"Il mio Signore sei tu" (Sal 16/15)
È da sempre che l'uomo si interroga su Dio. Ma
la do¬manda e la risposta acquistano tutta la loro valenza e una
ineludibile attualità solo quando toccano "la carne e il sangue" cioè
quando diventano "esperienza" e diretta¬mente ti toccano il cuore. Chi è Dio per te? Il Salmo 16/15 racconta proprio questa esperienza.
Forse un sacerdote del tempio Gerusalemme o un le¬vita del culto;
oppure un convertito o un cercatore di Dio giunge a chiedersi: Ma
oltre gli idoli che ho onorato e mi hanno deluso; oltre gli dei
stranieri che ho invoca¬to; oltre i luoghi sacri che ho visitato c'è
qualcuno capa¬ce di far gioire il mio cuore, di dare esultanza alla mia
anima, riposo al mio corpo e, soprattutto, di affrancarmi dalla morte e
dischiudere i sentieri immortali della vita? Ha scritto Sóren Kierkegaard, il grande pensatore danese:
«Quando
stanco di tutti i mutamenti umani, temporali e terrestri, stanco della
propria incostanza, tu giungi ad augurarti di trovare un luogo in cui
riposare la tua testa stanza, i tuoi pensieri stanchi, il tuo cuore
stan¬co, un luogo in cui riposarti e distenderti: oh, è
nell'im-mutabilità di Dio che si trova il riposo! Se tu ti lasci
edu¬care dalla sua immutabilità in modo da rinunziare
all'in¬consistenza, al capriccio e alla tua stessa volontà, allora
riposerai per sempre con maggior confidenza e con mag¬gior felicità
nell'immutabilità di Dio».
È proprio questa l'esperienza cantata
dal Salmo ed è da questo drammatico carcere che emerge la gioiosa
scoperta che diventa confessione di fede: "il mio Signore sei tu, solo
in te è il mio bene". E non è solo un'afferma¬zione. È una fede,
è una esperienza, è una ragione di vi¬ta. "11 Signore è mia parte di
eredità e mio calice: nelle tue mani è la mia vita ...Io pongo sempre
davanti a me il Signo¬re, sta alla mia destra, non posso vacillare". Così
la scoperta, l'incontro si trasformano in purissi¬ma esperienza
mistica: l'amicizia con Dio, la vicinanza con lui, la felicità del
credere e la comunione indistrutti¬bile che vince perfino la morte.
La
spettro terribile della "fossa", che vorrebbe affer¬rare l'uomo, è
annientato dalla presenza di Dio che mai abbandonerà l'uomo alla
corruzione: "anche se vado per una valle oscura - canta un altro salmo
(23/22) - non te¬mo alcun danno, perché tu sei con me". Ed è Dio
che guida sul cammino della vita: è Dio che svela il suo volto; è Dio
che, con la sua destra, ripara, custodisce e conduce alla risurrezione. S.
Pietro e S. Paolo hanno letto questo salmo e vi hanno colto la propria
vicenda del Signore Gesù che passa dalla morte alla vita (cfr. At 2,
22-36; At 13, 14¬43). La risurrezione di Cristo è la prova grande e
insupe¬rabile che Dio è Dio e che è il nostro, il mio Dio!
Anche S. Teresa di Gesù, nel suo cammino di perfe¬zione, ne ha fatto l'esperienza e ha scritto: «Nulla manca a chi possiede Dio: Dio solo gli basta». Ma questo si ve¬rifica quando per noi Dio è Dio e non un idolo! ~ LORENZO CHIARINELLI Vescovo di Viterbo
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