Mercoledì della Settimana Santa
Meditazione del giornoBeato John Henry Newman (1801-1890), sacerdote, fondatore di una comunità religiosa, teologo
Meditazioni e Preghiere, Part III, 2, 2 « Our Lord refuses sympathy », § 15
« In verità io vi dico, uno di voi mi tradirà »
Quando si è separato da sua madre, Gesù si è scelto degli amici – i
dodici apostoli – come per riporre in loro la sua simpatia. Li ha
scelti, dice, per essere “ non servi, ma amici” (Gv 15,15). Li ha fatti
suoi confidenti; ha confidato loro cose che non ha detto ad altri. Era
sua volontà mostrare loro un favore speciale, la sua generosità, come un
padre verso i figli preferiti. Con quanto ha loro rivelato, li ha
colmati più dei re, dei profeti e dei sapienti dell’Antico Testamento.
Li ha chiamati “figlioli » (Gv 13,33) ; per conferire loro i suoi doni,
li ha preferiti “ai sapienti e agli intelligenti” di questo mondo (Mt
11,25). Ha manifestato la sua gioia e li ha lodati perché sono rimasti
con lui nelle prove (Lc 22,28), e come segno di riconoscenza annuncia
loro che siederanno un giorno sui dodici troni per giudicare le dodici
tribù d’Israele (v.30). Ha trovato conforto nella loro amicizia quando
s’avvicinava la prova suprema.
Li ha radunati attorno a sé nell’ultima Cena, come per essere da loro sostenuto in quell’ora solenne. “Ho desiderato ardentemente di mangiare questa Pasqua con voi, prima della mia passione » (Lc 22,15). C’era dunque tra il Maestro e i discepoli una reciprocità di affetto, una profonda simpatia. Ma faceva parte del suo volere che gli amici l’abbandonassero, lo lasciassero solo – una volontà davvero degna di adorazione. Uno l’ha tradito; un altro l’ha rinnegato; gli altri sono scappati, lasciandolo in mano ai nemici… Era solo quando ha subito la passione. Sì, Gesù onnipotente e beato, ripieno nell’anima della gloria divina, ha voluto sottomettersi ad ogni sofferenza della nostra natura. Come si era rallegrato dell’amicizia dei suoi, così ha accettato la desolazione del loro abbandono. E quando ha voluto, ha scelto di privarsi della luce della presenza di Dio.
Li ha radunati attorno a sé nell’ultima Cena, come per essere da loro sostenuto in quell’ora solenne. “Ho desiderato ardentemente di mangiare questa Pasqua con voi, prima della mia passione » (Lc 22,15). C’era dunque tra il Maestro e i discepoli una reciprocità di affetto, una profonda simpatia. Ma faceva parte del suo volere che gli amici l’abbandonassero, lo lasciassero solo – una volontà davvero degna di adorazione. Uno l’ha tradito; un altro l’ha rinnegato; gli altri sono scappati, lasciandolo in mano ai nemici… Era solo quando ha subito la passione. Sì, Gesù onnipotente e beato, ripieno nell’anima della gloria divina, ha voluto sottomettersi ad ogni sofferenza della nostra natura. Come si era rallegrato dell’amicizia dei suoi, così ha accettato la desolazione del loro abbandono. E quando ha voluto, ha scelto di privarsi della luce della presenza di Dio.
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