“Io vi dico, davvero, a me fa tanto dolore – aveva affermato nell’omelia di ieri il Santo Padre – quanto trovo gente che non va più a confessarsi perché è stata bastonata – male – sgridata“: queste persone sperimentano la chiusura della Chiesa. È come se sentissero che, ha aggiunto il Pontefice, “le porte delle chiese gli si chiudevano in faccia“!
La tentazione di chiudere le porte, di “porre impedimenti“,
è presente fin dalle prime comunità cristiane, tanto è che proprio
nelle Scritture del giorno troviamo la narrazione di Simon Pietro che
personalmente assiste alla discesa dello Spirito Santo su dei “non circoncisi“, su degli “impuri” che secondo le logiche di quell’epoca non avevano la dignità per ricevere il Signore.
E lo stesso Simon Pietro, del resto,
nutriva dubbi in merito al battezzarli o meno, tanto è che vive con una
certa incredulità la discesa su di essi dello Spirito Santo e riceve
anche pesanti critiche dalle altre comunità, che ragionando secondo la
mentalità dell’epoca non comprendevano perché li avesse battezzati. “Se dunque Dio ha dato loro lo stesso dono che ha dato a noi – è quanto disse Simon Pietro – per avere creduto nel Signore Gesù Cristo, chi ero io per porre impedimento a Dio?“
“Quando il Signore ci fa vedere la strada – ha quindi aggiunto Papa Francesco – chi siamo noi per dire: ‘No Signore, non è prudente! No, facciamo così’” È questa “una bella parola per i vescovi, per i sacerdoti e anche per i cristiani. Ma chi siamo noi per chiudere porte?“
“Lo Spirito Santo è la presenza viva di Dio nella Chiesa – ha quindi concluso il Pontefice -
È quello che fa andare la Chiesa, quello che fa camminare la Chiesa…e
fa queste scelte impensabili, ma impensabili! Per usare una parola di
San Giovanni XXIII: è lo Spirito Santo che aggiorna la Chiesa!“.
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