sabato 15 marzo 2014

Gerusalemme, su queste pietre fu flagellato Gesù

LA SCOPERTA: Nuovi scavi confemano: ritrovato il "litostrato", la pavimentazione sulla quale Cristo comparve davanti a Ponzio Pilato.
Gli scavi archeologici condotti in tempi recenti in prossimità del muro occidentale del tempio erodiano a Gerusalemme hanno fornito risultanti sorprendenti e forieri di ulteriori sviluppi.
A distanza di alcuni anni dall'ultima campagna di interventi eseguita sotto l’attuale piano calpestato della città vecchia sono stati portati a termine esami stratigrafici comparati sui vari livelli occupazionali e il loro esito è stato clamoroso: si è riusciti ad appurare che l’antica pavimentazione (il cosiddetto «litostrato») conservata all’interno del convento delle suore di Sion, erroneamente attribuita integralmente al periodo dell’imperatore Adriano (132 d. C.), risale in realtà per ampie parti all’epoca della vita terrena di Gesù. Tale convinzione è ricavata appunto dalla comparazione del livello della pavimentazione con quelli di camminamenti e strutture varie attigui al Tempio, databili con sicurezza al periodo erodiano; ed è supportata dalla certezza che Adriano nel ricostruire Gerusalemme con il nome di «Aelia Capitolina» seguì una prassi in uso nei grandi lavori edilizi e urbani nel corso del primo Impero: recuperare e riattivare strutture preesistenti, migliorandone e conservandone le parti ancora integre.
Tale modo di procedere è ben testimoniato ad esempio nell’ampio programma di rifacimento messo in atto più di un secolo prima da Augusto nell’Egitto appena diventato provincia imperiale: gli architetti romani sfruttarono per lo più la rete viaria ed edilizia tolemaica, rafforzandola ma mutandola in minima parte. Nel caso del litostrato gerosolimitano l’esattezza della datazione è confortata da tracce di una distruzione storicamente attribuibile a un evento preciso e collocabile nel tempo: sono i segni, appena percettibili ma inequivocabili all’occhio allenato dell’archeologo, dello smantellamento del vicino Tempio ad opera del futuro imperatore Tito, attorno al 70 d. C., quindi ben prima del rifacimento adrianeo.
 La pavimentazione conservata all’interno del convento delle suore in antico si trovava comunque all’esterno della Fortezza Antonia, la gigantesca struttura turrita da dove i romani controllavano l’interno del Tempio giudaico e dove Cristo comparve davanti a Ponzio Pilato.
 Il lastricato si trova non distante da una sorta di piscina, descritta anche nei Vangeli, un’importante riserva idrica per tutta la città, costruita in epoca asmonea (II-I secolo a.C.) e recentemente riportata alla luce dagli scavi sotterranei.
Ulteriori elementi archeologici completano il quadro e confermano la collocazione temporale del litostrato conservato: su alcune pietre sono visibili i segni dei militari (uno scorpione, simbolo della X Legione Fretense, attiva proprio sotto Ponzio Pilato ) e dei loro giochi, tra cui il «gioco del re»; in esso il condannato era dileggiato come re e incoronato di spine, esattamente il ludibrio, a cui fu sottoposto Gesù. Gli accertamenti degli studiosi vorrebbero proseguire, ma cozzano contro difficoltà reali: la parte inferiore della Fortezza Antonia con forse parte del suolo originale risulta oggi sotto un’importante scuola musulmana, che di fatto ne impedisce l’ispezione sistematica; un ostacolo non da poco, con evidenti implicazioni politiche.

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