25
MARZO
ANNUNCIAZIONE
DEL SIGNORE
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LETTURE:
Is
7,10-14; Sal 39;
Eb
10,4-10; Lc 1,26-38
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La
stupenda pagina evangelica dell’annuncio dell’angelo a Maria che sarebbe
diventata la Madre del Salvatore, trovò fin dal sec. II una precisa
espressione nelle formule del Credo e nell’arte
cristiana. Solo nel sec. VII in poi il mistero dell’Annunciazione fu
celebrato con particolare solennità il 25 marzo, nove mesi prima della
nascita del Signore, e giorno in cui – secondo la tradizione di antichi
martirologi e di alcuni calendari medievali – sarebbe avvenuta la
crocifissione di Gesù.
Dio
non è entrato nel mondo con la forza: ha voluto «proporsi».
Il «si»
di Maria è la definitiva realizzazione dell’alleanza: in lei è
presente tutto il popolo della promessa: l’antico (Israele) e il nuovo
(la Chiesa); «il
Signore è con lei»,
cioè Dio è il nostro Dio e noi siamo per sempre il suo
popolo.
Le
letture di questa solennità del Signore ci orientano verso il
mistero della Pasqua. Il primo, l’unico «si»
del Figlio che facendo
il suo ingresso nel mondo ha detto: «Ecco,
io vengo per fare la tua volontà»
(Sal 39,8-9; Eb 10,4-10), riceve la risposta del Padre, il
quale, dopo l’offerta dolorosa della passione, sigillerà nello Spirito,
con la risurrezione di Gesù, la salvezza per tutti nella Chiesa. Anche le
orazioni e il prefazio sottolineano il mistero
dell’Annunciazione come compimento della promessa e invitano a riviverlo
«nella
fede».
L’Incarnazione
è anche il mistero della collaborazione responsabile di Maria alla
salvezza ricevuta in dono. Ci svela che Dio per salvarci ha scelto il «metodo»
di passare attraverso, la creatura:
«…e il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi…
e noi vedemmo la sua gloria».
(Gv 1,14).
Ripetendoci
ad ogni messa: «Fate
questo in memoria di me»,
il Signore ci insegna a «dare»
anche noi il nostro corpo e il nostro sangue e il nostro sangue ai
fratelli. Solo così rendiamo credibile la salvezza di Dio, incarnandola
nei piccoli «si»
che ogni giorno ripetiamo sull’esempio di Maria.
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Il mistero della nostra riconciliazione
Dalle
«Lettere» di san Leone Magno, papa (Lett. 28 a Flaviano, 3-4;
Pl. 54,763-767)
Dalla Maestà divina fu assunta l'umiltà della nostra natura, dalla forza la debolezza, da colui che è eterno, la nostra mortalità; e per pagare il debito, che gravava sulla nostra condizione, la natura impassibile fu unita alla nostra natura passibile. Tutto questo avvenne perché, come era conveniente perla nostra salvezza, il solo e unico mediatore tra Dio e gli uomini, l'uomo Cristo Gesù, immune dalla morte per un verso, fosse, per l'altro, ad essa soggetto. Vera, integra e perfetta fu la natura nella quale è nato Dio, ma nel medesimo tempo vera e perfetta la natura divina nella quale rimane immutabilmente. In lui c'è tutto della sua divinità e tutto della nostra umanità. Per nostra natura intendiamo quella creata da Dio al principio e assunta, per essere redenta, dal Verbo. Nessuna traccia invece vi fu nel Salvatore di quelle malvagità che il seduttore portò nel mondo e che furono accolte dall'uomo sedotto. Volle addossarsi certo la nostra debolezza, ma non essere partecipe delle nostre colpe. Assunse la condizione di schiavo, ma senza la contaminazione del peccato. Sublimò l'umanità, ma non sminuì la divinità. Il suo annientamento rese visibile l'invisibile e mortale il creatore e il signore di tutte le cose. Ma il suo fu piuttosto un abbassarsi misericordioso verso la nostra miseria, che una perdita della sua potestà e del suo dominio. Fu creatore dell'uomo nella condizione divina e uomo nella condizione di schiavo. Questo fu l'unico e medesimo Salvatore. Il Figlio di Dio fa dunque il suo ingresso in mezzo alle miserie di questo mondo, scendendo dal suo trono celeste, senza lasciare la gloria del Padre. Entra in una condizione nuova, nasce in un modo nuovo. Entra in una condizione nuova: infatti invisibile in se stesso si rende visibile nella nostra natura; infinito, si lascia circoscrivere; esistente prima di tutti i tempi, comincia a vivere nel tempo; padrone e signore dell'universo, nasconde la sua infinita maestà, prende la forma di servo; impassibile e immortale, in quanto Dio, non sdegna di farsi uomo passibile e soggetto alle leggi della morte. Colui infatti che è vero Dio, è anche vero uomo. Non vi è nulla di fittizio in questa unità, perché sussistono e l'umiltà della natura umana, e la sublimità della natura divina. Dio non subisce mutazione per la sua misericordia, così l'uomo non viene alterato per la dignità ricevuta. Ognuna delle nature opera in comunione con l'altra tutto ciò che le è proprio. Il Verbo opera ciò che spetta al Verbo, e l'umanità esegue ciò che è proprio della umanità. La prima di queste nature risplende per i miracoli che compie, l'altra soggiace agli oltraggi che subisce. E, come il Verbo non rinunzia a quella gloria che possiede in tutto uguale al Padre, così l'umanità non abbandona la natura propria della specie. Non ci stancheremo di ripeterlo: L'unico e il medesimo è veramente Figlio di Dio e veramente figlio dell'uomo. È Dio, perché «In principio era il Verbo e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio» (Gv 1,1). È uomo, perché: «il Verbo si fece carnee venne ad abitare in mezzo a noi » (Gv 1,14). |
MESSALE
Antifona d'Ingresso Eb 10,5.7 Disse il Signore, quando entrò nel mondo: «Ecco, io vengo per fare, o Dio, la tua volontà».
Dóminus
ingrédiens mundum dixit:
Ecce vénio ut fáciam, Deus, voluntátem tuam.
Colletta O Padre, tu hai voluto che il tuo Verbo si facesse uomo nel grembo della Vergine Maria: concedi a noi, che adoriamo il mistero del nostro Redentore, vero Dio e vero uomo, di essere partecipi della sua vita immortale. Per il nostro Signore...
Deus, qui
Verbum tuum in útero Vírginis Maríæ veritátem carnis humánæ suscípere
voluísti, concéde, quæsumus, ut, qui Redemptórem nostrum Deum et hóminem
confitémur, ipsíus étiam divínæ natúræ mereámur esse consórtes. Per Dóminum.
LITURGIA DELLA PAROLA Prima Lettura Is 7,10-14 Ecco la vergine concepirà. Dal libro del profeta Isaìa In quei giorni, il Signore parlò ad Acaz: «Chiedi per te un segno dal Signore, tuo Dio, dal profondo degli inferi oppure dall’alto». Ma Acaz rispose: «Non lo chiederò, non voglio tentare il Signore». Allora Isaìa disse: «Ascoltate, casa di Davide! Non vi basta stancare gli uomini, perché ora vogliate stancare anche il mio Dio? Pertanto il Signore stesso vi darà un segno. Ecco: la vergine concepirà e partorirà un figlio, che chiamerà Emmanuele, perché Dio è con noi». Salmo Responsoriale Dal Salmo 39 Ecco, Signore, io vengo per fare la tua volontà. Sacrificio e offerta non gradisci, gli orecchi mi hai aperto, non hai chiesto olocausto né sacrificio per il peccato. Allora ho detto: «Ecco, io vengo». «Nel rotolo del libro su di me è scritto di fare la tua volontà: mio Dio, questo io desidero; la tua legge è nel mio intimo». Ho annunciato la tua giustizia nella grande assemblea; vedi: non tengo chiuse le labbra, Signore, tu lo sai. Non ho nascosto la tua giustizia dentro il mio cuore, la tua verità e la tua salvezza ho proclamato. Seconda Lettura Eb 10,4-10 Ecco, io vengo per fare, o Dio, la tua volontà. Dalla lettera agli Ebrei Fratelli, è impossibile che il sangue di tori e di capri elimini i peccati. Per questo, entrando nel mondo, Cristo dice: «Tu non hai voluto né sacrificio né offerta, un corpo invece mi hai preparato. Non hai gradito né olocausti né sacrifici per il peccato. Allora ho detto: “Ecco, io vengo – poiché di me sta scritto nel rotolo del libro – per fare, o Dio, la tua volontà”». Dopo aver detto: «Tu non hai voluto e non hai gradito né sacrifici né offerte, né olocausti né sacrifici per il peccato», cose che vengono offerte secondo la Legge, soggiunge: «Ecco, io vengo a fare la tua volontà». Così egli abolisce il primo sacrificio per costituire quello nuovo. Mediante quella volontà siamo stati santificati per mezzo dell’offerta del corpo di Gesù Cristo, una volta per sempre. Canto al Vangelo Lc 1,28.38 Gloria a te, o Cristo, Verbo di Dio. Nel tempo pasquale: Alleluia, alleluia. Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te. Eccomi, sono la serva del Signore. Oppure: Gv 1,14 Il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi abbiamo contemplato la sua gloria. Gloria a te, o Cristo, Verbo di Dio.
Vangelo Lc 1,26-38
Ecco concepirai un figlio e lo darai alla luce. Dal vangelo secondo Luca In quel tempo, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te». A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine». Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio». Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei. Sulle Offerte Accogli con bontà, o Padre, i doni che ti offriamo celebrando l'incarnazione del tuo unico Figlio, e fa' che la tua Chiesa riviva nella fede il mistero in cui riconosce le sue origini. Per Cristo nostro Signore...
Ecclésiæ tuæ
munus, omnípotens Deus, dignáre suscípere, ut, quæ in Unigéniti tui
incarnatióne primórdia sua constáre cognóscit, ipsíus gáudeat hac
sollemnitáte celebráre mystéria. Per Christum.
Prefazio È veramente cosa buona e giusta, nostro dovere e fonte di salvezza, rendere grazie sempre e in ogni luogo a te, Signore, Padre santo, Dio onnipotente ed eterno, per Cristo nostro Signore. All’annunzio dell’angelo la Vergine accolse nella fede la tua parola, e per l’azione misteriosa dello Spirito Santo concepì e con ineffabile amore portò in grembo il primogenito dell’umanità nuova, che doveva compiere le promesse di Israele e rivelarsi al mondo come il Salvatore atteso dalle genti. Per questo mistero esultano gli angeli e adorano la gloria del tuo volto. Al loro canto concedi, o Signore, che si uniscano le nostre umili voci nell’inno di lode: Santo, Santo, Santo il Signore ...
Vere dignum et iustum
est,
æquum et salutáre,
nos tibi semper et
ubíque grátias ágere:
Dómine,
sancte Pater, omnípotens ætérne Deus:
per Christum Dóminum
nostrum.
Quem inter hómines et
propter hómines nascitúrum,
Spíritus Sancti
obumbránte virtúte,
a cælésti
núntio Virgo fidénter audívit et
immaculátis
viscéribus amánter portávit,
ut et
promissiónes fíliis Isræl perfíceret véritas,
et géntium
exspectátio patéret ineffabíliter adimplénda.
Per quem
maiestátem tuam adórat
exércitus
Angelórum, ante conspéctum
tuum in
æternitáte lætántium.
Cum quibus
et nostras voces ut admítti
iúbeas,
deprecámur, sócia exsultatióne dicéntes:
Sanctus,
Sanctus, Sanctus Dóminus Deus Sábaoth...
Antifona alla Comunione Is 7,14 Ecco, la Vergine concepirà e darà alla luce un Figlio: sarà chiamato Emmanuele, Dio con noi.
Ecce Virgo
concípiet
et páriet
Fílium,
et vocábitur nomen eius Emmánuel.
Oppure: Cf Lc 1,31-32 Rallegrati, Maria, colui che nascerà da te sarà santo e chiamato figlio di Dio. Dopo la Comunione O Padre, che ci hai accolti alla tua mensa, conferma in noi il dono della vera fede, che ci fa riconoscere nel figlio della Vergine il tuo Verbo fatto uomo, e per la potenza della sua risurrezione guidaci al possesso della gioia eterna. Per Cristo nostro Signore.
In méntibus
nostris, quæsumus, Dómine, veræ fídei sacraménta confírma, ut, qui concéptum
de Vírgine Deum verum et hóminem confitémur, per eius salutíferæ
resurrectiónis poténtiam, ad ætérnam mereámur perveníre lætítiam. Per
Christum.
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giovedì 26 dicembre 2013
25 MARZO ANNUNCIAZIONE DEL SIGNORE
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