1. Una dichiarazione che meravigliaSe qualcuno ci dicesse: «Tu sei la luce della mia mente» oppure: «Tu sei la sapienza della mia vita», è quasi certo che spalancheremmo gli occhi per la meraviglia e penseremmo: «Costui vuol prendermi in giro», oppure: «Non mi conosce bene, e sta prendendo su di me un grosso abbaglio».
Ebbene, Gesù disse proprio questo ai suoi discepoli, come si legge nel vangelo di Matteo, in cui queste parole di Gesù sono collocate subito dopo il discorso della montagna o delle beatitudini e ne sono come una logica conclusione.
È ragionevole, quindi, pensare che i suoi apostoli, a cui Gesù aveva rimproverato la poca fede (Mc 4,40; Mt 8,25) e il loro limite conoscitivo (Mt 15,16), si saranno meravigliati nel sentirsi rivolgere quelle parole e gli avranno chiesto: «È sufficiente credere in te ed accettare il tuo Vangelo per essere la luce del mondo e la sapienza della terra?».
2. Nulla vi mancaQualcuno potrebbe affrettarsi a chiarire che Gesù non intendeva dire: «Siete…», ma «Siate la luce del mondo e il sale della terra». Ma non è così: Gesù non ha risolto la questione ontologica in una questione etica. Non è passato dall’essere al dover essere. [1]
Per intendere bene questo brano, lo si potrebbe accostare a un altro brano del vangelo, in cui Gesù, durante l’ultima Cena, disse ai suoi apostoli: “Non voi avere scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituito perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga” (Gv 15,15), e subito dopo spiegò che questo frutto da dare al mondo è il frutto dell’amore. La testimonianza cristiana consiste appunto in questo. Tutti i biblisti spiegano che, nel riportare la frase di Gesù: «Io vi ho costituiti…», l’evangelista Giovanni usa il verbo greco «étheka», che era usato nel diritto greco per indicare un solenne atto legislativo, per cui una persona era costituita capace di possedere o di fare qualcosa in virtù di una delega ricevuta.
In base a questa esplorazione dei termini greci usati nel vangelo di Giovanni, possiamo comprendere che Gesù disse ai suoi apostoli: «Vi trasmetto il potere, che è mio. quello di essere luce e sapienza del mondo». In virtù di questo potere, avete tutto ciò che vi serve per esercitare questa facoltà. Sono quindi ingiustificati i vostri timori, in base ai quali potreste fare macchina indietro rispetto alla decisione presa di seguirmi».
3. Il sale dell’alleanzaUn’ultima riflessione sul sale, che per ragioni di igiene è stato eliminato dal rito del santo Battesimo. Il sale ha una forza simbolica enorme: significa sapore, sapere, sapienza, e nelle antiche culture era anche un simbolo di alleanze contratte o da contrarre.
Il sale era offerto, come simbolo di amicizia, al forestiero che entrava in casa o nel villaggio, e i capi tribù, nel contrarre un’alleanza tra i loro popoli, si scambiavano pane e sale e ne gustavano. Perciò si legge nella Bibbia che «il sale è il simbolo dell’alleanza» tra Dio e il suo popolo (Lv 2,13). È all’interno di questa storia di antichi simboli di alleanza che Gesù disse ai suoi discepoli: «Voi siete il sale della terra».
Nonostante la loro pochezza umana, Dio ha inserito i suoi discepoli all’interno di una grande Alleanza, che ha una portata enorme per la storia religiosa del mondo. La nostra dignità umana e cristiana consiste in questo. Non ce n’è una più grande. Sarebbe per gli esseri umani davvero insipiente non valutare in questi termini la propria grandezza, e rincorrerne altre.
1. Una dichiarazione che meravigliaSe qualcuno ci dicesse: «Tu sei la luce della mia mente» oppure: «Tu sei la sapienza della mia vita», è quasi certo che spalancheremmo gli occhi per la meraviglia e penseremmo: «Costui vuol prendermi in giro», oppure: «Non mi conosce bene, e sta prendendo su di me un grosso abbaglio».
Ebbene, Gesù disse proprio questo ai suoi discepoli, come si legge nel vangelo di Matteo, in cui queste parole di Gesù sono collocate subito dopo il discorso della montagna o delle beatitudini e ne sono come una logica conclusione.
È ragionevole, quindi, pensare che i suoi apostoli, a cui Gesù aveva rimproverato la poca fede (Mc 4,40; Mt 8,25) e il loro limite conoscitivo (Mt 15,16), si saranno meravigliati nel sentirsi rivolgere quelle parole e gli avranno chiesto: «È sufficiente credere in te ed accettare il tuo Vangelo per essere la luce del mondo e la sapienza della terra?».
2. Nulla vi mancaQualcuno potrebbe affrettarsi a chiarire che Gesù non intendeva dire: «Siete…», ma «Siate la luce del mondo e il sale della terra». Ma non è così: Gesù non ha risolto la questione ontologica in una questione etica. Non è passato dall’essere al dover essere. [1]
Per intendere bene questo brano, lo si potrebbe accostare a un altro brano del vangelo, in cui Gesù, durante l’ultima Cena, disse ai suoi apostoli: “Non voi avere scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituito perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga” (Gv 15,15), e subito dopo spiegò che questo frutto da dare al mondo è il frutto dell’amore. La testimonianza cristiana consiste appunto in questo. Tutti i biblisti spiegano che, nel riportare la frase di Gesù: «Io vi ho costituiti…», l’evangelista Giovanni usa il verbo greco «étheka», che era usato nel diritto greco per indicare un solenne atto legislativo, per cui una persona era costituita capace di possedere o di fare qualcosa in virtù di una delega ricevuta.
In base a questa esplorazione dei termini greci usati nel vangelo di Giovanni, possiamo comprendere che Gesù disse ai suoi apostoli: «Vi trasmetto il potere, che è mio. quello di essere luce e sapienza del mondo». In virtù di questo potere, avete tutto ciò che vi serve per esercitare questa facoltà. Sono quindi ingiustificati i vostri timori, in base ai quali potreste fare macchina indietro rispetto alla decisione presa di seguirmi».
3. Il sale dell’alleanzaUn’ultima riflessione sul sale, che per ragioni di igiene è stato eliminato dal rito del santo Battesimo. Il sale ha una forza simbolica enorme: significa sapore, sapere, sapienza, e nelle antiche culture era anche un simbolo di alleanze contratte o da contrarre.
Il sale era offerto, come simbolo di amicizia, al forestiero che entrava in casa o nel villaggio, e i capi tribù, nel contrarre un’alleanza tra i loro popoli, si scambiavano pane e sale e ne gustavano. Perciò si legge nella Bibbia che «il sale è il simbolo dell’alleanza» tra Dio e il suo popolo (Lv 2,13). È all’interno di questa storia di antichi simboli di alleanza che Gesù disse ai suoi discepoli: «Voi siete il sale della terra».
Nonostante la loro pochezza umana, Dio ha inserito i suoi discepoli all’interno di una grande Alleanza, che ha una portata enorme per la storia religiosa del mondo. La nostra dignità umana e cristiana consiste in questo. Non ce n’è una più grande. Sarebbe per gli esseri umani davvero insipiente non valutare in questi termini la propria grandezza, e rincorrerne altre.
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