sabato 1 febbraio 2014

La salvezza verrà dalla grazia di Dio e dal suo allenamento quotidiano



Papa Francesco nella riflessione mattutina del giorno in Santa Marta ha focalizzato la sua attenzione sul senso del peccato: una delle più grandi tentazioni alla quale siamo sottoposti come cristiani è quella di trasformare il peccato in un banale problema da gestire e risolvere.
Così nelle Scritture del giorno vediamo re Davide alle prese con un caso di adulterio che genera poi un assassinio: Davide steso si innamora di Betsabea, moglie di Uria, generale di re Davide, gliela prende e spedisce il marito in prima linea in battaglia, causandone la morte.
Il Pontefice però nell’omelia non si focalizza nel peccato in sé poiché “il problema – il problema più grave in questo brano – non è tanto la tentazione e il peccato contro il nono comandamento, ma è come agisce Davide“.
E questo è un vero e proprio segno, un sintomo potremmo dire, usando il gergo medico, di quando il Regno di Dio viene meno: “uno dei segni è che si perde il senso del peccato“.
Questo non solo successe a Davide, ma “a tutti noi può accadere questa cosa. Tutti siamo peccatori e tutti siamo tentati e la tentazione è il pane nostro di ogni giorno“. Tuttavia questo non significa trasformare in un qualcosa di normale quello che è un peccato.
Ma non tanto perché il peccato sia insuperabile: sappiamo che il Signore perdona sempre. Il problema però è che trasformano il peccato in un qualcosa di umano, in un banale problema e nulla più neghiamo la salvezza alle persone che peccano e anche a noi stessi.
La salvezza non verrà dalle nostre furbizie, dalle nostre astuzie, dalla nostra intelligenza nel fare gli affari. – dichiara infatti Bergoglio – La salvezza verrà dalla grazia di Dio e dall’allenamento quotidiano che noi facciamo di questa grazia nella vita cristiana“.
Non si tratta di vivere senza peccato quando di aver imparato a riconoscere il peccato e umilmente richiedere perdono al Signore: “Se qualcuno di noi dicesse: ‘Ma io mai ho avuto tentazioni’, o sei un cherubino o sei un po’ scemo, no? Si capisce…
Nel nostro quotidiano è normale sbagliare, “è normale nella vita la lotta e il diavolo non sta tranquillo, lui vuole la sua vittoria” che è il farci cadere nel peccato ma quello che non è normale è non riconoscerlo come tale: “Io vi confesso, quando vedo queste ingiustizie, questa superbia umana, anche quando vedo il pericolo che a me stesso avvenga questo, il pericolo di perdere il senso del peccato, mi fa bene pensare ai tanti - ha quindi concluso Bergoglio - che anche oggi soffrono la nostra mediocrità cristiana, quando noi perdiamo il senso del peccato, quando noi lasciamo che il Regno di Dio cada…”

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