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 Possiamo vedere questo nei tanti gesti di Gesù: egli non è un guaritore
 che ti cura e poi ti lascia al tuo cammino; Gesù segue ogni persona 
anche dopo la guarigione per ridarle il posto che le appartiene.
Gesù sa che il Padre ha pensato a un 
progetto per ogni persona e sa quanto è importante che ogni persona 
trovi il suo posto nel creato. Gesù stesso, del resto, continua Papa 
Francesco “non è venuto dal Cielo solo“: Egli “è figlio di un popolo; Gesù è la promessa fatta a un popolo” ha chiarito Bergoglio “e la sua identità è anche appartenenza a quel popolo, che da Abramo cammina verso la promessa“.
Ed è proprio questo, quanto Gesù fa nel 
momento in cui guarisce una persona: lo riporta dentro il popolo di Dio,
 dentro quel popolo di cui Egli è figlio, dentro la Chiesa.
Così nelle scritture del giorno troviamo la storia di un uomo il cui figlio era posseduto da uno spirito. Gesù, impietosito dalla
 fede del padre, scaccia lo spirito dal corpo del figlio ma non si ferma
 qui: si china sul ragazzo, lo prende per mano e lo fa alzare fino a che
 non si regge in piedi da solo.
Gesù dona a quel ragazzo non solo la salute, ma il suo posto: Gesù “ad ognuno lo fa tornare al suo posto, non lo lascia per strada. E sono gesti bellissimi del Signore“.
“Questi gesti di Gesù ci insegnano che ogni guarigione, ogni perdono – ha quindi terminato Papa Francesco – sempre ci fanno tornare al nostro popolo, che è la Chiesa“. Questo perché “se
 ognuno di noi ha la possibilità e la realtà di andarsene da casa per un
 peccato, uno sbaglio – Dio sa – la salvezza è tornare a casa, con Gesù 
nella Chiesa“.
 
 
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