La conversione non dura un momento ma
tutta la vita. Questo il concetto espresso da Papa Francesco durante la
celebrazione penitenziale nella Basilica Vaticana, il quale ha anche
precisato che “chi sperimenta la misericordia divina, è spinto a farsi artefice di misericordia tra gli ultimi e i poveri“.
Nessuno è senza peccato, ha ribadito il Pontefice, ricordando le parole dell’apostolo Giovanni “se diciamo di essere senza peccato, inganniamo noi stessi“.
Proprio la presenza del peccato ci spinge a cercare il perdono, per
toccare la misericordia divina, per sperimentarla su noi stessi.
La misericordia divina, però, possiede
in sé un qualcosa – potremmo quasi dire – di contagioso, ovvero ci
trasforma a nostra volta in artefici di misericordia. Lo vediamo anche
nei Vangeli, del resto, come le tante persone che vengono toccate dalla
misericordia divina nelle guarigioni operate da Gesù, vengano riempite
del desiderio istintivo di raccontare agli altri quanto gli è successo,
di essere testimoni del loro incontro con la misericordia divina,
trasformandosi così – a loro volta – in artefici di questa.
Il Signore ha ricordato il Pontefice, ci dice anche che è nei “fratelli più piccoli che Gesù ci aspetta: riceviamo misericordia e diamo misericordia” particolarmente quando siamo a contatto con gli emarginati, con coloro che più hanno bisogno della misericordia di Dio.
Proprio dal contatto con la misericordia di Dio scaturiscono “i
comportamenti buoni: parlare sempre con verità ed evitare ogni
menzogna; non rubare, ma piuttosto condividere quanto si possiede con
gli altri, specialmente con chi è nel bisogno; - ha aggiunto Bergoglio – non
cedere all’ira, al rancore e alla vendetta, ma essere miti, magnanimi e
pronti al perdono; non cadere nella maldicenza che rovina la buona fama
delle persone, ma guardare maggiormente al lato positivo di ognuno“.
È alla luce di tutto questo che assume
tanta importanza il sentimento della penitenza: riconoscersi peccatori,
ammettere i propri peccati e chiederne perdono apre la porta al contatto
con la misericordia divina, permette al fedele di esserne toccato e
contagiato, trasformandosi a sua volta in portatore di misericordia
“L’uomo – ha concluso il Pontefice - vale più per quello che è che per quello che ha“, per questo è tanto importante rimanere nell’amore del Signore, perché “l’amore
di Gesù Cristo dura per sempre, non avrà mai fine perché è la vita
stessa di Dio. Questo amore vince il peccato e dona la forza di
rialzarsi e ricominciare, perché con il perdono il cuore si rinnova e
ringiovanisce”.
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