mercoledì 29 gennaio 2014

Vangelo secondo Matteo

2. LA VISITA DEI MAGI E LA FUGA IN EGITTO

 1Nato Gesù a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode, ecco, alcuni Magi vennero da oriente a Gerusalemme 2e dicevano: «Dov’è colui che è nato, il re dei Giudei? Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti ad adorarlo». 3All’udire questo, il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme. 4Riuniti tutti i capi dei sacerdoti e gli scribi del popolo, si informava da loro sul luogo in cui doveva nascere il Cristo. 5Gli risposero: «A Betlemme di Giudea, perché così è scritto per mezzo del profeta:


6E tu, Betlemme, terra di Giuda,
non sei davvero l’ultima delle città principali di Giuda:
da te infatti uscirà un capo
che sarà il pastore del mio popolo, Israele».

7Allora Erode, chiamati segretamente i Magi, si fece dire da loro con esattezza il tempo in cui era apparsa la stella 8e li inviò a Betlemme dicendo: «Andate e informatevi accuratamente sul bambino e, quando l’avrete trovato, fatemelo sapere, perché anch’io venga ad adorarlo».
9Udito il re, essi partirono. Ed ecco, la stella, che avevano visto spuntare, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino. 10Al vedere la stella, provarono una gioia grandissima. 11Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, si prostrarono e lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. 12Avvertiti in sogno di non tornare da Erode, per un’altra strada fecero ritorno al loro paese.
13Essi erano appena partiti, quando un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe e gli disse: «Àlzati, prendi con te il bambino e sua madre, fuggi in Egitto e resta là finché non ti avvertirò: Erode infatti vuole cercare il bambino per ucciderlo».
14Egli si alzò, nella notte, prese il bambino e sua madre e si rifugiò in Egitto, 15dove rimase fino alla morte di Erode, perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta:

Dall’Egitto ho chiamato mio figlio.

16Quando Erode si accorse che i Magi si erano presi gioco di lui, si infuriò e mandò a uccidere tutti i bambini che stavano a Betlemme e in tutto il suo territorio e che avevano da due anni in giù, secondo il tempo che aveva appreso con esattezza dai Magi. 17Allora si compì ciò che era stato detto per mezzo del profeta Geremia:

18Un grido è stato udito in Rama,
un pianto e un lamento grande:
Rachele piange i suoi figli
e non vuole essere consolata,
perché non sono più.

19Morto Erode, ecco, un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe in Egitto 20e gli disse: «Àlzati, prendi con te il bambino e sua madre e va’ nella terra d’Israele; sono morti infatti quelli che cercavano di uccidere il bambino». 21Egli si alzò, prese il bambino e sua madre ed entrò nella terra d’Israele. 22Ma, quando venne a sapere che nella Giudea regnava Archelao al posto di suo padre Erode, ebbe paura di andarvi. Avvertito poi in sogno, si ritirò nella regione della Galilea 23e andò ad abitare in una città chiamata Nàzaret, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo dei profeti: «Sarà chiamato Nazareno».
 
Archelao (2,22). Alla morte del padre Erode (4 a.C.), Archelao era stato designato re della Giudea e della Samaria. A motivo della sua crudeltà e del suo dispotismo, l’imperatore romano Augusto gli tolse il titolo di re, dandogli solo quello di etnarca (in greco, “signore di un popolo”). In seguito venne deposto e confinato a Vienne, nella Gallia, dove morì nel 18 d.C. I doni dei Magi (2,11). Matteo sembra ispirarsi a Isaia 60,6.11 (“Tutti giungono da Saba, portando oro e incenso..., per portarti le ricchezze dei popoli sotto la guida dei loro re”). L’oro venne poi interpretato come simbolo della regalità di Cristo, l’incenso della sua divinità e la mirra delle sue sofferenze. La mirra è una resina usata per la preparazione dei profumi. I Giudei davano ai condannati a morte vino mescolato con mirra (Marco 15,23), come bevanda soporifera. Citazioni profetiche e loro compimento. I capitoli 1-2 di Matteo contengono diversi testi dell’Antico Testamento, che l’evangelista vede realizzarsi in Gesù. Gli studiosi li chiamano “profezie di compimento”. La nascita verginale (1,18-23) compie la profezia di Isaia 7,14. La nascita a Betlemme (2,6) è messa in rapporto con la profezia di Michea 5,1. La fuga in Egitto e il ritorno (2,15) richiamano il testo di Osea 11,1. La strage degli innocenti (2,17) rimanda a Geremia 31,15. Scrivendo a destinatari ebrei, Matteo ama presentare Gesù come il Messia atteso e promesso nelle pagine dell’Antico Testamento.


 

Nessun commento:

Posta un commento