mercoledì 30 aprile 2014

Pope's General Audience 2014-04-30

Lo Spirito ti fa povero, perché Lui è la ricchezza

spirito santo padre dei poveri ti fa povero, perché Lui è la ricchezza!
Nella riflessione di oggi, in Casa Santa Marta Papa Francesco ha parlato della prima comunità cristiana, quella venutasi a formare subito dopo la Resurrezione di Gesù, plasmata dallo Spirito Santo: questa comunità è un esempio per ogni parrocchia, per ogni diocesi cristiana ma è anche un metro di misura per comprendere se stiamo vivendo pienamente gli insegnamenti del Signore.
Il Pontefice prendendo spunto dalle Letture del giorno individua “tre tratti” che distinguono la prima comunità cristiana, tre pilastri sui quali fondare ogni comunità presente e futura. A quel tempo i cristiani “ancora non si chiamavano così“, non vi erano divisioni tra di essi ma la comunità “aveva un solo cuore e un’anima sola” che era “la pace“. La comunità cristiana era “una comunità in pace – ha spiegato il Vescovo di Roma – Questo significa che in quella comunità non c’era posto per le chiacchiere, per le calunnie, per le invidie, per le diffamazioni. Pace“.
In questa comunità regnava “il perdono” poiché “l’amore copriva tutto“. Allora anche noi oggi dobbiamo domandarci, spiega il Santo Padre nell’omelia, “com’è l’atteggiamento dei cristiani. Sono miti, umili? In quella comunità ci sono liti fra loro per il potere? Liti d’invidia? Ci sono chiacchiere?
Se è così, se sono presenti tutte queste cose, le comunità cristiane “non sono sulla strada di Gesù Cristo“. E non è che il possedere o meno la pace e il perdono siano elementi marginali: essi sono fondamentali, spiega Bergoglio, poiché “il demonio cerca di dividerci sempre. È il padre della divisione“.
Non che non mancassero i problemi anche all’epoca, tuttavia è a quel “momento forte” che dobbiamo guardare per costruire una “comunità concorde” e una vera “comunità di testimoni della fede“.
Infine il terzo elemento, che ci fa capire se una comunità cristiana è sulla strada di Gesù, sono “i poveri“. Non solo la comunità cristiana deve essere affianco ai poveri e alleviare le loro piaghe con la tenerezza e la misericordia di Dio ma deve essere povera poiché ricca di Spirito Santo: “lo Spirito ti fa povero – ha quindi concluso Papa Francesco – perché Lui è la ricchezza e fa che tu abbia cura dei poveri“.

Meditazione del giorno 30/04/2014


 

Mercoledì della II settimana di Pasqua
Meditazione del giorno
San Clemente d'Alessandria (150-ca 215), teologo
 
“La luce è venuta nel mondo”
 
    “I comandi del Signore sono limpidi, danno luce agli occhi” (Sal 19,9). Ricevi Cristo, ricevi la capacità di vedere, ricevi la luce, per conoscere Dio e l’uomo… Riceviamo la luce per ricevere Dio…, riceviamo la luce e diventiamo discepoli del Signore…, cacciamo l’ignoranza e le tenebre che velano il nostro sguardo come nebbia, contempliamo il vero Dio… Mentre eravamo sepolti nelle tenebre e prigionieri dell’ombra della morte (Mt 4,16; Is 42,7), una luce dal cielo più pura del sole, più dolce della vita quaggiù, ha brillato per noi. Questa luce è la vita eterna e tutto ciò che ne partecipa ha la vita. La notte teme questa luce; per paura, scompare e fa posto al giorno del Signore; tutto è diventato luce senza fine.

    L’occidente si è trasformato in oriente; è “la nuova creazione” (Gal 6,15; Ap 21,1). Poiché “il Sole di giustizia” (Mal 3,20), che passa ovunque nella sua corsa, visita tutto il genere umano senza distinzione. Imita suo Padre che “fa sorgere il sole su tutti gli uomini” (Mt 5,45) e sparge su tutti la rugiada della verità… Crocifiggendo la morte l’ha trasformata in vita; ha strappato l’uomo dalla perdizione e l’ha fissato nei cieli; ha trapiantato ciò che era mortale per renderlo immortale; ha cambiato la terra in cielo…

    Ha dato la vita di Dio agli uomini col suo insegnamento divino “ponendo la sua legge nel loro animo, scrivendola sul loro cuore:… tutti conosceranno Dio, dal più piccolo al più grande, dice il Signore; poiché io perdonerò la loro iniquità e non mi ricorderò più del loro peccato” (Ger 31,33ss). Accogliamo dunque le leggi della vita, obbediamo all’insegnamento di Dio, impariamo a conoscerlo.

La parola del giorno 30/04/2014


Mercoledì della II settimana di Pasqua

Atti degli Apostoli 5,17-26.
In quei giorni, si alzò il sommo sacerdote e quelli della sua parte, cioè la setta dei sadducei, pieni di livore,
fatti arrestare gli apostoli li fecero gettare nella prigione pubblica.
Ma durante la notte un angelo del Signore aprì le porte della prigione, li condusse fuori e disse:
"Andate, e mettetevi a predicare al popolo nel tempio tutte queste parole di vita".
Udito questo, entrarono nel tempio sul far del giorno e si misero a insegnare. Quando arrivò il sommo sacerdote con quelli della sua parte, convocarono il sinedrio e tutti gli anziani dei figli d'Israele; mandarono quindi a prelevare gli apostoli nella prigione.
Ma gli incaricati, giunti sul posto, non li trovarono nella prigione e tornarono a riferire:
"Abbiamo trovato il carcere scrupolosamente sbarrato e le guardie ai loro posti davanti alla porta, ma, dopo aver aperto, non abbiamo trovato dentro nessuno".
Udite queste parole, il capitano del tempio e i sommi sacerdoti si domandavano perplessi che cosa mai significasse tutto questo,
quando arrivò un tale ad annunziare: "Ecco, gli uomini che avete messo in prigione si trovano nel tempio a insegnare al popolo".
Allora il capitano uscì con le sue guardie e li condusse via, ma senza violenza, per timore di esser presi a sassate dal popolo.


Salmi 34(33),2-3.4-5.6-7.8-9.
Benedirò il Signore in ogni tempo,
sulla mia bocca sempre la sua lode.
Io mi glorio nel Signore,
ascoltino gli umili e si rallegrino.

Celebrate con me il Signore,
esaltiamo insieme il suo nome.
Ho cercato il Signore e mi ha risposto
e da ogni timore mi ha liberato.

Guardate a lui e sarete raggianti,
non saranno confusi i vostri volti.
Questo povero grida e il Signore lo ascolta,
lo libera da tutte le sue angosce.

L'angelo del Signore si accampa
attorno a quelli che lo temono e li salva.
Gustate e vedete quanto è buono il Signore;
beato l'uomo che in lui si rifugia.



Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Giovanni 3,16-21.
In quel tempo Gesù disse a Nicodemo: «Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna.
Dio non ha mandato il Figlio nel mondo per giudicare il mondo, ma perché il mondo si salvi per mezzo di lui.
Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è gia stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell'unigenito Figlio di Dio.
E il giudizio è questo: la luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno preferito le tenebre alla luce, perché le loro opere erano malvagie.
Chiunque infatti fa il male, odia la luce e non viene alla luce perché non siano svelate le sue opere.
Ma chi opera la verità viene alla luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio».

Frase del giorno 30/04/2014

Chiedi aiuto finchè c'è 
speranza - con Dio c'è
sempre speranza.

martedì 29 aprile 2014

La parabola del figliol prodigo spiegata da Papa Francesco

papa francesco figliol prodigo parabola
Papa Francesco nel video messaggio inviato ai giovani di Buenos Aires in occasione della loro Giornata regionale della Gioventù ha voluto prendere ad esempio incontri reali di Gesù con i giovani, descritti nel Vangelo, per analizzare e capire come Gesù si relazioni con i giovani stessi e quali insegnamenti trarre.
Così, tra le tre parabole analizzate, riveste un ruolo centrale quella del figliol prodigo, che Bergoglio battezza con un nuovo nome: il giovane furbo. Papa Francesco spiega che questo giovane furbo ha avuto, a dire il vero, un atteggiamento molto moderno: egli “ha voluto scrivere da solo la propria vita” prendendo letteralmente “a calci le regole della disciplina paterna“.
Così questo giovane furbo, che è il figliol prodigo, ha continuato il Pontefice “se l’è spassata per bene” fino a quando anche per lui, nonostante fosse il figlio del padrone, “ha conosciuto quello che mai aveva conosciuto prima: la fame“.
È in questo momento che interviene la misericordia di Dio che, al posto di chiudere definitivamente le porte a questo giovane furbo che aveva tutto e lo ha sperperato, le spalanca:  ”Dio è molto buono – ha così detto il Santo Padre ai giovani – Dio approfitta dei nostri fallimenti per parlarci al cuore“. Così vediamo nella parabola che “Dio non ha detto a questo giovane: ‘Sei un fallito, guarda cosa hai combinato!’” ma Egli interviene facendo ragionare il giovane e facendolo ritornare sui suoi passi, tanto che il Vangelo dice che il giovane “è rientrato in sé“: il giovane si è domandato “Cosa me ne faccio di questa vita? La baldoria non mi è servita a nulla“.
Tuttavia la sorpresa più grande di questa parabola non è la conversione del giovane, non è il suo ritornare sui suoi passi ma lo scoprire che “il padre lo stava aspettando da anni” Così “questo grande peccatore, questo grande sperperatore di tutto il guadagno di suo padre – ha concluso Papa Francesco – ha incontrato qualcosa che non aveva mai conosciuto: l’abbraccio di misericordia“.
La rivisitazione in chiave modera della parabola del figliol prodigo è sicuramente di grande effetto e ci fa riflettere su come noi ci rapportiamo con il Padre: usiamo i doni che ci ha dato per fare del bene o abusiamo degli stessi a fini egoistici, finendo di fatto con lo sperperarli? La fame che prova il giovane furbo è la stessa che proviamo tutti quando desideriamo sempre più beni per poi accorgerci che nessuno di questi veramente ci sazia.

Meditazione del giorno 29/04/2014

Santa Caterina da Siena, vergine e dottore della Chiesa, patrona d'Italia - Festa
Meditazione del giorno
Santa Caterina da Siena (1347-1380), terziaria domenicana, dottore della Chiesa, compatrona d’Europa
Dialogo della Divina Provvidenza, 134
« Maria si è scelta la parte migliore, che non le sarà tolta »
    Non voglio più, o Fuoco ineffabile, o Padre eterno, che il mio desiderio si stanchi di volere il tuo onore e la salvezza delle anime, né che i miei occhi inaridiscano; ti chiedo, per grazia, che diventino due fiumi che sgorgano da te, mare pacifico. Lode, lode a te, o Padre, perché hai risposto alla mia richiesta, anzi, a quello che ignoravo, e persino a quello che non ti avevo chiesto. Donandomi di piangere, mi hai invitata ad offrirti tutti i miei desideri, dolci, amorevoli, angosciati, e le mie umili e continue preghiere.
    Ti chiedo ora di usare misericordia al mondo e alla tua santa Chiesa. Ti prego di compiere ciò che mi hai fatto chiedere... Non tardare più a fare misericordia al mondo, consenti a compiere il desiderio dei tuoi servi. Sei colui che li ha fatti gridare, quindi ascolta la loro voce. La tua verità ha detto che se chiameremo, ci sarà risposto, se busseremo ci sarà aperto, se chiederemo, ci sarà dato (Lc 11,9). O Padre eterno, a te i tuoi servi gridano misericordia. Su, rispondi loro.

La parola del giorno 29/04/2014


Santa Caterina da Siena, vergine e dottore della Chiesa, patrona d'Italia - Festa

Prima lettera di san Giovanni apostolo 1,5-10.2,1-2.
Figlioli miei, questo è il messaggio che abbiamo udito da lui e che ora vi annunziamo: Dio è luce e in lui non ci sono tenebre.
Se diciamo che siamo in comunione con lui e camminiamo nelle tenebre, mentiamo e non mettiamo in pratica la verità.
Ma se camminiamo nella luce, come egli è nella luce, siamo in comunione gli uni con gli altri, e il sangue di Gesù, suo Figlio, ci purifica da ogni peccato.
Se diciamo che siamo senza peccato, inganniamo noi stessi e la verità non è in noi.
Se riconosciamo i nostri peccati, egli che è fedele e giusto ci perdonerà i peccati e ci purificherà da ogni colpa.
Se diciamo che non abbiamo peccato, facciamo di lui un bugiardo e la sua parola non è in noi.
Figlioli miei, vi scrivo queste cose perché non pecchiate; ma se qualcuno ha peccato, abbiamo un avvocato presso il Padre: Gesù Cristo giusto.
Egli è vittima di espiazione per i nostri peccati; non soltanto per i nostri, ma anche per quelli di tutto il mondo.


Salmi 103(102),1-2.3-4.8-9.13-14.17-18a.
Benedici il Signore, anima mia,
quanto è in me benedica il suo santo nome.
Benedici il Signore, anima mia,
non dimenticare tanti suoi benefici.

Egli perdona tutte le tue colpe,
guarisce tutte le tue malattie;
salva dalla fossa la tua vita,
ti corona di grazia e di misericordia.

Buono e pietoso è il Signore,
lento all'ira e grande nell'amore.
Egli non continua a contestare
e non conserva per sempre il suo sdegno.

Come un padre ha pietà dei suoi figli,
così il Signore ha pietà di quanti lo temono.
Perché egli sa di che siamo plasmati,
ricorda che noi siamo polvere.

Ma la grazia del Signore è da sempre,
dura in eterno per quanti lo temono;
la sua giustizia per i figli dei figli,
per quanti custodiscono la sua alleanza.



Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Matteo 11,25-30.
In quel tempo Gesù disse: «Ti benedico, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai tenuto nascoste queste cose ai sapienti e agli intelligenti e le hai rivelate ai piccoli.
Sì, o Padre, perché così è piaciuto a te.
Tutto mi è stato dato dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio lo voglia rivelare.
Venite a me, voi tutti, che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò.
Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per le vostre anime.
Il mio giogo infatti è dolce e il mio carico leggero».

Frase del giorno 29 Aprile

 
Prima di giudicare qualcuno,
è meglio mettersi nei suoi 
panni.

lunedì 28 aprile 2014

Canonizzazione Giovanni Paolo II e Giovanni XXIII

   
Giovanni XXIII fu eletto Papa nel novembre del 1958 e il suo pontificato durò fino alla sua morte, avvenuta nel 1963. Nato come Angelo Giuseppe Roncalli, Giovanni XXIII è stato il celebre pontefice che invitò gli adulti a dare una “Carezza ai vostri bambini” dicendo: “Questa è la carezza del Papa”. Papa Roncalli, a poco più di un mese dalla sua elezione, visitò il penitenziario di Regina Coeli commuovendo i carcerati. In pochi mesi riuscì anche ad organizzare il Concilio Vaticano II laddove i suoi consiglieri pensavano che i preparativi sarebbero durati almeno un decennio.


Papa Wojtyla è stato il pontefice capace di riportare i giovani sotto l'ala del cattolicesimo: fu lui ad istituzionalizzare le GMG, le "Giornate Mondiali della Gioventù". E’ stato inoltre il papa protagonista del dialogo con le altre religioni e il suo pontificato durò 27 anni. Giovanni Paolo II non abbandonò il trono di Pietro neanche quando la malattia si impadronì completamente del suo corpo. Il 2 aprile 2005 venne annunciata la sua morte a San Pietro e la piazza, colma di fedeli, rimase a pregare tutta la notte. Qualche breve riga non può certo bastare a spiegare perché Wojtyla e Roncalli saranno proclamati santi domenica 27 aprile. Pur riconoscendo il loro apporto alla storia della cristianità, cerchiamo di capire i veri motivi della loro canonizzazione.

Giovanni XXIII riceverà però una canonizzazione diversa da quella di Giovanni Paolo II. Papa Roncalli sarà infatti proclamato santo "pro-gratia", ovvero senza la prova di un miracolo formalmente riconosciuto. La Congregazione delle cause dei santi ha motivato così la richiesta: "Questo Sommo Pontefice, con la sua vita e il suo esempio, ha segnato in modo indelebile la storia della Chiesa”. Le motivazioni elencate furono: il regolare percorso della sua causa, la vastità del culto liturgico, la richiesta dei padri del Concilio Vaticano II (che, dopo la morte di Roncalli, ne chiesero la canonizzazione come atto del concilio stesso) ed infine “L’attualita della figura e dell’opera di Giovanni XXIII”. A tutto questo si aggiunsero negli anni i miracoli e segni annunciati in tutto il mondo dopo la sua beatificazione.
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Benedetto XVI
La santificazione di Giovanni Paolo II è invece accompagnata da un miracolo direttamente riconosciuto dalla Chiesa: quello di Floribeth Mora Dìaz, donna residente in Costa Rica, a cui fu diagnosticata una grave emorragia celebrale. I medici, dopo qualche giorno di ricovero, le comunicarono che se voleva avere qualche speranze di sopravvivere doveva farsi curare all'estero, ma la famiglia non aveva disponibilità economiche e i medici consigliarono al marito di riportarla a casa senza speranza: le sarebbe rimasto solo un mese di vita. Lei si rivolse allora al Papa: "Tu che sei così vicino a Dio, digli che non voglio morire, che non voglio abbandonare i miei figli" . Floribeth, il primo maggio 2011, guardò in tv la beatificazione di Giovanni Paolo II e affermò che, quando si svegliò la mattina dopo, si sentì subito diversa. La successiva visita neurologica diagnosticò la scomparsa spontanea dell’aneurisma. Il 28 febbraio 2013, nell’ultimo giorno di pontificato di Benedetto XVI, la Congregazione della cause dei santi approvò l’inspiegabilità dell’accaduto.

Papa Francesco: I santi fanno crescere la Chiesa: la santità è possibile anche nel XXI secolo

messa canonizzazione giovanni paolo ii e giovanni xxiii
La santità è possibile anche nel ventunesimo secolo: questo l’annuncio di Papa Francesco nel corso della Santa Messa e Canonizzazione dei Beati Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II. Sono i “santi che fanno crescere la Chiesa“: la Chiesa ha bisogno della santità per continuare a camminare nella storia testimoniando la gioia del Risorto.
Durante tutta la cerimonia si poteva quasi toccare la gioia dei presenti, giunti in pellegrinaggio per ascoltare le parole di Papa Francesco, che in latino, come prevede il rito di santificazione ha detto “Beatos Ioannem XXIII et Ioannem Paulum II Sanctos esse decernimus et definimus, ac Sanctorum Catalogo adscribimus“, ovvero “Dichiariamo e definiamo Santi i Beati Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II e li iscriviamo nell’Albo dei Santi” ponendo così l’ultima e definitiva parola sulla causa di santità dei papa Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II.
Cosa ci insegnano questi nuovi santi? Essi “hanno avuto il coraggio di guardare le ferite di Gesù, di toccare le sue mani piagate e il suo costato trafitto. – ha spiegato il Vescovo di Roma – Non hanno avuto vergogna della carne di Cristo, non si sono scandalizzati di Lui, della sua croce” così trasponendo tutto questo nella vita di ogni giorno “non hanno avuto vergogna della carne del fratello, perché in ogni persona sofferente vedevano Gesù“.
Così facendo “hanno dato testimonianza al mondo e alla Chiesa della bontà di Dio, della sua misericordia” e ci hanno insegnato che anche nel ventunesimo secolo la santità è possibile: “Sono stati sacerdoti, vescovi e papi del XX secolo – ha infatti commentato il Santo Padre – Ne hanno conosciuto le tragedie ma non ne sono stati sopraffatti“.
In questi due uomini – ha quindi concluso il Pontefice – contemplativi delle piaghe di Cristo e testimoni della sua misericordia dimorava, insieme con una gioia indicibile e gloriosa, una speranza viva“: si tratta della speranza e della gioia di cui ha parlato in questi ultimi giorni Papa Francesco nel corso delle sue riflessioni, “la speranza e la gioia pasquali“.
Queste sono la speranza e la gioia che i due santi Papi hanno ricevuto in dono dal Signore risorto e a loro volta hanno donato in abbondanza al Popolo di Dio, ricevendone eterna riconoscenza“.

Meditazione del giorno 28/04/2014


 

Lunedì della II settimana di Pasqua
Meditazione del giorno
Santa Gertrude di Helfta (1256-1301), monaca bendettina
Gli esercizi, n° 1, Per recuperare l’innocenza battesimale; SC 127
 
« Rinascere dall’acqua e dallo Spirito »
 
    Per l’immersione nel fonte battesimale : In nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Gesù, fonte di vita, fammi bere alla tua stessa sorgente la coppa d’acqua viva, perché gustandoti eternamente non abbia più altra sete che di te ! Immergimi tutta intera nel profondo della tua misericordia. Battezzami e rendimi  senza macchia nella tua preziosa morte… Nell’acqua del tuo santissimo costato lava tutte le colpe con cui ho sporcato l’innocenza battesimale. Riempimi del tuo spirito e fammi tutta tua, in purezza di corpo e d’anima (cfr Gv 4,10; 19,34)…

    Per la veste bianca, dì: Gesù, sole di giustizia (Mal 3,20), fa’ che sia rivestita di te, per poter vivere secondo la tua parola. Seguendo te, fa’ che resti bianca, santa e immacolata la veste dell’innocenza battesimale e che la presenti senza macchia davanti al tuo tribunale, per conservarla per la vita eterna.

    Ricevendo la candela, chiederai l’illuminazione interiore: Gesù, luce che mai si spegne, accendi in me la lampada ardente della tua carità, e che mai si spenga, e insegnami a conservare il mio battesimo in modo irreprensibile affinché, chiamata alle tue nozze, tutta pronta meriti di entrare nelle delizie della vita eterna, per vederti, te, la vera luce,  e il dolce viso della tua divinità (cfr Mt 25,1ss)…

    Signore Dio, mio Creatore e mio Redentore, rinnova oggi il tuo Spirito Santo nel mio cuore… Fammi grande per la fede, gioiosa per la speranza, paziente nella tribolazione, felice solo nel lodarti, piena del fervore dello Spirito, sempre fedele al tuo servizio, Signore Dio, mio vero Re, e perseverante con te nella vigilanza fino all’ultimo giorno della vita. Così, ciò che ora credo e spero, allora i miei occhi lo contempleranno nella realtà; ti vedrò come sei, ti vedrò faccia a faccia (1Gv 3,2; 1Cor 13,12). Caro Gesù, là mi sazierai di te; là, nel rallegrarmi del tuo dolce viso, sarai il mio riposo eterno. Amen.

La parola del giorno 28/04/2014


 

Lunedì della II settimana di Pasqua

Atti degli Apostoli 4,23-31.
In quei giorni, Pietro e Giovanni, appena rimessi in libertà, andarono dai loro fratelli e riferirono quanto avevano detto i sommi sacerdoti e gli anziani.
All'udire ciò, tutti insieme levarono la loro voce a Dio dicendo: "Signore, tu che hai creato il cielo, la terra, il mare e tutto ciò che è in essi,
tu che per mezzo dello Spirito Santo dicesti per bocca del nostro padre, il tuo servo Davide: Perché si agitarono le genti e i popoli tramarono cose vane?
Si sollevarono i re della terra e i principi si radunarono insieme, contro il Signore e contro il suo Cristo;
davvero in questa città si radunarono insieme contro il tuo santo servo Gesù, che hai unto come Cristo, Erode e Ponzio Pilato con le genti e i popoli d'Israele,
per compiere ciò che la tua mano e la tua volontà avevano preordinato che avvenisse.
Ed ora, Signore, volgi lo sguardo alle loro minacce e concedi ai tuoi servi di annunziare con tutta franchezza la tua parola.
Stendi la mano perché si compiano guarigioni, miracoli e prodigi nel nome del tuo santo servo Gesù".
Quand'ebbero terminato la preghiera, il luogo in cui erano radunati tremò e tutti furono pieni di Spirito Santo e annunziavano la parola di Dio con franchezza.


Salmi 2,1-3.4-6.7-9.
Perché le genti congiurano
perché invano cospirano i popoli?
Insorgono i re della terra
e i principi congiurano insieme
contro il Signore e contro il suo Messia:
"Spezziamo le loro catene, gettiamo via i loro legami".

Se ne ride chi abita i cieli,
li schernisce dall'alto il Signore.
Egli parla loro con ira,
li spaventa nel suo sdegno:
"Io l'ho costituito mio sovrano
sul Sion mio santo monte".

Annunzierò il decreto del Signore.
Egli mi ha detto: "Tu sei mio figlio,
io oggi ti ho generato.
Chiedi a me, ti darò in possesso le genti
e in dominio i confini della terra.
Le spezzerai con scettro di ferro,
come vasi di argilla le frantumerai".



Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Giovanni 3,1-8.
C'era tra i farisei un uomo chiamato Nicodemo, un capo dei Giudei.
Egli andò da Gesù, di notte, e gli disse: «Rabbì, sappiamo che sei un maestro venuto da Dio; nessuno infatti può fare i segni che tu fai, se Dio non è con lui».
Gli rispose Gesù: «In verità, in verità ti dico, se uno non rinasce dall'alto, non può vedere il regno di Dio».
Gli disse Nicodemo: «Come può un uomo nascere quando è vecchio? Può forse entrare una seconda volta nel grembo di sua madre e rinascere?».
Gli rispose Gesù: «In verità, in verità ti dico, se uno non nasce da acqua e da Spirito, non può entrare nel regno di Dio.
Quel che è nato dalla carne è carne e quel che è nato dallo Spirito è Spirito.
Non ti meravigliare se t'ho detto: dovete rinascere dall'alto.
Il vento soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai di dove viene e dove va: così è di chiunque è nato dallo Spirito».

Frase del giorno 28 Aprile

Per avere un'idea di come sarà il Paradiso,
prendi il momento più felice della tua vita e
moltiplicalo per un milione.

venerdì 25 aprile 2014

Frase del giorno 25 Aprile

Spesso una bella risata con una
persona cara o con un collega
è proprio la cosa che ci aiuta
a superare attriti e problemi di
comunicazione.

Meditazione del giorno 25/04/2014

Venerdì fra l'Ottava di Pasqua
Meditazione del giorno
Benedetto XVI, papa dal 2005 al 2013
Omelia della veglia pasquale, 11/04/2009 ( © Libreria Editrice Vaticana)
 
“Quando già era l'alba Gesù si presentò sulla riva”
 
    Ma risurrezione – che cosa è? Non entra nell’ambito delle nostre esperienze, e così il messaggio spesso rimane in qualche misura incompreso, una cosa del passato. La Chiesa cerca di condurci alla sua comprensione, … col linguaggio dei simboli … Nella Veglia Pasquale ci indica il significato di questo giorno soprattutto mediante tre simboli: la luce, l’acqua e il canto nuovo – l’alleluia.

    C’è innanzitutto la luce. La creazione di Dio – ne abbiamo appena ascoltato il racconto biblico – comincia con la parola: “Sia la luce!” (Gen 1, 3). Dove c’è la luce, nasce la vita, il caos può trasformarsi in cosmo. Nel messaggio biblico, la luce è l’immagine più immediata di Dio: Egli è interamente Luminosità, Vita, Verità, Luce. Nella Veglia Pasquale, la Chiesa legge il racconto della creazione come profezia. Nella risurrezione si verifica in modo più sublime ciò che questo testo descrive come l’inizio di tutte le cose. Dio dice nuovamente: “Sia la luce!”. La risurrezione di Gesù è un’eruzione di luce. La morte è superata, il sepolcro spalancato. Il Risorto stesso è Luce, la Luce del mondo. Con la risurrezione, il giorno di Dio entra nelle notti della storia. A partire dalla risurrezione, la luce di Dio si diffonde nel mondo e nella storia. Si fa giorno. Solo questa Luce – Gesù Cristo – è la Luce vera, più del fenomeno fisico di luce. Egli è la Luce pura: Dio stesso, che fa nascere una nuova creazione in mezzo a quella antica, trasforma il caos in cosmo.

La parola del giorno 25/04/2014


Venerdì fra l'Ottava di Pasqua

Atti degli Apostoli 4,1-12.
In quei giorni, Pietro e Giovanni stavano parlando al popolo, dopo la guarigione dello storpio, quando sopraggiunsero i sacerdoti, il capitano del tempio e i sadducei,
irritati per il fatto che essi insegnavano al popolo e annunziavano in Gesù la risurrezione dai morti.
Li arrestarono e li portarono in prigione fino al giorno dopo, dato che era ormai sera.
Molti però di quelli che avevano ascoltato il discorso credettero e il numero degli uomini raggiunse circa i cinquemila.
Il giorno dopo si radunarono in Gerusalemme i capi, gli anziani e gli scribi,
il sommo sacerdote Anna, Caifa, Giovanni, Alessandro e quanti appartenevano a famiglie di sommi sacerdoti.
Fattili comparire davanti a loro, li interrogavano: "Con quale potere o in nome di chi avete fatto questo?".
Allora Pietro, pieno di Spirito Santo, disse loro: "Capi del popolo e anziani,
visto che oggi veniamo interrogati sul beneficio recato ad un uomo infermo e in qual modo egli abbia ottenuto la salute,
la cosa sia nota a tutti voi e a tutto il popolo d'Israele: nel nome di Gesù Cristo il Nazareno, che voi avete crocifisso e che Dio ha risuscitato dai morti, costui vi sta innanzi sano e salvo.
Questo Gesù è la pietra che, scartata da voi, costruttori, è diventata testata d'angolo.
In nessun altro c'è salvezza; non vi è infatti altro nome dato agli uomini sotto il cielo nel quale è stabilito che possiamo essere salvati".


Salmi 118(117),1-2.4.22-24.25-27a.
Celebrate il Signore, perché è buono;
perché eterna è la sua misericordia.
Dica Israele che egli è buono:
eterna è la sua misericordia.

Lo dica chi teme Dio:
eterna è la sua misericordia.
La pietra scartata dai costruttori
è divenuta testata d'angolo;

ecco l'opera del Signore:
una meraviglia ai nostri occhi.
Questo è il giorno fatto dal Signore:
rallegriamoci ed esultiamo in esso.

Dona, Signore, la tua salvezza, dona, Signore, la vittoria!
Benedetto colui che viene nel nome del Signore.
Vi benediciamo dalla casa del Signore;
Dio, il Signore è nostra luce.



Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Giovanni 21,1-14.
In quel tempo, Gesù si manifestò di nuovo ai discepoli sul mare di Tiberìade. E si manifestò così:
si trovavano insieme Simon Pietro, Tommaso detto Dìdimo, Natanaèle di Cana di Galilea, i figli di Zebedèo e altri due discepoli.
Disse loro Simon Pietro: «Io vado a pescare». Gli dissero: «Veniamo anche noi con te». Allora uscirono e salirono sulla barca; ma in quella notte non presero nulla.
Quando gia era l'alba Gesù si presentò sulla riva, ma i discepoli non si erano accorti che era Gesù.
Gesù disse loro: «Figlioli, non avete nulla da mangiare?». Gli risposero: «No».
Allora disse loro: «Gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete». La gettarono e non potevano più tirarla su per la gran quantità di pesci.
Allora quel discepolo che Gesù amava disse a Pietro: «E' il Signore!». Simon Pietro appena udì che era il Signore, si cinse ai fianchi il camiciotto, poiché era spogliato, e si gettò in mare.
Gli altri discepoli invece vennero con la barca, trascinando la rete piena di pesci: infatti non erano lontani da terra se non un centinaio di metri.
Appena scesi a terra, videro un fuoco di brace con del pesce sopra, e del pane.
Disse loro Gesù: «Portate un po' del pesce che avete preso or ora».
Allora Simon Pietro salì nella barca e trasse a terra la rete piena di centocinquantatrè grossi pesci. E benché fossero tanti, la rete non si spezzò.
Gesù disse loro: «Venite a mangiare». Enessuno dei discepoli osava domandargli: «Chi sei?», poiché sapevano bene che era il Signore.
Allora Gesù si avvicinò, prese il pane e lo diede a loro, e così pure il pesce.
Questa era la terza volta che Gesù si manifestava ai discepoli, dopo essere risuscitato dai morti.

giovedì 24 aprile 2014

Frase del giorno 24 Aprile

Se hai Dio hai sempre amore e
compagnia.

Meditazione del giorno 24/04/2014

Giovedì fra l'Ottava di Pasqua
Meditazione del giorno
San Nerses Snorhali (1102-1173), patriarca armeno
Gesù, Figlio unico del Padre, §771-774 ; SC 203
 
“Gesù in persona apparve in mezzo a loro”
 
Domenica, primo giorno della settimana,
sei apparso agli Undici,
a porte chiuse, di notte.

E il primo alito
che avevamo perduto in Paradiso,
lo hai loro di nuovo accordato
e attraverso loro alla nostra natura umana (Gv 20,22).

Per me, che nell'anima tengo le porte dello spirito
chiuse alla tua parola,
e che resto senza luce nelle tenebre,
come nella casa dell’oscurità,

ti prego : non lasciare, giammai,
abitare il Maligno sotto il mio tetto senza luce.
Ma apri la stanza nuziale del mio cuore;
fa’ che vi risplenda la tua luce meravigliosa.