domenica 16 marzo 2014

La tomba di famiglia del "Cireneo"



 
Pochi sanno che a Gerusalemme, nella valle del Cedron, alcuni anni fa è stato rinvenuto l’ossario di uno di quei personaggi marginali del NT che però gettano vera luce sulla storicità dei Vangeli.
         Gli archeologi sono convinti all’unanimità che si tratta con grande probabilità dell’ossario appartenuto alla famiglia di Simone di Cirene, l’uomo che ha aiutato Gesù a portare la croce sulla via dolorosa (cf. Mt 27, 32  e Mc 15,21 e Lc 23:26).
       L’archeologia conferma quindi la storicità di un altro dei personaggi citato quasi di sfuggita dai Vangeli.
Diciamo innanzitutto qualcosa sugli antichi ossari usati in Palestina ai tempi di Gesù. Gli ossari erano ampiamente usati a Gerusalemme nel I sec. Quando qualcuno moriva il corpo veniva deposto in un sepolcro scavato nella roccia (così come avvenne per Gesù). Dopo circa un anno, le ossa venivano raccolte in una cassetta di pietra abbastanza lunga in modo da contenere anche le ossa delle gambe. Essendo grande, nella stessa cassetta-ossario si mettevano più corpi dei membri appartenenti alla stessa famiglia. Potevano essere ossari semplici o decorati, recanti a volte disegni di cerchi, linee, fiori o bassorilievi. In molti si legge il nome del defunto, spesso accompagnato dal nome del padre, che rappresenta il nostro cognome moderno:  “Caio figlio di Tizio”, e così via per tutti gli altri componenti della famiglia.
            L’ossario della famiglia di Simone, di cui parleremo, è stato pressoché  sconosciuto fino ad oggi, probabilmente per la mancata o breve esposizione presso l'Istituto di Archeologia di Gerusalemme.
           La storia di questo ossario comincia nel 1941 quando in Palestina il prof. Eleazer Sukenik - nella foto -  (famoso per gli studi sui rotoli del Mar Morto) dell’Università Ebraica di Gerusalemme, studia un’antica tomba nella valle del Cedron. Nel luogo della tomba furono trovati 13 vasi, una lampada ad olio che sono stati decisivi per datare la tomba al I sec. d.C.
            Alcuni dei nomi che sono stati trovati incisi sull’ossario erano particolarmente comuni  nell’Africa del Nord, nella Cineraica, e quindi gli studiosi hanno confermato che molto probabilmente la famiglia alla quale apparteneva questa tomba proveniva da una comunità ebraica originaria della Cirenaica.
            La Cirenaica è una regione della odierna Libia orientale e Cirene era la città principale di questa zona. Assieme ad altre 4 città (Teuchira-Arsinoe, Euesperide-Berenice, oggi Benghazi, Apollonia e Barce-Tolemaide) formavano la cosiddetta Pentapoli, cinque città di origine greca.
          
Cirene, fondata come colonia greca nel 630 a.C., divenne capoluogo della provincia romana nel 96 a.C. , e in questo periodo conobbe il suo massimo sviluppo. Nell’ultimo secolo sono stati scoperti importanti resti archeologici compreso un tempio dedicato ad Apollo, l’agorà, il teatro e una ampia necropoli. (Nella foto il forum romano di Cirene)
La comunità ebraica di Cirene ha origine nel 300 a.C. circa, ad opera di ebrei provenienti dall’Egitto. Questi visitavano Gerusalemme durante le tre grandi feste ebraiche: Pasqua, Pentecoste, i Tabernacoli, ed alcuni vi restavano, si stabilizzavano oppure morivano a Gerusalemme. Negli Atti degli Apostoli 2,5-11 possiamo avere una conferma di questo quando viene descritta la folla presente a Gerusalemme per la festa della Pentecoste ebraica: Si trovavano allora in Gerusalemme Giudei osservanti di ogni nazione che è sotto il cielo.[…]  Parti, Medi, Elamìti e abitanti della Mesopotamia, della Giudea, della Cappadòcia, del Ponto e dell'Asia, della Frigia e della Panfilia, dell'Egitto e delle parti della Libia vicino a Cirène, stranieri di Roma Ebrei e prosèliti, Cretesi e Arabi”
             In  Atti 6,9 leggiamo anche: “Sorsero allora alcuni della sinagoga detta dei «liberti» comprendente anche i Cirenei, gli Alessandrini e altri della Cilicia e dell'Asia, a disputare con Stefano,”, dove alcuni ebrei di Cirene dibattevano con Stefano che diverrà il primo martire cristiano; ciò suggerisce che i Cirenei avevano una loro sinagoga a Gerusalemme, oppure avevano un gruppo ben specifico all’interno di una sinagoga più grande. A Cirene sorse anche una delle primissime comunità cristiane  (cf. At. 11,19-20 e 13,1)
             Su uno degli ossari della valle del Cedron trovato da Sukenik vi è il nome di “SIMONE”. Vi si legge infatti: “Sara (figlia) di Simon, di Ptolemais”. Ptolemais che è molto presumibilmente Tolmeita ad ovest di Cirene, nella Cirenaica, in quanto questo nome Sara era poco comune nella Palestina ma molto frequente fra le comunità ebraiche della Cirenaica del tempo. 
           Nel  secondo ossario, il nome “SIMONE” compare in tre luoghi: Nella parte anteriore vi si legge “Alessandro (figlio) di Simone”; nella parte posteriore vi è un tentativo di scrittura da parte dell’antico incisore che però ha probabilmente fatto un errore; vi si legge “SimonAle”. Quindi ha scritto più sotto dove troviamo  “Alessandro” e sotto “(figlio) di Simone”  (Vedi foto seguente:
1^ riga= SIMONALE / 2^ riga: ALESSANDROS / 3^ Riga SIMONOS)

Nell'ultima immagine qui sopra è riportata l'altra scritta trovata sull’ossario che dice “Alessandro” in lingua greca e sotto “Alessandro di Cirene” scritto in ebraico (in realtà, la scritta ebraica dice "LKSNDRWS QRNYT/H" . dove QRNYT è stato interpretato dagli studiosi come DI CIRENE oppure CIRENAICO - CIRENEO -)
          Quindi, Sara e Alessandro sembrano essere figli di un certo Simone originario della Cirenaica, e abitante di Cirene o della vicina Tolmeita.
Dai Vangeli sappiamo che Simone di Cirene aiutò Gesù a portare la croce.  Questo Simone è identificato come il “padre di Alessandro e Rufo” (Mc 15,21), e dal testo si evince che erano noti alla comunità a cui si rivolgeva il vangelo di Marco.
                 Focalizziamo quindi l’attenzione sul nostro Alessandro, di Cirene, figlio di Simone. Quali sono le probabilità che questo Alessandro è proprio il figlio di quel Simone il Cireneo che portò la croce al posto di Gesù, citato dai 3 vangeli di Mc, Lc e Mt.?
             Simone era uno dei nomi ebrei più comuni nel I sec d.C. Uno studio condotto da Tal Ilan dell’Università Ebraica di Gerusalemme, esperta dei nomi ebrei antichi, fa notare che Simone compare 257 volte in iscrizioni ebree antiche e in altre fonti storiche (Tal Ilan, Lexicon of Jewish Names in Antiquity (Tübingen, Germany: J.C.B. Mohr, 2002). Alessandro, invece, soltanto 31 volte come nome ebraico.
           Quindi è molto alta la probabilità - come afferma la stessa Tal Ilan - che il Simone menzionato nell’ossario è lo stesso Simone di Cirene accennato nei Vangeli, in quanto il nome Alessandro era molto raro in Palestina e notiamo che l’iscrizione sull’ossario lo mette in rapporto a Simone così come è nel NT e che, inoltre, l’ossario contiene i resti di persone che provenivano dalla Cirenaica. (C'è da sottolineare, inoltre che sugli ossari e sui coperchi scoperti da Sukenik, vi erano in totale 15 iscrizioni che contenevano 12 nomi personali differenti, scritte tutte in lettere greche tranne una - in ebraico - e una bilingue - e cioè " Alessandro" scritto in greco e ebraico, come visto sopra).
Se allora, la sepoltura scoperta da Sukenik contiene effettivamente  i resti del figlio dell’uomo che ha portato la croce di Gesù, sorgono altre domande. Dove sono i resti dello stesso  Simone di Cirene? Non sembrano essere deposti nella stessa sepoltura con il figlio Alessandro o la sua figlia Sara. E dove sono i resti dell’altro figlio, Rufo, citato da Mc 15,21? Non è stato sepolto a Gerusalemme? E la moglie di Simone, ovvero la madre di Alessandro e Rufo, come mai non si trova nell’ossario? 
           Anche qui il NT ci viene in aiuto e curiosamente sembrerebbe completare il quadro storico, identificando davvero il Simone dell’ossario in questione con il Simone di Cirene dei Vangeli. Per far questo dobbiamo combinare insieme Mc 15,21 e Rm 16,3.
           Sappiamo che l’evangelista Marco scrive il suo vangelo per i cristiani di Roma e in 15,21 dice: 
costrinsero, un certo Simone di Cirene che veniva dalla campagna,
padre di Alessandro e Rufo, a portare la croce.”
Si vede chiaramente che Alessandro e Rufo, sono allora personaggi noti ai lettori della comunità di Roma, e quindi fanno parte della comunità cristiana perché evidentemente “il gesto del padre di aiutare Gesù, non li aveva lasciati indifferenti e avevano aderito alla nuova religione  diventandone  membri noti” (G. Ravasi)
 E  la madre dei due fratelli  e moglie di Simone? Anche lei sembra essere diventata cristiana e insieme a Rufo si trova a nella capitale dell’impero. Infatti  Paolo, nel lungo elenco di cristiani che appartengono alla comunità di Roma e ai quali l'Apostolo invia i suoi saluti, menziona Rufo e sua madre:
 “Salutate Rufo, questo eletto nel Signore, e la madre sua che è anche mia.”
(Rm 16,3).
 Ma resta la domanda sul padre, ovvero lo stesso Simone di Cirene. Come mai i suoi resti non si trovano nella tomba trovata da Sukenik? In realtà, recentissimi studi sulle scritte dell’ossario in questione hanno dimostrato che originariamente vi era soltanto una scritta nell’ossario, e cioè “SIMON” e dopo qualche tempo furono aggiunte anche “Alessandro (figlio di) Simone” (in greco) e “Alessandro di Cirene” (in ebraico). Questo vuol dire soltanto una cosa: l’ossario conteneva, inizialmente, i resti dello stesso Simone di Cirene, e successivamente, alla morte del figlio Alessandro, furono aggiunte i resti di quest’ultimo e sull’ossario fu scritto il nome “Alessandro” accanto a quello di “SIMONE”.
          In conclusione riportiamo il parere di Tom Powers,  autore di articoli sull’argomento per la rivista statunitense specializzata in archeologia biblica “Biblical Archaeology Society Review”: “ Trovo molto improbabile che nella Gerusalemme del I sec. d.C. potrebbero esserci state due famiglie entrambe di Cirene in Africa del Nord (Gerusalemme dista 1500 km da Cirene, nda), entrambe con capofamiglia chiamato Simone, e di cui tutte e due hanno dato al loro figlio il nome (raro) di Alessandro. Credo che il Simone citato nell’ossario rinvenuto nella valle del Cedron sia molto probabilmente il Simone di Cirene che ha portato la croce di Gesù.“.

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