giovedì 13 febbraio 2014

Quando e come confessarmi?



Anzitutto, che cos'è il Sacramento della Confessione?
Il Sacramento della Confessione (o della Penitenza oppure della Riconciliazione) è la celebrazione dell'amore misericordioso di Dio, che ci dona il perdono dei nostri peccati, per mezzo di Cristo morto e risorto, il quale, mediante il ministero della Chiesa, ci riconcilia con Dio e con i fratelli.
Confessarsi significa quindi:

  • Porsi in ascolto della Parola di Dio e riconoscere il proprio peccato.
  • Celebrare l'Amore misericordioso di Dio Padre, che:
    • rimette i nostri peccati, lavandoceli con il Sangue del Suo Figlio;
    • ci comunica la sua stessa vita divina (grazia sacramentale);
    • ci riconcilia con Lui e fra di noi, ricostruendo il nostro legame di fratellanza universale;
    • accoglie e feconda il nostro impegno personale di continua conversione inaugurata dal Battesimo e scandita dalle esigenze della Celebrazione Eucaristica;
    • apre il nostro cuore pentito al soffio dello Spirito Santo, che porta verso la giustizia, la carità, la libertà, la vita e la gioia.



Chi ha istituito tale Sacramento?
L' ha istituito Gesù Cristo, quando la sera di Pasqua si mostrò ai suoi Apostoli e disse loro: "Ricevete lo Spirito Santo; a chi rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi non li rimetterete, resteranno non rimessi" (Gv 20, 22-23).



Perchè bisogna confessarsi?
Perché ogni cristiano, dopo il Battesimo, commette peccati.



E chi dice di essere senza peccato?
O è un bugiardo o è un cieco. "Se diciamo che siamo senza peccato, inganniamo noi stessi e la verità non è in noi" (1Gv 1, 8).



Quando si commette un peccato?
  • Quando si disobbedisce a Dio, al suo amore, alla sua legge data a noi, tramite Cristo, per indicarci il buon cammino verso la nostra piena felicità e la perfetta realizzazione del nostro essere: la santità. "Quello che è male ai tuoi occhi, io l'ho fatto" (Salmo 51, 6).
  • In particolare, si prende coscienza del proprio peccato alla luce di Cristo. È Cristo infatti, con la sua Parola e con la sua Morte-Risurrezione, che svela pienamente all'uomo il proprio peccato, e la gravità di esso.



In che senso il peccato offende Dio?
  • Il peccato offende Dio nel senso che:
    • ferisce o distrugge l'uomo che Dio ha creato e che ama;
    • incrina o rompe il dialogo di Dio con l'uomo;
    • rifiuta la Sua Parola (Legge, insegnamenti...) che è il vero bene dell'uomo;
    • offende Dio non tanto nel Suo onore, quanto nel Suo Amore.
  • Soprattutto il peccato è causa della morte di Cristo, Figlio diletto del Padre.



Tutti i peccati sono uguali?
No certamente. I peccati si diversificano ad esempio quanto alla gravità e alla tipologia.
  • Quanto alla gravità, ci sono peccati mortali e veniali.
  • Quanto alla tipologia, ci sono peccati:
    • di pensiero, parola, opere, omissioni;
    • contro Dio, il prossimo, noi stessi, il creato.



Quando si ha un peccato mortale?
Per fare un peccato mortale, ci vogliono tre condizioni contemporaneamente:
  • Materia grave.
  • Piena avvertenza.
  • Deliberato consenso.



La materia grave da chi è stabilita?
È Dio (e non noi o la gente...) che determina qual è la materia grave. Dio la indica in particolare mediante i dieci Comandamenti e gli insegnamenti di Cristo, riproposti dalla sua Chiesa.



Quando si commette un peccato veniale?
Quando si tratta di materia leggera, oppure, se anche c'è materia grave, manca tuttavia o la piena avvertenza o il deliberato consenso.



Circa i propri peccati non basta chiedere perdono a Dio ognuno per conto proprio, senza il Sacramento della Confessione?
  • Ognuno di noi può e deve chiedere perdono a Dio in ogni momento, in particolare subito dopo ogni peccato mortale e prima di addormentarsi la sera, come pure all'inizio della celebrazione della S. Messa.
  • Ma Dio ci perdona certi peccati, e cioè i peccati mortali, quando ci accostiamo pentiti al Sacramento della Confessione, voluto e istituito dal suo Figlio Gesù Cristo. Dio ci indica il modo attraverso il quale Egli ci concede il Suo perdono. Certamente il peccato non viene perdonato se non c'è il pentimento personale, ma Dio ha legato la remissione stessa dei peccati al ministero ecclesiale o almeno alla seria volontà di ricorrere ad esso al più presto, quando nell'immediato non vi sia la possibilità di compiere la Confessione sacramentale.



Ogni quanto ci si deve confessare?
  • Ogni cristiano, raggiunta l'età della ragione, ha l'obbligo di confessarsi almeno una volta all'anno.
  • Ma il buon cristiano non può e non deve accontentarsi di questo minimo. In particolare, il buon cristiano:
    • Nel caso di un peccato mortale: deve confessarsi subito dopo aver commesso un peccato mortale, al fine di ottenere subito il perdono di Dio e di evitare !'Inferno in caso di morte. E comunque deve confessarsi prima di accedere alla S. Comunione.
      La confessione individuale e integra e l'assoluzione costituiscono l'unico modo ordinario con cui il fedele, consapevole di peccato mortale, è riconciliato con Dio e con la Chiesa.
    • Nel caso di peccati veniali: Se ha solo peccati veniali, il tempo, che può' intercorrere tra una confessione e l'altra, dipende dalla sensibilità spirituale di ciascuno.
      Certi Santi si confessavano anche ogni giorno, ed erano Santi!
      Seguendo il suggerimento di buoni Padri Spirituali, sarebbe opportuno per un cristiano, che non ha peccati mortali, confessarsi normalmente almeno una volta al mese, massimo ogni due mesi, e ciò deve avvenire soprattutto se egli accede alla S. Comunione di frequente.



Perché è quanto mai opportuna la confessione frequente anche dei peccati veniali?
  • È quanto mai opportuno il ricorso abituale, umile e fiducioso al Sacramento della Penitenza, in quanto tale Sacramento:
    • accresce la grazia;
    • corrobora le virtù;
    • aiuta a mitigare le tendenze negative ereditate a motivo del peccato originale e aggravate da peccati personali;
    • forma una retta coscienza;
    • offre il dono della serenità e della pace, per il fatto stesso che aumenta la grazia.
  • Non si dimentichi poi l'importanza anche del rito penitenziale, che si trova all'inizio della Celebrazione Eucaristica, e con il quale si chiede perdono a Dio dei propri peccati.



Come ci si confessa?
  • Ci si prepara anzitutto alla celebrazione del Sacramento con momenti di preghiera e con una buona direzione spirituale.
  • Ci si confronta poi con l'esempio e con le parole di Cristo (esame di coscienza), preferibilmente leggendo un brano della Sacra Scrittura.
  • Alla luce di quanto Dio ha fatto per noi, si riconoscono i propri peccati, chiedendone perdono a Dio e impegnandosi a "cambiar vita", soprattutto in un settore particolare (proposito).
  • Ci si reca poi dal sacerdote (iniziando col dire quanto tempo è intercorso dall'ultima confessione e concludendo col dire che si intende confessare anche i peccati che non si ricordano e quelli della vita passata):
    • si confessano i propri peccati;
    • si ascoltano le parole del sacerdote;
    • si accetta la penitenza che viene data;
    • si manifesta il proprio pentimento, motivato sopratutto dall'amore verso Dio e si recita l'Atto di Dolore (o qualche altra formula simile);
    • si accoglie con Fede l'assoluzione: "lo ti assolvo dai tuoi peccati nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo".
  • Si ringrazia poi il Signore del dono sacramentale ricevuto, rinnovando il proprio impegno di conversione di vita.



Basta un'accusa generica dei propri peccati?
  • No, non basta. Va riprovato qualsiasi uso che limiti la confessione ad un'accusa generica (ad es. il dire: 'Padre, ho peccato, mi dia l'assoluzione...') o soltanto di uno o più peccati ritenuti più significativi.
  • Il cristiano è tenuto all'obbligo di confessare, secondo la specie e il numero, tutti i peccati mortali, commessi dopo il Battesimo e non ancora accusati nella Confessione, dei quali abbia coscienza dopo un diligente esame.



Confessarsi con o senza la grata?
Il Codice di Diritto Canonico afferma al riguardo: " I confessionali (siano) provvisti di una grata fissa, cosicchè i fedeli che lo desiderano possano liberamente servirsene" (can. 964 & 2). Dunque al penitente deve essere anziuttto assicurata la possibilità di usare la grata, e, inoltre, deve essere lui a scegliere se usarla o meno, e non il confessore.



Come si fa un diligente esame di coscienza?
  • Lasciandosi illuminare dalla Parola di Dio (la Bibbia). Infatti è la Parola di Dio che:
    • rivela il peccato;
    • invita alla conversione;
    • esorta al bene;
    • incoraggia a operare imitando Cristo;
    • annuncia la misericordia di Dio che lava il peccato dell'uomo con il Sangue di Cristo e dona la grazia dello Spirito Santo che santifica l'uomo.
  • In particolare, si può fare un buon esame di coscienza passando in rassegna i dieci Comandamenti, le Beatitudini evangeliche, i precetti della Chiesa (si veda a questo riguardo la scheda: Esame di coscienza).



È possibile confessarsi durante lo S. Messa?
  • Sì, è possibile, ma non è opportuno, in quanto non si possono celebrare bene due Sacramenti contemporaneamente. Meglio confessarsi prima o comunque al di fuori della S. Messa. La celebrazione della Confessione durante la Messa dà luogo a una sovrapposizione che finisce per danneggiare questi due eventi di salvezza, autentici capisaldi della vita cristiana, e pertanto bisognosi ciascuno di un tempo specifico di celebrazione.
  • Si raccomanda quindi ai fedeli di accostarsi al Sacramento della Penitenza fuori dalla celebrazione della Messa, scegliendo un momento di calma per sè e per il sacerdote confessore, così da poter celebrare bene questo Sacramento.



Il confessore è sempre tenuto al segreto?
Certamente, senza alcuna eccezione e sotto pene molto severe. Egli deve mantenere l'assoluto segreto (il sigillo sacramentale) circa i peccati confessati dai suoi penitenti, a costo anche di rimetterci la propria vita.



Tutti possono ricevere l'assoluzione?
  • Non possono ricevere validamente l'assoluzione i penitenti che vivono in stato abituale di peccato mortale (ad es. i divorziati risposati...) e qualora non intendano cambiare la loro situazione.
  • In ogni caso, il peccato non viene perdonato se non c'è il pentimento personale e il proposito di non farlo più.
  • Alcuni peccati poi particolarmente gravi, puniti con la scomunica, possono essere assolti solo dal Papa o dal Vescovo o da sacerdoti da loro delegati.
  • In caso di pericolo imminente di morte, qualsiasi sacerdote può assolvere da ogni peccato o scomunica.



Quale rapporto c'è tra lo celebrazione del Sacramento della Confessione e lo vita quotidiana?
La celebrazione del rito sacramentale della Penitenza è strettamente legata alla vita quotidiana. Confessandosi, si prende l'impegno, davanti alla comunità e davanti a Dio, di ritornare a camminare nella scelta cristiana fondamentale, di operare tutto ciò che Cristo ha proposto come via per la vera e definitiva liberazione dell'uomo, per la piena e gioiosa comunione con Dio e con i fratelli.
"Siete stati lavati, siete stati santificati, siete stati giustificati nel nome del Signore Gesù Cristo e nello Spirito del nostro Dio" (1Cor 6, 11). Dunque camminate nella vita nuova.
"Questa è la volontà di Dio, la vostra santificazione" (1Tes 4, 3).

Papa Francesco: Accogliamo la Parola con docilità per non trovarci a perdere la fede


Accogliamo la Parola con docilità per non trovarci a perdere la fede

Puoi recitare il Credo e avere perso la fede“! Con queste parole Papa Francesco, nel corso della cosueta riflessione mattutina in Santa Marta ha descritto uno dei due cammini che l’uomo può trovarsi a percorrere nel corso della propria vita: un cammino che porta verso Dio e uno che allontana da Dio.
Lo spunto per questa riflessione viene dalla lettura del Vangelo di Marco (Mc 7, 24-30) nel quale vediamo avvicinarsi a Gesù una donna “di lingua greca e di origine siro-fenicia” per chiedere la grazia di scacciare il demonio che possedeva la figlia.
L’origine della donna, all’interno del racconto, non è irrilevante: esso descrive la lontananza della donna, per cultura e religione, da Gesù. Tanto che la prima risposta del Signore, alla richiesta di grazia, non è una risposta farevole né tantomeno confortante: “Lascia prima che si sazino i figli, perché non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini“.
Eppure nonostante il cammino di fede della donna parta da lontanissimo arriva diretto al cuore di Dio grazie alla insistenza e al coraggio dimostrato dalla donna stessa, che vengono alla luce quando ella risponde “Ma anche i cagnolini mangiano quello che cade dalla mensa; dà a me, queste briciole a me!’“. Ella, precisa il Pontefice, si espone “al rischio di fare una brutta figura” e insiste così tanto che “dal paganesimo e dall’idolatria ha trovato la salute per sua figlia e per lei ha trovato il Dio vivente“.
Il cammino di fede di questa donna diventa quindi, continua Bergoglio, un esempio per ogni cristiano: “questo è il cammino di una persona di buona volontà, che cerca Dio e lo trova. Il Signore la benedice“.
È invece dalla prima lettura (1 Re 11, 4-13) che Papa Francesco prende spunto per parlare del cammino opposto, quello dell’uomo di fede che si allontana da Dio. “Quando Salomone fu vecchio, le sue donne gli fecero deviare il cuore” narra infatti la lettura “per seguire altri dèi e il suo cuore non restò integro con il Signore, suo Dio, come il cuore di Davide, suo padre
L’uomo più saggio del mondo si è lasciato portare avanti per un amore indiscreto, senza discrezione” commenta quindi il Pontefice “‘Ma padre, Salomone non ha perso la fede, lui credeva in Dio ed era capace di recitare la Bibbia!’. Sì, è vero, ma avere fede non significa essere capaci di recitare il Credo. Ma tu puoi recitare il Credo e avere perso la fede“.
Bergoglio conclude quindi la sua omelia con un consiglio “Accogliete con docilità la Parola“: è questa la via che permette alla “Parola che è stata piantata in voi può portarvi alla salvezza“.

Meditazione del giorno 13/02/2014

Giovedì della Vsettimana delle ferie del Tempo Ordinario
Meditazione del giorno
Origene (circa 185-253), sacerdote e teologo
Commento al Vangelo di Matteo, 9, 16, ; SC 16
“Gesù andò nella regione di Tiro”
 
    Gesù è uscito da Israele… « Partito di là, Gesù si diresse verso le parti di Tiro » (Mt 15,21), nome che significa « l’insieme delle nazioni ». Era perché chi degli abitanti di quel territorio avesse creduto, potesse essere salvato quando ne fosse uscito. Infatti, senti bene queste parole: “Pietà di me, Signore, figlio di Davide. Mia figlia è crudelmente tormentata da un demonio” (v.22). Secondo me, se lei non fosse uscita da quel territorio, non avrebbe potuto gridare a Gesù con quella “grande fede”, come dice lui stesso (v. 28).

    “Secondo la misura della fede” (Rom 12,6), si esce dal territorio delle nazioni pagane… Bisogna certo credere che ognuno di noi, quando è peccatore, si trova nel territorio di Tiro e Sidone, o del faraone d’Egitto, o in qualsiasi paese estraneo all’eredità di Dio. Ma quando il peccatore abbandona il male e ritorna al bene, esce da quei territori dove regna il peccato: si affretta verso i territori che sono dalla parte di Dio…

    Nota pure quell’andare incontro di Gesù alla cananea; sembra dirigersi verso la regione di Tiro e Sidone… I giusti sono preparati al Regno dei cieli e ad elevarsi nel regno dei cieli, mentre i peccatori sono predisposti alla decadenza causata dalla loro cattiveria… La Cananea, lasciando quei territori, abbandona la predisposizione alla decadenza, quando grida “Pietà di me Signore, figlio di Davide”… Tutte le guarigioni compiute da Gesù, come raccontano gli evangelisti, sono avvenute perché coloro che le vedevano avessero la fede. Ma questi fatti sono il simbolo di ciò che è sempre realizzato dalla potenza di Gesù, poiché non c’è epoca in cui ciò che è scritto non si realizzi, esattamente allo stesso modo.

La parola del giorno 13/02/2014

Giovedì della Vsettimana delle ferie del Tempo Ordinario

Primo libro dei Re 11,4-13.
Quando Salomone fu vecchio, le sue donne l'attirarono verso dei stranieri e il suo cuore non restò più tutto con il Signore suo Dio come il cuore di Davide suo padre.
Salomone seguì Astàrte, dea di quelli di Sidòne, e Milcom, obbrobrio degli Ammoniti.
Salomone commise quanto è male agli occhi del Signore e non fu fedele al Signore come lo era stato Davide suo padre.
Salomone costruì un'altura in onore di Camos, obbrobrio dei Moabiti, sul monte che è di fronte a Gerusalemme, e anche in onore di Milcom, obbrobrio degli Ammoniti.
Allo stesso modo fece per tutte le sue donne straniere, che offrivano incenso e sacrifici ai loro dei.
Il Signore, perciò, si sdegnò con Salomone, perché aveva distolto il cuore dal Signore Dio d'Israele, che gli era apparso due volte
e gli aveva comandato di non seguire altri dei, ma Salomone non osservò quanto gli aveva comandato il Signore.
Allora disse a Salomone: "Poiché ti sei comportato così e non hai osservato la mia alleanza né i decreti che ti avevo impartiti, ti strapperò via il regno e lo consegnerò a un tuo suddito.
Tuttavia non farò ciò durante la tua vita per amore di Davide tuo padre; lo strapperò dalla mano di tuo figlio.
Ma non tutto il regno gli strapperò; una tribù la darò a tuo figlio per amore di Davide mio servo e per amore di Gerusalemme, città da me eletta".


Salmi 106(105),3-4.35-36.37.40.
Beati coloro che agiscono con giustizia
e praticano il diritto in ogni tempo.
Ricordati di noi, Signore, per amore del tuo popolo,
visitaci con la tua salvezza,

ma si mescolarono con le nazioni
e impararono le opere loro.
Servirono i loro idoli
e questi furono per loro un tranello.

Immolarono i loro figli
e le loro figlie agli dei falsi.
L'ira del Signore si accese contro il suo popolo,
ebbe in orrore il suo possesso.



Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Marco 7,24-30.
Partito di là, andò nella regione di Tiro e di Sidone. Ed entrato in una casa, voleva che nessuno lo sapesse, ma non potè restare nascosto.
Subito una donna che aveva la sua figlioletta posseduta da uno spirito immondo, appena lo seppe, andò e si gettò ai suoi piedi.
Ora, quella donna che lo pregava di scacciare il demonio dalla figlia era greca, di origine siro-fenicia.
Ed egli le disse: «Lascia prima che si sfamino i figli; non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini».
Ma essa replicò: «Sì, Signore, ma anche i cagnolini sotto la tavola mangiano delle briciole dei figli».
Allora le disse: «Per questa tua parola và, il demonio è uscito da tua figlia».
Tornata a casa, trovò la bambina coricata sul letto e il demonio se n'era andato.

Vangelo secondo Matteo

Capitolo 17

La trasfigurazione

[1]Sei giorni dopo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni suo fratello e li condusse in disparte, su un alto monte. [2]E fu trasfigurato davanti a loro; il suo volto brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce. [3]Ed ecco apparvero loro Mosè ed Elia, che conversavano con lui. [4]Pietro prese allora la parola e disse a Gesù: «Signore, è bello per noi restare qui; se vuoi, farò qui tre tende, una per te, una per Mosè e una per Elia». [5]Egli stava ancora parlando quando una nuvola luminosa li avvolse con la sua ombra. Ed ecco una voce che diceva: «Questi è il Figlio mio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto. Ascoltatelo». [6]All'udire ciò, i discepoli caddero con la faccia a terra e furono presi da grande timore. [7]Ma Gesù si avvicinò e, toccatili, disse: «Alzatevi e non temete». [8]Sollevando gli occhi non videro più nessuno, se non Gesù solo.

Domanda su Elia

[9]E mentre discendevano dal monte, Gesù ordinò loro: «Non parlate a nessuno di questa visione, finché il Figlio dell'uomo non sia risorto dai morti».
[10]Allora i discepoli gli domandarono: «Perché dunque gli scribi dicono che prima deve venire Elia?». [11]Ed egli rispose: «Sì, verrà Elia e ristabilirà ogni cosa. [12]Ma io vi dico: Elia è gia venuto e non l'hanno riconosciuto; anzi, l'hanno trattato come hanno voluto. Così anche il Figlio dell'uomo dovrà soffrire per opera loro». [13]Allora i discepoli compresero che egli parlava di Giovanni il Battista.

L'epilettico indemoniato

[14]Appena ritornati presso la folla, si avvicinò a Gesù un uomo [15]che, gettatosi in ginocchio, gli disse: «Signore, abbi pietà di mio figlio. Egli è epilettico e soffre molto; cade spesso nel fuoco e spesso anche nell'acqua; [16]l'ho gia portato dai tuoi discepoli, ma non hanno potuto guarirlo». [17]E Gesù rispose: «O generazione incredula e perversa! Fino a quando starò con voi? Fino a quando dovrò sopportarvi? Portatemelo qui». [18]E Gesù gli parlò minacciosamente, e il demonio uscì da lui e da quel momento il ragazzo fu guarito.
[19]Allora i discepoli, accostatisi a Gesù in disparte, gli chiesero: «Perché noi non abbiamo potuto scacciarlo?». [20]Ed egli rispose: «Per la vostra poca fede. In verità vi dico: se avrete fede pari a un granellino di senapa, potrete dire a questo monte: spostati da qui a là, ed esso si sposterà, e niente vi sarà impossibile. [21]Questa razza di demòni non si scaccia se non con la preghiera e il digiuno]».

Secondo annunzio della passione

[22]Mentre si trovavano insieme in Galilea, Gesù disse loro: «Il Figlio dell'uomo sta per esser consegnato nelle mani degli uomini [23]e lo uccideranno, ma il terzo giorno risorgerà». Ed essi furono molto rattristati.

La tassa per il tempio pagata da Gesù e da Pietro

[24]Venuti a Cafarnao, si avvicinarono a Pietro gli esattori della tassa per il tempio e gli dissero: «Il vostro maestro non paga la tassa per il tempio?». [25]Rispose: «Sì». Mentre entrava in casa, Gesù lo prevenne dicendo: «Che cosa ti pare, Simone? I re di questa terra da chi riscuotono le tasse e i tributi? Dai propri figli o dagli altri?». [26]Rispose: «Dagli estranei». E Gesù: «Quindi i figli sono esenti. [27]Ma perché non si scandalizzino, và al mare, getta l'amo e il primo pesce che viene prendilo, aprigli la bocca e vi troverai una moneta d'argento. Prendila e consegnala a loro per me e per te».

SALMO 17

1 Preghiera. Di Davide.
Ascolta, Signore, la mia giusta causa,
sii attento al mio grido.
Porgi l’orecchio alla mia preghiera:
sulle mie labbra non c’è inganno.
2 Dal tuo volto venga per me il giudizio,
i tuoi occhi vedano la giustizia.
3 Saggia il mio cuore, scrutalo nella notte,
provami al fuoco: non troverai malizia.
La mia bocca non si è resa colpevole,
4 secondo l’agire degli uomini;
seguendo la parola delle tue labbra,
ho evitato i sentieri del violento.
5 Tieni saldi i miei passi sulle tue vie
e i miei piedi non vacilleranno.
6 Io t’invoco poiché tu mi rispondi, o Dio;
tendi a me l’orecchio, ascolta le mie parole,
7 mostrami i prodigi della tua misericordia,
tu che salvi dai nemici chi si affida alla tua destra.
8 Custodiscimi come pupilla degli occhi,
all’ombra delle tue ali nascondimi,
9 di fronte ai malvagi che mi opprimono,
ai nemici mortali che mi accerchiano.
10 Il loro animo è insensibile,
le loro bocche parlano con arroganza.
11 Eccoli: avanzano, mi circondano,
puntano gli occhi per gettarmi a terra,
12 simili a un leone che brama la preda,
a un leoncello che si apposta in agguato.
13 Àlzati, Signore, affrontalo, abbattilo;
con la tua spada liberami dal malvagio,
14 con la tua mano, Signore, dai mortali,
dai mortali del mondo, la cui sorte è in questa vita.
Sazia pure dei tuoi beni il loro ventre,
se ne sazino anche i figli e ne avanzi per i loro bambini.
15 Ma io nella giustizia contemplerò il tuo volto,
al risveglio mi sazierò della tua immagine.

La frase del giorno 13 Febbraio

Quando siamo circondati da 
persone con cui ci sembra difficile
o addirittura impossibile lavorare,
dovremmo chiedere al Signore di 
aiutarci a veder le cose dal loro 
punto di vista; e questo potrà fare la 
differenza.