La scoperta permette di ricostruire in modo più accurato il manufatto di duemila anni fa, che ora appare come un bagno per immersioni rituali più che una cisterna per riserva d’acqua come si era pensato finora.
La Piscina di Siloam è citata nel Vangelo di Giovanni come il luogo dove Gesù di Nazareth avrebbe compiuto il miracolo di ridare la vista a un uomo cieco dalla nascita, dapprima ungendogli gli occhi con dell’argilla, poi invitandolo a lavarli nell’acqua del bacino.
Il Talmud menziona la Piscina come una fonte d’acqua per libagioni durante le feste di Succot. Le acque, alimentate dalla sorgente di Gihon, venivano usate in cerimonie di purificazione.
Monete rinvenute sul luogo risalgono al primo secolo a.C.
La Piscina venne scoperta per la prima volta da studiosi britannici, verso al fine del XIX secolo, insieme ai resti di una ripida stradina che scendeva dal Monte del Tempio, più a nord, fino alla Cittadella di David. Oggi gli archeologi ritengono che quella stradina si collegasse alla sezione della Piscina appena scoperta.
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