martedì 14 gennaio 2014

Lasciate che i bambini vengano a me

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E' difficile dare il giusto
peso a questa frase
Non è facile, oggi dare il giusto peso a questa frase di Gesù: tutta la puericultura e la "paídagoghia" moderna stanno arrivando all'esagerazione, nel pretendere che i bimbi vengano lasciati ai propri istinti, "per non inibirli...".

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Ma a quei tempi, il fanciullo era nulla, sia in Grecia che a Roma.
A Roma si dovettero attendere i tempi di Quintiliano, grande pedagogo, per sentir dire che, massima debetur puero reverendi (al fanciullo vi deve massima riverenza).
In Israele si era sulle stesse piste. Quante volte, nel Vangelo si contano le folle che vanno dietro a Gesù e regolarmente si aggiunge: "Senza contar le donne e i bambini"...? E' altamente significativo.
Per un rabbi famoso come Lui, doveva essere considerata una grave mancanza di rispetto, fargli avvicinare dei bimbi vivaci e non disponibili a gravi discorsi...
Gli apostoli, in verità, avevano questo per la mente, quella sera che al Maestro, stanco di una giornata a ritmo apostolico accelerato, furono avvicinati molti bambini, da parte delle loro madri, desiderose che Gesù li benedicesse.
Gesù questa volta non solo colse l'occasione per enunciare qualcosa, un principio, un particolare, del Regno dei cieli ,ma insorse indignato contro quel modo di pensare dei suoi discepoli.
Non solo quei bimbi non lo offendevano nella Sua dignità, ma rappresentavano per Lui il capolavoro della creatività del Padre, ancora allo stato del genuino...
Ed era in loro, nella loro innocenza, semplicità, disponibilità, soprattutto nella loro facilità a fidarsi dei loro genitori, che vedeva espresso il vero tipo del cristiano: di un figlio che, senza discutere tanto, si affida alla premura del Padre celeste.
Non era una lezione marginale, nel Suo Messaggio di Salvezza; e voleva che i discepoli se la mettessero bene in mente.

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