Papa Francesco nella riflessione, ci mette in guardia
da una erronea interpretazione del Cristianesimo, che non è una
dottrina filosofica ma una persona innalzata sulla Croce.
Questo, specifica il Pontefice, va compreso bene altrimenti richiamo di finire come quei “dottori della legge, queste persone che insegnavano la legge ma non avevano una idea chiara su questo“. “Il cristianesimo non è una dottrina filosofica – ha ribadito Bergoglio, come già aveva detto in passato – non è un programma di vita per sopravvivere, per essere educati, per fare la pace“. Certo il cristianesimo professa i valori di pace, di educazione recuproca, di mutuo rispetto, ma tutte “queste
sono conseguenze: il cristianesimo è una persona, una persona innalzata
sulla Croce, una persona che annientò se stessa per salvarci; si è
fatta peccato“.
Proprio le letture di oggi, chiarisce il
Vescovo di Roma, ovvero la prima lettura tratta dal Libro dei Numeri
(Nm 21, 4-9) e il Vangelo di Giovanni (Gv 8, 21-30) sono in stretta
connessione fra loro. Nella prima Lettura, a fronte di un popolo
dubbioso verso il Signore, vediamo Dio ordinare di fare una cosa, se
vogliamo, strana: creare un idolo che rappresenta un serpente – quindi
il peccato secondo l’iconografia biblica – e innalzarlo. Chiunque
guardasse e toccasse quel peccato sarebbe stato guarito. Cosí, nel
Vangelo di oggi, Gesù dice ai Giudei, “quando avrete innalzato il Figlio dell’uomo, adesso conoscerete che io sono” perché Gesù sulla croce è proprio il peccato, un peccato che però guarisce e dà salvezza.
Gesù sulla croce ha fatto propri tutti i
nostri peccati e noi, quando cerchiamo la guarigione dal nostro peccato
non dobbiamo cercarla in noi stessi ma in Gesù, perchè il nostro
peccato è lì, tra le piaghe del Signore.
“Da soli non c’è possibilità di uscire dal nostro peccato“, dunque, poiché “le piaghe che lascia il peccato in noi” – ha detto il Papa Francesco – “si
guariscono soltanto con le piaghe del Signore, con le piaghe di Dio
fatto uomo, umiliato, annientato. Questo è il mistero della Croce“.
La Croce “non è un ornamento, che noi
dobbiamo mettere sempre nelle chiese, sull’altare, lì. Non è un simbolo
che ci distingue dagli altri. – ha concluso il Santo Padre – La
Croce è il mistero, il mistero dell’amore di Dio, che umilia se stesso,
si fa ‘niente’, si fa peccato. Per questo un cristiano che non sa
gloriarsi in Cristo crocifisso non ha capito cosa significa essere
cristiano“.
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