lunedì 13 gennaio 2014

"Il mio Signore sei tu"




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"Il mio Signore sei tu"
(Sal 16/15)



È da sempre che l'uomo si interroga su Dio. Ma la do¬manda e la risposta acquistano tutta la loro valenza e una ineludibile attualità solo quando toccano "la carne e il sangue" cioè quando diventano "esperienza" e diretta¬mente ti toccano il cuore. Chi è Dio per te? Il Salmo 16/15 racconta proprio questa esperienza.

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 Forse un sacerdote del tempio Gerusalemme o un le¬vita del culto; oppure un convertito o un cercatore di Dio giunge a chiedersi: Ma oltre gli idoli che ho onorato e mi hanno deluso; oltre gli dei stranieri che ho invoca¬to; oltre i luoghi sacri che ho visitato c'è qualcuno capa¬ce di far gioire il mio cuore, di dare esultanza alla mia anima, riposo al mio corpo e, soprattutto, di affrancarmi dalla morte e dischiudere i sentieri immortali della vita? Ha scritto Sóren Kierkegaard, il grande pensatore danese:
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«Quando stanco di tutti i mutamenti umani, temporali e terrestri, stanco della propria incostanza, tu giungi ad augurarti di trovare un luogo in cui riposare la tua testa stanza, i tuoi pensieri stanchi, il tuo cuore stan¬co, un luogo in cui riposarti e distenderti: oh, è nell'im-mutabilità di Dio che si trova il riposo! Se tu ti lasci edu¬care dalla sua immutabilità in modo da rinunziare all'in¬consistenza, al capriccio e alla tua stessa volontà, allora riposerai per sempre con maggior confidenza e con mag¬gior felicità nell'immutabilità di Dio».

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È proprio questa l'esperienza cantata dal Salmo ed è da questo drammatico carcere che emerge la gioiosa scoperta che diventa confessione di fede: "il mio Signore sei tu, solo in te è il mio bene". E non è solo un'afferma¬zione.  È una fede, è una esperienza, è una ragione di vi¬ta. "11 Signore è mia parte di eredità e mio calice: nelle tue mani è la mia vita ...Io pongo sempre davanti a me il Signo¬re, sta alla mia destra, non posso vacillare". Così la scoperta, l'incontro si trasformano in purissi¬ma esperienza mistica: l'amicizia con Dio, la vicinanza con lui, la felicità del credere e la comunione indistrutti¬bile che vince perfino la morte.
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La spettro terribile della "fossa", che vorrebbe affer¬rare l'uomo, è annientato dalla presenza di Dio che mai abbandonerà l'uomo alla corruzione: "anche se vado per una valle oscura - canta un altro salmo (23/22) - non te¬mo alcun danno, perché tu sei con me".
Ed è Dio che guida sul cammino della vita: è Dio che svela il suo volto; è Dio che, con la sua destra, ripara, custodisce e conduce alla risurrezione. S. Pietro e S. Paolo hanno letto questo salmo e vi hanno colto la propria vicenda del Signore Gesù che passa dalla morte alla vita (cfr. At 2, 22-36; At 13, 14¬43). La risurrezione di Cristo è la prova grande e insupe¬rabile che Dio è Dio e che è il nostro, il mio Dio!
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Anche S. Teresa di Gesù, nel suo cammino di perfe¬zione, ne ha fatto l'esperienza e ha scritto: «Nulla manca a chi possiede Dio: Dio solo gli basta». Ma questo si ve¬rifica quando per noi Dio è Dio e non un idolo! ~
LORENZO CHIARINELLI
Vescovo di Viterbo


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