mercoledì 19 marzo 2014

Gesù dice: "Dov'è il tuo tesoro, lì è il tuo cuore".

Questa frase di Gesù impone a ciascuno profonde, sincere, personali riflessioni:
Chi è il mio tesoro? Cos'è che vale per me? Cosa cerco nella mia vita? Dove vanno i miei pensieri?
Dietro miei pensieri infatti corre il mio cuore, perché si ama quello che si stima.
Il mio cuore è un forte padrone, capace di compiere atti generosi e di sostenere grandi pesi, ma è cieco e deve quindi affidarsi a una guida. La sua compagna legittima è la ragione, la quale, per sicurezza, si serve di una grande fiaccola nel suo cammino, la Fede.
Non vi sarebbero dunque preoccupazioni: il mio cuore sarebbe guidato sicuramente al possesso dell'unico vero tesoro che può renderlo felice.
Senonché la ragione ha troppe rivali in casa: servette capricciose e audaci che tentano di spodestarla e di sposare il padrone. Così il mio cuore si fa prendere la mano ora dalla fantasia, ora dalla sensibilità, ora dall'abitudine, ora dalla passione.
Dove ti condurranno, mio povero cuore? Forse faranno di te un povero cieco? Diventerai il servo delle sue serve. Così è: quel che si stima si ama. Se non stimi altro che il denaro, il tuo amore sarà il denaro; se non pensi che al piacere, non amerai che il piacere; se non pensi che agli onori, non amerai altro che onori; se non pensi che al potere, non amerai che il potere ... dimmi, mio povero cuore, quello che ami e ti dirò chi è il tuo padrone. Non esiste di fatto che un solo padrone per ogni uomo ed è ciò che egli ama.
Cos'è un avaro? Lo schiavo dell'oro.
Cos'è un ambizioso? Lo schiavo della sua passione.
Cos'è un lussurioso? Lo schiavo dei sensi.
Cos'è un goloso? Uno schiavo.
Cos'è un pigro? Uno schiavo.
Cos'è un superbo? Uno schiavo.
Così ogni amante è servo del suo amore.
Saranno dolci o amare, lievi o pesanti catene, ma sono sempre catene. Amare è dunque servire. Hai voglia a dire di no: la realtà è questa.
Mio povero cuore, ora devi riconoscere che ogni servizio è sempre un po' umiliante, e ogni servizio è sempre una limitazione della tua libertà. Ogni servizio, tranne uno, il servizio di Dio. Perché servire a Dio significa servire alla Verità, alla Giustizia al Bene.
Il che non è umiliante, ma è l'unica nobiltà vera a cui tutti aspirano e di cui tutti vogliono gloriarsi. Non è diminuzione di libertà, perché servire alla Verità, alla Giustizia, al Bene, è soddisfare, senza alcun limite, i più profondi ed essenziali desideri di ogni uomo.
Ma c'è di più. L'amore o trova uguali o rende uguali. Nell'amore c'è un solo volere e un solo potere, il volere e il potere di chi si ama. Non è vero?
L'amore unifica e assimila le volontà, i gusti, le abitudini, le opinioni, perfino i gesti e gli atteggiamenti, quasi tutta la vita. Rende l'uno simile all'altro.
Mio povero cuore: Tu non sei tanto quello che dici di essere, o quello che la gente pensa, o quello che sembri in pubblico; non sei tanto quello che si crede di te, quanto sei invece quello che ami. Tu non vali per i tuoi titoli, per la discendenza, per la tua divisa, per i tuoi anni, per la tua linea, per il tuo nome, e tanto meno per le tue forze o per il tuo peso; tu vali soprattutto per quello che ami.
È in base a questo che si può formulare il più esatto, il più giusto giudizio di un uomo. Potrai possedere quel che credi, potrai sapere quanto vuoi, potrai compiere i più bei gesti o le più grandi opere, ma se in quelle tu cerchi la vanità o ami il vizio, tu non sei che un povero miserabile cuore. Tu diventi quello che ami.
Per questo Gesù ha detto:
"Dov'è il tuo tesoro lì è il tuo cuore".
Caro mio povero cuore: Se il tuo amore è fango, ne sarai infangato; se il tuo amore è la donna, sarai effeminato; se il tuo amore è vile merce, diventerai un mercenario. Se amerai un delinquente, imparerai il delitto, e se amerai un pazzo, impazzirai; se amerai il malvagio, diventerai cattivo, e se amerai il giusto, ti sentirai più buono; se amerai la terra, sarai terra, e se amerai Dio, diventerai un sincero figlio di Dio; allora è giunto per te il tempo del ravvedimento, NON DOMANI MA ... OGGI!

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