giovedì 8 maggio 2014

Meditazione del giorno 08/05/2014

Giovedì della III settimana di Pasqua
Meditazione del giorno
Sant'Ireneo di Lione (ca130-ca 208), vescovo, teologo e martire
Contro le eresie, V,2,2
 
“Il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo”
 
    Sono completamente nell’errore coloro che rifiutano il progetto di Dio sulla creazione, negano la salvezza della carne e disprezzano l’idea della sua rigenerazione dichiarando che essa è incapace di ricevere una natura immortale. Se non c’è salvezza per la carne, allora il Signore non ci ha neppure riscattati col suo sangue, il calice dell’eucaristia non è comunione col suo sangue e il pane che spezziamo non è comunione col suo corpo (1Cor 10,16). Poiché… è perché è diventato veramente uomo che il Verbo di Dio ci ha riscattati col suo sangue…

    Perché siamo sue membra (1Cor 6,15) e siamo nutriti con quanto viene dalla sua creazione…, egli ha dichiarato che il calice, che viene dal creato, è proprio il suo sangue col quale il nostro è fortificato; ed ha confermato che il pane, che pure viene dal creato, è proprio il suo corpo col quale i nostri corpi crescono.

    Quindi, se il calice che abbiamo preparato, e il pane che abbiamo fatto ricevono la parola di Dio e diventano l’eucaristia, cioè il sangue e il corpo di Cristo, che rendono forte e sana la sostanza della nostra carne, come si può credere che la carne sia incapace di ricevere il dono di Dio, la vita eterna? La nostra carne è veramente nutrita col sangue e  il corpo di Cristo ed è membro del corpo di Cristo, come scrive san Paolo : “Siamo membra del suo corpo, carne della sua carne e osso delle sue ossa” (Ef 5,30; Gen 2,23). E non lo dice di non so quale uomo spirituale e invisibile…: ci parla dell’organismo autenticamente umano, composto di carne, nervi e ossa. E’ questo organismo che è nutrito col calice che è il sangue di Cristo e fortificato col pane che è il suo corpo… E i nostri corpi nutriti da questa eucaristia, dopo essere stati sepolti nella terra…, risorgeranno al loro tempo, quando il Verbo, la Parola di Dio, farà loro il dono della risurrezione, “a gloria di Dio Padre” (Fil 2,11).

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