venerdì 24 gennaio 2014

Il gregge del Signore



Davanti a noi un grande gregge di pecore stava attraversando la valle: il pastore camminava a passo lento, ma il suo cane, attivo e ben addestrato, correva da un lato all’altro per radunare le disperse. Eravamo affascinati dai suoi interventi continui e coraggiosi.
A quel punto mio padre, che afferrava tali occasioni per darci degli insegnamenti, mi chiese: “Enrico, se tu dovessi costituire un piccolo gregge, come sceglieresti le pecore?”
- Eliminerei quelle che zoppicano, poi le deboli e quelle che hanno tendenza a smarrirsi, poi terrei conto della qualità della loro lana.
- Selezionandole così, otteresti certamente un buon gregge. Ma sai come fa Gesù, il buon pastore, per formare il suo gregge che è la sua Chiesa? Chiama tutti gli uomini, sopratutto i deboli, quelli che sono stanchi e affaticati, straziati dalla vita, i diseredati, i disprezzati. Poi si fa carico di quelli che si confidano in lui e gli obbediscono, perché li ama così come sono”.
Io stesso pascerò le mie pecore e le farò riposare», dice il Signore, l’Eterno. «Io cercherò la perduta, ricondurrò la smarrita, fascerò la ferita, fortificherò la malata ma distruggerò la grassa e la forte; le pascerò con giustizia. (Ezechiele 34:15-16)
E’ lo stesso per la Chiesa del Signore, composta da quelli che hanno riconosciuto la loro debolezza e colpevolezza davanti a Dio, ma che hanno accettato Gesù Cristo. Allora hanno ricevuto una nobiltà divina, quella di essere figli di Dio. Sono tutti uniti tra loro per l’eternità da uno stesso Spirito e formano “la Sposa di Cristo”.
Le mie pecore ascoltano la mia voce, io le conosco ed esse mi seguono; e io do loro la vita eterna e non periranno mai, e nessuno le rapirà dalla mia mano. (Giovanni 10:27-28)

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