La
Israel Antiquities Authority ha annunciato giovedì che
archeologi di Gerusalemme impegnati negli scavi al bacino
artificiale noto come Piscina di Shiloah (Siloam) risalente
all’epoca del Secondo Tempio (che si trova nell’antica
Cittadella di David, oggi quartiere arabo di Silwan) hanno
scoperto un’area di riunione finemente pavimentata e un canale
idrico per la raccolta di acqua piovana.
La scoperta permette di ricostruire in modo più accurato il
manufatto di duemila anni fa, che ora appare come un bagno per
immersioni rituali più che una cisterna per riserva d’acqua come
si era pensato finora.
La Piscina di Siloam è citata nel Vangelo di Giovanni come il
luogo dove Gesù di Nazareth avrebbe compiuto il miracolo di
ridare la vista a un uomo cieco dalla nascita, dapprima
ungendogli gli occhi con dell’argilla, poi invitandolo a lavarli
nell’acqua del bacino.
Il Talmud menziona la Piscina come una fonte d’acqua per
libagioni durante le feste di Succot. Le acque, alimentate dalla
sorgente di Gihon, venivano usate in cerimonie di purificazione.
Monete rinvenute sul luogo risalgono al primo secolo a.C.
La Piscina venne scoperta per la prima volta da studiosi
britannici, verso al fine del XIX secolo, insieme ai resti di
una ripida stradina che scendeva dal Monte del Tempio, più a
nord, fino alla Cittadella di David. Oggi gli archeologi
ritengono che quella stradina si collegasse alla sezione della
Piscina appena scoperta.
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