giovedì 13 febbraio 2014

Papa Francesco: Accogliamo la Parola con docilità per non trovarci a perdere la fede


Accogliamo la Parola con docilità per non trovarci a perdere la fede

Puoi recitare il Credo e avere perso la fede“! Con queste parole Papa Francesco, nel corso della cosueta riflessione mattutina in Santa Marta ha descritto uno dei due cammini che l’uomo può trovarsi a percorrere nel corso della propria vita: un cammino che porta verso Dio e uno che allontana da Dio.
Lo spunto per questa riflessione viene dalla lettura del Vangelo di Marco (Mc 7, 24-30) nel quale vediamo avvicinarsi a Gesù una donna “di lingua greca e di origine siro-fenicia” per chiedere la grazia di scacciare il demonio che possedeva la figlia.
L’origine della donna, all’interno del racconto, non è irrilevante: esso descrive la lontananza della donna, per cultura e religione, da Gesù. Tanto che la prima risposta del Signore, alla richiesta di grazia, non è una risposta farevole né tantomeno confortante: “Lascia prima che si sazino i figli, perché non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini“.
Eppure nonostante il cammino di fede della donna parta da lontanissimo arriva diretto al cuore di Dio grazie alla insistenza e al coraggio dimostrato dalla donna stessa, che vengono alla luce quando ella risponde “Ma anche i cagnolini mangiano quello che cade dalla mensa; dà a me, queste briciole a me!’“. Ella, precisa il Pontefice, si espone “al rischio di fare una brutta figura” e insiste così tanto che “dal paganesimo e dall’idolatria ha trovato la salute per sua figlia e per lei ha trovato il Dio vivente“.
Il cammino di fede di questa donna diventa quindi, continua Bergoglio, un esempio per ogni cristiano: “questo è il cammino di una persona di buona volontà, che cerca Dio e lo trova. Il Signore la benedice“.
È invece dalla prima lettura (1 Re 11, 4-13) che Papa Francesco prende spunto per parlare del cammino opposto, quello dell’uomo di fede che si allontana da Dio. “Quando Salomone fu vecchio, le sue donne gli fecero deviare il cuore” narra infatti la lettura “per seguire altri dèi e il suo cuore non restò integro con il Signore, suo Dio, come il cuore di Davide, suo padre
L’uomo più saggio del mondo si è lasciato portare avanti per un amore indiscreto, senza discrezione” commenta quindi il Pontefice “‘Ma padre, Salomone non ha perso la fede, lui credeva in Dio ed era capace di recitare la Bibbia!’. Sì, è vero, ma avere fede non significa essere capaci di recitare il Credo. Ma tu puoi recitare il Credo e avere perso la fede“.
Bergoglio conclude quindi la sua omelia con un consiglio “Accogliete con docilità la Parola“: è questa la via che permette alla “Parola che è stata piantata in voi può portarvi alla salvezza“.

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