indosseremo?”. 32Di tutte queste cose vanno in cerca i pagani. Il Padre vostro celeste, infatti, sa che ne avete bisogno. 33Cercate invece, anzitutto, il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta. 34Non preoccupatevi dunque del domani, perché il domani si preoccuperà di se stesso. A ciascun giorno basta la sua pena.
 

Il “Padre nostro”. Matteo 6,9-13 e Luca 11,2-4 contengono due differenti forme di questa preghiera. È difficile stabilire quale sia la più antica, poiché in entrambe si trovano tracce di adattamento ai destinatari. Anche la traduzione nelle lingue moderne risulta difficile, poiché sullo sfondo si intravede l’originaria formulazione semitica. Nella preghiera giudaica del Qaddish (“Santo”), che si recitava al termine della liturgia del sabato, si trovano analogie con il “Padre nostro”: “Sia glorificato e santificato il suo Nome così grande, nel mondo che ha creato secondo la sua volontà! Faccia regnare il suo regno... Il suo Nome sia lodato di eternità in eternità”. Oggi è la preghiera dell’orfano e della persona in lutto. Indurre in tentazione (6,13). Questa frase va intesa alla luce della concezione biblica: nulla si sottrae al dominio di JHWH, nemmeno la tentazione. Lo stesso Gesù viene “spinto con forza” (come indica il greco ekballein, in Marco 1,12) dallo Spirito nel deserto per essere tentato. Non si tratta ­ da parte di Dio ­ di condurre l’uomo in una trappola, ma di liberarlo dalla tentazione estrema, da cui dipende la salvezza. Elemosina e digiuno. In Matteo 6,1-4.16-18, Gesù raccomanda, in sintonia con la tradizione religiosa di Israele, queste due pratiche. Nel suo significato originario l’elemosina indica la disponibilità alla pietà e alla misericordia. Nel linguaggio religioso giudaico passò a significare l’offerta data a chi è nel bisogno (Deuteronomio 15,11). Ad essa veniva attribuito un grande valore espiatorio (Tobia 12,9). Il digiuno era una delle principali pratiche religiose dell’ebraismo. Esso era collegato alle cerimonie funebri, ai riti per scongiurare calamità e per ottenere l’aiuto divino. Comportava l’astinenza dal cibo e dalle bevande, come pure il divieto di lavarsi e profumarsi.


(Foto: Un mendicante chiede l’elemosina, Particolare da una tela di scuola lombarda, sec. XVIII.Pontida, Museo dei Benedettini)
  

SALMO 6

6. IMPLORAZIONE NELLA PROVA
1  Al maestro del coro. Per strumenti a corda. Sull’ottava. Salmo. Di Davide.
 2  Signore, non punirmi nella tua ira,
   non castigarmi nel tuo furore.
 3  Pietà di me, Signore, sono sfinito;
   guariscimi, Signore: tremano le mie ossa.
 4  Trema tutta l’anima mia.
   Ma tu, Signore, fino a quando?
 5  Ritorna, Signore, libera la mia vita,
   salvami per la tua misericordia.
 6  Nessuno tra i morti ti ricorda.
   Chi negli inferi canta le tue lodi?
 7  Sono stremato dai miei lamenti,
   ogni notte inondo di pianto il mio giaciglio,
   bagno di lacrime il mio letto.
 8  I miei occhi nel dolore si consumano,
   invecchiano fra tante mie afflizioni.
 9  Via da me, voi tutti che fate il male:
   il Signore ascolta la voce del mio pianto.
 10 Il Signore ascolta la mia supplica,
   il Signore accoglie la mia preghiera.
 11 Si vergognino e tremino molto tutti i miei nemici,
   tornino indietro e si vergognino all’istante.
 
L'esistenza negli inferi (6,6). La vita nell'oltretomba è presentata nei Salmi come avvolta nell'ombra e nelle tenebre, senza alcuna attività e senza nemmeno la possibilità di lodare e celebrare Dio.


(foto: Gli inferi; particolare.“Il Giudizio Universale”, Gisliberto, secolo XII.Autun, Cattedrale di Saint-Lazare).


Solo gradualmente entrerà nella Bibbia l'idea dell'esistenza ultraterrena, della retribuzione e della risurrezione, che verrà poi perfezionata nella predicazione di Gesù.

GOCCE DI VITA

[...] Come il tralcio non può portare frutto da se stesso se non rimane nella vite, 
così neanche voi se non rimanete in me. Io [Gesùsono la vite, voi i tralci [...] (Vangelo secondo Giovanni, 15, 4-5)

La frase del giorno 02 Febbraio

La nostra prima reazione di
fronte ad ogni problema o
bisogno dovrebbe essere quella
di pregare.
Dio ha tutte le risposte e può 
aiutarci quando niente e 
nessuno può farlo.

Frammenti di Cielo

S.Teresa di Gesù ha detto:

L'orazione mentale non è altro, per me, che un intimo rapporto di amicizia, un frequente tratteni-mento, da solo a solo, con Colui da cui sappiamo d'essere amati. (Vita 8,5)