La tavoletta del condannato:
perchè tutti vedessero...
perchè tutti vedessero...
Parliamo
ora della tavoletta posta sopra il capo del Crocifisso, con la
motivazione della condanna capitale.
I Romani ci tenevano a rendere pubblica la sentenza di morte, anche a
mezzo di scritte particolari, in modo che la gente della strada, anche
quella, sapesse per quali ragioni si era giunti alla sentenza
capitale. Certamente ne ebbero anche i due criminali condannati con
Gesù, con le motivazioni del caso.
In quella riguardante Gesù, il procuratore romano, Ponzio Pilato, ci
fece mettere semplicemente gli estremi anagrafici e non accenni a
crimini particolari.
Il testo per disteso ce lo ha conservato solo S. Giovanni: “Gesù Nazareno Re dei Giudei”.
Matteo ha: “Questi è Gesù il Re dei Giudei”
Marco, più breve: “Il Re dei Giudei”
Marco, più breve: “Il Re dei Giudei”
Luca ripete Matteo quasi del tutto. Che fosse nelle tre lingue allora più note lo apprendiamo da Luca e Giovanni. Iniziava in ebraico, o aramaico, da destra a sinistra, che suonava presso a poco così: “Joshua Nazir, melek Joudaim”.
Il greco, da sinistra a destra, suonava: “Jesus Nazoreus,vasileos ton Joudeon”. Il latino lo conosciamo tutti: “Jesus Nazarenus rex Judeorum” (da cui la nota sigla che vediamo sul capo di Gesù Crocifisso: JNRI).
La tavoletta con la scritta
veniva appesa al collo del condannato, su cui pesava la croce, cioè la
stanga traversa, o patibolum, in modo che, lungo il tragitto verso il
luogo della esecuzione, tutti vedessero.
Giunto a destinazione, la tavoletta, o Titolum, veniva fissata sul vertice della croce.
Lungo la strada, la
scritta veniva proclamata con un corno, o una tuba, da un legionario a
cavallo, chiamato praeco o banditore, appunto perché dava il bando e
annunciava per quali ragioni si era giunti a tanto.Giunto a destinazione, la tavoletta, o Titolum, veniva fissata sul vertice della croce.
Le
tre lingue usate per il Titolo rendevano troppo manifesto lo scandalo:
l’ebraico o aramaico, era per i palestinesi; il greco lo conoscevano
tutti; il latino era la lingua dei dominatori. Pilato lo aveva usato per
vendicarsi del sinedrio! Per questo una delegazione andò da lui e
protestò: “Dovevi mettere non che è Re dei Giudei, ma solo che lo ha detto lui... ecco!”.
Ma Pilato ne aveva fin
troppo di quelle teste surriscaldate, che proprio allora lo avevano
costretto ad un atto ingiusto che gli pesava su la coscienza e urlò: “Quel che ho scritto, ho scritto”; cioè, basta con le vostre storie: comando io, comanda Roma e non voi.
Quelli se ne andarono, e il titolo reale è rimasto, non dei Giudei soltanto, ma del mondo, della storia, dell’eternità.
Quelli se ne andarono, e il titolo reale è rimasto, non dei Giudei soltanto, ma del mondo, della storia, dell’eternità.
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