Mi chiamo A.E., provengo da genitori di tipo borghese, mia madre spesso andava in chiesa per la messa, vivevamo dirimpetto ad una Parrocchia denominata XXXXXXX contenente la chiesa di xxxxxxxxx. Lì sono stata iscritta fin dalla scuola materna, seguita dalle suore locali, e più avanti, crescendo, ho collaborato come catechista. Oggi quando rileggo i miei registri mi stupisco di come potevo insegnare a dei bambini di circa dieci anni utilizzando argomenti difficili da comprendere: adesso, dopo essere cresciuta e maturata nel Signore certe cose restano ancora complesse per me stessa! Ma, con i sacerdoti, si operava così.
Nel frattempo ho escluso l’idea di farmi
suora perché praticando intimamente quel gruppo ho visto e capito cose
che mi hanno allontanato dalle Chiese Cattoliche Romane. Successivamente
sono finita presto al muretto a farmi le canne contemporaneamente avevo
ottimi risultati a scuola e nel tempo libero lavoravo per potere
soddisfare i miei vizi. Da adolescente ho provato a tagliarmi le vene,
due volte, e mi è finita bene. Quando ho messo piede nel primo studio
notarile la mia vita è stata tutta in ascesa, considerando che spesso
passavamo il tempo facendo sedute spiritiche. Più avanti mi sono
sposata, ho avuto una bambina e quando questa aveva diciotto mesi ho
chiesto il divorzio perché mio marito mi tradiva con la donna con cui
successivamente si è sposato.
Da adolescente ho provato a tagliarmi le
vene, due volte, e mi è finita bene. Quando ho messo piede nel primo
studio notarile la mia vita è stata tutta in ascesa, considerando che
spesso passavamo il tempo facendo sedute spiritiche. Più avanti mi sono
sposata, ho avuto una bambina e quando questa aveva diciotto mesi ho
chiesto il divorzio perché mio marito mi tradiva con la donna con cui
successivamente si è sposato. Successivamente ho intrapreso una
convivenza dalla quale è nato il mio secondo bambino, contro il parere
del mio compagno. Infatti dopo la sua nascita ha iniziato a tradirmi
fino a quando ha intrapreso una relazione con la mia migliore amica. Da
lì ha inizio il mio periodo peggiore. Rimasta di nuovo sola con due
figli questa volta ho elaborato male questo ulteriore fallimento al
punto che iniziai a non mangiare più, poi non bevevo nemmeno l’acqua e
alla fine ho subito il mio primo ricovero in psichiatria per
l’alimentazione forzata. Tentai nuovamente il suicidio con
psico-farmaci. Mi ritrovai in terapia intensiva in coma ed intubata.
Così entrai in un vortice che, almeno credevo, fosse senza fine,
riprovando sempre a togliermi la vita per poi finire in psichiatria.
Quando stavo male rimanevo sempre a
letto al buio e non mi alzavo per nessuna ragione, né per lavarmi né per
alimentarmi. Così i miei figli, per proteggerli dalle mie pessime
intenzioni, stavano sempre più spesso dai rispettivi nonni. Più avanti
le persone a me vicine iniziarono a sparire perché non volevano essere
coinvolti in questo mio stato di “morta” apparente. A quel punto, guarda
caso, si avvicinarono a me degli pseudo-amici i quali mi indussero ad
usare la droga per evadere da quello stato. Ma fu sempre peggio. Ho
perso il mio lavoro, la mia casa, poi i vari tribunali allontanarono i
miei figli trasferendoli dai nonni, in quattro anni ho perso madre,
sorella e padre per cancro ed infine anche la casa. Fra un tentativo di
suicidio e l’altro mi condussero verso comunità terapeutiche assistite
di tipo psichiatrico perché ero incapace di badare anche a me stessa.
Ho commesso errori imperdonabili per il
mio cuore, cominciai a prostituirmi per procurarmi la cocaina, che mi
tirava su, rubavo e truffavo come meglio potevo. Infine conobbi l’eroina
che ha dato la mazzata finale della mia triste vita. Ho venduto anche i
chiodi dei muri e ho perso la stima di chi prima mi invidiava per i
successi della mia precedente vita. Ero spesso in psichiatria, reduce da
autolesionismo puro, nel senso che mi facevo del male procurandomi
ferite sul corpo affinché potessi distogliere quel forte dolore che
sentivo nel cuore con il dolore fisico che per me era insignificante. A
quel punto iniziai a cercare Dio in ogni luogo e con ogni religione, mi
recai a Roma in Vaticano e rimasi nella casa XXXXXXXXXXX dove
alloggiavano i cosiddetti barboni. Ma tornata a Trapani non sapevo altro
che fare usare cocaina e bucare la mia pelle con l’eroina.
Quando il mio fratello Andrea Ettari mi
incontrava mi diceva sempre “solo il Signore ti può salvare”, ma io non
capivo come, infatti sono finita a vendermi in strada per pagare la
droga oppure per anni ho fatto anche quello che non potevo e non dovevo
fare per gli spacciatori che poi mi facevano il regalo. La mia vita era
distrutta. Nel frattempo andavo avanti e indietro per vedere i miei
figli in ogni situazione, assistenti sociali compresi, tribunali e
strade varie. Mia figlia che oggi ha quasi 22 anni mi ha cancellata, non
la vedo da tre anni anche se vive a Trapani e adesso mi è impedito
andarci, telefonare e cercarla, posso solo scriverle lettere che spesso
il nonno strappa. Mio figlio di 15 anni e mezzo lo vedo in presenza dei
suoi familiari, quando possibile. Insomma anche a causa delle droghe e
di tutti i farmaci con cui tentavo di morire, cominciai ad ammalarmi,
saturazione pessima, cuore a pezzi, scheletro logorato ed incontinente.
Sia ringraziato il cielo che un giorno,
invitata dal fratello Andrea Ettari, partecipai ad un culto in via
dell’uva a Trapani. Inizialmente compresi poco o niente il messaggio che
il Signore mi dava, cioè che la mia vita era sacra anche perché in
futuro sarei stata utile per le anime in sofferenza che mi circondavano
in psichiatria o al sert. Seguendo con tenacia quel cammino di fede
iniziato, caduta dopo ricaduta, cominciai a capire tante cose che il
Signore metteva nel mio cuore. Dall’oggi al domani interruppi droghe
pesanti e psicofarmaci procurandomi crisi di astinenza terribili che per
mesi mi hanno debilitata, ma non lasciavo la Chiesa. In quella comunità
cristiana ho ritrovato la mia vera famiglia, che Dio possa benedirli
tutti. Il mio cammino vero Gesù è stato tortuoso e difficile, non si può
immaginare quanto ho pianto, quanto ho vomitato e quanto strisciavo per
arrivare in Chiesa, da cui poi uscivo saltellando e piena di gioia.
Il Signore è stato molto clemente con me
cambiando totalmente la mia condizione di vita. Mi ha guarita dalla
mancanza di ossigeno che avevo nel sangue e a causa della quale ero
costretta all’ossigeno terapia, mi ha guarita dall’incontinenza e mi ha
dato la forza di superare in tre mesi due interventi di inserimento di
protesi alle anche bilaterali, dai quali mi sono ripresa in modo
eccezionale passando dalla sedia a rotelle, alle stampelle e poi, senza
mai aver fatto fisioterapia, direttamente sulle mie gambe. So per certo
che il Signore ha fatto grandi miracoli nella mia vita ma soprattutto ha
risanato quelle laceranti e doloranti ferite che avevo nel cuore
trasformandomi in una nuova creatura che altro non desidera che servire
il nostro Signore perché mai potrò ricambiare l’amore che gratuitamente
mi viene donato ogni giorno, amore che, grazie a Dio, oggi trasmetto a
tutte quelle persone in difficoltà che come facevo io non sanno più dove
sbattere la testa. Grazie Gesù per le tue opere divine, ti prego di
mantenermi con tutti i miei acciacchi e di non lasciare mai la mia mano.
Che Dio possa benedire ogni creatura.
Sorella Eleonora
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