Un sentiero scendeva a strapiombo sul mare. Era scoppiato il temporale e la notte brontolava, come un otre pieno.
Io salivo con ostinazione verso l’alto, verso Dio, per chiedergli la spiegazione del suo silenzio.
Ma in cima al monte scoprii soltanto un pesante blocco di granito.
Pensai:
- Dio è immutabile, Dio è incorruttibile, come questo macigno!
Poi, per non ricadere nella solitudine, pregai:
- Signore, istruiscimi: dammi un segno del tuo amore.
Ma il blocco di granito, gocciolante pioggia lucente, rimaneva immobile, impenetrabile.
-
Signore – gli dissi, scorgendo un corvo nero sopra un albero vicino, –
io mi rendo conto che il silenzio si addice alla tua maestà. Tuttavia
dammi un segno del tuo amore! quando avrò terminato la mia preghiera,
ordina a quel corvo di volare via.
Allora io non sarò più solo al mondo, saprò che esisti anche tu accanto a me.
Osservai il corvo; ma esso rimaneva immobile.
- Signore, tu hai certamente ragione. Non si addice alla tua maestà la sottomissione alle mie consegne.
Poi tornai indietro, nel silenzio di Dio; ma alla mia disperazione subentrò una serenità inattesa.
Per
la prima volta avevo capito che la grandezza della preghiera consiste
in questo, nel rimanere senza risposta e nel non essere un vile
commercio.
Avevo capito che l’amore inizia là, dove non si attende più alcun dono in cambio.
Bellissima intuizione!
In attesa della Sua venuta
non stanchiamoci di cercare il Suo Volto!
Che io Ti cerchi desiderandoti
e ti desideri cercandoti
e ti ami trovandoti!
(S. Anselmo)
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