sabato 18 gennaio 2014

Padre, mi abbandono a te!

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Padre,
mi abbandono a te!


Come sei buono, mio Dio!
Sei sempre lo stesso.
 "Colui che
non spezza la canna incrinata
e non spegne il lucignolo fumigante".
 E non lo fai ancora oggi?



 "Ecco, ti ho disegnato
 sul palmo della mia mano"!
"Ti ho amato di un amore
da sempre e per sempre".
 Eppure, a Parigi, tra le vie
del Quartiere latino, a S. Agostino,
un giovane ufficiale pregava:
 "Sr esisti, fa che io ti conosca".



E un fragile prete lo accoglie
 e, invece di discutere di religione,
 gli chiede la conversione:
 "In ginocchio, si confessi,
 faccia la verità nel suo cuore.
 E avrà la tunica bella,
l'anello del figlio,
e ripeterà la vicenda di Gesù
a Nazareth, discendendo sempre
fino all'ultimo posto".



Quell'uomo era Charles de Foucauld:
 poi Nazareth, la Turchia, Beni-Abbes,
e Tamanrasset nell'Hoggar
. Il 1° dicembre 1916 è ucciso:
 "Padre mio, mi abbandono a te".
 Chicco di grano che cade in terra
e, nel buio solo, marcisce ...
Ma quel deserto un giorno fiorisce:
giardino dai mille colori,
spazio di gioia, dono di vita,
e, soprattutto e sempre,
 trionfo dell'amore.



È il paradiso di Dio:
è il compimento del Regno,
dove, tutti come figli e figlie,
si consegnano a Dio,
perché è Padre.

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