Signori Cardinali, 
venerati Fratelli nell’Episcopato,
Cari amici!
Ho accolto volentieri l’invito del Presidente del Pontificio
Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione ad essere
presente con tutti voi, stasera, almeno per un breve momento, e
soprattutto domani per la Celebrazione Eucaristica. Ringrazio Mons.
Fisichella per le parole di saluto che mi ha rivolto a nome vostro, e mi
rallegro di vedervi così numerosi.
So che siete qui in rappresentanza di
tanti altri che, come voi, si impegnano nel non facile compito della
nuova evangelizzazione. Saluto anche quanti stanno seguendo questo
evento attraverso i mezzi di comunicazione che permettono a tanti nuovi
evangelizzatori di essere collegati contemporaneamente, pur se sparsi
nelle diverse parti del mondo.
Avete scelto come frase-guida per la vostra riflessione di oggi l’espressione: “La Parola di Dio cresce e si diffonde”.
Più volte l’evangelista Luca utilizza questa formula nel Libro degli
Atti degli Apostoli; in varie circostanze, egli afferma, infatti, che
“la Parola di Dio cresceva e si diffondeva” (cfr At 6,7; 12,24). Ma nel
tema di questa giornata voi avete modificato il tempo dei due verbi per
evidenziare un aspetto importante della fede: la certezza consapevole
che la Parola di Dio è sempre viva, in ogni momento della storia, fino
ai nostri giorni, perché la Chiesa la attualizza attraverso la sua
fedele trasmissione, la celebrazione dei Sacramenti e la testimonianza
dei credenti. Per questo la nostra storia è in piena continuità con
quella della prima Comunità cristiana, vive della stessa linfa vitale.
Ma che terreno incontra la Parola di Dio? Come allora, anche oggi può
incontrare chiusura e rifiuto, modi di pensare e di vivere che sono
lontani dalla ricerca di Dio e della verità. L’uomo contemporaneo è
spesso confuso e non riesce a trovare risposta a tanti interrogativi che
agitano la sua mente in riferimento al senso della vita e alle
questioni che albergano nel profondo del suo cuore. L’uomo non può
eludere queste domande che toccano il significato di sé e della realtà,
non può vivere in una sola dimensione! Invece, non di rado, viene
allontanato dalla ricerca dell’essenziale nella vita, mentre gli viene
proposta una felicità effimera, che accontenta per un momento, ma
lascia, ben presto, tristezza e insoddisfazione.
Eppure, nonostante questa condizione dell’uomo contemporaneo,
possiamo ancora affermare con certezza, come agli inizi del
Cristianesimo, che la Parola di Dio continua a crescere e a diffondersi.
Perché? Vorrei accennare ad almeno tre motivi. Il primo è che la forza
della Parola non dipende anzitutto dalla nostra azione, dai nostri
mezzi, dal nostro “fare”, ma da Dio, che nasconde la sua potenza sotto i
segni della debolezza, che si rende presente nella brezza leggera del
mattino (cfr 1Re 19,12), che si rivela sul legno della Croce. Dobbiamo
sempre credere nell’umile potenza della Parola di Dio e lasciare che Dio
agisca!
Il secondo motivo è perché il seme della Parola, come narra la
parabola evangelica del Seminatore, cade ancora in un terreno buono che
la accoglie e produce frutto (cfr Mt 13,3-9). E i nuovi evangelizzatori
sono parte di questo campo che consente al Vangelo di crescere in
abbondanza e di trasformare la propria vita e quella di altri. Nel
mondo, anche se il male fa più rumore, continua ad esserci il terreno
buono. Il terzo motivo è che l’annuncio del Vangelo è veramente giunto
fino ai confini del mondo e, anche in mezzo a indifferenza,
incomprensione e persecuzione, molti continuano anche oggi, con
coraggio, ad aprire il cuore e la mente per accogliere l’invito di
Cristo ad incontrarLo e diventare suoi discepoli. Non fanno rumore, ma
sono come il granellino di senape che diventa albero, il lievito che
fermenta la pasta, il chicco di grano che si spezza per dare origine
alla spiga. Tutto questo, se da una parte porta consolazione e speranza
perché mostra l’incessante fermento missionario che anima la Chiesa,
dall’altra deve riempire tutti di un rinnovato senso di responsabilità
verso la Parola di Dio e la diffusione del Vangelo.
Il Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova
Evangelizzazione, che ho istituito lo scorso anno, è uno strumento
prezioso per identificare le grandi questioni che si agitano nei diversi
settori della società e della cultura contemporanea. Esso è chiamato ad
offrire un aiuto particolare alla Chiesa nella sua missione soprattutto
all’interno di quei Paesi di antica tradizione cristiana che sembrano
diventati indifferenti, se non addirittura ostili alla Parola di Dio.
Il mondo di oggi ha bisogno di persone che annuncino e testimonino
che è Cristo ad insegnarci l’arte di vivere, la strada della vera
felicità, perché è Lui stesso la strada della vita; persone che tengano
prima di tutto esse stesse lo sguardo fisso su Gesù il Figlio di Dio: la
parola dell’annuncio deve essere sempre immersa in un rapporto intenso
con Lui, in un’intensa vita di preghiera.
Il mondo di oggi ha bisogno di persone che parlino a Dio, per poter
parlare di Dio. E dobbiamo anche ricordare sempre che Gesù non ha
redento il mondo con belle parole o mezzi vistosi, ma con la sua
sofferenza e la sua morte.
La legge del chicco di grano che muore nella terra vale anche oggi;
non possiamo dare vita ad altri, senza dare la nostra vita: “chi perderà
la propria vita per causa mia e del Vangelo, la salverà”, ci dice il
Signore (Mc 8,35). Vedendo tutti voi e conoscendo il grande impegno che
ognuno pone al servizio della missione, sono convinto che i nuovi
evangelizzatori si moltiplicheranno sempre di più per dare vita a una
vera trasformazione di cui il mondo di oggi ha bisogno. Solo attraverso
uomini e donne plasmati dalla presenza di Dio, la Parola di Dio
continuerà il suo cammino nel mondo portando i suoi frutti.
Cari amici, essere evangelizzatori non è un privilegio, ma un impegno
che proviene dalla fede. Alla domanda che il Signore rivolge ai
cristiani: “Chi manderò e chi andrà per me?”, rispondete con lo stesso
coraggio e la stessa fiducia del Profeta: “Ecco, Signore, manda me” (Is
6,8).
Vi chiedo di lasciarvi plasmare dalla grazia di Dio e di
corrispondere docilmente all’azione dello Spirito del Risorto. Siate
segni di speranza, capaci di guardare al futuro con la certezza che
proviene dal Signore Gesù, il quale ha vinto la morte e ci ha donato la
vita eterna. Comunicate a tutti la gioia della fede con l’entusiasmo che
proviene dall’essere mossi dallo Spirito Santo, perché Lui rende nuove
tutte le cose (cfr Ap 21.5), confidando nella promessa fatta da Gesù
alla Chiesa: “Ed ecco io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del
mondo” (Mt 28,20).
Al termine di questa giornata chiediamo anche la protezione della
Vergine Maria, Stella della nuova evangelizzazione, mentre accompagno di
cuore ciascuno di voi e il vostro impegno con la Benedizione
Apostolica. Grazie!